The Dubliners’ Dublin.. in the rare auld times

The Dubliners’ Dublin itinerario cultural-turistico per la Dublino di ieri e di oggi sulle orme di Ronnie Drew

Ronnie Drew in The Dubliners’ Guide to Dublin City

Ma si sa, un luogo non è solo un fatto topografico, è un luogo della memoria e degli affetti, sono le persone che ci vivono, e ogni generazione ha la sua immagine della città.

WE ARE DUBLIN

Così nel documentario We are Dublin WINNER 2013 del St Patrick Special Prize (Eat Myshorts “I LOVE MY CITY” Showcase Dublino) sono i dublinesi a fare la città, quelle che ci vivono, studiano e lavorano

Wissame Cherfi

Al 39:58 del documentario Ronnie racconta di come Dublino abbia rinnovato il suo look negli anni ’60-70 con l’abbattimento delle rovine della Colonna di Nelson in O’Connell Street e altri vecchi “dinosauri” architettonici.

E conclude la parte con “The Rare Auld Time” la canzone di Pete St. John (Peter Mooney) composta nel 1978, perfetta per descrivere l’umore dei dublinesi “meno giovani” e più nostalgici.
VIDEO Dublino anni 30 e 40
VIDEO il traffico a Dublino nel 1965
VIDEO la Dublino turistica e i docks nel 1965

“The Rare Auld Times” è una storia autobiografica, in quanto lo stesso Peter Mooney nativo di Dublino, emigrò in America e ritornò in Irlanda solo alla fine del 1970. Nel ritrovarsi la sua amata città così cambiata, iniziò a scrivere canzoni entrate in repertorio di molti gruppi e solisti irlandesi.

SOMMARIO
LE LIBERTIES: la Auld Dublin

The Rare Auld Times

rare auld times
The Pillar in O’Connell Street

Il protagonista nato in un quartiere operaio di Dublino, il Pimlico, si ritrova invecchiato, e non riconosce più la Dublino dei suoi ricordi; anche se non è espressamente citata l’emigrazione, si legge tra le righe che era andato via dalla città per trovare lavoro.
Il protagonista amareggiato dalla vecchiaia e dai ricordi confronta l’immagine della sua Dublino, quella della giovinezza di quanto corteggiava la bella Peggy, dei music-hall e delle case di mattoni, con quella di vetro e cemento a cui sente di non appartenere più, perchè lui è rimasto parte della Dublino dei tempi andati, the rare auld times, i vecchi tempi di “rara bellezza“, quelli per lui erano gli anni ’50 o ’60.
A mio avviso il protagonista non è contro il progresso “tout court”, è semplicemente un vecchio solo, che dice addio alla Dublino di oggi: perchè preferisce rifugiarsi in casa propria, a rimuginare sul passato più rassicurante e consolatorio.


I
Raised on songs and stories, heroes of renown.
The passing tales and glories, that once was Dublin town.
The hallowed halls and houses, the haunting children’s rhymes.
That once was Dublin city, in the rare auld times.
Ring a ring a rosie, as the light declines,
I remember Dublin city in the rare auld times.
II
My name it is Sean Dempsey, as Dublin as can be (1),
Born hard and late in Pimlico, in a house that ceased to be.
By trade I was a cooper, lost out to redundancy.
Like my house that fell to progress, my trade’s a memory.
III
And I courted Peggy Dignan, as pretty as you please,
A rogue and a child of Mary (2), from the rebel Liberties (3).
I lost her to a student chap, with skin as black as coal (4).
When he took her off to Birmingham, she took away my soul.
IV
The years have made me bitter, the gargle (5) dims my brain,
‘Cause Dublin keeps on changing, and nothing seems the same.
the Pillar and the Met have gone, the Royal long since pulled down (6),
As the grey unyielding concrete, makes a city of my town.
V
Fare thee well sweet Anna Liffey (7), I can no longer stay.
And watch the new glass cages, that spring up along the Quay.
My mind’s too full of memories, too old to hear new chimes,
I’m part of what was Dublin, in the rare auld times.

Traduzione italiana Cattia Salto
I
Cresciuto con canzoni e storie di eroi famosi,
i racconti del passato e le glorie che un tempo erano Dublino
le sacre magioni e le case, le filastrocche incalzanti dei bambini
che una volta erano Dublino nei bei tempi andati 
“Giro giro tondo”, quando la luce cala,
ricordo la città di Dublino nei bei tempi andati.
II
“Il mio nome è Sean Dempsey, lo giuro su Dublino ,
nato da un parto difficile a Pimlico, in una casa che non c’è più.
Di mestiere fui un bottaio, sconfitto dal licenziamento,
la casa che crollò per il progresso e mio mestiere solo un ricordo.
III
E corteggiai Peggy Dignan, carina tanto quanto basta,
una canaglia e una santa, dalle Libertà ribelli.
La perdetti per uno studentello, con la pelle nero-carbone.
Quando lui se la portò a Birmingham, lei mi rubò l’anima
IV
Gli anni mi hanno reso amaro, la birra mi offusca la mente,
perchè Dublino continua a cambiare e niente rimane uguale,
La Colonna e il Metropole sono andati, il Royal da tempo demolito,
mentre il saldo cemento grigio fa della mia città una città d’affari
V
Addio dolce Anna Liffey non posso trattenermi a lungo
e osservare le nuove gabbie di vetro, che spuntano lungo il molo.
ho la mente piena di ricordi, troppo vecchia per le nuove storie,
faccio parte di quella che fu Dublino, nei bei tempi andati

NOTE
1) letteralmente: “come è vero che Dublino è tale”
2) letteralmente “una figlia di Maria” ovvero una congregazione religiosa
3) Le Liberties sono state anche un focolaio di sedizione e dissenso: collegata alle storie di Wolfe Tone, Lord Edward Fitzgerald e Robert Emmet, l’area ha visto vari combattimenti durante la Rivolta di Pasqua (1916).
4) alcuni storcono il naso e bollano la canzone come razzista, ma qui si dice semplicemente che il colore della pelle dello studente è nero scuro
5) in irlandese colloquiale per beer
6) Met. abbraviazione di Metropole Cinema e il Theatre Royal erano cinema-teatro di Dublino: gli ultimi music-hall di Dublino, il Royal fu smantellato nei primi anni 60 (vedi), il Met (anche Dancing Hall) è stato abbattuto nel 1970 (vedi)
7) Anna Liffey, è il personaggio allegorico di Anna Livia Plurabelle di James Joyce: la personificazione del fiume Liffey, ossia, il corso d’acqua che attraversa la città di Dublino da Ovest a Est

THE PILLAR

The Pillar era il nome della colonna di Lord Nelson distrutta dall’IRA nel 1966. Al suo posto è stato innalzato “The Spire” ufficialmente intitolato “Monument of Light” (=Monumento della Luce). Quando l’IRA fece detonare l’esplosivo per distruggere la tracotanza del dominio inglese immortalata nell’Ammiraglio Nelson saltò di botto la metà superiore della colonna senza però causare nessun danno. Furono invece gli ingegneri della Irish Army a mandare in frantumi le vetrate lungo la strada quando si risolsero a demolire il resto della struttura! (vedi O’Connell Street e The Spire (l’arteria nord di Dublino)

LE SCATOLE DI VETRO NEI DOCKS

Docklands il nuovo futuristico quartiere di Dublino (ad una prossima puntata)

LINK
http://www.petestjohn.com/biography/
http://mudcat.org/thread.cfm?threadid=32605
http://www.irishhistorylinks.net/History_Links/Ireland_1950s.html
ILLUSTRAZIONE
La Nelson’s Pillar
http://www.european-architecture.info/EIR/D-EIR-011.ht


Pimlico IERI

Pimlico quartiere operaio di Dublino.
La Dublino degli anni ’60 manteneva delle grandi sacche di povertà nei quartieri più degradati in particolare nelle Liberties.

Case sovraffollate e fatiscenti per la povera gente (con giovani coppie e un mucchio di bambini).

Pimlico OGGI

Pimlico tra Thomas Court e Ardee Street nel quartiere delle Liberties è caratterizzata da un edilizia residenziale con casette a schiera in mattoni rossi a due piani in parte ristrutturate. Un posto dove gli hipster dublinesi comprano casa per viverci qualche anno per poi trasferirsi quando mettono su famiglia e la casetta diventa un po’ stretta (i mq sono al max 70/80)

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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