Xavier Grall: Il mare contesta la riva

Xavier Grall

Xavier Grall nato a Landivisiau nel 1930, riceve una educazione cattolica, essendo il padre militante “silloniste”. Si sposta a Parigi dove frequenta una scuola di giornalismo ed inizia a collaborare al periodico “La Vie Catholique”; si sposa con Françoise Jousse dalla quale avrà cinque figlie a cui dedicherà “L’Inconnu me dévore”, una dichiarazione di amore verso di loro e la vita in generale. Polemista acuto, dedica scritti a Rimbaud, Mauriac, Bernanos e James Dean.
Dopo il servizio militare in Marocco, amplia la collaborazione anche con Le Monde ed altri periodici ed inizia a manifestare la sua ribellione verso il potere e l’ingiustizia.
Ho fatto la guerra di Algeria, nel sole dei lupi i miei occhi si sono aperti. Straziante rivelazione. Dal Djebel Amour alla Montagna Nera, quante similitudini. Stesso tiranno: lo Stato francese. Stessa vittima: i contadini. Stesso sbirro: i CRS(…) Quando si ha visto la Francia torturare, non si può mettere che dei bemolle alla canzone con la quale ci hanno cullati(…) L’immagine della Francia che mi ero fatto, alta e per così dire mistica, si è ritrovata macchiata per sempre (…)Tu ti scopri Bretone come non ti è permesso esserlo(…) E tu pensi che il tuo paese esiste, buon Dio, terribilmente. Tu ti recuperi. Tu ti guardi in faccia. Tu ti decolonizzi. Tu sei Berbero, Cabilo, Bretone
Grall ritorna in Bretagna, si installa sulle colline sopra a Pont Aven dove passerà il resto della sua breve vita, scrivendo i suoi “billets” alle redazioni parigine, prende parte alla fondazione delle edizioni Kelenn e del giornale nazionalista “La Nation Bretonne” insieme ad Alain Guel e Glenmor, senza rinunciare ad entrare in polemica con Pierre-Jakez Hélias ed il suo famoso “Cheval d’Orgueil” che Grall accusa di “folklorismo fossilizzante” e pubblica in risposta “Le Cheval couché”
Muore di tumore ai polmoni per tabagismo nel 1981, lasciando opere fondamentali per la letteratura francese e bretone.
(tratto da Xavier Grall in italiano)

Anche per chi ama la musica e/o la poesia bretone, Xavier Grall risulta personaggio non immediato da affrontare e i dischi che lo omaggiano risultano perlopiù ostici. Varie poesie sono state musicate, non unicamente da solisti ma anche da ensemble come ad esempio la Bagad Cap Caval (“Nous Te Ferons…” in Hepken, 2004). Limitandosi ai dischi interamente consacrati alla sua opera, il più celebre è Dan Ar Braz, “Allez Dire A La Ville” (1978) che contiene musicati in forma rock, i seguenti 6 testi*:

– Allez Dire a La Ville
– L’ Amour Kerne
– Tu Lis Ton Ascendance (rinominata Toi, Fils de Roi, Fils de Rien)
– Requiem Pour le Jet
– Les Saisons
– Plainte de Yann Vari Perrot

*selezione tratta dal libro “La Sône des pluies et des tombes” delle Edizioni Kelenn 1976, come anche nel caso di “Nous te ferons…”

Allez Dire a La Ville

Dan Ar Braz scoprì le poesie di Grall nel 1977 e immediatamente ne venne travolto al punto da musicarne anche altre due che appariranno nel disco “Acoustic” del 1982:

– Les Déments (da “Genese et Derniers Poemes” Edizioni Calligrammes – 1982)
– Les Marins (da “La Sône des pluies et des tombes”)

Infine nel CD “Xavier Grall chanté par DAN AR BRAZ” pubblicato nel 1992, sono proposti (dopo una inedita iniziale composizione strumentale Le Thème pour Xavier), nuovamente registrati in Inghilterra con il supporto del compianto Martin Allock (dei Fairport Convention) a basso elettrico e tastiere, i seguenti testi:

– Allez Dire a La Ville (da “Allez…”)
– Les Marins (da “Acoustic”)
– Les Déments (da “Acoustic”)
– L’ Amour Kerne (da “Allez…”)
– Les Saisons (da “Allez…”)
– Toi, Fils de Rois (da “Allez…”)
– Nostalgie (inedito)
– Plainte de Yann Vari Perror (da “Allez…”)
– Solo (inedito)

Molto più recentemente “L’ Amour Kerne” è stato interpretato anche da Nolwenn Korbell su una musica propria all’interno di “Skeud ho roudoù” (2015)

Un LP (mai ristampato) e interamente consacrato a Xavier Grall fu anche “La Sone Des Pluies Et Des Tombes” – Disques Velia ‎– 2230 023 che non riporta (come purtroppo molti dischi francesi) la data d’uscita ma che dovrebbe risalire al 1976. Le voci sono di Marlis Petersen (al tempo cantante del Teatro di Berlino) e di Catherine Grall, mentre le musiche sono composte da Yvon Lavalou all’organo elettrico e Per Alliez alle percussioni. Questi i brani contenuti:

– Allez Dire A La Ville
– Qui Entre Mes Epaules ?
– Les Marins
– Tristan
– Irish Blues
– Marais De Yeun Elez
– Bonsoir L’hôtesse
– Les Saisons
– Amour Kerné
– Le Passeur

Infine vorrei ricordare anche negli anni ottanta è uscito un CD, ora divenuto raro, dal titolo “L’Inconnu Me Dévore” dove estratti dell’omonimo libro sono interpretati dalla voce di Yves Branellec, l’arpa di Kristen Nogues e le percussioni di Jean Chevalier.
Esiste anche un LP del bretone Philippe Mouazan dal titolo “Hommage a Xavier Grall” ( Disques Velia, 1983) il cui titolo può risultare ingannevole, in quanto contiene l’omonimo brano, che risulta essere un estratto da “La Rage Et La Tendresse”, un libro che Mouazan dedicò alla figura di Grall è quindi una canzone del tutto originale del titolare. Diverse sono le emozionanti riprese dei suoi testi, tra cui “L’inconnu me dévore” sulla melodia irlandese Drimmen Dubh ad opera di Violaine Mayor nel 2002 e “Marins” (da “La Sone Des Pluies Et Des Tombes”) ad opera di Yann-Fañch Kemener in “Traces” (2019).

Xavier Grall dedicò al fraterno amico Glenmor nel 1972, un bellissimo volumetto all’interno della collana “Poésie et chansons” – Edizioni Seghers.

Applaudiamo l’ovate* che libererà
le nostre anime celtiche.
Le grida!
Le battaglie!
I covoni!
Uomo della strada principale,
accende i semafori nelle città occitane,
nei cabarets fiamminghi,
nelle radure del Québec.
Imperi latini vi sbriciolerete
sotto la spinta selvaggia delle imprecazioni bretoni,
berbere e azteche.
Glenmor nel riposo di Settembre risiede a Pont-Aven.
E forgia l’epopea di domani
con i vecchi suoni** della pioggia e del sangue.
Che l’inno si levi nella vallata e che vi ari,
voi anime smemorate,
prudenti…

NOTE
* l’ovate era il “sacerdote della Gallia druidica”
** nell’originale: “sône” è un canto sentimentale nell’idioma bretone, unicamente per semplicità l’ho impropriamente tradotto con la parola “suono”

(“Glenmor” di Xavier Grall, dal volume “Rires et Pleurs de l’Aven” Edizioni Kelenn 1978.
Traduzione italiana e note di Flavio Poltronieri)




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Pubblicato da Flavio Poltronieri

Etnomusicologo. Autore e traduttore di canzoni. Ha pubblicato su riviste di avanguardia musicale in Italia/Francia/Germania. Fa parte della redazione giornalistica di Blogfoolk, Lineatrad e leonardcohenfiles.com

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