London (William Blake)

Al termine della poesia William Blake (1757 – 1827) accenna alla cecità del nascituro e alle “plagues” (malattie veneree) della prostituta che potrebbero averla provocata. L’ipocrisia della società inglese nell’additarla a condanna non impegnandosi minimamente in suo aiuto e non provando nei suoi confronti alcuna empatia ma solamente giudizio, mi ricorda da vicino l’epitaffio “Wendell P. Bloyd” di Edgar Lee Masters nell’Antologia di Spoon River (“Un Blasfemo” – Fabrizio de André). Entrambe le liriche offrono una considerazione blasfema dell’amore che lo trasformano in sentimento sterile, in questo caso efficacemente rappresentato dalla contrapposizione degli opposti carro funebre/matrimonio.

Questa lirica si trova nei “Canti dell’Innocenza e dell’Esperienza” (1794) ma la sua prima stesura risale all’anno precedente in “Notebook”. L’intera opera di questo straordinario poeta visionario è una fusione tra simbolismo e critica sociale, innocenza ed esperienza sono i poli opposti di ciascun essere umano. Ma non solo, anche il Cristo di Blake è sia Agnello che Tigre. Non a caso lo scrittore ha avuto discreto impatto su psicologi e psicanalisti come lo svizzero Carl Gustav Jung e lo scozzese Ronald David Laing. Anche il poeta T.S. Eliot sottolineò il profondo interesse per le emozioni umane e una discreta conoscenza delle stesse, presentate poeticamente in forma astratta. Fin da giovanissimo Blake sostenne di avere avuto delle visioni (tra gli otto e i dieci anni) mentre viveva a Londra: un albero pieno di angeli che “cospargevano ogni ramo di lustrini simili a stelle“.

Il pianista e bandleader Mike Westbrook ha ripetutamente proposto la canzone in vari dischi in omaggio all’amato Blake: “Tyger” (1971), “Westbrook’s Brass Band Plays For The Record” (1976), “Bright As Fire” (1980), “Glad Day” (1999). Altri dischi considerevoli (musicalmente lontani sia tra loro che dai precedenti) sono: Gordon Giltrap “Visionary” (1976), Tangerine Dream: “Tyger” (1987), Jah Wobble: “The Inspiration Of William Blake” (1996) e Joel Frederiksen/Ensemble Phoenix Munichin: “The Elfin Knight” (2007).


I wander thro’ each charter’d street,
Near where the charter’d Thames does flow.
And mark in every face I meet
Marks of weakness, marks of woe.

In every cry of every Man,
In every Infants cry of fear,
In every voice: in every ban,
The mind-forg’d manacles I hear

How the Chimney-sweepers cry
Every blackning Church appalls,
And the hapless Soldiers sigh
Runs in blood down Palace walls

But most thro’ midnight streets I hear
How the youthful Harlots curse
Blasts the new-born Infants tear
And blights with plagues the Marriage hearse.

traduzione italiana Flavio Poltronieri
Vagabondo attraverso ogni strada costituita (1)
vicino a dove il Tamigi costituito, scorre,
e noto in ognuna delle facce che incontro
segni di debolezza, segni di dolore.

In ogni grido di ogni Uomo,
in ogni grido terrorizzato di Bambino,
in ogni voce, in ogni bando (2),
le catene che la mente ha plasmato[3], io sento.

Così come sento il grido dello Spazzacamino
che atterrisce ogni Chiesa annerita[4];
e dello sventurato Soldato, il sospiro
che insanguina del Palazzo[5], le mura.

Ma soprattutto sento attraverso le strade di mezzanotte
come la maledizione[6] della giovane Puttana
distrugga la lacrima del Bambino appena nato,
e copra di piaghe il Carro Funebre (7) del Matrimonio.

Ensemble Phoenix Munich · Joel Frederiksen in The Elfin Knight 2007
Mike Westbrook
Tangerine Dream
Fabrizio De Andrè, Un blasfemo

LINK
ulteriori traduzioni in italiano
https://hontora-dan.livejournal.com/26673.html

ulteriore critica sociale alla capitale inglese
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Pubblicato da Flavio Poltronieri

Etnomusicologo. Autore e traduttore di canzoni. Ha pubblicato su riviste di avanguardia musicale in Italia/Francia/Germania. Fa parte della redazione giornalistica di Blogfoolk, Lineatrad e leonardcohenfiles.com

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