Queen Eleanor’s Confession

Queen Eleanor’s Confession è una ballata dalle incerte origini trascritta in Reliques of Ancient English Poetry di Percy (II, 145, 1765)
La regina della ballata childiana è Eleonora d’Aquitania, ma la narrazione della storia è una diffamazione, probabilmente risalente all’epoca della Regina Elisabetta: una presunta ultima confessione a due frati francesi che in realtà sono il marito geloso Enrico II e l’amante William Marshall, Primo Conte di Pembroke, vassallo del Re

La trama (marito geloso che si traveste da padre confessore) è sicuramente medievale riportata anche nel fabliau[1] Du Chevalier qui fist sa femme confesse e nel Boccaccio

La regina Eleonora in un ritratto immaginario di Anthony Frederick Augustus Sandys del 1858. National Museum of Wales, Cardiff

In alcune versioni la regina confessa di aver avvelenato l’amante del marito Rosamund Clifford. Il re aveva fatto impiantare nel suo parco a Woodstock, nell’Oxfordshire, un intricato labirinto per nascondere l’abitazione della Bella Rosamunda e in un quadro del pre-raffaellita Frederick Sandys vediamo la regina Eleonora che riesce a penetrare nel labirinto usando l’espediente di Arianna. Nella mano destra la regina stringe la coppa di veleno (l’arma preferita dalle donne per la vendetta) e nella sinistra il rocchetto del filo rosso grazie al quale riesce a raggiungere il centro del labirinto.
Nella storia l’incontro tra le due rivali è più drammatico la regina costringe Rosamunda a scegliere la morte o con il veleno o con una stilettata al cuore.
Come sia andata oltre alla narrazione leggendaria alla morte di Rosamunda si sparse la voce che la regina l’avesse avvelenata.

Queen Eleanor’s Confession

Roud 74 ; Child 156 ; G/D 2:208 ; Ballad Index C156 ; Bodleian Roud 74 ; DT QECONFES ; Mudcat 41056 ; trad.]

Queen Eleanor was a sick woman and sick just like to die,
And she has sent for two friars of France to come to her speedily.
The King has called his nobles all,
by one, by two, by three,
“Earl Marshal, I’ll go shrive the Queen and thou shalt wend with me.”
“Oh no, oh no,” cried Earl Marshal, “
such things can never be,
For if the Queen should get word of this
then hanged I would be!”
“I swear by the sun, I swear by the moon,
and by the stars on high,
And by my sceptre and my crown,
Earl Marshal shall not die!”
So the King’s put on a grey friar’s gown and the Earl’s put on another
And they are gone to fair London town
like friars both together.
And when they came before the Queen, they fell on bended knee,
“What matter, what matter, our gracious Queen, you’ve called so speedily?”
“Oh, if you are two friars of France,
it’s you I wish to see.
But if you are two English lords,
then hanged you shall be!”
“Oh, we are not two English lords, but friars both are we,
And we sang the Song of Solomon as we came all o’er the sea.”
“Oh, the first vile sin I did commit I now will tell to thee:
I fell in love with the Earl Marshal as he brought me o’er the sea.”
“Oh, that was a vile sin,” said the King, “may God forgive it thee!”
“Amen, amen,” said the Earl Marshal, with a heavy heart spake he.
“Oh, the next vile sin I did commit I will to you unfold:
Earl Marshal had my virgin dower beneath this gown of gold.”
“Oh, that was a vile sin,” said the King, “may God forgive it thee!”
“Amen, amen,” said the Earl Marshal, for a frightened man was he.
“Oh, don’t you see two yonder little boys a-playing at the ball:
Oh, that one is Earl Marshal’s son and I like him the best of all.
“Oh, don’t you see yon other little boy
a-playing at the ball:
Oh, that one is King Henry’s son and I like him the worst of all.
“His head is like a black boar’s head, his feet are like a bear.”
“What matter, what matter,“ cried the King, ”he’s my son and my only heir!”
And the King pulled off his grey friar’s smock and stood in his scarlet so red,
Queen Eleanor turned in her bed and cried that she was betrayed.
And the King looked o’er his left shoulder and a grim look looked he,
“Oh, Earl Marshal, but for my oath, then hanged you would be!”

La regina Eleonora era malata, malata sul letto di morte
e mandò a chiamare due frati di Francia(1) che andassero subito da lei.
Il Re fece chiamare tutti i suoi nobili,
uno ad uno
“Conte maresciallo(2), andrò a rendere omaggio alla Regina e tu verrai con me.”
“Oh no, oh no”, esclamò il Conte maresciallo,
“una cosa del genere non capiterà mai,
perché se la Regina venisse a saperlo,
allora sarei impiccato!(3)”
“Giuro sul sole, giuro sulla luna
e sulle stelle in cielo,
e sul mio scettro e la mia corona,
che il Conte maresciallo non morirà!»
Così il Re indossò un abito grigio da frate e il Conte ne indossò un altro
e andarono insieme nella bella città di Londra
come frati.
e quando arrivarono davanti alla Regina, caddero in ginocchio,
“Che succede, che succede, nostra graziosa Regina, che ci avete chiamato con urgenza?”
“Oh, se siete due frati di Francia,
siete proprio voi che desidero vedere.
ma se siete due lord inglesi,
allora sarete impiccati!”
“Oh, non siamo due lord inglesi, ma siamo entrambi frati,
e abbiamo cantato il Cantico dei Cantici mentre attraversavamo il mare”.
“Oh, il primo vile peccato che ho commesso ora ve lo dirò:
mi sono innamorato del Conte maresciallo mentre mi portava oltre mare(4).
“Oh, è stato un peccato ignobile”, disse il re, “che Dio ti perdoni!”
“Amen, amen”, disse il Conte maresciallo, con il cuore pesante.
“Oh, vi svelerò il prossimo vile peccato che ho commesso:
il Conte maresciallo ebbe la mia verginità(5) sotto questa veste d’oro.
“Oh, è stato un peccato ignobile”, disse il re, “che Dio ti perdoni!”
“Amen, amen”, disse il Conte maresciallo, perché era un uomo spaventato.
“Oh, non vedete i due ragazzini laggiù che giocano alla palla:
Oh, quello è il figlio del Conte maresciallo ed è il mio favorito(6)
“Oh, non vedete quell’altro ragazzino
che gioca alla palla:
Oh, quello è il figlio di re Enrico e lo considero il peggiore di tutti(7)
“La sua testa è come quella di un cinghiale nero, i suoi piedi sono come quelli di un orso.”
“Non importa, non importa”, gridò il re, “lui è mio figlio e il mio unico erede!”
E il Re si tolse il suo saio grigio da frate e rimase in piedi nel suo rosso scarlatto,
la regina Eleonora si girò nel suo letto e gridò di essere stata tradita.
e il Re traguardò oltre la sua spalla sinistra con uno sguardo cupo,
“Oh, Conte maresciallo, se non fosse per il mio giuramento, saresti impiccato!”

NOTE traduzione italiana Cattia Salto
(1) frati che non avevano obblighi di lealtà verso la corona inglese, ma non avrebbero nemmeno potuto raccogliere una confessione, il che induce a presumere che il testo risalga a dopo la Riforma
(2) il conte William Marshall anche se divenne conte durante il regno di Riccardo I
(3) il timore del Conte riguardava ovviamente la reazione del Re che avrebbe sicuramente messo a tacere il testimone in caso di rivelazioni “scandalose”
(4) Nel 1152 all’età di trent’anni, e a soli pochi mesi dal divorzio, Eleonora sposò il diciannovenne conte di Anjou, Enrico II Plantageneto, diventando regina consorte d’Inghilterra.
(5) la regina aveva perso la sua verginità presumibilmente intorno al 1137 e aveva già partorito al re francese due figlie
(6) Riccardo I (“Riccardo Cuor di Leone”)
(7) re Giovanni

Tim Hart & Maddy Prior

[1] tipico racconto breve d’uso in Francia risalente al  tredicesimo secolo
http://bluegrassmessengers.com/156-queen-elanors-confession-.aspx
http://bluegrassmessengers.com/recordings–info-156-queen-elanors-confession.aspx
https://mainlynorfolk.info/steeleye.span/songs/queeneleanorsconfession.html
https://sacred-texts.com/etc/ml/ml22.htm
https://elizabethchadwick.com/blog/eleanor-of-aquitainethe-medieval-queen-and-her-relevance-today/
https://www.storicang.it/a/eleonora-daquitania-regina-indomita_15453

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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