Johnny Scott e il duello d’amore

Johnny Scott è una ballata tradizionale sull’amore romantico: nel Medioevo da cui questa ballata sembra provenire, l’unica possibilità di avanzamento sociale di un giovane di belle speranze era la seduzione di una nobildonna. Talvolta la bella era rapita a scopo matrimonio per mettere i genitori davanti al fatto compiuto. Talvolta i due innamorati, indecisi sul da farsi, venivano sorpresi a letto e uccisi da padri e fratelli sempre pronti a difendere l’onore della famiglia.
In questa storia la bella viene imprigionata-tenuta segregata dal Re e il giovane deve combattere in un Duello di Dio per conquistare la sua mano.

Johnny Scott

Roud 63 ; Child 99 ; G/D 5:1013 ; Henry H736 ; Ballad Index C099 ; trad.]

Ci sono due sottogruppi della ballata, in uno Johnny lo Scozzese è al servizio del Re inglese e ne seduce la figlia. Nel secondo John è a caccia nei boschi inglesi e seduce una nobildonna. Quando la gravidanza viene scoperta la fanciulla è tenuta segregata e Johnny ritorna in Inghilterra per liberarla.

Johnny Scott: La principessa, il re e il giovane di belle speranza
La principessa, il re e il giovane di belle speranza

La ballata ricorda per certi versi la trama di “Willie o Winsbury” dove il giovane seduttore viene perdonato a causa della sua bellezza. Qui invece deve combattere in duello contro il campione del Re. Il duello giudiziario compare in molti racconti cavallereschi, in genere per scagionare la regina di adulterio, così lo troviamo nelle ballate della Regina Accusata, d’altra parte i favori della donna amata si conquistavano, sempre nei romanzi cavallereschi medievali, come premio al vincitore del torneo.

Secondo Sam Henry “Johnny Scott” è una ballata risalente al XVI secolo, ma in alcune varianti della ballata la dettagliata descrizione del duello di Dio potrebbe essere stata inserita dalla descrizione di un duello realmente accaduto nel 1679 tra lo scozzese James Macgill e il campione del re Carlo II che era un cavaliere italiano dalla notevole mole.

Il professor Child ha raccolto 19 versioni della ballata conosciuta anche con i titoli “Jack, the Little Scot”, “McNaughtan”, “Love Johny”, “Johnie Buneftan” and “Lord John”

Susan McKeown

Versioni in parte da
Johnie Scott’- Version G; Child 99 Johnie Scott
Motherwell’s Note-Book, p. 35, Motherwell Manuscript, p. 394; from the singing of Agnes Lyle, of Kilbarchan, 24 August, 1825.
‘Johnie Scot’- Version O; Child 99 Johnie Scott
Communicated by Mr. William Macmath, of Edinburgh, from his aunt, Miss Jane Webster, formerly of Airds of Kells, now (December, 1882) of Dairy, Kirkcudbrightshire, who learned it from the late Miss Jane Ilaunay, Newton Stewart.

Johnny Scott’s a-hunting gone
to the wildest hills and woods,
To the fairest young lady in all England,
young Johnny had a child.

King Edward he wrote him a broad letter,
signed it with his hand
Saying, “ Give you this to young Johnny Scott
as soon as he does land.”

And the very first line that Johnny read
his eyes they filled with tears,
Saying, “Must I go back to far England?
I fear I will never return.”

And out bespoke his old age father
from his chamber where he lay,
Saying, “A thousand men I will send along with you
for to bear you company.”

As they were mounted on their milk-white steeds
all comely to behold,
And the hair that hung down over
Johnny’s shoulder shone like the beaten gold.

And the very first town that they rode through,
they made the trumpets sound,
And the very next town that they rode through,
the drums they beat all around.

And the very next town that they came to
it was to England town
And who should he see but his fair lady
and she lying in irons bound.

“Come down, come down. Lady Margit,” he cried,
“and speak one word to me!”
“Oh how can I come down, Lord Johnny?”, she cried, “King Edward has bolted me!

“Oh my stockings are made of the cold iron,
my boots of tethers brown,
And my garters are made of the coldest steel
that e’er was in England found.”

Oh and one is to the kitchen gone,
and one is to the hall,
And one is to the parlour gone
amongst the nobles all.

And Johnny went to the King’s hall door
and jingled at the bell,
And there was no one so ready as the old witch
herself for to rise up and welcome him in.

“Are you the King of Auburn?”, she says,
“or James our Scottish king?
Or are you the bastard’s father?”, she says,
“from Ireland has come?”

“I’m not the King of Auburn,” he says,
“nor James your Scottish king.
But I am a noble prince,” he says, “
from Ireland has come.”

“Well there is an Italian all in this house,
he kills men three by three,
And tomorrow morning at eight o’clock
it’s on his sword you’ll be.”

Well Johnny and the Italian fought
til the blood flew like the rain
‘Til at length on the top of Johnny’s broad sword
the Italian was sorely slain.

He put his hand onto his sword
and stroked it o’er the plain,
Saying, “Is there any more of youse English lords would like to be sorely slain?”

He put his hand onto his horn,
he blew loud and high,
“A priest, a priest!”, Lord Johnny he cried,
“for to wed my love and I!”

Johnny Scott a caccia andò
per colline e boschi impervi, (1)
alla più bella giovane fanciulla d’Inghilterra
il giovane Johnny diede un bimbo.

Re Edward gli scrisse una lunga lettera
e la firmò di suo pugno dicendo
“Consegnatela al giovane Johnny Scott
non appena sbarca”.

E alla prima riga che Johnny lesse
gli occhi gli si riempirono di lacrime
“Devo andare nell’Inghilterra lontana?
Temo che mai più ritorno farò”.

Allora disse il vecchio padre
che stava nei suoi alloggi
“Mille uomini manderò con te,
per farti compagnia”.

Quando furono in groppa ai loro bianchi destrieri
che bello spettacolo era vedere
Johnny con i capelli sciolti sulle spalle
che brillavano come oro zecchino.

E nella prima città che attraversarono
fecero suonare le trombe
e nella seconda città che attraversarono
i tamburi rimbombavano dappertutto.

E nella città seguente in cui entrarono
era una città inglese
e vide proprio la sua bella dama
che stava legata alle catene.

“Vieni, vieni Lady Margit- disse lui-
scambia una parola con me”
“Oh come posso scendere, Lord Johnny- disse lei-
Re Edward mi ha incatenato”.

“Oh, le mie calze sono di freddo ferro,
in calzari con lacci scuri, (2)
e le mie giarrettiere sono fatte dell’acciaio
più freddo che sia mai stato trovato in Inghilterra. “

E uno andò in cucina
e uno nella stanza
e uno andò nel salotto
tra tutti i più nobili.(3)

E Johnny andò al castello del Re
e bussò alla porta e non ci fu nessun altro
pronto tranne che una vecchia donna,
che si alzò e lo fece entrare.

“Siete voi il Re di Auburn – dice lei-
o James il nostro re scozzese?
o siete il padre del bastardo
che è venuto dall’Irlanda (4)?”

“Non sono il Re di Auburn- dice lui-
nè James il vostro re scozzese.
Ma sono un nobile principe
venuto dall’Irlanda”.

“C’è un italiano in questa dimora
che uccide uomini a tre per volta,
e domani mattina alle otto in punto
ti trafiggerà con la sua spada”.

Beh Johnny e l’italiano combatterono
fino a far scorrere il sangue come pioggia,
quando finalmente Johnny con la punta della grande spada ferì a morte l’italiano.

Egli mise la mano sulla spada
accarezzandola nella radura
“Ci sono altri Lord inglesi tra di voi,
che desiderano essere uccisi?”

Egli mise la mano sul corno
e lo suonò forte e chiaro
“Un prete, un prete- Lord Johnny disse-
per sposare me e il mio amore!”

NOTE traduzione italiana Cattia Salto
1) Nelle ballate si saltano a piè pari le spiegazioni preliminari, qui non ci si sofferma sugli incontri amorosi tra lo scozzese amante della caccia e la nobil dama.
2) letteralmente “i miei stivali di lacci marroni” nelle altre versioni del Child la strofa dice:
‘My garters they are of the lead/black iron/cold iron
And oh but they be cold!
My breast-plate’s of the beaten/sturdy steel,[oppure And three splits of the sturdy steel,]
Instead of beaten gold.’
3) la strofa sembra essere un adattamento delle strofe relative alle voci di palazzo che avevano propalato la notizia della gravidanza
4) qui viene stranamente attribuita una nazionalità irlandese al giovanotto, nelle altre versioni è uno scottish knight/genleman/lord. Il Clan Scott era insediato nello Scottish Border e nel XV secolo era considerato un potente clan con molti uomini.

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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