El enamorado y la muerte

El enamorado y la muerte è una ballata tradizionale spagnola che deriva probabilmente dal romance di Juan del Encina (1468-1529) portata in Terre Celtiche Blog da Monique Palomares[1]

La ballata medievale si è conservata fino ai nostri giorni nella tradizione della Spagna nordoccidentale (Asturie, León, Zamora), in Catalogna e tra gli ebrei spagnoli della Grecia.[2]
Un giovane dorme tranquillo nella sua camera quando vede apparire una donna pallida, o dai capelli biondo chiaro ovvero biancovestita, potrebbe essere la sua innamorata e nel dialogo le domanda meravigliato come abbia fatto ad entrare nella stanza visto che le porte e le finestre sono sbarrate.

La Morte inevitabile

Agli appassionati delle ballate tradizionali verrebbe subito il sospetto dell’apparizione di un revenant[3] e invece sia a lui che a noi, il cuore sobbalza perchè la Dama Bianca della visita notturna altri non è che la Morte la quale lo avvisa “E’ arrivata la tua ora”…

Il giovane supplica per avere ancora un giorno di vita, ma la Morte gli concede appena un’ora.
Il giovane si affretta alla casa della sua innamorata (non per niente viene appellato come el enamorado -in italiano l’innamorato), nella (vana) speranza di restare in vita.

Non può entrare dalla porta perchè i genitori sono in casa. Così lui la chiama alla finestra e lei gli getta una corda di seta affinchè si arrampichi di nascosto fino alla camera, senonchè la corda troppo sottile si spezza e il giovane muore.[4]

A seguire il testo con la traduzione inglese (commentata) di Monique, alcune versioni del Folk Revival e la traduzione italiana a mia cura

EL ENAMORADO Y LA MUERTE
(Anonymous / Joaquín Díaz)

Yo me estaba reposando, durmiendo como solía,
soñaba con mis amores que en mis brazos los tenía.
Vi entrar señora tan blanca,
aún más que la nieve fría.
– ¿Por dónde has entrado amor?
¿Cómo has entrado, mi vida?
Las puertas están cerradas, ventanas y celosías.
– No soy el amor, amante; la Muerte que Dios te envía.
– Ay Muerte tan rigurosa; déjame vivir un día.
– Un día no puedo darte; una hora tienes de vida.
Muy deprisa se levanta, más deprisa se vestía.
Ya se va para la calle en donde su amor vivía.
– Ábreme la puerta, blanca; ábreme la puerta, niña.
– ¿Cómo te podré yo abrir,
si la ocasión no es venida?
Mi padre no fue al palacio;
mi madre no está dormida.
– Si no me abres esta noche,
ya no me abrirás, querida.
La Muerte me está buscando; junto a ti, vida sería.
– Vete bajo la ventana, donde labraba y cosía;
te echaré cordón de seda para que subas arriba,
y si el cordón no alcanzare, mis trenzas añadiría.
La fina seda se rompe, la Muerte que allí venía:
– Vamos el enamorado, la hora ya está cumplida.

THE LOVER AND DEATH
(English translation Monique Palomares )

I was resting, sleeping as usual,
Dreaming of my love, that I had her in my arms,
I saw a very white lady come in,
even whiter than the cold snow.
“Where did you enter through, love?
How did you enter, my life?
The doors are closed, the windows and slatted shutters.”
“I’m not love, lover; [I’m] the Death that God sends you.”
“Ah! Death so harsh, let me live one day.”
“One day I cannot give you; you have an hour of life [left].”
Very fast he gets up, even faster he dressed.
Now he’s heading to the street where his love lived.
“Open the door for me, fair one(1); open the door, girl.”
“How could I open [the door] for you since the opportunity isn’t appropriate/the time isn’t right?
My father did not go to the palace,
my mother isn’t asleep.”
“If you don’t open tonight,
you won’t open any more, beloved.
Death is looking for me; next to you, it’d be life.”
“Go under the window where I would embroider and sew,
I’ll throw a silk string for you to come up,
And if the string wouldn’t reach, I’d add my braids.”
The fine silk breaks, Death was coming by:
“Let’s go, the lover, the hour has expired.”

Note
I kept the verbs in present or past tenses as they are in the original version, which can sound quite weird in English but so does it in Spanish as some tenses are more about rhyming than time consistency.
There are slightly different lyrics for this ballad sung on different tunes.
(1) Lit. “white”. “blanca” (white), “niña” (girl, child) were used to address or to refer to female sweethearts to highlight their purity/innocence.

traduzione italiana Cattia Salto
Stavo riposando, e dormivo come al solito
sognando di tenere tra le braccia l’amor mio(1).
Vidi entrare una donna assai pallida(2)
ancor più bianca della fredda neve.
“Da dove sei entrata amore?
Come sei entrata, vita mia?
Le porte son chiuse e le finestre e le persiane.”
“Non sono [il tuo] amore, innamorato(3);
[sono] la Morte che Dio ti manda”
“Oh morte tanto esigente; fammi vivere un giorno!”
“Un giorno non posso darti; hai un’ora da vivere”.
Molto velocemente lui s’alza, più velocemente si veste.
S’appressa alla strada dove il suo amore vive.
“Aprimi la porta, Bianca(4), aprimi la porta, bambina.
“Come posso aprirti, se non è il momento(5)?
Mio padre non è andato a palazzo; mia madre non dorme.”
“Se non mi apri stasera, non mi aprirai più, cara.
La morte mi sta cercando; con te resterò vivo(6)”.
“Vai sotto alla finestra, dove ricamo e cucio(7);
Ti getto una corda di seta per poter salire
e se la corda non arriva, aggiungerò le mie trecce”
La seta sottile si ruppe, la Morte lì veniva:
“Andiamo, o innamorato, il tempo è già finito”.

A commento del testo sorge spontanea la domanda: ma se il giovane -dopo l’annuncio della Morte- fosse rimasto nel suo letto, sarebbe ancora vivo? Eppure lui è “l’innamorato” e la sua qualifica determina anche il suo comportamento, essendo innamorato non poteva fare altro che precipitarsi tra le braccia dal suo amore e lì morire. Continua così a valere la massima della parabola sulla Morte Inevitabile contenuta nel Talmud babilonese: dice il saggio Salomone «I piedi di un uomo sono responsabili per lui: essi lo portano nel luogo dove egli è atteso.»[4]

el enamorato

NOTE
(1) in spagnolo è al plurale
(2) dal bianco incarnato o dai capelli biondo chiaro ovvero biancovestita
(3) “amante” qui è “el enamorado” del titolo della ballata cioè un appellativo di un personaggio come nei copioni teatrali
(4) Monique traduce come “fair one” dal duplice significato nelle ballate anglo-scozzesi di bionda (il biondo chiaro delle principesse nelle fiabe) e di bella. Nel contesto però potrebbe anche essere un nome proprio. Giustamente precisa che questi termini erano utilizzati nelle ballate per sottolineare la purezza/innocenza di una fanciulla
(5) tra i due doveva già esserci una tresca notturna con appuntamenti concordati nei momenti di scarsa vigilanza dei genitori
(6) è stato W. Somerset Maugham a diffondere la storia (derivata dal Talmud Babilonese) negli anni ’30 nella pièce teatrale Sheppey il racconto della Morte Inevitabile nota come “Appointment in Samarra”, come nel racconto il giovane è convinto di poter sfuggire alla morte semplicemente scappando dal suo letto per non farsi trovare lì allo scadere dell’ora! Ma la Morte lo attende proprio davanti alla casa di Blanca[4]
(7) la principale attività delle fanciulle delle famiglie altolocate (nobili o dell’alta borghesia) nel Medioevo/Rinascimento: il ricamo, ma anche la tessitura che si svolgeva generalmente negli appartamenti riservati alle femmine adiacenti alla stanza da letto vera e propria. Lett. “dove ricamavo e cucivo” per indicare l’azione quotidiana abituale alla luce del giorno, ma ora è sera

Joaquín Díaz live
Víctor Jara
Aleanna: Un sueño soñaba anoche, anoche mientras dormía , Soñaba con mis amores que en mis brazos se dormían. Vi entrar señora tan blanca…
Aleanna live
Amancio Prada che si accompagna alla ghironda (strumento musicale medievale per eccellenza)
Washington Carrasco y Cristina Fernández
Paco Ibáñez
Alalumbre Folk live: una versione melodica più aderente alla stesura rinascimentale. Il testo prende l’avvio del romance “Yo me estava reposando, durmiendo como solía..” ma poi continua con la ballata anonima

Il Romance rinascimentale

La ballata El enamorado y la muerte viene fatta derivare dal “romance” di Juan del Encina (1468-1529) diffuso ampiamente nel Cinquecento[5].

Nel romance il giovane spasimante muore dal dolore per essere stato respinto dalla dama a cui è devoto.


Yo me estava reposando,
durmiendo como solía.
Recordé, triste, llorando
con gran pena que sentía.
Levanté me muy sin tiento
de la cama en que dormía,
cercado de pensamiento,
que valer no me podía.
Mi passión era tan fuerte
que de mí yo no sabía.
Conmigo estava la Muerte
por tenerme compañía.
Lo que más me fatigava
no era porque muría,
mas era porque dexava
de servir a quien servía.
Servía yo una señora
que más que a mí la quería,
y ella fue la causadora
de mi mal sin mejoría.
La media noche passada,
ya que era cerca el día,
salíme de mi posada
por ver si descansaría.
Fui para donde morava
aquella que más quería,
por quien yo triste penava,
mas ella no parecía.
Andando todo turbado
con las ansias que tenía,
vi venir a mi cuidado
dando bozes, y dezía:
«Si dormís, linda señora,
recordad por cortesía,
pues que fuestes causadora
de la desventura mía.
Remediad mi gran tristura,
satisfazed mi porfía,
porque si falta ventura
del todo me perdería.»
Y con mis ojos llorosos,
un triste llanto hazía
con sospiros congoxosos,
y nadie no parecía.
En estas cuitas estando,
como vi que esclarecía,
a mi casa sospirando
me bolví sin alegría.

(English translation Monique Palomares )
I was resting
Sleeping as I used to,
I remembered, sad, crying
With the great sorrow I was feeling.
I got up very carelessly
From the bed I was sleeping in,
[So] Assailed with thoughts
That I couldn’t fend for myself.
My distress was so strong
That I did not know myself;
Death was with me
To keep me company
What bothered me most
Was not because I was dying
But it was because I was stopping
To serve the one I served.
I served a lady
Whom I loved more than myself,
And she was the cause
Of my illness without improvement
After midnight,
When it was close to daybreak,
I get out of my dwelling
To see if I would rest
I headed to the dwelling
Of the one I loved most,
Because of whom I sadly mourned,
But she wasn’t not appearing.
Walking all confused
With/from the anguishes that I had,
I saw caution come to me
Crying out, and I said:
“If you sleep, pretty lady,
Remember for courtesy,
As you were the cause
Of my misfortune.
Heal my great sadness,
Satisfy my tenacity,
Because if happiness is lacking,
You would totally lose me.”
And with my teary eyes
I was making a sad moan,
And sorrowful sighs,
And nobody was appearing.
Being in these troubles,
As I saw that it was dawning,
To my house, sighing,
I returned without joy.


[1] https://mudcat.org/thread.cfm?ThreadID=169209#4150336
[2] https://www.publiconsulting.com/wordpress/flornueva/chapter/el-enamorado-y-la-muerte/
[3] le night visiting con fantasma sono un genere relativamente diffuso nelle ballate tradizionali.
In francese la parola revenant conserva un duplice significato quello primario è di «anima che torna dall’altro mondo sotto un’apparenza fisica», l’altro è «fantasma» «apparizione di un morto». Possiedono quindi una duplice natura e si presentano come entità corporee (con le stesse sembianze che avevano in vita o anche di qualche animale o sotto forma di scheletri) oppure incorporee come fantasmi.http://ontanomagico.altervista.org/samain-la-festa-celtica-d-inverno.html
[4] Inevitabile per la mia generazione associare la ballata con la canzone Samarcanda scritta da Roberto Vecchioni
Ecco in breve il racconto di W. Somerset Maugham: un servo vede la Morte nella piazza del mercato di Baghdad avvolta in un mantello nero che lo fissa e gli rivolge un gesto minaccioso con la mano. Spaventato il servo racconta il fatto al suo padrone, gli chiede il suo cavallo migliore e fugge al galoppo verso Samarra. Il mercante cerca tra i banchi del mercato l’alta figura incappucciata e le chiede incuriosito perchè mai avesse minacciato il suo servo.
La Morte gli risponde “In verità non era un gesto minaccioso, ero solo sorpresa nel vederlo qui, perchè ho un appuntamento con lui stasera a Samarra”. Il racconto originario è contenuto nel Talmud babilonese, uno dei testi sacri dell’ebraismo una sorta di parabola in cui re Salomone incontra un triste Angelo della Morte che aveva ricevuto l’incarico da Dio di andare a prendere i due scribi etiopi di Salomone. Il Re nel tentativo di salvare i suoi uomini li manda in tutta fretta nella città di Luz. Il giorno seguente ricompare l’Angelo della Morte felice perchè il re aveva mandato gli scribi proprio nel posto in cui li aspettava; morale della favola «I piedi di un uomo sono responsabili per lui: essi lo portano nel luogo dove egli è atteso.» si veda La Morte Inevitabile : Samarcanda
[5] https://www.cervantesvirtual.com/obra-visor/cancionero-de-juan-del-encina-primera-edicion-1496–0/html/ffadf59c-82b1-11df-acc7-002185ce6064_181.html

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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