Kellyburn Braes

Kellyburn Braes è la versione scozzese di una ballata tradizionale conosciuta genericamente come “Little Devils”, molto popolare in Inghilterra, Irlanda, Scozia e America con versioni testuali abbastanza simili seppure con melodie declinate in modo diverso.

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Il tema del Diavolo che cerca di portarsi all’inferno il peccatore, è un classico dei racconti popolari di area celtica. Nella ballata risalente al 1600 è la donna, per il suo comportamento bisbetico e irrispettoso, a meritarsi l’inferno; ma lo stesso diavolo non riesce a domarla, anzi rischia di perdere la sua tranquillità.

Kellyburn Braes

Robert Burns ha riscritto il brano da una versione tradizionale locale, ma ha pubblicato anche un’altra versione più simile a quella diffusa in Irlanda.

There lived a carl in Kelly burn braes

Robert Burns in “Scots Musical Museum” 1792 No. 379,

titolo: There lived a carl in Kelly burn braes. Melodia: Kellyburn braes


There lived a carl (1) in Kellyburn Braes,
Hey and the rue grows bonie wi’ thyme; (2)
And he had a wife was the plague o’ his days,
And the thyme it is wither’d and rue is in prime
Ae day as the carl gaed up the lang-glen,
He met with the devil, says, how do you fen?
I’ve got a bad wife, Sir, that’s a’ my complaint,
For, savin your presence, to her ye’re a saint,
It’s neither your stot nor your staig I shall crave,
But gie me your wife, man, for her I must have,
O, welcome most kindly! the blythe carl said;
But if ye can match her – ye’re waur than ye’re ca’d,
The devil has got the auld wife on his back,
And like a poor pedlar he’s carried his pack,
He’s carried her hame to his ain hallan-door, (3)
Syne bade her gae in, for a bitch, and a whore,
Then straight he makes fifty, the pick o’ his band,
Turn out on her guard in the clap of a hand,
The carlin gaed thro’ them like ony wud bear,
Whae’er she gat hands on, cam near her nae mair,
A reekit wee devil looks over the wa’,
O help, Master, help! or she’ll ruin us a’,
The devil he swore by the edge o’ his knife, (4)
He pitied the man that was ty’d to a wife,
The Devil he swore by the kirk and the bell,
He was not in wedlock, thank Heav’n, but in hell,
Then Satan has travell’d again wi’ his pack,
And to her auld husband he’s carried her back,
I hae been a Devil the feck  o’ my life,
But ne’er was in hell till I met wi’ a wife

Alan Reid in The Complete Songs of Robert Burns Vol I, 2009

Traduzione italiana di  Cattia Salto
Viveva un vecchietto  a Kellyburn Braes,
fieno e ruta crescono belli con il timo 
e aveva una moglie che era la rovina della sua vita.
e il timo è appassito e la ruta è in sboccio
Un giorno, mentre il vecchietto andava per la valle,
ha incontrato il diavolo, e gli dice: “Come và? 
“Ho una cattiva moglie, signore, che è la mia rovina
e in confronto a lei, voi siete un santo.”
“Non voglio né il tuo vitello, né il tuo puledro,
ma dammi tua moglie, uomo, è lei che devo avere”
“O, siate il benvenuto! – tutto contento il vecchietto disse-
ma se non riuscirete a domarla, di sicuro sarete fritto”.
Il diavolo si carica la vecchia moglie sulla schiena,
come un povero viandante con il suo fagotto,
se la porta al cancello di casa.
poi le ordina “Entra, porca puttana”.
Poi fece comparire una cinquantina tra i migliori dei suoi per la sua sorveglianza, con un battito di mani.
La vecchia si getta tra loro come un orso impazzito,
chiunque le arrivasse tra le mani non le andava più vicino!
Un diavoletto scuro guarda oltre il muro,
“O aiuto, Padrone, aiuto! o lei sarà la nostra rovina!”
Il diavolo ha giurato sulla lama del suo coltello
di compatire l’uomo che è stato legato a una moglie.
Il diavolo ha giurato sulla chiesa e la campana,  
di non essere sposato, grazie al Cielo, ma all’inferno.
Poi Satana ha riportato indietro il suo fagotto,
al vecchio marito l’ha restituita!: “Sono stato un diavolo per gran parte del tempo, ma non sono mai stato all’inferno finchè ho incontrato tua moglie”
NOTE
1) Carl: old fellow
2) fieno e ruta crescono belli con il timo .. e il timo è appassito e la ruta è in sboccio: è una tipica filastrocca sulle erbe magiche presente in molte ballate Le erbe officinali immancabili nell’orto dei Semplici, erano gli ingredienti principali dei filtri d’amore o degli amuleti scaccia diavoli in grado di annullare le maledizioni e gli incantesimi malvagi.
3) hallan: Partition between cottage door and fireplace
4) Per i Celti il ferro è il sangue della terra ed ha sempre avuto un significato magico, un metallo porta fortuna, perchè la forza del ferro poteva contrastava gli spiriti che volevano fare del male; il potere del ferro o la sua magia era tale che riusciva a distruggere il male o allontanava gli spiriti e li faceva ritornare nel loro mondo.

Kellyburnbraes

Robert Burns in “Scots Musical Museum” 1796, No. 448,
titolo: Kellyburnbraes Melodia: The lass that made the bed to me


Thair wis an auld carle on Kellyburn Braes
ritefal, ritefal, tittie fal day)
Thair wis an auld carle on Kellyburn Braes
He mairriet a wife an he rued the day
(wi ma rite falal, tittie falal, ritefal, ritefal, tittie falay)
Ae day the auld fairmer wis haudin the plou
Whan up jumps Auld Nick an says “Hou dae ye do?”
Says the Deil tae the fairmer,
“A’ve come for yer wife,
For A hear she’s the bane an the curse o yer life”
At this the auld fairmer he dances a reel
Cryin, “Tak her, O, tak her, O, tak her tae Hell”
The Deil he humphit her up oan his back
Whan thae landit in Hell, lat her doun wi a crack
Thair wis seiven wee deivils wis hingin in chains
She picked up a stick an she scattert thair brains
The ither wee deivils aa stertit tae bawl
“O, tak her back, daddie, she’ll murder us aa”
Sae the Deil he humphs her again oan his back
Whan he got tae the tap, flung her doun wi a crack
He says, “A’ve been the Deivil for maist o ma life
But a ne’er wis in Hell til A met wi yer wife”
Nou, it’s true at the weemin is worse than the men
For thae gang doun tae Hell an get flung out again

Stewart Cameron live

Traduzione italiana di Cattia Salto
C’era un vecchietto a Kellyburn Braes
(ritefal, ritefal, tittie fal day)
C’era un vecchietto a Kellyburn Braes
sposato con una donna comandava la sua vita.
(wi ma rite falal, tittie falal, ritefal, ritefal, tittie falay)
Un giorno il contadino stava tirando l’aratro,
e ti sbuca il Vecchio Nick(1) e dice “Come stai?
Dice il Diavolo al Contadino:
Sono venuto per tua moglie perchè ho saputo che lei è la rovina e la maledizione della tua vita!”
Così il vecchio contadino si mette a ballare(2)
gridando” Prendila, prendila e portala all’Inferno!
Il diavolo se la carica sulla schiena e quando atterrano all’Inferno la butta giù con un botto.
C’erano sette diavoletti che portavano le catene,
e lei prese un bastone e ne spappolò le cervella.
Gli altri diavoletti allora si misero a piangere
Riportala indietro, paparino, o ci ucciderà tutti!
Così il diavolo se la rimise sulla schiena.
Quando arrivò in cima (3) la gettò giù in un botto
Sono stato il Diavolo per gran parte del tempo, ma non ero mai stato all’inferno finchè ho incontrato tua moglie!
Il che dimostra che le donne sono peggiori degli uomini,
quando vanno all’inferno sono buttate fuori di nuovo!
NOTE
1) nomignolo per il diavolo
2) tipica melodia da danza in 4/4 di area celtica
3) evidentemente l’inferno si trova sotto terra e per ritornare in superficie il diavolo deve salire

FONTI
http://wikilivres.ca/wiki/Songs_of_Robert_Burns/
There_lived_a_carl_in_Kelly_burn_braes

http://thesession.org/tunes/1200
http://www.dickgaughan.co.uk/songs/texts/kellybur.html

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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