Lucrezia o La Moglie infedele

Lucrezia, la moglie infedele

[Nigra 31; trad.]

Lucrezia (Ligresia) è una murder ballad della tradizione piemontese, una delle tanti declinazioni della moglie infedele, sorpresa dal marito, che rientra nottetempo e inatteso, a letto con l’amante.
Il folk revival piemontese ha snobbato questa ballata decisamente fuori moda dai tempi del divorzio, priva peraltro di suspence e di pathos o di dettagli splatter.

Teresa Viarengo

Registrazione: 09/08/1961. Luogo: Vialfrè – Torino – Piemonte: La moglie infedele (Lucrezia)

Donata Pinti in “O Nobil Cavaliere” 2000
Caterina Rassa del Coro di Bajo Dora
Donata Pinti & Li Barmenk in Il Canzoniere del Piemonte (Canti e musiche tradizionali piemontesi, occitane, francoprovenzali…) 2011

Lucrezia: La versione di Teresa Viarengo

Dait un pé pica a la porta
“Serventina mnì durbì
Se vi dico serventin-a, la padron-a andoa a l’é?”
“La padron-a é in stanssia neuva, la faràlo ij sò ripòs”
L’à[1] dàit man ‘na cassa d’aqua[2],
‘nsuma al let(3) s’a l’à campé.
“Senti, senti o voi compari, senti senti com al pieuv fòrt
Me marì l’é ‘ndà a la cassa, s’ël faràlo ‘na mala neut”
“Mi fareu ‘na mala nòtte, ti it faréi ‘na mala mòrt.”   
L’à dat man la sò spadin-a,
la testa an tèra s’a-j l’à campé.
Va girando per la villa: “Che bela cassa ch’a j’eu fat mi
J’eu ciapà ‘na lévr tan gròssa, con ël sò levròt aprés”
E così si fa a le dònne ch’a tradisso ‘l sò marì!

Con un piede batte alla porta
“Servetta vieni ad aprire
E vi chiedo dov’è la padrona?”
La padrona è nella nuova stanza, a riposare”
Prende un mestolo d’acqua
e la getta sopra al letto(3)
“Ascolta amico mio, come piove forte, mio marito
è andato a caccia e passerà una brutta notte”
“Io passerò una brutta notte, tu farai una brutta morte”
Ha messo mano allo spadino,
e le ha fatto rotolare la testa.
In giro per la città dice “Ma che bella caccia che ho fatto
ho preso una grossa lepre con il suo leprotto”
E così si fa alle donne che tradiscono il loro marito.

NOTE trascrizione in piemontese unificato e note [] a cura di Valerio Rollone:

salvaguardia lingua piemontese
salvaguardia lingua piemontese
  1. ho lasciato il verbo avere di l’ài, l’à… che viene comunque usato anche se nel piemontese letterario si preferisce l’hai, l’ha. Una eccezione di rilievo è Luciano Gibelli, uomo di vasta cultura e autore tra l’altro del celebre e prezioso “Anans ch’a fasa neuit”, il quale adoperava la formula senza h
  2. ho scelto “aqua” di chiara derivazione latina piuttosto che “acqua” perché è la sola forma “tollerata” dai piemontesisti che preferiscono comunque èva, eva, àua…
  3. la secchiata d’acqua nelle versioni date dal Nigra è però gettata sopra al tetto o al solaio della camera da letto. Un gesto unico nel panorama del genere e non chiaramente comprensibile; forse è per questo che la Viarengo usa il mestolo d’acqua direttamente in faccia all’amante per svegliarlo (è da vigliacchi uccidere un uomo mentre dorme). Anche la donna sentendo lo scroscio si sveglia e si trova davanti il marito con la spada.

Lucrezia: La versione di COSTANTINO NIGRA

Caterina Rassa canta una versione che più si avvicina a quella trascritta dal Nigra.

“Dime ampò Lucréssia bela,
vòst marì ‘ndov’élo andà?
“Me marì l’é andà a la cassa,
per tre giorni al ven pa pì”
“Dime ampò Lucréssia bela,
chi andaràlo a durmir con voi?”
“‘Jë vnirà il sor cavaliere,
il sor cavaliere seve voi”
La ven la meza neuiteja, ël marì dla bela s’a l’é rivà
“Dimi ‘n po’ serventina, Lucréssia bela andoa a l’é?”
“Lucréssia bela in stanssia neuva,
s’a riprende ij seu ripòs”
“S’a la tròvo sòla soleta ‘n basin d’amor i-j lo veuj fé
Se la tròvo in companìa la testa an tèra i la veuj butè”
“I l’èi ciapà la lévra e ‘l levron cogià da pé”
[trascrizione in piemontese a cura di Valerio Rollone]

“Ditemi un po’ bella Lucrezia,
dov’è andato vostro marito?”
“Mio marito è andato a caccia
e per tre giorni non ritorna”
“Ditemi un po’ bella Lucrezia,
chi verrà a dormire con voi?”
“Verrà il signor cavaliere
il signor cavaliere che siete voi”
Viene la mezzanotte e il marito della bella ritorna
“Dimmi un po’ servetta, la bella Lucrezia dov’è?”
“Lucrezia la bella è nella nuova stanza,
a farsi un riposino”
“Se la trovo sola soletta le voglio dare un bacio d’amore
se la trovo in compagnia le taglio la testa”
“Ho preso una lepre e il leprone accucciato ai piedi”

LINK
Pdf Nigra#31

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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