Andréa Ar Gouilh: Ogni nuvola ha la sua aureola d’argento.

Andréa Ar Gouilh

Andréa Ar Gouilh è la voce della Bretagna. Singolarmente pura e rustica assieme. Nata a qualche chilometro da Kemper, a Pluguffan, il 13 luglio del 1935, in un angolo di Cornovaglia dove gli uomini vestivano di “chupenn c’hlazik” (la veste blu con i ricami dorati e arancione) e le donne portavano sul capo il tipico “bourledenn” e dove la bella chiesa del XV° secolo con i suoi scampanii, ritmava tranquillamente tutte le tappe della vita della gente. Da quelle parti la saggezza popolare recitava proverbi del tipo: “A qualcosa le disgrazie convengono!”
E grazie alla sua famiglia canterina, Andréa Ar Gouilh proprio in quella chiesa iniziò a intonare i suoi cantici in bretone, finchè non scoprì la discriminazione nei confronti della sua lingua, da emigrata, nel 1958, prima alcuni anni a Parigi e poi a Clermont-Ferrand.
Infine venne assunta all’ospedale psichiatrico di Kemper per occuparsi di bambini disadattati, fino a che la creazione di una scuola specialistica a Douarnenez non le permetterà di stabilirsi definitivamente a Ploaré e di non lasciare mai più la sua amata Bretagna.

La sua presa di coscienza inizierà nel 1962 quando al memorabile Congresso Celtico di Tréguier, Glenmor e Alan Stivell debuttarono circondati da un sacco di persone che del bretone non ne facevano una questione di recriminazione e incanto, ma semplicemente la normale essenza della loro vita quotidiana. E improvvisamente per Andréa Ar Gouilh tutto divenne chiaro, smise di portare cuffie in testa durante il canto, non volle più sentir definire “antiche arie bretoni” quei gwerz e si accorse che il Barzhaz Breizh, quel volume il cui autore proveniva dalla sua stessa zona, non apparteneva affatto al passato. Ma raccontava l’attualità del suo popolo, testimoniava l’esistere di quella povera gente che non aveva diritto alla storia. Quel libro passò da collezione polverosa di antichità musicali e verbali a diventare una inesauribile fontana di giovinezza per la Bretagna moderna.

Andréa Ar Gouilh aveva registrato cinque 45 giri tra il 1959 e il 1961, di cui i primi quattro con Alan Stivell all’arpa e il quinto con Gérard Pondaven all’organo ma evidentemente quella di realizzare dischi non sarà mai una sua priorità, se è vero che ne usciranno circa uno ogni decade, con un repertorio prevalentemente composto da canti tratti dal Barzhaz Breizh che, non dimentichiamolo, George Sand non esitò ad accostare all’Iliade di Omero.
Ha consacrato la sua voce anche all’ispirazione bretone nell’opera organistica gregoriana di Jean Langlais, dalle prime composizioni degli anni trenta, al tema de La Complainte de Pontkalleg, composto nel 1976, fino alla spiritualità segreta del terzo Offertorio del 1990, anno prima della sua scomparsa. La voce di Andréa, meditativa e immaginifica viene accompagnata dal nobile Grand’Organo della Chiesa di Sainte-Croix de Saint-Servan a Saint-Malo costruito da Aristide Cavaillé e armonizzato da Félix Reinburg nel 1884, sotto le dita sapienti del Maestro Jacques Kauffmannm, titolare tra l’altro, dal 1981 dell’Organo della Chiesa dei Domenicani a Parigi.
Andréa Ar Gouilh nel tempo interpreterà anche testi più recenti di Glenmor, Youenn Gwernig, Per-jakez Helias, su musiche di Polig Monjarret o di Jef le Penvern, accompagnata da musicisti quali Pol e Hervé Quefféléant (An Triskell), Michel Boedec, Xavier Lecomte.

Ar bugel koar

Andrea ar Gouilh – Cinémathèque de Bretagne from CinémathèqueDeBretagne on Vimeo.

La tradizione familiare prosegue con la figlia Nolwenn, avuta dal suonatore Hervé Korbell.

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Pubblicato da Flavio Poltronieri

Etnomusicologo. Autore e traduttore di canzoni. Ha pubblicato su riviste di avanguardia musicale in Italia/Francia/Germania. Fa parte della redazione giornalistica di Blogfoolk, Lineatrad e leonardcohenfiles.com

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