Raglan Road (Patrick Kavanagh & Luke Kelly)

Raglan Road è la poesia più famosa di Patrick Kavanagh trasformata in canzone da Luke Kelly. Nel 1944 il poeta quarantenne, sul viale del tramonto, s’innamora di Hilda Moriarty la ventenne studentessa di medicina. La corteggia senza successo e scrive per lei “Dark Haired Myriam Ran Away” ma solo nel 1966 dopo l’incontro con Luke Kelly la poesia diventa “Raglan Road” la canzone subito resa famosa dai Dubliners.

La melodia è un’antica aria irlandese attribuita da Edward Bunting all’arpista Thomas Connellan (1640/1645 – 1698-1700) dal titolo “Fáinne Geal an Lae” letteralmente “Bright Ring of the day” (in italiano “Il brillante anello del giorno”) ovvero l’anello luminoso che contorna il sole quando sorge.

Il testo proviene dalla poesia “Dark Haired Myriam Ran Away”, scritta da Patrick Kavanagh (1904-1967) mentre era tormentato da un amore non corrisposto e venne pubblicata nel 1946 (su “The Irish Times” del 3 ottobre); però la canzone  “Raglan Road” diventò famosa solo dopo l’incontro tra Patrick Kavanagh e Luke Kelly. In un intervista del 1980 lo stesso Luke racconta come andò: i due si conobbero nel 1966 al Bailey al 3-4 di Duke Street (Southside a metà tra il Trinity e St Stephen’s green)

“I was sitting in a pub in Dublin, The Bailey, and as you know in the old days – It’s changed a bit now. It was known as a literary pub, an artistic pub. I happened to be sitting there in the same company as Patrick Kavanagh and one or two other poets, and someone asked him to recite a poem, which he did, and someone asked me to sing a song, which I did. Being in the presence of the great man I was very nervous. Then he leaned over to me and said in that sepulcharl voice of his, he could hardly get his voice out, he was very old. It was just the year before he died – and he said ”You Should Sing My Song”, and I said what’s that Mr. Kavanagh ? And he said Raglan Road, So he gave me permission. I got permission from the man himself.”

Luke Kelly

Ero seduto in un pub di Dublino, The Bailey, e come sai ai vecchi tempi, adesso è un po’ cambiato. Era conosciuto come un pub letterario, un pub artistico. Mi è capitato di essere seduto lì nella stessa compagnia di Patrick Kavanagh e uno o due altri poeti, e qualcuno gli ha chiesto di recitare una poesia, cosa che ha fatto, e qualcuno mi ha chiesto di cantare una canzone, cosa che ho fatto. Essendo in presenza del grande uomo ero molto nervoso. Poi si è chinato verso di me e mi ha detto con quella sua voce da sepolcro, riusciva a malapena a tirar fuori la voce, era molto vecchio. È stato solo l’anno prima che morisse – e ha detto “Dovresti cantare la mia canzone”, e io ho detto quale signor Kavanagh? E lui ha detto Raglan Road, quindi mi ha dato il permesso. Ho avuto il permesso da lui in persona”

Così come riportato da Luke Kelly, sembra che l’adattamento alla melodia nota come “The dawning of the day” sia stata opera del poeta stesso, altri sostengono che Luke abbia voluto lasciare il merito al poeta, ma che sia stato lui ad abbinarla. Probabilmente Kavanagh doveva già aver avuto in mente la canzone “The Dawning of the Day” quando scrisse la sua poesia: il tenore John McCormack l’aveva resa popolare nel 1934 (cantata anche nel film “Wings of the morning” uscito nel 1939). Oltre alla metrica simile alcune frasi si rispecchiano e lo stesso Kavanagh la canticchiava negli anni 45-47!

LA MUSA

Il poeta aveva 40 anni quando conobbe Hilda Moriarty, studentessa poco più che ventenne in un pub di Dublino, e s’innamorò di lei (sembra in modo quasi ossessivo, oggi si direbbe da “stalker”): la passione non è mai stata ricambiata.
Un aneddoto, riportato in un intervista da Hilda stessa, ci dice che lei lo prendesse in giro perchè era un poeta “contadino” e che gli avesse chiesto di leggere qualcosa di più fondamentale scritto da lui, così Patrick compose “Raglan road”.

Alla fine al poeta la cotta è passata e così le scrive: (vedi)
62 Pembroke Road. 31 May 1945.
My dearest Hilda,

Please do not take exception to the address of ‘dearest’ or think it a presumption on my part. I am no longer mad about you although I do like you very very much. I like you because of your enchanting selfishness and I really am your friend – if you will let me.
I should not, perhaps, write this letter to you without you replying to my other, but I am in such a good humour regarding you that I want you to know it. Remembering you is like remembering some dear one who has died. There has never been – and never will be – another woman who can be the same to me as you have been. Your friendship and love or whatever it was, was so curious, so different.
Write to me a friendly letter even if I cannot see you. I met Cyril in the Country Shop and he was looking well,
Believe me, Hilda, Yours fondly, Patrick.

A voler un po’ esagerare la lettera non sembra proprio essere una lettere d’addio quanto appunto una lettera da stalker: prima di tutto Patrick Kavanagh le scrive, sebbene lei non abbia nemmeno risposto alla sua lettera precedente, per farle sapere che lui non è più innamorato di lei, però continua a ripetere quanto le piaccia proprio, ma proprio tanto, e che non c’è mai stata, e non ci sarà mai, un’altra donna come lei, il suo vero amore; che dire poi delle velate minacce “ti ricordo come si ricorda una cara persona che è morta“? Ovviamente non si tratta di una minaccia, quanto piuttosto la lettera sottolinea il dolore del poeta per aver perduto un rapporto importante.
In effetti Patrick continuò a pedinare Hilda fino a quando lei sposò Donogh O’Malley nel 1947 e Hilda mandò una corona di rose rosse al funerale di Kavanagh!
Come dice Nora-Jane Thornton “l’amore non corrisposto piuttosto che l’amore stesso, è la più grande delle Muse!”

la poesia recitata da Tom O’Bedlam

Quando la canzone venne messa nel repertorio dei Dubliners – nell’album Hometown, 1972 – fu scambiata per una canzone tradizionale.
La canzone è stata eseguita da molti big della musica celtica e della scena rock: i vari interpreti hanno modificato alcune parole tranne Mary Black la cui versione testuale è identica alla poesia di Kavanagh

I
On Raglan Road(1) on an autumn day
I met her first and knew
That her dark hair would weave a snare
That I might one day rue
I saw the danger yet I walked
Along the enchanted way(2)
And I said “let grief be a fallen leaf
At the dawning of the day (3)”
II
On Grafton Street in November
We tripped lightly along the ledge
Of a deep ravine where can be seen
The worth of passion’s pledge
The Queen of Hearts still making tarts(4)
And I not making hay(5)
Oh I loved too much and by such by such
Is happiness thrown away
III
I gave her gifts of the mind
I gave her the secret sign that’s known
To the artists who have known
The true gods of sound and stone(6)
And word and tint I did not stint
For I gave her poems to say
With her own name there
And her own dark hair
Like clouds over fields of May
IV
On a quiet street(7) where old ghosts meet
I see her walking now
Away from me so hurriedly my reason must allow
That I had wooed not as I should
A creature made of clay (8)
When the angel woos the clay
He’ll lose his wings at the dawn of day

I
Sulla Raglan Road (1) in un giorno d’autunno
la vidi per la prima volta e seppi
che i suoi capelli scuri avrebbero tessuto
una trappola, di cui un giorno mi sarei pentito,
vidi il pericolo e tuttavia m’incamminai
per il Viale degli Incanti (2)
e dissi “Il dolore sarà una foglia caduta
al sorgere del  giorno (3)”
II
Su Grafton Street a Novembre
ci fermammo spensierati sulla sporgenza
di un profondo burrone da dove si poteva scorgere
il valore di una passione promessa,
la Regina di Cuori ancora faceva le crostate (4)
e io non coglievo la mela (5);
oh ho amato troppo e per questo e quest’altro
la felicità è andata sprecata
III
Le diedi i doni della mente
le diedi il segno segreto che è riconosciuto
dagli artisti che hanno conosciuto
i veri dei del suono e della pietra (6),
e non mi limitai alla parola e alla tinta,
perché le diedi le poesie da recitare
là con il suo nome proprio
e i suoi capelli scuri
come nuvole sopra i campi di Maggio
IV
Sul “Viale del Tramonto” (7) dove i vecchi fantasmi
si incontrano, la vedo camminare ora,
si allontana da me più in fretta di quanto io riesca
a pensare di non aver amato come avrei dovuto,
una creatura d’argilla(8);
quando l’angelo ama la terra
perderà le sue ali allo spuntare del giorno

NOTE traduzione italiana di Cattia Salto
* (un’altra traduzione qui) si ringrazia Roberto Romano per aver portato luce sul significato dell’ultima strofa
(1) strade di Dublino che identificano una zona precisa intorno al Trinity College tra St Stephen’s Green e Grand Canal, si veda The Dubliners’ Dublin City: Patrick Kavanagh
(2) enchanted way: è il percorso tra le nuvole degli innamorati, il viale pieno di promesse e speranze soffuso di una luce rosata, ma anche alla luce della stagione autunnale il “viale del tramonto” presagio di desolazione e solitudine
(3) la citazione è tratta dalla aisling song in  gaelico irlandese dal titolo “Fáinne Geal an Lae” letteralmente “Bright Ring of the day” ma tradotta poeticamente come “the dawning of the day”: il poeta incontra una dea ovvero una creatura fatata dalla sublime bellezza che rappresenta l’Irlanda.
(4) citazione da “the queen of hearts baked some tarts” della nursery rhyme di origine 700esca sulle carte da gioco: la regina di cuori cuoce le torte e il fante di cuori le ruba.
The Queen of Hearts she made some tarts all on a summer’s day;
The Knave of Hearts he stole the tarts and took them clean away.
The King of Hearts called for the tarts and beat the Knave full sore
The Knave of Hearts brought back the tarts and
vowed he’d steal no more.
Nell’Alice nel paese delle Meraviglie di Lewis Carroll la filastrocca è portata come prova nel processo al fante di cuori.
(5) letteralmente “fare fieno”, il detto irlandese “make hay while the sun shines” significa cercare di trarre vantaggio dalle opportunità, che sono spesso fugaci e irripetibili. Si intende anche con una sfumatura sessuale: in italiano equivale al significato di cogliere la “mela”. E’ anche l’equivalente dell’espressione “battere il ferro finchè è caldo”. Qui la frase conclude l’immagine dei due separati da una profonda difficoltà (invalicabile) al fondo della quale si agita la passione: significa che il poeta non ottiene l’amore della donna
(6) si riferisce a un cromlech, vuole richiamare un cerchio di pietre? Più in generale gli dei sono le muse della musica, poesia, scultura e pittura. Il protagonista ha condiviso con la donna la propria conoscenza come se fosse stata un’adepta da iniziare ai misteri arcani.
(7) incidentalmente a Dublino c’è una strada rinomata per essere luogo di ritrovo dei fantasmi, Haddington Road, ma il poeta si riferisce ancora a Ragland Road: simmetricamente come la storia nasce in autunno lungo l'”enchanted way” adesso la storia è finita e la strada diventa una “quiet street” letteralmente “una via tranquilla”
(8) letteralmente “fatta di terra” così commenta Roberto Romano: “That I had wooed not as I should A creature made of clay” vuol dire chiaramente “che non ho amato come avrei dovuto (cioè nella maniera che si conviene) una creatura fatta d’argilla (cioè di poco valore)” quindi: “ho amato troppo senza che ne valesse la pena”! Il concetto è rafforzato dalla stupenda metafora dell’angelo che, per aver amato la terra (qualcosa di “basso”, poco elevato) perde le ali (cioè la sua condizione sublime) e, a mio parere è spiegato fuor di metafore dai versi finali della 2a strofa: “Oh I loved too much and by such by such – Is happiness thrown away”. Secondo me la bellezza di questa poesia è proprio nel concetto di “dannarsi l’anima per un amore che non vale la pena”: chi non ha mai sperimentata questa forma di “eroismo sentimentale” che all’inizio appare coraggioso ma poi si rivela autodistruttivo?

Van Morrison & The Chieftains
Mark Knopfler & Donal Lunny 1996 – live
Glen Hansard & Declan O’Rourke live
Ragland road (Damien Dempsey) & Fáinne Geal an Lae +The Dawning of the Day (Moya Brennan/Doherty)
Mary Black 1986
Sinead O’Connor in Common live 1995
Joan Osborne & The Chieftains in Tears of Stone 1999
Loreena McKennitt in An Ancient Muse 2006 – live

FONTI
http://irelandofthewelcomes.com/home/the-story-of-raglan-road/
http://mudcat.org/thread.cfm?threadid=43818
http://www.leonardobrian.com/writing/essays/metaphors-as-interrogatives.html
http://www.irishmusicdaily.com/raglan-road-song-meaning
http://www.mccormacksociety.co.uk/Mccormack/McCormack’s%20Recordings/John%20McCormack%20on%20Film,.htm
http://princesspana.blogspot.it/2010/11/on-raglan-road.html

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

2 Risposte a “Raglan Road (Patrick Kavanagh & Luke Kelly)”

  1. Premetto che trovo questo sito incredibilmente bello, un vero tesoro inestimabile per gli amanti – come me – della musica celtica. Per cui: avete tutta la mia gratitudine ed ammirazione!

    Dissento però fortemente dalla nota n. 7 al testo di Raglan Road: “That I had wooed not as I should A creature made of clay” vuol dire chiaramente “che non ho amato come avrei dovuto (cioè nella maniera che si conviene) una creatura fatta d’argilla (cioè di poco valore)” quindi: “ho amato troppo senza che ne valesse la pena”!

    Il concetto è rafforzato dalla stupenda metafora dell’angelo che, per aver amato la terra (qualcosa di “basso”, poco elevato) perde le ali (cioè la sua condizione sublime) e, a mio parere è spiegato fuor di metafore dai versi finali della 2a strofa: “Oh I loved too much and by such by such – Is happiness thrown away”.

    Secondo me la bellezza di questa poesia è proprio nel concetto di “dannarsi l’anima per un amore che non vale la pena”: chi non ha mai sperimentata questa forma di “eroismo sentimentale” che all’inizio appare coraggioso ma poi si rivela autodistruttivo?

    La melodia su cui è stata impiantata la poesia, inoltre, sembra fatta apposta per far spuntare le lacrime a chi ha provato quella condizione di auto-dannazione.

    Infine un commento sulle interpretazioni: conosco e amo tutte quelle che avete indicato (particolarmente Kelly, O’Connor e Knopfler), ma ce n’è un’altra che amo più di tutte: è la versione dei Dubliners contenuta nell’album “Dublin”, posteriore alla morte di Luke Kelly e perciò cantata da Sean Cannon. Il suo canto sostenuto con la sua voce melodiosa è un acuto lamento che ben rivaleggia con le interpretazioni di Sinead O’Connor e Loreena McKennit. Non foss’altro per il fatto che lui è un un uomo, come il protagonista della poesia. Gli altri interpreti maschili con la loro voce profonda esprimono magistralmente la tristezza per un amore mai goduto, mentre Sean Cannon con la sua voce acuta esprime il dolore (direi “fisico”) per una felicità “thrown away” come dice la canzone stessa.

    Insomma, si è capito che amo molto questa canzone, vero?

    1. grazie per i complimenti; per quanto riguarda l’interpretazione della poesia credo di aver lasciato più spazio al mio lato femminile così ho voluto vedere nell’angelo innamorato della terra il compimento di un estremo sacrificio in nome dell’amore (non platonico e come dire “consumato”, che fa bruciare). Ma avevo rimosso completamente e inconsciamente la frase che tu hai sottolineato della seconda strofa, in cui il poeta riconosce di aver amato troppo.. ho così riscritto il post (e corretto gli errori di battitura che tu gentilmente non hai sottolineato!)
      spero di ritrovarti in altre pagine..

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