Lorelei, la ninfa del Reno

Lorelei è la ninfa/ondina del fiume Reno del folklore germanico, nata dalla poesia romantica dell’Ottocento (leggenda d’arte), musa ispiratrice di molte musiche classiche/cameristiche e di alcune canzoni contemporanee.
Lore Lay di Clemens Brentano (1801)
(con la versione musicata dai Die Streuner)
Imago Mortis
Die Loreley di Heinrich Heine (1824)
La Loreley di Guillaume Apollinaire
Waldgespräch di Joseph Freiherr von Eichendorff
Lorelei e la bellezza teutonica

LE CANZONI
A Loreley (L’Orange, testo in italiano su rielaborazione di La Loreley di Guillaume Apollinaire)
Loreiei (The Pogues)
Lorelei (Faun, testo da Lore Lay di Brentano)
Loreley (Blackmore’s Night)
LE IMMAGINI
Carl Joseph Begas, Die Lureley, 1835
Charles Edward Halle (1846-1914), Lorelei the Nymph of the Rhine
Carl Ferdinand Sohn, Loreley 1853

Lorelei by Albert Ludovici Sr
Albert Ludovici Sr Lorelei -1870
La ninfa dell’acqua Lorelei seduta sulla roccia omonima a picco sul Reno, attira i marinai con il suo canto e spinge le loro navi contro gli scogli.

Il nome della ninfa significa “Roccia Mormorante” in quanto somma di due termini Lore, dall’alto tedesco antico Lureln-l’effetto eco prodotto dalle rapide turbolente (o da una piccola cascata)- e dal celtico Ley roccia o pietra.

“Vicino a Sankt Goarshausen, nella parte più bella della valle del Reno, il fiume si piega in una stretta curva a destra e sulla parte interna di questa curva si alza una ripida roccia, alta 132 m, chiamata Lorelei (o Loreley). Oggi, in questo punto, il Reno scorre tranquillo, ma i marinai sulle numerose navi di trasporto merci che passano lì sicuramente conoscono il mito della Lorelei e sanno che il Reno non è sempre stato così innocuo come sembra oggi.
Infatti, prima che nel secolo scorso il fiume fosse stato bonificato, i marinai, prima di passare attraverso questa curva, si riunivano per pregare. Un banco di sabbia e numerose rocce sotto la superficie dell’acqua creavano dei vortici imprevedibili e non era raro che una nave naufragasse in questa stretta curva del fiume. La bellezza della natura insieme alla sua mortale pericolosità fu invece un’attrazione irresistibile per i poeti del romanticismo.[1]

Roccia di Lorelei
L’ansa del Reno e la Roccia di Lorelei -Patrimonio dell’umanità UNESCO 2002

Lore Lay di Clemens Brentano (1801): Zu Bacharach am Rheine

E’ il poeta romantico tedesco Clemens Brentano a diffondere la leggenda sulla strega del Reno: dal fascino irresistibile è però soltanto una donna che si uccide per amore. Una figura tragica che, condannata dalla propria bellezza vede innamorarsi di lei gli uomini che incontra, a loro volta condannati a soffrire per amore e a morire, spinti dalla disperazione.

La bellezza della natura unita alle insidie del fiume, ispirò per primo Clemens Brentano, nella ballata, Lore Lay[2] è una bellissima fanciulla che attira gli uomini del posto, come la luce con le falene. Ovviamente alle mogli la faccenda non era gradita, così scatta la denuncia per stregoneria, senonchè anche il Vescovo cade ai suoi piedi e le concede la grazia.


Er sprach zu ihr gerühret:
»Du arme Lore Lay!
Wer hat dich denn verführet
Zu böser Zauberei?«
»Herr Bischof laßt mich sterben,
Ich bin des Lebens müd,
Weil jeder muß verderben,
Der meine Augen sieht.
Die Augen sind zwei Flammen,
Mein Arm ein Zauberstab –
O legt mich in die Flammen!
O brechet mir den Stab!«

Traduzione italiana di Claudio Cassetti[3]
Egli commosso le disse
“ Tu povera Lore Lay
chi è che ti ha sedotto
e portato alla cattiva magia?”
“Signor vescovo, mi faccia morire
io sono stanca di vivere
perché chiunque mi guarda negli occhi
deve morire(1)
I miei occhi sono due fiamme
il mio braccio è un bastone magico,
vi prego bruciatemi nelle fiamme
spezzate il mio bastone”

NOTE
(1) nella traduzione i due versi sono invertiti, Cassetti traduce “deve rovinarsi nel piacere” da verderben=” viziato”, “rovinato”, “corrotto”, “pervertito”

Al Vescovo si spezzerebbe il cuore se la mandasse al rogo ma lei si dispera e chiede la morte, resa folle dal tradimento dal suo vero amore che l’ha abbandonata. Il vescovo ordina a tre cavalieri di condurla in un convento affinchè la sua bellezza sia gloria a Dio e lei trascorra il resto della sua vita in clausura. Però anche i tre cavalieri non possono sfuggire al fascino della strega, che li supplica di lasciarla salire in cima ad una grande roccia a picco sul Reno per guardare per l’ultima volta il paesaggio.
Turbata nell’animo la fanciulla scorge da lontano una barchetta e scambia il nocchiero per il suo vero amore: così vuoi per l’emozione, vuoi perchè inciampa, finisce a capo fitto nel Reno!!


Die Jungfrau sprach: »da gehet
Ein Schifflein auf dem Rhein,
Der in dem Schifflein stehet,
Der soll mein Liebster sein.

Mein Herz wird mir so munter,
Er muß mein Liebster sein! -«
Da lehnt sie sich hinunter
Und stürzet in den Rhein.

Die Ritter mußten sterben,
Sie konnten nicht hinab,
Sie mußten all verderben,
Ohn’ Priester und ohn’ Grab.

Wer hat dies Lied gesungen?
Ein Schiffer auf dem Rhein,
Und immer hat’s geklungen
Von dem drei Ritterstein:
Lore Lay
Lore Lay
Lore Lay
Als wären es meiner drei

Traduzione italiana di Claudio Cassetti
La vergine(2) disse “ li vedo
una piccola barca sul Reno
quello che sta in piedi sulla barca
è lui che dev´essere il mio amato”

Il mio cuore batte sempre piú forte
è lui che dev´essere il mio amore”(3)
Ed è in quel momento che lei si sporge
e si getta nel Reno.

I cavalieri dovettero morire(4)
non poterono piú scendere
dovettero morire tutti
senza un sacerdote e senza una tomba.

Chi è che ha cantato questa canzone?
Un marinaio sul Reno,
mentre sempre risuonava
dalla roccia dei tre cavalieri(5):
Lore Lay
Lore Lay
Lore Lay
come se ce ne fossero tre(6)

Note
(2) nella mente del poeta la fanciulla è ancora vergine nonostante la nomea di donnaccia che circola in paese..
(3) Lorelei è oramai persa nella sua follia e non distingue più la realtà dall’illusione, sedotta a sua volta dalla fascinazione dell’acqua che confonde i sensi e genera miraggi
(4) non è ben chiara la morte dei tre soldati, vengono trascinati giù dalla rupe dalla fanciulla in deliquio? Sono follemente innamorati di lei al punto da seguirla nella morte?
(5) ed ecco il legame tra eco del fiume e follia: i tre cavalieri impazziti si suicidano per amore di Loreley e le loro anime restano legate alla roccia a picco sul fiume, puniti per l’eternità perché non hanno saputo svolgere il loro compito di guardiani.
(6) è l’eco che si riverbera in quel tratto del Reno: Cassetti traduce “Come se fossero tutti e tre miei” cioè come se ci fossero da chiamare tre Lore Lay, ho preferito quindi una traduzione più libera. Di Lorelei resta soltanto il nome, un eco sussurrato dalla roccia (o dalla canzone del barcaiolo)

Imago mortis

Volendo commentare il contenuto della poesia il suo tema principale è quello della pulsione erotica che porta alla distruzione, scatenata da un’attrazione fatale incontrollabile.
Il binomio amore-morte caro alla poesia romantica, traccia il legame tra bellezza femminile incantatrice e la fascinazione dell’acqua: dissolversi nell’acqua e abbandonarsi in essa per andare alla deriva, è una sensazione che tutti proviamo quando si guardano grani distese acquoree o un fiume dal ponte. Così indirettamente Brentano suggella l’identità tra Ninfa incantatrice e il fiume Reno.

Sulla falsariga della poesia di Brentano[2] i Faun compongono una canzone intitolata Lorelei. Le prime due strofe ricalcano i versi della poesia, dopo l’aggiunta di un ritornello (che è il verso finale della ballata, l’eco del suo nome ripetuto dalla roccia dei tre cavalieri per tre volte) i Faun tagliano tutto il resto della ballata, eccetto la XII strofa, e concludono con la IV strofa, un rimaneggiamento dei versi centrali.


(I Brentano)
Zu Bacharach am Rheine
Wohnt eine Zauberin,
Sie war so schön und feine
Und riß viel Herzen hin.
(II Brentano)
Und brachte viel zu schanden
Der Männer rings umher,
Aus ihren Liebesbanden
War keine Rettung mehr.
Coro
Lorelei, Lorelei, Lorelei,
Als wären’s meiner drei.
(x2)
(XII Brentano)
Die Augen sanft und wilde,
Die Wangen rot und weiß,
Die Worte still und milde
Das ist mein Zauberkreis.

Ich selbst muß drin verderben,
Und bin des Wartens müd’,
Denn keiner kann bestehen,
Der meine Augen sieht
Note
(6) pittoresco paesino della valle del Reno
(7) Cassetti traduce “che strappa ogni cuore” “Hinreißen” significa “rapire”, ma anche “deliziare”, “incantare” o “portare via”
(8) Ich selbst muß drin verderben,
Das Herz tut mir so weh,
[traduce Claudio Cassetti: Io stessa devo rovinarmi nel piacere, il cuore mi fa così male]
ma il verso messo così a fine ballata sembra voler dire “mi devo buttare nel Reno per morire perchè soffro per amore”
(9) Wartens è nell’originale Lebens la strofa dice
Herr Bischof laßt mich sterben,
Ich bin des Lebens müd
Weil jeder muß verderben,
Der meine Augen sieht.
[traduce Claudio Cassetti:
Signor vescovo, mi faccia morire
io sono stanca di vivere
perché chiunque mi guarda negli occhi
deve rovinarsi nel piacere = deve perire]

Più completa la versione dei Die Streuner (gruppo tedesco di musica medievale)

Die Streuner in Fürsten in Lumpen und Loden 2004

Traduzione italiana di Claudio Cassetti
I
A Bacharach(6) sul Reno
abitava una maga
così bella e fine
che molti cuori ammaliava(7)
II
Portava molta vergogna[rovina]
agli uomini attorno a lei
dai suoi lacci d´amore
non c´era più salvezza
Coro
Lorelei, Lorelei, Lorelei,
come se ce ne fossero tre
III
Gli occhi dolci e selvaggi
le guance rosse e bianche
le parole silenziose e lievi
questo è il mio incantesimo
IV (strofa rimaneggiata)
Io stessa devo perire(8)
sono stanca di aspettare(9)
perchè non può sopravvivere
colui che mi guarda negli occhi!

Faun Lorelei in Von den Elben (Deluxe Edition) [2013]

Strega incantatrice o vittima della sua bellezza? Nella poesia la fanciulla si è dannata perchè possiede un fascino ammaliatore, la sua bellezza è un peso e una condanna, ma paradossalmente l’unico uomo da lei amato l’ha abbandonata!!
Per seguire una logica nella storia verrebbe da presumere che la fanciulla si sia data alla stregoneria (abbia indurito il suo cuore) per vendicarsi del genere maschile e far soffrire gli uomini così come lei soffre per il tradimento del suo unico amore!!

La Loreley di Guillaume Apollinaire 1913: À Bacharach il y avait une sorcière blonde

Guillaume Apollinaire ricalca la storia del Brentano aggiungendo un dettaglio mitico, la sua Lorelei, specchiandosi nel Reno, rimane vittima del suo stesso riflesso. Come nel mito di Narciso.


À Bacharach il y avait une sorcière blonde
Qui laissait mourir d’amour tous les hommes à la ronde
Devant son tribunal l’évêque la fit citer
D’avance il l’absolvit à cause de sa beauté
Ô belle Loreley aux yeux pleins de pierreries
De quel magicien tiens-tu ta sorcellerie
Je suis lasse de vivre et mes yeux sont maudits
Ceux qui m’ont regardé évêque en ont péri
Mes yeux ce sont des flammes et non des pierreries
Jetez jetez aux flammes cette sorcellerie
Je flambe dans ces flammes ô belle Loreley
Qu’un autre te condamne tu m’as ensorcelé
Évêque vous riez Priez plutôt pour moi la Vierge
Faites-moi donc mourir et que Dieu vous protège
Mon amant est parti pour un pays lointain
Faites-moi donc mourir puisque je n’aime rien
Mon cœur me fait si mal il faut bien que je meure
Si je me regardais il faudrait que j’en meure
Mon cœur me fait si mal depuis qu’il n’est plus là
Mon cœur me fit si mal du jour où il s’en alla
L’évêque fit venir trois chevaliers avec leurs lances
Menez jusqu’au couvent cette femme en démence
Va-t’en Lore en folie va Lore aux yeux tremblants
Tu seras une nonne vêtue de noir et blanc
Puis ils s’en allèrent sur la route tous les quatre
La Loreley les implorait et ses yeux brillaient comme des astres/Chevaliers laissez-moi monter sur ce rocher si haut
Pour voir une fois encore mon beau château
Pour me mirer une fois encore dans le fleuve
Puis j’irai au couvent des vierges et des veuves
Là-haut le vent tordait ses cheveux déroulés
Les chevaliers criaient Loreley Loreley
Tout là-bas sur le Rhin s’en vient une nacelle
Et mon amant s’y tient il m’a vue il m’appelle
Mon cœur devient si doux c’est mon amant qui vient
Elle se penche alors et tombe dans le Rhin
Pour avoir vu dans l’eau la belle Loreley
Ses yeux couleur du Rhin ses cheveux de soleil

Video di ‘Strega (La Loreley)’, brano di Verdiano Raw tratto dall’album Metaxy (c) ArkRecords 2012.

Traduzione italiana[4]
Alla bionda incantatrice della terra del Reno
venivano a frotte uomini ebbri d’amore.
E davanti a sé la citò il Vescovo
perdonandole ogni cosa grazie alla sua bellezza.
«Dimmi Lorelei dagli occhi così belli,
chi ti ha dato il tuo malvagio incantamento?»
«La vita mi è di peso e i miei occhi son maledetti.
Chiunque mi guardi è condannato.
Vescovo, i miei occhi sono fiamme,
gettate quindi questo incantamento alle fiamme».
«Lorelei, il tuo fuoco è così potente che io pure ne sono stregato e non posso essere il tuo giudice».
«Tacete Vescovo. Pregate e sappiate:
Dio vuole la mia esecuzione.
Il mio amante è partito, è in una terra lontana.
Nulla mi da piacere, nulla vale la pena.
Il mio cuore è tanto malato, io devo morire.
Perfino il mio sembiante mi fa pensare alla morte.
Il mio amante è partito e da quel giorno
nulla mi da piacere, l’oscurità riempie il mio cuore».
Il Vescovo chiamò tre cavalieri.
«Presto, portate Lorelei in un lontano convento.
Vai, folle Lorelei, dagli occhi tremanti!
Tu sarai una suora e i tuoi occhi si offuscheranno».
I tre cavalieri condussero la fanciulla lungo il cammino.
Ella pregava i suoi austeri e silenziosi accompagnatori:
«Lasciatemi salire su quella roccia
per guardare il mio castello ancora una volta,
per guardarmi ancora una volta nel Reno prima
ch’io entri nel buio chiostro».
Il vento gonfia i suoi capelli e gli occhi sono di fuoco.
Invano la scorta chiama: «Lorelei, torna indietro».
«Alla curva del Reno sopraggiunge una barca,
sopra c’è il mio amante, egli mi chiama.
Il mio cuore è così leggero e l’onda così limpida…».
Dalla roccia si getta e cade nel Reno Lorelei,
per aver visto nelle acque tranquille del fiume
il riflesso dei suoi occhi e dei suoi capelli di sole.

A Loreley

Una rielaborazione della storia raccontata da Guillaume Apollinaire viene dall’Italia in un testo in rima del gruppo valdostano L’Orange

 L’Età dell’Oro 2013

Il testo è una rielaborazione italiana in rima baciata della versione francese di Guillaume Apollinaire in cui però la follia della fanciulla nasce dal suicidio di uno dei suoi spasimanti

il video ufficiale girato in Val Veny, Valle d’Aosta con la regia di Davide Borettaz

Lungo il fiume che taglia il confine francese
tra le valli più belle, le pianure più estese
esisteva un villaggio che adesso è memoria
ed è qui che incomincia questa mia storia
Loreley era bella e viveva al villaggio
e viveva da sola con orgoglio e coraggio
del Reno i suoi occhi erano limpidi specchi
e spezzavano il cuore a giovani e vecchi.
Ma un giorno il più puro per disperazione
saltò la sponda del ponte mormorando il tuo nome!
Loreley quei tuoi occhi sono valsi una vita
ti credesti colpevole, fosti pentita.
E nella tua mente si insinuò la follia
e ti volesti accusare di stregoneria
dal vescovo andasti: “che io sia condannata
e domenica in piazza sul rogo bruciata”
ma il vescovo stesso per la tua bellezza
anzichè condannarti implorò una carezza
ti disse: “signora placherai il tuo tormento
nello stanco pallore di un vecchio convento”
addio Loreley coi capelli di grano
sarai prigioniera in quel posto lontano,
addio Loreley con lo sguardo alto e fiero
non sarai che una suora vestita di nero.
E per i campi alsaziani iniziaste il cammino
tu e i soldati custodi del tuo destino
e arrivasti a sentire un rumore di schiume
Loreley ti trovasti di nuovo sul fiume.
Col cuore nel pugno pregasti i piantoni
di aspettare un momento, di essere buoni
“il futuro è già triste, lasciatemi almeno
posare lo sguardo ancora sul Reno”.
E mentre guardavi vedesti il tuo viso
o il viso di un angelo del paradiso,
saltasti sicura e tra gli annegati
sono da allora i tuoi occhi cantati.

Die Loreley di Heinrich Heine 1824: Ich weiß nicht, was soll es bedeuten

Die Lureley
Carl Joseph Begas, Die Lureley, 1835, olio su tela(da Wikimedia)

Nella versione di Heine siamo alla contaminazione del mito (il nix nordico e la sirena omerica), Loreley è la ninfa-sirena del Reno, assisa sulla roccia che canta mentre si pettina i capelli dorati, e getta una malia sul fiume. Così il barcaiolo è sopraffatto dal canto, guarda verso l’alto dimentico della navigazione, e perisce nelle acque.

La poesia ci descrive solo la ninfa nei tratti che le sono caratteristici, ma non racconta la sua storia.
La versione base del folklore locale narra di una fanciulla innamorata che attendeva il suo barcaiolo scrutando il fiume dall’alto di una roccia. Quando il marinaio non ritornò più lei si gettò dalla rupe e il suo spirito è lì ancora a vendicarsi dell’infedeltà dei marinai, seducendoli con il canto. In un’altra versione Lorelei è una creatura soprannaturale (sua padre è Reno personificazione del fiume) che attira con il canto i marinai di passaggio per farli affogare (e presumibilmente mangiarseli). Un nobile del posto il cui figlio è morto per mano dell’ondina manda i suoi soldati con l’ordine di ucciderla. In suo soccorso un cavallo d’acqua la trasporta sul fondo del fiume. Da allora l’ondina appare solo come un gioco di luci al tramonto.

Heine però fin dai primi versi ironizza sul presunto mito tedesco tradizionale della Lorelei, “L’ondina non vede però la luce in un Reno incontaminato: il fiume all’epoca è già parte di un percorso escursionistico consolidato, con le crociere che attraversano il suo alveo e le sue insenature. La roccia della Lorelei viene presto inglobata nel panorama turistico: il suo mito .. è impacchettato per i visitatori e per i passeggeri delle navi.[6]


1. Ich weiß nicht, was soll es bedeuten,
Daß ich so traurig bin,
Ein Märchen aus uralten Zeiten,
Das kommt mir nicht aus dem Sinn.
Die Luft ist kühl und es dunkelt,
Und ruhig fließt der Rhein;
Der Gipfel des Berges funkelt,
Im Abendsonnenschein.
2. Die schönste Jungfrau sitzet
Dort oben wunderbar,
Ihr gold’nes Geschmeide blitzet,
Sie kämmt ihr goldenes Haar,
Sie kämmt es mit goldenem Kamme,
Und singt ein Lied dabei;
Das hat eine wundersame,
Gewalt’ge Melodei.
3. Den Schiffer im kleinen Schiffe,
Ergreift es mit wildem Weh;
Er schaut nicht die Felsenriffe,
Er schaut nur hinauf in die Höh’.
Ich glaube, die Wellen verschlingen
Am Ende Schiffer und Kahn,
Und das hat mit ihrem Singen,
Die Loreley getan.

Lorelei the Nymph of the Rhine -Charles Edward Halle: pallido incarnato, capelli lungi e vaporosi biondo-ramato o color del miele, sguardo seducente un po’ malinconico -con due occhi cerulei ombreggiati da lunghe ciglia, una bocca di rosa che sembra una promessa, la posa seducente e aggraziata, il corpo dalle morbide curve appena velato. Lorelei si appoggia alla roccia da cui sgorga una cascatella.. il ritratto è chiaramente ispirato dalla poesia di Heine (ingrandimento immagine)

La versione musicata nel 1837 da Friedrich Silcher, divenuta una canzone popolare molto amata, fu la prima di una lunga serie di composizioni classiche e cameristiche (Mendelssohn, Schubert, Schumann e Liszt)
Fu proprio il connubio tra poesia e musica a diffondere anche all’estero la leggenda di Lorelei.

Richard Tauber
Kriemhild Maria Siegel

Traduzione italiana di Diego Valeri
Io non so che voglia dire
che son triste, così triste.
Un racconto d’altri tempi(1)
nella mia memoria insiste.
Fresca è l’aria e l’ombra cala,
scorre il Reno quietamente;
sopra il monte raggia il sole
declinando all’occidente(2).
La bellissima fanciulla
sta lassù, mostra il tesoro(3)
dei suoi splendidi gioielli,
liscia i suoi capelli d’oro.
Mentre il pettine maneggia,
canta, e il canto ha una malia
strana e forte che si effonde
con la dolce melodia.
Soffre e piange il barcaiolo,
e non sa che mal l’opprima,
più non vede scogli e rive,
fissi gli occhi ha su la cima.
Alla fine l’onda inghiotte
barcaiolo e barca…Ed ahi!
Questo ha fatto col suo canto
la fanciulla Lorelei.

Traduzione di Natalino Sapegno [5]
Non so perché in fondo al cuore
così triste mi sento:
una fiaba d’antichi tempi(1)
non vuole uscirmi di mente.
L’aria è fresca e s’imbruna;
placido il Reno scorre;
la cima del monte s’illumina
nel raggio del sole che muore.(2)
Quasi un prodigio, una fanciulla
bellissima lassù siede:
lampeggiano aurei gioielli(3);
si pettina le chiome d’oro.
Con aureo pettine le avvolge,
modulando una sua canzone:
ricca di un fascino arcano,
violento, la melodia risuona.
Nell’esile nave il marinaio
selvaggia angoscia afferra:
più non vede gli aguzzi scogli,
proteso è il suo guardo nell’alto.
Ben so che l’onde alla fine
vascello e nocchiero ingoiano:
così del canto della Lorelei
il fascino arcano s’adempie.
NOTE
(1) una frase ironica perchè il poeta sapeva benissimo che il mito di Lorelei era nato appena un ventennio prima dall’invenzione di Clemens Brentano
(2) La ninfa appare come un miraggio luminoso nel crepuscolo
(3) nell’Anello del Nibelungo le Ondine sono le custodi del tesoro del Reno

Waldgespräch di Joseph Freiherr von Eichendorff: Es ist schon spät, es wird schon kalt

Joseph Freiherr von Eichendorff scrive una breve poesia su Loreley, dal titolo Waldgespräch (Dialogo nel bosco)[7] messa in musica da Robert Schumann come terzo Lied della raccolta Liederkreis op. 39 del 1840.
Qui Lorelei è decisamente una Belle Dame sans Merci


Es ist schon spät, es wird schon kalt,
Was reitst du einsam durch den Wald?
Der Wald ist lang, du bist allein,
Du schöne Braut! Ich führ dich heim!
»Groß ist der Männer Trug und List,
Vor Schmerz mein Herz gebrochen ist,
Wohl irrt das Waldhorn her und hin,
O flieh! Du weißt nicht, wer ich bin.«
So reich geschmückt ist Roß und Weib,
So wunderschön der junge Leib,
Jetzt kenn ich dich – Gott steh mir bei!
Du bist die Hexe Lorelei.
»Du kennst mich wohl – von hohem Stein
Schaut still mein Schloß tief in den Rhein.
Es ist schon spät, es wird schon kalt,
Kommst nimmermehr aus diesem Wald!«

Traduzione italiana di Selena Colombera[8]
S’è fatto tardi, fa freddo ormai,
Perché nel bosco a cavallo vai?
Il bosco è grande, tu sola vai errando,
Come sei bella! In moglie ti prendo!
“Grande è l’inganno dell’uomo, e l’astuzia,
e dal dolore il mio cuore si spezza,
Del corno silvestre echeggia già il suono,
Oh fuggi! Non sai chi davvero io sono(1).”
Donna e destriero hanno un ricco ornamento,
Fiero lo sguardo e il portamento…
Che Dio mi assista! Ti riconosco ormai!
Tu sei la strega Lorelei.
“Tu ben mi conosci – dall’alta scogliera Sul Reno
s’affaccia la mia antica dimora.
Ma fa già freddo, è tardi ormai,
Da questo bosco mai più tu uscirai!”
NOTE
(1) le ondine vivono nei boschi e in luoghi solitari, spiriti infantili e curiosi, sono raffigurate generalmente come belle ed esili fanciulle dalla sessualità spregiudicata. Lorelei al contrario è una creatura fatale.

Lorelei incarna la bellezza teutonica

Loreley la versione di Martersteig Friedrich Wilhelm Martersteig 1872
dall’originale di Carl Ferdinand Sohn, 1852/53 in Stiftung Museum Kunstpalast, Düsseldorf [il dipinto è stato anche serigrafato da Georg Jacob Felsing]

Nell’immaginario tedesco Lorelei è una bionda gigantessa dalle forme procaci più o meno svestita, una donna teutonica, “stereotipo della donna ammaliante, vigorosa e crudele”[9] cioè una donna alta, di carnagione chiara, bionda, con lunghi capelli lisci e con occhi azzurri e trasparenti. Il Romanticismo tedesco d’altronde predicava il recupero dell’antica grandezza e fierezza delle stirpi germaniche -siamo ad un passo dal mito della razza superiore, perseguito pervicacemente nel secolo successivo dalla dittatura nazista.
Intellettuali romantici e popolo tedesco vedevano nella Lorelei descritta da Heine una guardiana bellicosa a difesa del suolo tedesco che ergendosi sulla roccia nella sua teutonica bellezza gettava incantesimi sul marinaio straniero e fracassare le navi nemiche sugli scogli. Così per minimizzare il fatto che Heine fosse un tedesco di origine ebraica la sua Die Loreley venne spacciata dal programma culturale del regime come poesia di autore anonimo!

Loreley nel XX-XXI secolo

Molti i musicisti-compositori che si sono ispirati alla figura di Lorelei, qui ne richiamo solo alcuni

The Pogues in Peace and Love 1989 – Lorelei (brano composto dal chitarrista Philip Chevron)
Una melodia bellissima che resta in testa come un incantesimo. Il marinaio lavora su un battello che attraversa il Reno, fiume dalle mille insidie soprattutto nell’ansa in cui dimora Lorelei, famigerata ondina che faceva annegare i marinai mandando le loro navi contro le rocce. Ma il fiume è una metafora della vita e il marinaio si interroga sul suo legame amoroso travagliato e di chi egli sia in realtà innamorato.


I
You told me tales of love and glory
Same old sad songs, same old story
The sirens sing no lullaby
And no-one knows but Lorelei
Castles out of fairytales
Timbers shivered where once there sailed
The lovesick men who caught her eye
And no-one knew but Lorelei
CHORUS
River, river have mercy
Take me down to the sea
For if I perish on these rocks
My love no more I’ll see
II
I’ve thought of you in far-off places
I’ve puzzled over lipstick traces
So help me god, I will not cry
And then I think of Lorelei
I travel far and wander wide
No photograph of you beside me
Ol’ man river’s not so shy
And he remembers Lorelei
III
If I should float upon this stream
And see you in my madman’s dream
I’d sink into your troubled eyes
And none would know ‘cept Lorelei
IV
But if my ship, which sails tomorrow
Should crash against these rocks,
My sorrows I will drown before I die
It’s you I’ll see, not Lorelei

Philip Chevron canta con Kirsty MacColl

Traduzione italiana di Cattia Salto
I
Mi narravi storie d’amore e di gloria
le solite e vecchie canzoni tristi, la stessa vecchia storia.
Le sirene non cantano la buonanotte
e chi meglio lo sa di Lorelei?
Castelli usciti dalle fiabe.
velieri fatiscenti dove una volta là facevano vela
gli uomini malati d’amore che lei incantava,
e chi meglio lo sa di Lorelei?
CORO
Fiume abbi pietà
portami verso il mare
perché se io muoio su queste rocce
il mio amore non vedrò più
II
Ho pensato a te in posti lontani
ho riflettuto sulle tracce di rossetto
così che Dio m’aiuti, non mi lamenterò
pensando a Lorelei.
Viaggio in ogni dove
nessuna fotografia con te al mio fianco,
il comandante non si spaventa del fiume
e lui si ricorda (1) di Lorelei
III
Se dovessi navigare su questo fiume
e vederti nel mio incubo(2)
sprofonderei nei tuoi occhi inquieti
e nessuno lo saprebbe tranne Lorelei
IV
Ma se la mia nave, che parte domani
si schianterà contro queste rocce,
i miei dispiaceri annegherò e prima di morire,
sarà te che vedrò, non Lorelei
NOTE
(1) credo che qui voglia significare “conosce la leggenda di Lorelei”
(2) l’indomani il marinaio sarà sul battello sul Reno, e potrebbe essere una traversata senza pericoli, ma non nel suo sogno notturno in cui sarà tormentato dal rimorso per aver tradito la sua innamorata. E chi meglio di Lorelai può conoscere il tormento di un amore infedele?

Blackmore’s Night Loreley in “Ghost of a Rose” 2003


I
Merrily we sailed along
Though the waves were plenty strong
Down the twisting river Rhine
Following a song…
Legend’s faded storyline
Tried to warn us all
Oh, they called her “Loreley”
Careful or you’ll fall
II
Oh, the stories we were told
Quite a vision to behold
Mysteries of the seas
in her eyes of gold…
Laying on the silver stone,
such a lonely sight
Barnacles become a throne,
my poor Loreley…
CHORUS
And the winds would cry,
and many men would die
And all the waves would
bow down to the Loreley…
III
You would not believe your eyes,
how a voice could hypnotize
Promises are only lies from Loreley
In a shade of mossy green,
seashell in her hand
She was born the river queen,
ne’er to grace the land…
IV
Oh, the song of Loreley
Charms the moon right from the sky…
She will get inside your mind,
loveley Loreley…
When she cries “Be with me
until the end of time”
You know you will ever be
with your Loreley…

Traduzione italiana di Cattia Salto
I
Navigavamo in allegra compagnia
anche se le onde erano impetuose,
lungo il Reno sinuoso,
seguendo una canzone…
L’esile trama di una leggenda,
che ha cercato di metterci tutti in guardia,
Oh, la chiamavano “Loreley”,
attento o t’innamorerai(1)
II
Oh, le storie che furono narrate
proprio uno splendore da ammirare,
i misteri del mare
nei suoi occhi dorati…
Sdraiata su una roccia d’argento,
un’apparizione solitaria
sul trono di conchiglie,
mia povera Loreley…
CORO
E i venti avrebbero gridato,
e molti uomini sarebbero morti
e tutte le onde si sarebbero
assoggettate a Loreley…
III
Non credereste ai vostri occhi
quanto una voce possa ipnotizzare,
le promesse di Loreley sono solo bugie.
In una tonalità di verde muschio,
una conchiglia tra le sue mani
è nata la regina del fiume,
giammai per abbellire la terra…
IV
Oh, il canto di Loreley
affascina la luna su nel cielo..
ti si ficcherà in testa,
bellissima Loreley…
Quando lei si lamenta “Rimani con me
fino alla fine dei tempi”
sai che vorrai sempre stare
con la tua Loreley…
NOTE
1) to fall in questo contesto significa cadere innamorato

Alcuni artisti considerano Lorelai una femme fatale che li ha incantati ma non ha mantenuto le promesse come nella versione degli Scorpions

Scorpions

Nella versione di Massimo Bubola è una sirenetta che si uccide con un coltello da pirati

Massimo Bubola
Theatre Of Tragedy
Cocteau Twins 1984

In ultimo mi sono imbattuta in questo album distribuito tramite bandcamp.com dal titolo Die Loreley interamente basato sulla leggenda di Lorelei

L’iconografia di Lorelei

Moltissime le raffigurazioni della roccia-ninfa del Reno a partire per l’appunto dall’Ottocento fino ai nostri giorni: dipinti, illustrazioni, statue, fotografie, a significare il grande impatto del mito sull’immaginario non solo patrimonio di un popolo ma diventato collettivo.
Vediamo Lorelei che si pettina i lunghi capelli o suona uno strumento (arpa, liuto, cetra) volgendo lo sguardo al fiume sottostante o al cielo, mentre il sole tramonta e spuntano le prime stelle o risplende una luna piena; in alcuni ha coda di sirena, ma per la maggior parte la veste è così lunga che le ricopre completamente gambe e piedi (e sotto potrebbe esserci una coda pisciforme oppure un corpo completamente umano). Spesse volte è semisvestita con l’incarnato di perla e talvolta ai suoi piedi si scorge il naufrago semi-morente che implora un suo bacio o il battello che sta per infrangersi tra gli scogli.

Ecco una breve carrellata di ciò che mi ha particolarmente colpito curiosando nel web (in ordine sparso) – una nutrita serie di immagini in https://www.akg-images.co.uk/CS.aspx?VP3=SearchResult&VBID=2UMES6QYKBSAR&RW=1342&RH=959
interessante anche la raccolta privata di Ray Hann (cartoline e stampe) https://postcardhistory.net/2021/02/the-story-of-the-lorelei/

William Turner nel 1817 dipinge sette diversi punti di vista sulla roccia di Loreley (oltre a numerosi schizzi) –https://www.turner-route.de/#315, in quello ritenuto più interessante abbiamo una vista sulla roccia e il Katz Castle

William Turner

Max Slevogt Lorelei 1886 opera giovanile dettaglio dipinto olio su tela –Landesmuseum Mainz
La Lorelei di Ed Org si erge dalle acque del fiume

[1] tratto da http://www.viaggio-in-germania.de/lorelei.html
[2] testo completo della poesia https://sites.unimi.it/lettted/sub/lyrik/Ball_Bre1.html
[3] https://senzaretenews.files.wordpress.com/2017/08/loreley-traduzioni-di-viaggio.pdf
[4] una versione un po’ libera dal libretto tradotto in https://www.flaminioonline.it/Guide/Shostakovich/Shostakovich-Sinfonia14-testo.html
[5] https://antonio-ragone.blogspot.com/2011/10/lorelei-poesia-di-heinrich-heine.html?m=0
[6] http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/17681/876118-1247227.pdf?sequence=2
[7] https://www.lieder.net/lieder/get_text.html?TextId=5311
[8]https://www.academia.edu/38186002/Selena_Colombera_Le_Sirene_nella_Musica_Vocale_da_Camera_pdf
[9] per dirla con le parole di Evelina Giacometti http://www.senecio.it/sag/teuto.pdf
Altri Link consultati
https://elephantandcastle.unibg.it/web/uploads/saggi/678c70adcaf2c2672a6a55bf621b2e811ee1d8e7.pdf
https://www.bimboinviaggio.com/destinazioni/con-la-famiglia-lungo-la-valle-del-reno-tra-il-mito-della-loreley/


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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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