FOLKLORISTI del XVIII-XIX secolo
FRANCIS JAMES CHILD
Etnomusicologi XX secolo
Cecil Sharp
James Madison Carpenter
Alan Lomax
BIBLIOGRAFIA
SAGGISTICA e TESTIMONIANZE
RISORSE DELLA RETE
FOLKLORISTI del XVIII-XIX secolo
Era il 1765 quando il rev Thomas Percy salvò dalle fiamme un manoscritto di vecchie ballate (usato per accendere la legna in cucina) e pubblicò “Reliques of Ancient English Poetry” destando un enorme interesse negli scrittori del Romanticismo inglese e tedesco.
Lo seguì a ruota Sir Walter Scott con le ballate della sua Scozia. (vol III Cf)
FRANCIS JAMES CHILD
Fu però uno studioso americano Francis James Child della Harvard University ad assumersi l’onere e l’onore di raccogliere, classificare e raccontare il vasto patrimonio delle Ballate tradizionali. A partire dal 1870, Child iniziò a rintracciare ogni versione esistente nella tradizione inglese e scozzese -e ci si dedicò per il resto della sua vita.
versione letteraria
Ma Child era un letterato e il suo approccio fu quello dello studioso del testo, piuttosto del collezionista sul campo, perciò raccolse ogni copia manoscritta anche in forma frammentaria che lo stuolo di colleghi e collaboratori in giro per le isole britanniche riuscivano a trovare. Secondo lui la ballata popolare britannica non era più una tradizione vivente!
Child ha raccolto una “versione letteraria” delle ballate popolari, molte di queste provenienti da pubblicazioni settecentesche censurate o “migliorate” dagli appassionati folkloristi che le avevano pubblicate (primo tra tutti il Percy).
Tuttavia i suoi volumi sono una pietra miliare per ogni folklorista e fu lui a ispirare una nuova generazione convinta però che la tradizione orale non fosse scomparsa.
Nei primi anni del XX secolo in molti iniziarono a raccogliere le canzoni folk con le relative melodie.
[English translation]
It was 1765 when Rev Thomas Percy saved a manuscript of old ballads from flames (it was used to light wood in the kitchen) and he published “Reliques of Ancient English Poetry“, arousing enormous interest in both English and German Romantic writers .
Sir Walter Scott followed with the ballads of his Scotland. (Vol III Cf)
Francis James Child
However, it was an American scholar Francis James Child of Harvard University who took on the burden and honor of collecting, classifying and narrating the vast heritage of the Traditional Ballads. Beginning in the 1870s. Child traced every version existing in the English and Scottish tradition – and devoted himself to it for the rest of his life.
literary version
But Child was a scholar and his approach was that of the scholar of the text, rather of the collector in the field, therefore he collected every handwritten copy also in fragmentary form that the crowd of colleagues and collaborators around the British Isles could find. According to him, “British folk ballad was no longer a living tradition“!
Child has collected a “literary version” of popular ballads, many of these coming from eighteenth-century publications censored or “improved” by the folklorist who published them (first of all the Percy).
However his volumes are a milestone for every folklorist and he was the one who inspired a new generation convinced however that the oral tradition had not disappeared.
In the early years of the twentieth century, many began to collect folk songs with their melodies.
In Italia fu il diplomatico Costantino Nigra (1828 -1907) a catalogare una buona parte del patrimonio folklorico del Piemonte che pubblicò nel 1888 con il titolo di “I canti popolari del Piemonte”.
Fu il punto di partenza degli studi etnografici condotti in Terra Piemontese: una raccolta di 150 canzoni in lingua piemontese con traduzione italiana, varianti e riscontri nella poesia popolare straniera. Ballate epico-liriche in Piemonte che Costantino Nigra definì di area Celto-romanza (celto-latina). Poichè vi ravvisò una somiglianza per contenuto e forma tra Italia Superiore, Provenza, Francia e Catalogna.
continua in Musica Folk del Piemonte Celtico
Etnomusicologi XX secolo: la ricerca sul campo
CECIL SHARP PROJECT 2011
Cecil Sharp fu colui che ebbe l’idea di andare a cercare le vecchie ballate tra i coloni britannici e scozzesi in America e in particolare tra gli abitanti delle regioni montuose più isolate, Tra il 1914 e il 1918 Sharp e il suo segretario Maud Karpeles viaggiarono per i Monti Appalachi e raccolsero un migliaio circa di canzoni, scoprendo che molte delle ballate di Child erano ancora cantate, anche se aveva preso titoli diversi e i testi erano cambiati adeguandosi alle nuove circostanze.
English Folk Songs from the Southern Appalachians (archivio digitale del libro)
Scriveva Sharp a proposito delle broadside ballads e della tradizione orale: “Molte di queste ballate sui fogli volanti erano il prodotto di tagli letterari delle città, gli scribacchini di Fleet Street del giorno; ogni tanto venivano scritti da venditori di ballate di fama letteraria, come Martin Parker. Alcune di esse erano imparate dai venditori ambulanti durante i loro giri per le campagne e venivano poi ripetute, per una ricompensa, ai loro datori di lavoro. In questo modo la ballata tradizionale si fece strada sul foglio volante, ma, di solito, in una forma molto confusa, e dopo molte modifiche. Di conseguenza, il foglio di ballata, mentre aiutava la divulgazione della ballata, tendeva anche a imbastardirla. Solo molto raramente una vera ballata tradizionale si è fatta strada verso un foglio volante senza subire corruzione. Una versione su fogli della ballata è di solito, quindi, molto noncurante e ampiamente inferiore alla vera canzone contadina“
[per l’approfondimento sull’argomento vedasi Riccardo Venturi nella sua introduzione alle Child Ballads]
Bretagna: fogli volanti, strumenti dimenticati, lingue addormentate, radici vive… (Flavio Poltronieri)
James Madison Carpenter
Una vasta raccolta di canzoni tradizionali dall’Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda e Stati Uniti nel 1927-55
[English translation]
Cecil Sharp was the one who had the idea of going to look for the old ballads among the British and Scottish colonists in America and in particular among the inhabitants of the most isolated mountainous regions. Between 1914 and 1918 Sharp and his secretary Maud Karpeles, traveled for the Appalachian Mountains and they collected about a thousand songs, discovering that many of Child’s ballads were still sung, even though he had taken different titles and the lyrics had changed adapting to the new circumstances.
English Folk Songs from the Southern Appalachians.
Sharp wrote about broadside ballads and oral tradition: “Many of these broadside ballads were the productions of the literary hacks of the towns, the Fleet Street scribblers of the day; occasionally they were written by ballad-mongers of literary repute, like Martin Parker. Some of them were learned by the hawkers during their country excursions, and were afterwards recited by them, for a consideration, to their employers. In this manner the traditional ballad found its way on to the broadside, but, usually, in a very garbled form, and after many editings. Consequently, the ballad-sheet, while it aided the popularization of the ballad, also tended to vulgarize it. It was only very rarely that a genuine traditional ballad found its way on to a broadside without suffering corruption. A broadside version of a ballad is usually, therefore, a very indifferent one, and vastly inferior to the genuine peasant song” (in English Folk-song, some conclusions 1907)
Alan Lomax è stato tra i pionieri in suolo statunitense dei ricercatori sul campo (padre e figlio produssero a partire dal 1933 il nucleo del nascente Archive of American Folk Song- Biblioteca del Congresso)
Alan Lomax condusse una vasta campagna di registrazioni per conto della Columbia Records, affiancato da importanti studiosi ed etnomusicologi locali (da Diego Carpitella in Italia e Peter Kennedy in Gran Bretagna)
Alan Lomax was among the pioneers in the US of field researchers (father and son produced the nucleus of the nascent Library of Congress Archive of American Folk Song)
Alan Lomax conducted an extensive recording campaign on behalf of Columbia Records,
supported by important local scholars and ethnomusicologists (to Diego Carpitella in Italy and Peter Kennedy in Great Britain)
Ballad Revival
Scrive Riccardo Venturi
“Negli ultimi decenni si è avuto però un inaspettato ritorno di interesse verso le antiche ballate popolari angloscozzesi (e per le loro versioni americane). Riprese da folksingers e gruppi più o meno noti (da Joan Baez ai Pentangle, dai Chieftains agli Steeleye Span, dai Planxty a Maggie Holland per arrivare in singoli casi a Simon & Garfunkel ed alle traduzioni italiane di Fabrizio De André e Angelo Branduardi), le Child Ballads sono tornate, specialmente dagli anni ’60 e ’70 (quando hanno avuto persino carattere di “protesta” come praticamente qualsiasi cosa si contrapponesse alla musica commerciale) ad essere ascoltate, suonate, cantate ed amate da un vasto pubblico in tutto il mondo. Ma non si deve assolutamente pensare che tale interesse significhi la rinascita delle ballate tradizionali come forma d’arte popolare originale e viva. Sotto questo aspetto, la ballata ha virtualmente cessato di esistere e potrebbe essere fatta rivivere solo mettendo le lancette della civiltà indietro di secoli. Il revival delle ballate tradizionali è in realtà una sorta di “museo”, dove dei colti classificatori espongono al pubblico dei reperti di un’altra epoca; per continuare la metafora, un raccoglitore/traduttore di ballate è un po’ come un entomologo che prepara ed etichetta degli esemplari di farfalle rare per un’esposizione. Come una farfalla in vitro non è la stessa cosa di una viva e vegeta che svolazza libera in un giardino, una ballata stampata e tradotta in un libro è sicuramente poca cosa in confronto ad una cantata e suonata durante un’autentica festa contadina (se mai ancora ne esistano); ma, forse, c’è qualche merito anche nell’esporre una specie prima della sua definitiva estinzione.“
BIBLIOGRAFIA
[i link puntano ai pdf o agli e-book dei testi]
- BALDI, Sergio, Ballate popolari d’Inghilterra e di Scozia, testo, traduzione, introduzione e note a cura di Sergio Baldi. Firenze, Sansoni editore, 1946 (rist. anastatica, ibidem, 1983)
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- CHILD, Francis James: The English and Scottish Popular Ballads, 5 voll., Harvard University Press, 1882-1898 (rist., ibidem, 1957) – archivio digitale English and Scottish popular ballads 1904
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- FRIEDMANN Albert B.: The Penguin Book of Folk Ballads of the English-speaking World, edited by Harmondsworth, Penguin Books, 1956 (Rist.: ibidem, 1982)
- GREIG, Gavin: Last Leaves of Traditional Ballads, edited by Alexander Keith. Aberdeen, Scotland, 1925
- HERD, David: The Ancient and Modern Scots Songs, Heroic Ballads and other Poems, Edinburgh, 1769; [edizione ampliata, 2 voll., ibidem, 1776]
- KINLEY, James: The Oxford Book of Ballads, selected and edited by James Kinley. Oxford and New York, Oxford University Press, 1982
- KINLOCH, G.R.: Ancient Scottish Ballads. London and Edinburgh, 1827
- MELLINGER, E. H.: Folk Songs from the Southern Highlands. New York, 1938 – -archivio digitale in Traditional music
- MOTHERWELL, William: Minstrelsy. Glasgow, 1827
- PEPYS, Samuel: The Pepys Ballads, edited by H.E. Rollins, 8 voll., Cambridge, Mass., 1929-1932
- PERCY, Thomas: Reliques of Ancient English Poetry, 8 voll., London, 1765; Reliques of Ancient English Poetry, London, New York edited by G. Routledge and sons, 1857; Bishop Percy’s Folio Manuscript, edited by J.W. Hales and F.J. Furnivall, with a Supplement of “Loose and Humorous Songs”. 3 voll., London 1867-1868
- QUILLER-COUCH, (Sir) Arthur: The Oxford book of ballads, chosen and edited by Arthur Quiller-Couch, 1910 – archivio digitale The Oxford Book of Ballads; progetto Gutenberg The Oxford Book of Ballads by Arthur Quiller-Couch
- RAMSAY, Allan: The Tea-Table Miscellany, 4 voll., Edinburgh, 1723-1740 [II edizione: ibidem, 1750]
- RAVENSCROFT, Arthur: Deuteromelia. London, 1609; Melismata, Musicall Phansies. London, 1611 – archivio digitale D M
- Roxburghe Ballads, edited by William Chappell and J.W. Ebsworth, 9 voll., Hertford and London, 1871-1899
- SCOTT, [Sir] Walter: Minstrelsy of the Scottish Border, 3 voll., Kelso, Scotland, 1802-1803
- SHARP, C.J. and MARSON, C.L.: One Hundred English Folksongs, New York, 1916
- SHARP, C.J. and CAMPBELL O.D.: English Folk Songs from the Southern Appalachians, edited by Maud Karpeles. New York and London, G. P. Putnam’s sons, 1917 –online book
SAGGISTICA e TESTIMONIANZE
Il contributo di Riccardo Venturi
BALLATE POPOLARI ANGLOSCOZZESI (“CHILD BALLADS”) E FRANCESI –
Il contributo di Giordano Dall’Armellina
http://www.titosaffioti.it/libro_ballate_popolari_italiane.html
La tradizione orale dei Traveller
https://www.ocf.berkeley.edu/~culturalanalysis/volume7/vol7_article3.html
RISORSE DELLA RETE
POPULAR BALLADS OF THE OLDEN TIME
CHILD BALLAD CONCORDANCES: Le concordanze di tutte le Child Ballads, a cura dell’Università del Colorado
THE CONTEMPLATOR: Il “ballad site” di Lesley Nelson. Testi, commenti, file .midi e .wav con le melodie delle ballate tradizionali angloscozzesi.
ENGLISH BROADSIDE BALLAD ARCHIVE fogli volanti del XVIII secolo
MAINLY NORFOLK: la discografia dei più importanti gruppi musicali e musicisti di Folk Music
THE MUDCAT CAFÉ: Child Ballads e altre Folksongs. Forum, testi, file midi etc.
TRADITIONAL TO DIGITAL: di tutto e di più sulle ballate tradizionali angloscozzesi
A TRADITIONAL BALLAD INDEX BIBLIOGRAPHY: Bibliografia completa sulle ballate tradizionali angloscozzesi
TRADITIONAL SONG FORUM: Tutto sulla canzone tradizionale inglese e scozzese, compresi altri interessanti links
CBDB -il Child Ballad Database con la lista di tutte le versioni registrate delle Child ballad