Oro sé do bheatha bhaile (Bentornata a casa)

Interessante caso di trasposizione testuale di questa popolarissima canzone irlandese dal titolo “Oro, sé do bheatha bhaile”, inizialmente nata come brano celebrativo dell’arrivo della novella sposa nella casa del marito, è diventata “Granualile un canto politico pieno di allegorie per augurare la libertà dell’Irlanda, passando per il canto giacobita “Welcome home Prince Charley”.

Eroina della storia irlandese Gráinne Mhaol ossia Grace O’Malley  fu la regina dei Pirati di Connemara che si oppose al dominio inglese sull’Irlanda sia per mare che per terra (era l’epoca della regina Elisabetta I)

Hauling Home
Granuaile/Granualile/Grace O’Malley 
Grace O’Malley (tra biografia e leggenda)
Clare Island (reportage di Riccardo Venturi)

Kitty’s wedding
Welcome home Prince Charley
Oro, sé do bheatha bhaile (Patrick Pearse)
Clare Island (The Saw Doctors)


[ENGLISH VERSION]
“Oro sé do bheatha bhaile”, is a popular Irish song and an interesting case of textual transposition. Initially born as a song celebrating the arrival of the new bride in her husband’s house (old irish hauling home), it became “Granualile” a political song full of allegories for the freedom of Ireland, passing through the Jacobite chant “Welcome home Prince Charley”.

Una fiera Grace O’Malley

Hauling Home

La cerimonia del “Benvenuta a casa” coinvolgeva la sposa e si svolgeva all’incirca un mese dopo l’avvenuto matrimonio, ma a volte anche il giorno stesso o sette giorni dopo. Le testimonianze raccolte nell’Ottocento segnalano la consuetudine di scortare la sposa e lo sposo nella nuova casa, anticamente a cavallo (e poi con il calesse) in testa al corteo c’erano il padre o il fratello della sposa poi la sposa e lo sposo e poi seguivano gli amici d’entrambi. La cerimonia era una festa con musica, danze cibo e bevute offerte dallo sposo.

P. W. Joyce scrive: “Con l‘Hauling Home’ si portava la sposa a casa del marito dopo il matrimonio. Di solito era un mese circa dopo il matrimonio, ed era celebrata come un’occasione successiva seconda solo all’importanza del matrimonio stesso. Lo sposo riportava a casa la sua sposa a capo di una processione trionfale, tutti in macchina o a cavallo. Ne ricordo bene uno in cui la sposa era a cavalcioni sul sellino posteriore dietro suo marito. Appena entrati in casa, lo sposo doveva dire o cantare:
1. – Oro, sé do bheatha a bhaile,
Is fearr liom tu ná céad bo bainne:
Oro, sé do bheatha a bhaile,
Thá tu maith le rátha.
[in italiano: ben venuta a casa,

preferisco te che un centinaio di mucche da latte, 
ben venuta a casa,
qui ti aspettano felicità e prosperità”
(tratto da qui)

De Dannan “Kitty’s wedding” un’allegra melodia per accogliere la sposa

The Hauling Home ceremony took place about a month after the wedding, but sometimes also the same day or seven days later. The testimonies collected in the nineteenth century indicate the custom of escorting the bride and groom in the new house, in ancient times on horseback (and then with the buggy) at the head of the procession were the father or brother of the bride then the bride and groom and then followed the friends of both. The ceremony was a party with music, food dances and drinks offered by the groom.

P. W. Joyce writes: “The ‘Hauling Home’ was bringing home the bride to her husband’s house after marriage. It was usually a month or so after the wedding, and was celebrated as an occasion next only in importance to the wedding itself. The bridegroom brought back home his bride at the head of a triumphal procession- all on cars or on horseback. I well remember one where the bride rode on a pillion behind her husband. As they entered the house the bridegroom is supposed to speak or sing:
1. – Oro, sé do bheatha a bhaile,
Is fearr liom tu ná céad bo bainne:
Oro, sé do bheatha a bhaile,
Thá tu maith le rátha.
2. Oro, welcome home,
I would rather have you than a hundred milch cows:
Oro, Welcome home,
‘tis you are happy with prosperity.
” (from here)

Welcome home Prince Charley

Durante la rivolta giacobita del 1745-6 qualche guerriero irlandese deve aver composto il brano che appare in The Complete Collection of Irish Music (1855) di George Petrie contrassegnato come “antica marcia del Clan” e anche come “Welcome home Prince Charley”.
La melodia risale quantomeno al XVIII sec e il testo inneggia al Bonnie Prince Charlie perchè sollevi la rivolta. 
Seguendo il coro del tradizionale “Benvenuto alla Sposa”, viene accolto a casa nel 1745 il giovane Pretendente che rivendica il trono della Scozia per diritto di nascita.

During the Jacobite uprising of 1745-6, a Irish warrior must have composed the piece that appears in George Petrie’s “The Complete Collection of Irish Music” (1855) marked as “the ancient March of the Clan” and also as “Welcome home Prince Charley”.
The melody dates back at least to the eighteenth century and the text praises the Bonnie Prince Charlie because he raises the revolt.
Following the chorus of the traditional Hauling Home, the young Pretender, claiming the throne by birth, was welcomed back home in 1745.

I
A Shéarlais Óig (1) a mhic Ríogh Shéamais(2),
’Sé mo mhór-chreach do thriall as Éirinn,
Gan aon ruainne bróig’ ort, stocaí nó léine,
Acht ’do chascairt leis na Gallaibh (3).
Chorus:
Óró, sé do bheatha a bhaile (x3)
Anois ag teacht an tSamhraidh!

II
’Sé mo léan géar nach bhfeicim,
Mur’ mbéinn beó ’na dhiaidh ach seachtmhain,
Séarlas Óg is míle gaiscidheach
Ag coscairt leis na Gallaibh.
III
Tá Séarlas óg ag triall thar sáile,
Béidh siad leis-sean cúpla gárda,
Béidh siad leis-sean Franncaigh is Spáinnigh(4),
Agus bainfidh siad rinnc’ as Éir’cighibh (5).

traduzione italiana Cattia Salto
I
Il giovane Carlo, nipote di Re Giacomo,
ahimè in lacrime ha lasciato l’Irlanda, 
senza  scarpe e scalzo e senza camicia,
in rotta dagli stranieri
RITORNELLO
Evviva, bentornato a casa
ora che l’estate sta arrivando
II
Ahimè che cosa non darei per vedere,
dovessi campare anche solo una settimana, 
il Giovane Carlo ed un migliaio di guerrieri
mettere in rotta gli stranieri!
III
Il Giovane Carlo giunge dal mare
con una guarnigione di giovani soldati.
sono con lui Francesi e Spagnoli,
e faranno ballare gli eretici.

NOTE
* [vedasi anche la traduzione di Christian Souchon]
(1) Shéarlais Óig= il principe Charles Edward Stuart
(2) Ríogh Shéamais = Re Giacomo II
(3) sono gli usurpatori del trono, cioè la dinastia degli Hannover
(4) La discendenza maschile del ramo Stuart  (la parte cattolica della famiglia) cercò periodicamente e fino al 1746 di riprendersi il trono con l’aiuto di Francia e Spagna
(5) i protestanti, sono canzoni del tempo e inevitabilmente piene di invettive politiche e religiose

english tradition*
I
Young Charles(1), King James’s grandson(2)
Alas his distress of leaving Ireland
He has left without shoe, or sock or shirt
Routed by the foreigners (3).
Chorus:
Oh-ro, You are welcome home,

Now in the coming of the Summer!
II
Alas that I do not see
Even if I were only to live a week thereafter
Young Charles and a thousand warriors
Routing the foreigners
III
Young Charles is coming over the sea
They’ll be with him as a guard
They’ll be with him, French and Spanish(4)
And they’ll make the heretics(5) dance!

NOTES
* see also the translation of Christian Souchon here
(1) Shéarlais Óig= Prince Charles Edward, “the young pretender,”
(2) Ríogh Shéamais = King James II
3) the Hanover dynasty,  the usurpers of the throne [sono gli usurpatori del trono, cioè la dinastia degli Hannover]
(4) The male offspring of the Stuart branch (the Catholic part of the family) sought periodically and until 1746 to recover the throne with the help of France and Spain
(5) the Protestants, it’s a jacobite song and inevitably full of political and religious invectives

Granuaile/Granualile/Grace O’Malley 

Il testo di “Oro, sé do bheatha bhaile” è stato riscritto nel 1916 dall’irlandese Patrick Pearse (1879-1916) per chiamare a raccolta gli Irlandesi esuli nella ribellione della Pasqua del 1916.

Pearse rimaneggia il canto giacobita ed elimina i riferimenti al Principe Carlo (non proprio un modello d’eroe!) per ispirarsi a una vera eroina della storia irlandese Gráinne Mhaol ossia Grace O’Malley  regina dei Pirati che si oppose con la lotta al dominio inglese sull’Irlanda sia per mare che per terra (era l’epoca della regina Elisabetta I). Ancora una volta in un canto politico l’Irlanda viene accostata a una donna fiera e indomabile.
Intelligente, affascinante e con il carisma del grande condottiero Granuaile (da un nomignolo che vuol dire testa rasata perchè da ragazza pur di seguire il padre in mare si tagliò i capelli e si travestì da mozzo) dominò i mari al largo della costa occidentale d’Irlanda per più di mezzo secolo. Imprigionata più volte dagli Inglesi non fu mai sconfitta e il suo spirito divenne il simbolo dell’Irlanda che rifiuta la sottomissione.

“Oro, sé do bheatha bhaile” was rewritten in 1916 by the Irishman Patrick Pearse (1879-1916) to summon the Irish exiles in the Easter rising of 1916.

Pearse rewrited the Jacobite song but eliminates the references to Prince Charles (not really a hero model!) To draw inspiration from a true heroine of Irish history, Gráinne Mhaol or Grace O’Malley, queen of the Pirates, who opposed the fight against English domination on Ireland both by sea and by land (it was the era of Queen Elizabeth I). Once again in a political song, Ireland is compared to a proud and indomitable woman.
Intelligent, charming and with the charisma of the great leader Granuaile (from a nickname that means shaved head because she followed his father at sea cutting her hair and disguised as a cabin boy) dominated the seas off the west coast of Ireland for more than half a century. Imprisoned several times by the British she was never defeated and her spirit became the symbol of Ireland that refused submission.

I momenti salienti della vita di Grace O’Malley

L’animazione inizia con un cielo azzurro e il volo dei gabbiani che fanno eco alle galee che fanno vela in un mare altrettanto azzurro. Approdano nel covo degli O’Malley sull‘isola di Clare (Clare Island), dove una bambina saluta il ritorno a casa del padre. Eoghan Dubhdara Ó Máille, è leale alla famiglia irlandese dei Bourkes “sovrani” della contea di Mayo e non a Enrico VIII. Gli O’Malley sono i padroni del mare di quel tratto di costa. La famiglia è ricca e potente, possiede terre e bestiame, commercia via mare con altri stati, e tassa tutti i pescherecci (anche inglesi) che vanno a pescare davanti casa loro.
Diventata fanciulla Grace s’innamora di un ragazzo e quando il padre lo chiama per seguire il Clan nelle imprese marinaresche l’avventurosa fanciulla si taglia i capelli e si traveste da mozzo per prenderne il posto. (vedasi le cross-dressing ballads). Scoperta poco dopo la fanciulla diventa un condottiero (l’uso del maschile è d’obbligo) spietata e una combattente coraggiosa che cerca di arginare in tutti i modi l’avanzata degli invasori inglesi anche con atti di pirateria. Viene catturata gettata in prigione e riesce a fuggire.

L’Udienza con la regina

Nel 1593 Grace si recò in udienza dalla regina Elisabetta I per perorare il rilascio dell’amato figlio Tibbot Bourke (avuto nel secondo matrimonio e nato a bordo di una nave) al quale la madre aveva trasmesso tutta la sua passione per il mare. Grace si presentò da Elisabetta a testa alta; secondo una cronaca inglese scritta sull’incontro, quando Grace starnutì, le venne offerto un fazzoletto finemente ricamato per soffiarsi il naso, che poi gettò tra le fiamme del caminetto. Il gesto poteva essere considerata un offesa o una mancanza di buone maniere. Alla regina che la rimproverò dicendo che in Inghilterra il fazzoletto usato veniva infilato nella manica, Grace rispose che in Irlanda erano disapprovate le persone così trascurate da tenere della stoffa sporca sulla propria persona. L’incontro si concluse con un accordo: Grace si impegnò a non fornire più aiuto ai ribelli irlandesi e in cambio Elisabetta le restituì i parenti imprigionati. Ma le terre rimasero confiscate e Sir Richard Bingham ritornò ad essere il governatore inglese della regione di Connemara.

Così anche Grace non tenne fede al patto e per il resto della sua vita (morì presumibilmente nel 1603 lo stesso anno della morte di Elisabetta) aiutò i ribelli nella guerra dei nove anni (1594 al 1603).

Per il progetto Anam An Amhráin (Cartoon Saloon e Sónta) i disegni sono affidati a Roxanne Burchartz & Marie Thorhauge e il canto a Paul Brady.
L’animazione video riesce a condensare in circa 4 minuti i momenti salienti della vita (tra il biografico e il leggendario) di Grace O’Malley (1530-1603) la regina dei pirati di Connemara.


Oro, sé do bheatha bhaile

PATRICK PEARSE
I
Sé do bheatha! A bhean  ba leanmhar!
B’é ár gceach tú bheith I ngéibhinn,
Do dhuiche bhrea I seilbh meirleach
‘S tú diolta leis na Galla (Ghallaibh) (1).
CHORUS
Oró, sé do bheatha ‘bhaile (2) (x3)
Anois ar theacht an tSamhraidh (3).
II
Tá Gráinne Mhaol ag teach thar sáile,
Óglaigh armtha leí mar gharda;
Gaeil iad féin ‘s ni Gaill(4) ná Spainnigh
‘S cuirfid ruaig ar Ghalla (Ghallaibh).
III
A bhuí le Dia (5) na bhfeart go bhfeiceam,
Muna mbeam beo ‘na dhiaidh ach seachtain,
Gráinne Mhaol agus mile gaiscíoch
Ag fógairt fáin ar Ghalla (Ghallaibh)

riga per riga testo e pronuncia in irlandese
Óró sé do bheatha bhaile – Interactive Lesson per cantare in una versione per bambini
Oro, sé do bheatha bhaile cantata dai ribelli irlandesi guidati da Máirtín de Cógáin dal film The Wind that shakes the barley [con il titolo italiano Il vento che accarezza l’erba]
la scheda in Terre celtiche Blog: Venticelli sull’orzo.. (The Wind that Shakes the Barley)

Traduzione italiana di Cattia Salto
I
Benvenuta, donna in lutto, 
la tua prigionia ci ha portato alla rovina,
con l’amata terra nelle mani dei vandali
e tu stessa venduta agli Stranieri
RITORNELLO:
Evviva e bentornata a casa
ora è arrivata l’estate.
II
Granualile giunge dal mare
con una guarnigione di giovani soldati.
Sono Irlandesi, non Inglesi o Spagnoli,
e sgomineranno gli Stranieri.
III
A Dio piacendo, possa io vedere, 
anche se dovessi morire tra una settimana,
Granualile ed un migliaio di guerrieri, disperdere gli Stranieri.

NOTE
*vedasi anche la traduzione di Christian Souchon e di Tom Thomson
Nella versione di Pearse il coro saluta il ritorno a casa di Granuaile (è lei la sposa da portare a casa con la cerimonia dell’Hauling Home) dopo la sua reclusione, ovvero la prigionia del popolo irlandese sotto il dominio degli Inglesi, giogo dal quale il popolo stesso, senza l’aiuto di eserciti francesi o spagnoli, saprà liberarsi imbracciando le armi (beh i tempi erano quelli!).
Pearse vuole sottolineare che il destino di un popolo sta nelle sue mani e nella sua autodeterminazione, nello stesso tempo auspica che gli irlandesi che stavano combattendo in quel momento nella prima guerra mondiale nell’esercito inglese ritornino a casa per fare fronte comune con i ribelli.
(1) è l’Irlanda soggiogata agli Inglesi (che hanno comprato i suoi uomini politici per pochi spiccioli)
(2) [David Marshall argomenta “Voglio solo correggere questa stupida nozione che il coro significa” Oro sei la benvenuta a casa. ” Non significa nulla del genere. La linea completa del coro è: Óró. Is sé do bheatha abhaile, il gaelico irlandese è un linguaggio molto contestuale, dipende da ciò che dici e quando lo dici. Se leggi “aimsire lahreach” in un libro di grammatica, probabilmente traduce “tempo presente”. Se vedi esattamente la stessa cosa in TV probabilmente significa “previsioni del tempo “. Vedete quanto sono diversi, è lo stesso con questa canzone” Óró ” è per richiamare la vostra attenzione, la mia nonna diceva spesso per chiamare ” Oro a Dáithí “. Potrebbe significare ” vieni qui “” fai attenzione “” attenzione “” pensa a quello che stai facendo “” guarda qui “e così via. Quindi stava dicendo:” Fai attenzione David “…. Quindi, “prestami attenzione” … o semplicemente “attento “… Óró a thú … La parola successiva dovrebbe essere “Is” e manca nella frase, è abbastanza comune in irlandese, perché “tutti” sanno che dovrebbe esserci. Così la frase dovrebbe essere “Is sé do” …. “È il tuo” … beatha, (do bheatha). Non c’è nessuna parola inglese per questo. Potrebbe voler dire “sussistenza” o “sostentamento”, persino “eredità” – o tutti insieme. In questo caso penso che sia OK dire che significa “diritto di nascita”. Ora: bhaile è davvero: abhaile … che significa “ritorno a casa“.
COSÌ LA LINEA REALMENTE SIGNIFICA: Fai attenzione, è il tuo ritorno a casa per diritto di nascita”]
(3) [Come sottolinea Tom Thomson nella sua analisi del testo in gaelico la differenza con la versione giacobita del verso non è casuale: il primo verbo è declinato al tempo imperfetto mentre in Pearce è al presente: l’estate cioè l’ora della libertà è arrivata; è una chiamata alle armi, all’insurrezione per riprendersi la terra rubata dagli stranieri]
(4) [dice Pearse “l’Irlanda si deve liberare con le forze dei suoi uomini in patria o esuli! Non sarà grazie all’Inghilterra (agli uomini politici inglesi) o alla Spagna, ma solo grazie alla lotta dei suoi figli. In alcune traduzioni si trova Gaill= francesi anche se la traduzione più corretta è “foreigners”= stranieri]
(5) talvolta scritto ri=re

english translation*
I
Welcome woman who was so afflicted
Your capture brought us to our ruin
With our fine land usurped by thieves
And you were sold to the foreigners(1)!
Chorus:
Hurrah, welcome home (2)
now that the summer has come (3).
II
Gráinne O’Malley comes over the sea,
With armed warriors as her guard
They’re Irishmen – not English(4) nor Spanish
And they will rout the foreigners!
III
May it please dear God(5) that we might see,
Even if we only live for week after,
Gráinne Mhaol and a thousand warriors –
Routing all the foreigners!

NOTES
* See also the translation of Christian Souchon  here and of Tom Thomson here 
The chorus welcomes Granuaile’s return home (she is the bride to take home with the hauling home ceremony) after her imprisonment, that is the imprisonment of the Irish people under the British rule, from which the people themselves will be able to free themselves, without the help of French or Spanish armies .
With this sentence Pearse wants to emphasize that the fate of a people lies in its hands and in its self-determination, at the same time he hopes that the Irish who were fighting at that time in the First World War in the British army return home to make common front with the rebels.
(1) Granualile is Ireland dominated by England (who bought the irish politicians for a few pennies)
(2) David Marshall argues “I just want to correct this daft notion that the chorus means “Oro you’re welcome home.” It means nothing of the sort. The full line of the chorus is: “Óró. Is sé do bheatha abhaile”, Irish is a very contextual language. It depends what you say and when you say it. If you read “aimsire lahreach” in a grammar book, it’s probably saying “present tense”. If you see exactly the same thing on TV is probably means “weather report”. See how different they are. It’s the same with this song. “Óró” is grabbing your attention. My granny would often call “Oro a Dáithí”. It means everything from  “come here” “pay attention” “heads-up” “mind what you are doing” “look here” and so on. So she was saying: “Pay attention David”…. So pay attention you… or just “heads-up”… Óró a thú …The next word in the written version is the verb/copula: “Is” and it’s missing from the song. That’s common enough in Irish, because “everyone” knows it should be there.  So the phrase should be “Is sé do”…. It is your… beatha,  (do bheatha). There is no English word for this. The nearest would be “livelihood” or “sustenance”, even “heritage” – and all of them together. In this case I think it’s OK to say it means “birth right”.  Now: bhaile is really: abhaile… Meaning “back home”.
SO THE LINE REALLY MEANS:  Pay attention It’s your birth-right back home.” (from here)
(3) Tom Thomson notes: In the Jacobite version “anois ag teachd an t-samhraidh” means “now that the summer is coming” and is correctly translated to “Now in the coming of the Summer”. But in the Pearce version it is “Anois ar theacht an tSamhraidh” which means “now that the summer has come” (“ar” followed by a verbal noun gives us perfect aspect, while “ag” gave us imperfect aspect) 
the summer, that is, the hour of freedom has arrived: it’s a call to arms, insurrection and to take back the land stolen by foreigners 
(4) meaning “Ireland must be liberated with the strength of all its men (at home or in exiles), it will not be thanks to England (to English politicians) or to Spain, but only thanks to the struggle of its children; sometimes translated Gaill = French even if the most correct translation is “foreigners”
(5) or Ri= king

Folk Revival

The Dubliners
Sinead o’Connor in “Sean-Nós Nua”, 2002
Wolfe Tones

tra le più recenti versioni

Seo Linn
Muireann Nic Amhlaoibh e famiglia

[integrazione in data 18-03-2023]

In Viaggio per l’Irlanda con le sue canzoni: Clare Island

L’Isola di Clare (Clew Bay, Co Mayo, Irlanda) il luogo dove vive lo spirito libero. Scrive Riccardo VenturiA Clare Island non c’è niente da fare eppure non si ha mai tempo di fare niente.

Vissuta per noi da Riccardo Venturi Clare Island. L’isola senza faro (in doppiozero.com) e visto che l’autore nel suo articolo stralcia la canzone del gruppo irlandese The Saw Doctors, eccola qua per intero

Traduzione italiana Cattia Salto
Ci beccheremo a Clare Island
quando le stelle dell’estate saranno nel cielo,
prenderemo il traghetto da Roonagh
e diremo addio a tutti i nostri guai,
per andare a ballare alle feste(1).
Ci baceremo sulla spiaggia
e ci leveremo i vestiti al chiaro di luna,
immergendoci nudi(2) mano nella mano,
Inizieremo a bere al crepuscolo
continuando fino all’alba in entrambi i bar(3)
perchè non ci sono guardie(4)
a prendere i nostri nomi e a mandarci a casa.
Ci beccheremo a Clare Island
quando le stelle dell’estate saranno nel cielo,
prenderemo il traghetto da Roonagh
e diremo addio a tutti i nostri guai

Stanco della città
mi sembra che molte cose siano cambiate,
andremo a casa di Nora Dalys(5),
dove lei camminava non pioveva mai.
Così ci beccheremo a Clare Island
E se ci saranno cavalli bianchi(6) alti e selvaggi
e le onde s’infrangeranno nella baia,
non m’importerà se la barca non potrà salpare
di sicuro ritorneremo a casa(7) in qualche altro giorno
NOTE
(1) ceili è un tipico raduno irlandese equivalente ad una festa danzante, in genere piuttosto informale, basta che ci siano dei musicisti e dei ballerini e birra a fiumi
(2) Per la mia delicata pelle mediterranea temprata dal verde petrolio (l’unico verde che manca a Clare Island) del mare di Ostia, le temperature dell’Oceano Atlantico sono impensabili. Fare il bagno è come entrare nudi in un sarcofago di ghiaccio, con impresso sul coperchio il mio volto rappreso in un grido eterno. Il vantaggio è che nessuno straparla al cellulare con l’acqua fino alle ginocchia. Sarcofago di ghiaccio, dolce tortura.
(3) come ci racconta il Venturi nel suo reportage, sull’isola ci sono due pub Clare Island è infatti una meta popolare per addii al celibato bagnati nell’alcool.
(4) scrive il Venturi “.. ma qui le macchine non sono assicurate, non hanno la targa. Chi guida spesso o non ha la patente o non ha l’età per averne una. E non c’è polizia né alcuna forma di controllo – è una piccola comunità autarchica.”
(5) Nora Dalys è un personaggio leggendario dell’isola, un po’ strega, un po’ pazza https://www.irishtimes.com/opinion/in-foul-weather-and-fair-aine-ryan-on-the-legend-of-nora-daly-1.4649436
(6) Nel suo reportage Riccardo Venturi non accenna ai cavalli in compenso scrive ““Uomini e pecore (pochi gli uomini)”, potremmo dire. Le pecore sono la comunità più numerosa. D’estate ci sono poco più di 200 persone, inclusi i turisti e i volontari o WWOOFers (da WWOOF, l’associazione internazionale di fattorie biologiche e biodinamiche). D’inverno ci sono circa 130-150 persone – tante quante in un grande condominio, ma qui c’è una densità di circa 8 km per abitante! Prima della carestia del 1845-48 erano però in 1600. Le tracce sono ancora visibili: le croci celtiche del cimitero attorno alla chiesa, le mura di pietra di case senza tetto, le dorsali di patate, nascoste dalla vegetazione ma affioranti come vene sottopelle alla luce del tramonto. Sono le vie dei canti di Clare Island.
(7) sulla terraferma

CLARE ISLAND
Will you meet me on Clare Island
Summer stars are in the sky
We’ll get the ferry out from Roonagh
And wave all our cares goodbye
We’ll go dancing at the ceili
We’ll go kissing on the strand
Take our clothes off in the moonlight
Skinny-dipping hand in hand
We’ll start drinking in the twilight
Keep it up until the dawn in both the bars
Because there’s no guards
To take our names and send us home.
Will you meet me on Clare Island
Summer stars are in the sky
We’ll get the ferry out from Roonagh
And wave all our cares goodbye

Gettin’ weary of the city
Seems so many things have changed
Let’s head off for Nora Dalys home
Where she’s walked it never rained
So will you meet me on Clare Island..
And if there’s wild and tall white horses
And the swell rolls in the bay
I won’t care if the boat can’t sail
Sure we’ll get home some other day

The Saw Doctors

edifici antichi
il castello di Grace O’Malley
l’abbazia di Santa Brigida sul lato sud di Clare Island
Il Faro dell’Isola è stato trasformato in una Guesthouse

e per coloro che preferiscono il wild camping

https://www.independent.ie/life/travel/ireland/walk-of-the-week-clare-island-co-mayo-26699192.html

LINK
http://www.signoraggio.it/grace-omalley-la-regina-dei-pirati-di-connemara/
http://lastoriaviva.it/grace-omalley-la-regina-del-mare-di-connemara/
https://www.libraryireland.com/SceneryIreland/2-IX-3.php
http://chrsouchon.free.fr/orosedo.htm
http://www.celticartscenter.com/Songs/Irish/OroSeDoBheatha.html

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

2 Risposte a “Oro sé do bheatha bhaile (Bentornata a casa)”

  1. It is a famous Irish patriotic song adapted for the 2016 Easter Rising as I understand it. It is a call for every Irishman to fight for his country.

    The Adergoole 14 sang this song on the Titanic in the documentary – Waking the Titanic – before it sank and so it also relates to the passion the Irish feel for their country as they sang it while they were voyaging for a new life in America. Unfortunately, only 3 of the 14 survived and now Adergoole is knows as ‘Ireland’s Titanic Village’.
    According to bitesizeirish.com https://www.youtube.com/watch?v=TAaV55UaO48 the meaning is this:

    Chorus:
    Óró, ‘sé do bheatha ‘bhaile x3=Oh-ro. Welcome home – 3 times.
    anois ar theacht an tsamhraidh=Now that summers coming.

    (Reflecting on the posts in this blog this interpretation may instead be:
    Óró = Pay attention.
    Is sé do bheatha=It is your birth-right.
    Abhaille=Back home.
    Anois ar theacht an tsamhraidh=
    ‘Now that the summer has come’, that is, the hour of freedom has arrived: it’s a call to arms, insurrection and to take back the land stolen by foreigners.

    Note no capital S in tsamhraidh.

    Verse 1.
    ’Sé do bheatha, a bhean ba léanmhar=Hail oh woman who was so afflicted.
    do bé ár gcreach tú bheith i ngéibhinn=It was our ruin that you were in chains.
    do dhúiche bhreá i seilbh meirleach=Our fine land in the possession of thieves.
    ‘s tú díolta leis na Gallaibh=While you were sold to the foreigners.

    Verse 2.
    Tá Gráinne Mhaol ag teacht thar sáile=Gráinne Mhaol is coming over the sea.
    óglaigh armtha léi mar gharda,=Armed warriors as her guard.
    Gaeil iad féin is ní Francaigh ná Spáinnigh=Only gaels are they, not French nor Spanish.
    ‘s cuirfidh siad ruaig ar Ghallaibh.=And they will rout the foreigners.

    Verse 3.
    A bhuí le Rí na bhFeart go bhfeiceam=May it please the king of prodigy that we might see.
    muna mbeam beo ina dhiaidh ach seachtain=Although, we may live but one week after.
    Gráinne Mhaol agus míle gaiscíoch=Gráinne Mhaol and a thousand warriors.
    ag fógairt fáin ar Ghallaibh.=Dispersing the foreigners !

    Note Gráinne Mhaol is Grace O’ Malley, the famous ‘Pirate Queen’ of Ireland.

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