I dodici fondamenti della verità/Le dodici parole della verità

I dodici fondamenti della verità è un racconto che si tramanda nelle vallate alpine e che si ritrova anche nella forma-canzone in gran parte della Vecchia Europa.[1]
In Piemonte il canto è conosciuto con il titolo di “La Lüna E ‘L Sul” oppure più genericamente come “Litania”,[2] ed un tempo era parte integrante del racconto: un patto con il diavolo esorcizzato con le “parole della verità”.

I dodici fondamenti della verità (Alpi Marittime)

Nella forma-racconto è diffuso ampiamente in tutt’Italia[3], questa versione piemontese proviene dal libro “Fiabe delle Alpi” del giornalista Beppe Valperga[4] il quale colloca la storia sulle Alpi Marittime.

Un’area che in Piemonte comprende la Valle Vermenagna, la Valle Gesso e la Valle Stura il cui cuore è rappresentato dal Parco Naturale delle Alpi marittime. Qui si parla ancora l’occitano (o meglio la lingua provenzale alpina) in una particolare commistione tra piemontese e occitano tipica di queste vallate.[5]

Il protagonista Gilberto, mentre era in cerca di un po’ di carità per sfamare la sua famiglia ai tempi della carestia, (vergognandosi terribilmente per essere sceso così in basso nel bisogno) incontra “un ricco signore dagli occhi neri e penetranti, elegantemente vestito con un abito cremisi e nero”.

Il Diavolo tentatore ovviamente, pronto a regalargli una borsa piena d’oro in cambio della sua anima. Dopo tre anni e un giorno al rintocco della mezzanotte il Diavolo sarebbe ricomparso per chiedere a Gilberto di elencare i dodici fondamenti della verità o a .. presentare il conto e portarsi via la sua anima!
Il poveretto, sapendo di stare stipulando un pessimo affare, ma confidando nell’astuzia della moglie Rosa, decise di accettare il patto.
Da quel giorno la sua vita e quella della sua famiglia cambiò, adesso vivevano in una bella casa con tanta buona terra intorno da coltivare, e potevano aiutare i poveri del paese, insomma passarono tre anni a far fruttare la loro fortuna e ad assistere i bisognosi.

Jules Bastien Lepage Mendicante
Jules Bastien Lepage 1881

Una sera un Mendicante bussò alla porta di casa e venne accolto con gentilezza e solerzia, perchè si asciugasse accanto al fuoco e mangiasse alla tavola imbandita con la famiglia. Fuori infuriava il temporale, dentro il mendicante si addormentò accanto al camino.. al rintocco della mezzanotte qualcun altro bussò alla porta di casa, era il Diavolo che voleva le sue risposte!
Gilberto e Rosa non sapevano cosa dire, ma il Mendicante si fece avanti

“ Il primo fondamento è … “Un solo Dio !” . “Ed il secondo ?” “I due misteri della Fede !” “Avanti,,, ed il terzo?” urlò il diavolo ancora più irritato da questo imprevisto aiuto dato a Gilberto . “La Trinità : Padre, Figlio e Spirito Santo “ “Il quarto ?” “I quattro evangelisti !” “Il quinto ?” “Le cinque piaghe di Gesù Cristo !” “Il sesto ?” “I sei precetti della Santa Chiesa” “Il settimo ?” “I sette sacramenti !” “E l’ottavo ?”
“Le otto porte di Roma ! la città santa !” “Sai proprio tutto ! razza di miserabile !” imprecò il diavolo ! ma chi sei ? “Ed il nono ?… presto !” “I nove cori angelici, i dieci comandamenti, le undici lampade accese di Gerusalemme e … i dodici apostoli !!!” concluse il mendicante con fare sereno .
“E tredici ?” osò ancora il diavolo con una risata stridula . La risposta che ricevette allora fu un’ordine :” Torna all’Inferno dal quale sei uscito ! Diavolo della malora !” (Beppe Valperga op. cit)

In molte versioni a sostenere la disputa per conto della povera anima è San Martino nei panni di un vecchio mendicante infreddolito. Nella versione calabrese la coppia di contadini è schierata su due fronti, la donna con il diavolo, e l’uomo con San Biagio.
E’ interessante osservare che in quasi tutti i racconti la resa dei conti tra Diavolo e Santo avviene in una notte tempestosa, così nella tradizione sarda la recita della litania serve a scongiurare i temporali[6] (nella convinzione che siano causati dal Diavolo).


[1] Il tema è stato approfondito in varie puntate in Terre Celtiche Blog La serie dei numeri parte 1: tra Branduardi e La Villemarqué
[2] https://terreceltiche.altervista.org/la-luna-e-l-sul-le-dodici-parole-della-verita/
[3] https://www.ciuricepedi.it/fiaba-76-a-dekatria-loja-is-alissia/
https://katena.it/sites/default/files/Allegati/le_dodici_parole_della_verita-katena_0.pdf
http://www.sandraboninelli.it/fonti/fonti_32.pdf
[4] Beppe Valperga, Fiabe delle Alpi 2012 ed. Il Punto- Piemonte in bancarella
[5]Il territorio delle Marittime, che comprende le località delle valli Pesio, Colla, Josina, Vermenagna e Gesso, vede convivere al proprio interno paesi in cui oggi la parlata è pienamente gallo-italica, con varietà di piemontese, Beinette e Pianfei, e località come Chiusa Pesio, Peveragno, Boves, Entracque, Valdieri, Limone, Robilante, Roccavione, Roaschia, dove è maggiormente presente l’antica impronta gallo-romanza delle parlate occitane, specie nelle frazioni in altura. La situazione di questi comuni, come per tutti quelli di fondovalle a diretto contatto con le aree piemontesi, è la medesima, tanto che per quest’area intermedia è stato da tempo coniato il termine di “area grigia”, dove piemontese e occitano vanno a mescolarsi con esiti spesso assai originali.  http://www.vallimarittimeoccitane.it/parlateDelleMarittime.page
[6] https://www.contusu.it/sas-doighi-paraulas-mannas-le-dodici-parole-san-martino/
https://www.vistanet.it/cagliari/2018/11/15/folklore-magia-e-tradizione-la-storia-di-san-martino-e-dellesercito-infernale/


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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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