Ivy is Good è un carol inglese anonimo su tre voci del XIV-XV secolo formato da 5 strofe con ritornello[1] . Il tema omaggia una lunga tradizione natalizia di contrasti tra agrifoglio (l’elemento maschile) e l’edera (l’elemento femminile)[2] ovvero la rivalità tra l’agrifoglio e l’edera nel contendersi il predominio della foresta. Nel Medioevo/Rinascimento inglese il poeta cantava l’amore verso la sua dama paragonandolo all’edera.
Commenta Giorgio Gregori “Vedo il brano come una celebrazione della parte femminile dell’amore, sia dal punto di vista ideale sia sessuale. Le sue foglie sempreverdi possono rappresentare la natura perenne dell’amore vero. Come l’edera non perde le sue foglie durante l’inverno, anche quando fa molto freddo, così l’amore eterno non svanisce con il passare del tempo. L’edera si avvolge saldamente intorno a qualsiasi supporto, tenendo insieme anche muri sbrecciati, coprendone e nascondendone le crepe, insomma è una relazione con un sostegno reciproco, che affronta qualsiasi avversità.“
Chorus x2
Ivy is good and glad to see,
Ivy is fair in his degree.
1.Ivy is both fair and green
in winter and in summer also,
and it is medicinable I ween,
who know the virtues that long there-to:
Ivy, Ivy it is good and lusty
and in his kind a well good tree.
2.Ivy hathe vertues ful good,
Namely spredying on the ground;
Wheder it be in town or wod,
It helpyth the sor and maykth sound;
Ivy, in bok is fond ful sekerly
That gren is gladsom (for) to se.
3. When other treyss most del fail,
Than berith Ivy hys berys ful bold
In gret stormys of snaw and hail;
It apares for no wedyrs cold,
Ivy, to brynd furth fruit ful properly
To best and byrd ful gret plente.
4. The farest byrd that flyth ful properly
For gladnesse of that lusty tree
Myght make hys nest in gren Ivy,
To norrysch hys byrdes fayr and free,
Ivy, ther is ys covert wel privy,
To comforth hym that ther wyll bee.
5. Wher it tayth hold it kepyth fast,
And strenkyth it that is ym bye;
It kepyth wall from cost and wast(e),
As men may se al day at hye;
Ivy, I kan tel no caus qwy
Bot we must love that entyll tre.
English translation
Ivy is good and glad to see,
Ivy is fair in his degree.
1.Ivy is both fair and green
in winter and in summer also;
and it is medicinable I ween,
who knows the virtues that long thereto:
Ivy, ivy: it is good and lusty
and in his kind a well good tree.
2.Ivy has virtues full good;
namely, spreading over the ground;
whether it be in town or wood,
It helpes the sore and make sound
Ivy, ivy: in book is found full sikerly
that green is gladsome to see.
3.When other trees most the fail,
then bearth Ivy his berries full bold;
in great stormes of snow and hail
it spares for no weather’s cold:
Ivy, ivy: to bring forth fruit full properly,
to beast and bird full great plenty.
4.The fairest bird that flies by sky,
For gladness of that lusty tree,
Might make his nest in green Ivy
To nourish his birdes fair and free:
Ivy, ivy: Therein is covert well privy
To comfort him that there will be.
5.Where it takes hold it keeps fast
And strengthen it that is him by;
It keepes wall from cost and waste,
As men may see all day at hye:
Ivy, ivy: I can tell no cause why
But we must love that gentle tree.
traduzione italiana Cattia Salto
L’edera è buona e piacevole da vedere,
l’edera è bella alla sua maniera.
L’edera è bella e verde
sia in inverno che in estate,
ed è medicinale, credo,
per chi conosce le virtù che le appartengono:
Edera, edera, è buona e vigorosa
e nel suo genere un bell’albero.
L’edera ha molte buone virtù,
vale a dire si propaga sul terreno;
sia in città che nel bosco,
aiuta la piaga e la guarisce;
Edera, nel libro si trova di sicuro
(che) quel verde è bello da vedere.
Quando dagli altri alberi cadono le foglie,
allora l’edera porta le sue bacche in piena maturazione
nelle grandi tempeste di neve e di grandine
non (si) risparmia per il clima freddo,
Edera, per portare frutti ben pieni,
alla bestia e all’uccello in grande abbondanza.
L’uccello più bello in volo nel cielo,
per la gioia di quell’albero rigoglioso,
potrebbe fare il suo nido nella verde edera
per nutrire i suoi uccelli belli e liberi,
Edera, è un nascondiglio ben protetto
Per confortare colui che ci sarà(1).
Dove si attacca, resta salda
e priva di forza chi le sta accanto(2);
protegge il muro da costi e sprechi,/come gli uomini
possono vedere facilmente tutto il giorno;
Edera, non so perché,
ma dobbiamo amare quell’albero gentile
NOTE per la traduzione ci vuole un buon dizionario di Middle English[3]
(1) lett. all’interno e ben nascosto
per confortarlo che lì ci starà, la traduzione suggerita da Giorgio Gregori è più calzante: l’edera protegge e conforta l’uccello che farà il nido tra le sue fronde durante i rigori invernali (e commenta: “Anime maliziose possono anche trovare in questa strofa doppi sensi”)
(2) commenta Flavio Poltronieri “ogni moneta ha il suo retro. E’ vero che in questo (a mio parere, zuccheroso) testo, l’edera sembra possedere solo benefici (gradevolezze varie ed effettti terapeutici) ed è altrettanto vero che si può facilmente interpretare in chiave sessuale (con tanto di bestie e uccelli, nidi e nascondigli). Ma vedo un punto di domanda nel conciliare con ciò, questo minaccioso verso (controcorrente rispetto al resto): sarà forse perché in natura esiste anche un’edera velenosa? Anch’essa, ovviamente, sempreverde, brillante, rampicante, dal piccolo arbusto, munita di fiori e frutti. La chiamano “ortica del climber” oppure “edera del Canada” ed è tossica, basta toccarla con le dita per soffrirne forti reazioni della pelle.
Ovviamente, si potrebbe aprire un mondo sugli effetti dell’amore e ognuno avrebbe ragione dal punto delle proprie esperienze personali.
Comunque anche dalle foglie dell’edera velenosa si può estrarre un rimedio omeopatico!
La morale potrebbe essere quindi perennemente la solita: che bene e male vengono sempre insieme!
[1] nel Richard Greene, A Selection of English Carols (Oxford: Clarendon, 1962) https://www.hymnsandcarolsofchristmas.com/Hymns_and_Carols/ivy_ys_good_and_glad_to_se.htm
[2] I giochi e le cerimonie medievali facevano gareggiare l’agrifoglio, visto come principio maschile, con l’edera, vista come principio femminile. Così, le canzoni e le poesie natalizie sull’agrifoglio e l’edera spesso riguardano la dinamica maschile/femminile e i ruoli ritenuti più consoni a entrambi.
[3] https://quod.lib.umich.edu/m/middle-english-dictionary/dictionary
https://www.lexilogos.com/english/english_middle.htm
https://mdr-maa.org/resource/middle-english-dictionary/
Cara Cattia,
ogni moneta ha il suo retro. E’ vero che in questo (a mio parere, zuccheroso) testo, l’edera sembra possedere solo benefici (gradevolezze varie ed effettti terapeutici) ed è altrettanto vero che si può facilmente interpretare in chiave sessuale (con tanto di bestie e uccelli, nidi e nascondigli). Ma vedo un punto di domanda nel conciliare con ciò, il minaccioso verso (controcorrente rispetto al resto):
“Dove si attacca, resta salda
e priva di forza chi le sta accanto”
Sarà forse perché in natura esiste anche un’edera velenosa? Anch’essa, ovviamente, sempreverde, brillante, rampicante, dal piccolo arbusto, munita di fiori e frutti. La chiamano “ortica del climber” oppure “edera del Canada” ed è tossica, basta toccarla con le dita per soffrirne forti reazioni della pelle.
Ovviamente, si potrebbe aprire un mondo sugli effetti dell’amore e ognuno avrebbe ragione dal punto delle proprie esperienze personali.
Comunque anche dalle foglie dell’edera velenosa si può estrarre un rimedio omeopatico!
La morale potrebbe essere quindi perennemente la solita: che bene e male vengono sempre insieme!
grazie Flavio commento integrato nell’articolo