Longbone

Bob Johnson scrive Longbone per l’album “Sails o f Silver” (1980) dei risorti Steeleye Span, il “Thomas the Rhymer” del gruppo, il sognatore di regni fatate e storie fantasy, rivisitatore delle ballate soprannaturali che gli Steeleye interpretarono in chiave folk-rock divulgandole tra il grande pubblico.
Per quanto nelle note dell’album il brano sia accreditato come tradizionale su arrangiamento di Bob Johnson non ho ancora capito a quale personaggio delle antiche ballate si riferisca il gigante Longbone[1].. novello Polifemo che si divora buona parte dei compagni di Ulisse di ritorno in patria dopo la guerra di Troia.
Qui i viaggiatori sono uomini spinti dalla bramosia della ricchezza, ma il guardiano di quest’isola immaginaria è un gigante (forse un troll che vive nelle caverne)- in Scozia si direbbe un Trow che vive nelle isole Orcadi o nelle Shetland- il quale con i suoi denti affilati e i lunghi artigli si mangia quegli sciocchi in un sol boccone!


1.There was a king who built a ship
And sailed away
To look for gold in the hills of Scone
Far away
The only gold in the hills of Scone
Is gold you’ll never own
It belongs to the giant Longbone
Far away
The only gold I’ve ever known
It all belonged to the giant Longbone

2.His teeth are sharp, his claws are long
So they say
His eyes are like a fire that burns
Far away
We will go to the hills of Scone
We’ll find the giant Longbone
We’ll turn him into stone
Far away
3.Through the rain and through the snow
We sailed away
To the land where only fools go
Far away
We stepped onto the shore
And then we heard him roar
He must have seen us
4.We tried to hide, we tried to run
Run away
He killed the crew, he threw the boat
Far away
And the he said “We are alone
I am the giant Longbone
You shold have stayed at home
Far away”

live al Vienna Folk Festival 1981

Traduzione italiana Cattia Salto
C’era un re che costruì una nave
e salpò
per cercare l’oro sulle colline di Scone
Lontano
L’unico oro nelle colline di Scone
è l’oro che non possederai mai
appartiene al gigante Osso Lungo
Lontano
L’unico oro mai conosciuto
apparteneva tutto al gigante Osso Lungo

Denti affilati, lunghi artigli
così dicono
gli occhi sono come un fuoco che arde
Lontano.
Andremo sulle colline di Scone
troveremo il gigante Longbone
lo trasformeremo in pietra
Lontano.
Con la pioggia e la neve
siamo salpati
nella terra dove vanno solo gli sciocchi
Lontano.
Siamo scesi a riva
e poi lo abbiamo sentito ruggire
doveva averci visto.
Abbiamo tentato di nasconderci e scappare
Fuggire.
Ha ucciso l’equipaggio, ha lanciato la barca
Lontano.
E poi ha detto: “Siamo soli
io sono il gigante Longbone
avreste dovuto restare a casa
Lontano”

la versione nell’album Sails o f Silver

[1] probabilmente la storia s’inserisce nel filone dei viaggi fantastici per mare che andavano di moda nel Medioevo e forse potrebbe avere degli addentellati con le saghe scandinave.
Anche Sergio Paracchini è perplesso e così commenta “l’unico collegamento che vedo con le saghe scandinave è la speranza (vana, si direbbe) del re di trasformare il gigante in pietra, il che lo accomunerebbe ai troll… peraltro, questo Osso Lungo somiglia anche un po’ ai giganti del Dovrefjell della omonima ballata… mi sembrano però legami deboli, probabilmente nulla più che scampoli di leggende e personaggi che transumavano tra le terre scandinave e quelle britanniche”

https://mainlynorfolk.info/steeleye.span/songs/longbone.html
https://steeleyespanfan.co.uk/the-band/bob-johnson

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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