Acqualunga: Misteri e leggende del solstizio d’estate in riva all’Oglio

Acqualunga è una frazione del comune italiano di Borgo San Giacomo, nella “bassa” bresciana. L’abitato sorge su una collinetta a poca distanza dal fiume Oglio, dove in antichità al posto dell’odierno ponte vi era un porto-traghetto che collegava la sponda bresciana a quella cremonese. Un anello di caviglia a ovuli allungati in bronzo indicante una presenza Celtica Insubri (III secolo a.C.) è segnalata da Luigi Zerbi in “Acqualunga romana” come rinvenuta nel 1875.
D’estate il sole brucia. D’inverno, una volta la nebbia si poteva tagliare con la scure, sommergeva i campi, nascondeva il fiume. E dove non c’erano campi, si attraversavano boschi pieni di leggende e di paure. E pure di mammut, moltissimo tempo fa. Ora la nebbia sembra un lontano ricordo.

Acqualunga
Acqualunga, 270 abitanti

«Non andate su quelle rive dell’Oglio [durante il solstizio d’Estate] perché laggiù s’aggira la “Ghisalba ahi Bella”. È una misteriosa signora al nero che, leggera come l’aria, indecisa come la nebbia, aspetta il forestiero e, dopo averlo ammagliato, lo accompagna in un campo detto Casteribertino, per “colà farlo sparire tra le macchie”.
Una storia misteriosa e strana, di sicura origine celtica, che ancora si racconta nel paese di Acqualunga, frazione di Borgo San Giacomo. Attesta la presenza dei celti in sito, dove si insediarono più di duemila anni fa. A testimoniare ciò ecco anche i reperti archeologici rinvenuti, provenienti da decine e decine di tombe e necropoli sparse. E che altro è la Ghisalba se non lo spirito recidivo del legame tra il mondo dell’al di qua e quello dell’al di là che i celti celebravano proprio tra il giorno più lungo e la notte più corta dell’anno?

Ma questa è solo una fra le tante storie che nella Bassa si raccontano ancora, legate a filo doppio con la più arcaica paganitas, una vicenda che qui si ricorda ancora, proprio il 21 giugno e giorni successivi, quando il sole pare fermarsi.
Tradizione, paganissima, mitigata più tardi dalla christianitas, con la festa dedicata a San Giovanni. Giorni quindi considerati magici, al positivo come al negativo, quando su tutto sovrastava la paura dell’ignoto che doveva certamente succedere e di cui poco si sapeva e molto sfuggiva.
A proposito di civiltà celtica va ricordato che questo popolo festeggiava tale data innalzando sulle rive del fiume Oglio alti falò rituali, alimentati da erbe sacre perché curative, come l’erba iperica e il vischio che nella pianura non c’è, salvo ad Acqualunga e altri pochissimi posti della Bassa bresciana. Le erbe raccolte nei giorni del solstizio, se rinfrescate dalla rugiada di questa brevissima notte, venivano trasformate in pozioni magiche dal potere stravolgente.
Quali erbe? L’artemisia, la verbena, il ribes rosso, il sambuco, la lavanda e la mentuccia, il biancospino e la ruta… che venivano messe sotto il cuscino mentre l’umanità dormiva, a favorire sogni premonitori.
Nel bel paese di Acqualunga, che sorge sulle sponde del grande fiume, quei fuochi e le loro erbe erano segno e simbolo del passaggio tra la vita e la morte, dicevano della coesistenza tra il mondo dei vivi e quello sconosciuto dei morti. Due realtà tanto diverse, mai cosi vicine come nella prima notte d’estate, corta a dispetto del buio. Lungo il giorno, a favorire la vittoria della vita.»

Gian Mario Andrico – Motella – Borgo San Giacomo , estratto da “lettere al Direttore” del Giornale di Brescia il 20 giugno 2022

Massimo Dellanilla

Il canto del fiume prima traccia dell’album “Aqua” di Massimo Dellanilla
Scrive Valerio Gardoni in “Le note di Aqua ad Acqualunga” “C’è un tratto, nella Bassa,  dove il fiume Oglio ancora vaga coronato da un residuo bosco, canta di saghe e leggende correndo sul greto sassoso e racconta. Nelle notti, ad Acqualunga, la luna si specchia sul fiume, nella calura d’estate, scintillando sull’acqua increspata dalla lieve brezza, come imprigionasse mille lucciole. Adagiata sopra una piccola collinetta dalla quale si può spaziare collo sguardo fino all’Oglio, sorge, tra il verde dei campi e il fresco delle acque del fiumicello Fratta, la borgata di Acqualunga.” (tratto da popolis.it)

APPROFONDIMENTO
https://ilgrimorioverde.it/le-3-piante-magiche-delle-streghe-verbena-artemisia-e-ruta/
http://ontanomagico.altervista.org/solstizio-estate.html

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Pubblicato da Giorgio Gregori

vive a Brescia. Chitarrista acustico appassionato di etnomusicologia e liuteria chitarristica, è vicepresidente dell'Associazione Culturale Folk Lab di Brescia. Ha curato per anni la rubrica del Folk per la rivista mensile "Chitarra Acustica" diretta da Andrea Carpi, attualmente scrive per la rivista "BresciaMusica".

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