Caprice: quando la musica sperimentale diventa un capriccio
Nel 1996 Anton Brejestovski, musicista e compositore e Inna Brejestovskaya, voce angelica, hanno fondato i Caprice registrando Зеркало (“Mirror”)- un album autoprodotto in poche copie, pubblicato solo nel 2006 dall’etichetta francese francese Prikosnovénie[1] in formato Cd rimasterizzato. Un buon numero di musicisti di formazione classica collaborano al progetto su una base di voce, pianoforte, basso, batteria, violino, flauto.
In un intervista Anton dichiara “”Mirror” ha i miei testi (in russo). L’idea di “Specchio” è la vita umana; dalla nascita alla morte (o, per dirla più precisamente, l’interiorità della nostra vita), e cosa succede dopo la morte. È una poesia molto sincera, molto personale, ma sfortunatamente non di altissima qualità. Questo è il motivo per cui mi sono rifiutato di usare i miei testi nelle registrazioni successive.”[2]
Il genere è classificato dal gruppo stesso come una commistione di prog-sinfonico e musica da camera classica.
E’ bastato far circolare una sola traccia registrata dal gruppo in “Edge of the Night” una compilation russa di gothic music, perchè l’etichetta Prikosnovénie s’interessasse al loro progetto musicale. L’Etichetta dal 2000 fino a oggi ha pubblicato tutta la loro musica.
Da allora i Caprice si sono fatti conoscere a livello internazionale come il gruppo russo di musica neo-classica-fairy (credo che il termine sia stato coniato appositamente per loro) grazie a una trilogia elfica dal titolo che è tutto un programma Elvenmusic. Se la musica celtica è la musica delle fate, questa è una musica ispirata al mondo di JRR Tolkien
Elvenmusic, il trittico
Elvenmusic su musica interamente composta e arrangiata dal talentuoso Anton Brejestovski ispirato dai testi di JRR Tolkien, poco prima che la saga cinematografica de Il signore degli anelli conquistasse il mondo e la tolkien-mania dilagasse nel mondo della gothic music.
Afferma Anton in un intervista per Dark-room Magazin “Tolkien è un grande fenomeno. Abbiamo registrato due dei nostri album ‘in collaborazione’ con questo scrittore perché ci piaceva la sua poetica ed il suo sentimento nei confronti di una diversa realtà. La poesia di Tolkien è stata per lungo tempo la nostra fonte d’ispirazione musicale. Quando mi trovavo a leggere le sue opere, la musica fluiva in maniera automatica.”[3]
Il trittico completato nell’arco di quattro anni è un omaggio al mondo di Tolkien. Il terzo album in particolare è dedicato alle fiabe europee cantate in buona parte in elfico, il Laoris(4), un linguaggio grafico creato da Anton: un alfabeto di 14 consonanti (v, vv, m, mm, d, k, s, f, q, r, n, l, p, t) e 5 vocali (a, i, o, u, e) in uno stile verticale da sinistra a destra che ricorda l’Ogham celtico, in cui ogni blocco di testo diventa ramo di felce[5]. ‘Tales Of The Uninvited’ racconta la bellezza e il mistero racchiusi nei boschi, la strana psicologia delle fate, la diversa percezione del tempo che si ha in quel mondo.
Continua Anton nell’intervista ““‘Tales Of The Uninvited’ (la terza parte della trilogia ‘Elvenmusic’) fu un tentativo di sintonizzarci su di un’altra ‘stazione radio’: il mondo di Laoris, non il nostro. La musica delle fate ed il loro linguaggio non hanno tardato a farsi ‘percepire’, senza alcuno sforzo (anche se devo ammettere che il mio background linguistico mi ha aiutato molto). In quest’album abbiamo provato a mostrare quale tipo di musica potrebbero produrre queste creature fatate. Essendo musicisti molto abili, questi esseri non hanno alcun problema nell’improvvisare complesse strutture polifoniche, e lo fanno sempre con una perfetta armonia. I loro tempi (5/4 e 7/4) sono diversi dai nostri (4/4 e 3/4), e ciò è probabilmente dovuto al fatto che il tempo scorre diversamente nel loro mondo. Inoltre il loro arsenale armonico è molto semplice, ma allo stesso tempo pieno di dolcezza e malinconia.“
L’effetto è sorprendente e, come i critici amano definire, “surreale”. Una musica a tratti di difficile ascolto quasi disarmonica e stonata, ma bizzarra e magica come ogni musica di fata! Una musica che richiede di essere riascoltata più volte prima di cominciare a comprenderla e che ti resta in testa come un chiodo fisso!
In questa trilogia si definisce man mano la cifra stilistica dei Caprice, una musica magica ed evocativa, sostenuta da una nutrita sezione di archi e di fiati, l’arpa, le percussioni, le tastiere elettroniche e il sinth, la voce di Inna tra il folk russo e il lirico.
Nel frattempo dal cappello di Anton sbucano progetti musicali a getto continuo “Songs of Innocence and Experience” 2002 e “Sister Simplicity” 2004 sono il frutto delle voraci letture dell’artista che spaziano dal poeta visionario William Blake (sulla dicotomia tra bene e male) ai poeti che scrivono dell’amore romantico nella poesia dal VI al XIX secolo.
L’album Kywitt! Kywitt! (2008) segna una svolta più rock nelle sonorità del gruppo neo-classico moscovita: chitarra elettrica, basso e batteria e sintetizzatori si affiancano agli strumenti tipici della musica da camera.
Strumenti della musica classica (arpe e archi, e il pianoforte) e folk (flauti, oboi, clarinetti, fisarmonica) per una complessa polifonia in cui si insinuano batteria, chitarra elettrica, sintetizzatori e altre diavolerie elettroniche.
Nel 2012 i Caprice ritornano al mondo di Faerie con Girdenwodan, seguito da una parte 2 nel 2014, anche per questi due progetti musicali trovate le schede dettagliate in Terre Celtiche Blog a partire da Caprice Girdenwodan 1 e 2.
In conclusione come Anton non manca di rimarcare nelle interviste le influenze, suggestioni che nutrono i Caprice arrivano da forme d’arte correlate alla musica, come la poesia e la pittura, ma anche dalla Natura e dai paesaggi che mutano con il cambio delle stagioni.
Al momento il gruppo ha chiuso il suo sito web ufficiale, ma lo trovate su Facebook (e altri social) https://www.facebook.com/capricemusic/ (da cui sono state tratte le fotografie e le immagini per l’articolo)
[1] https://www.discogs.com/it/release/2732819-Caprice-%D0%97%D0%B5%D1%80%D0%BA%D0%B0%D0%BB%D0%BE
https://www.discogs.com/it/release/712272-Caprice-Mirror
[2] https://www.discogs.com/it/release/260533-Caprice-Elvenmusic
https://www.discogs.com/it/release/6493656-Caprice-Elvenmusic
[3] http://www.darkroom-magazine.it/ita/105/Intervista.php?r=787
[4] Anton oltre che musicista è anche un linguista: Ho due professioni: un compositore e anche un linguista. All’inizio degli anni 2000, quando la musica degli elfi si stava riversando nella mia testa, mi sono reso conto che i testi in inglese non le si adattavano molto. Poi iniziò a venire la lingua di Laoris: prima l’immagine sonora, poi la scrittura, poi la grammatica. Quando tutto questo si è accumulato nella giusta quantità, ho iniziato a scrivere testi per la nostra musica. Nella creazione del Laoris non ho preso in prestito nulla da altre lingue, ho inventato tutto da solo. Anche se, a mio personale parere, non ho nemmeno inventato nulla: a volte mi sembra che sia la musica degli elfi che il linguaggio di Laoris esistano già in qualche altra dimensione; bisognava semplicemente “prenderlo da lì” e “portarlo qui”
http://www.heavymusic.ru/interview/574/caprice/
https://needlegrass.livejournal.com/3419.html
[5] https://www.facebook.com/capricemusic/posts/how-to-read-the-laoris-alphabetthe-laoris-alphabet-vva-consists-of-14-consonant-/10156027407548223/
INTERVISTE
https://www.equilibriummusic.com/interviews-0102.php
http://rock-impressions.com/caprice_inter1.htm
https://www.spaziorock.it/archivio/intervista.php?id=&&id=198
http://www.darkroom-magazine.it/ita/105/Intervista.php?r=787
http://www.heavymusic.ru/interview/574/caprice/