Port na bpúcaí/Song of the Pooka 

“Port na bpúcaí” (The Fairies’Tune/Song of the Pooka ) in italiano “La melodia -lamento delle fate”, è una slow air proveniente dalle isole Blasket (diventate ufficialmente disabitate dal 1953), un arcipelago di isolette al largo della penisola di Dingle, nel sud-ovest del Kerry, Irlanda. Ho ricostruito un po’ tutta la storia (in gran parte leggendaria) sull’origine della canzone. Nella mia ricerca ho trovato solo tre versioni cantate contro le decine e decine di versioni strumentali. C’è da dire che la melodia è di una bellezza inquietante.

pookaIL PUCA/PÚCA

La parola bpúcaí si traduce come pooka/phooka o púca, il folletto irlandese popolare anche nella parte Ovest della Scozia e in Galles: è uno spirito animale solitario che predilige le terre d’altura e assume diverse forme a seconda delle leggende locali; così è descritto di volta in volta come un grande coniglio, un caprone o un cane o più spesso un cavallo (da non confondere con il Kelpie anche se per alcuni il pooka è una manifestazione del Kelpie rifugiatosi sulle montagne solitarie o nei pressi di vecchie torri in rovina). Le sue sembianze hanno sempre qualcosa di minaccioso, sia nel colore scuro del manto che nel bagliore degli occhi.
Si ritiene che la credenza del pooka derivi da un antico culto della divinità in forma di cavallo, al quale il mondo contadino ha continuato a tributare il suo rispetto, se non più la sua venerazione.

Nelle campagne della contea di Down il pooka prende la forma di un folletto deforme e spigoloso, che pretende dai contadini la sua parte del raccolto, ma si può manifestare anche in forma umana sia maschile che femminile ai viandanti dispersi nelle lande montuose, per condurli con l’inganno fuori strada.
Come cavallo è spesso una furia che galoppa selvaggiamente di notte abbattendo recinti, calpestando i raccolti e spaventando il bestiame. Così è lo spirito selvaggio che contrasta l’avanzare della campagna antropizzata e la contiene.
E tuttavia anche il pooka può essere domato dall’uomo: per ottenere ciò che si desidera, bisogna utilizzare una briglia speciale intrecciata con i lunghi crini del pooka e restare in sella fino allo sfinimento della creatura.

BRIAN BORU e il POOKA

Solo Brian Boru, re supremo d’Irlanda, riuscì nell’impresa di domare il pooka; per ritornare libero lo spirito promise al re che mai più avrebbe fatto del male ad un irlandese, ma a tre condizioni: che non fosse ubriaco, che si trovasse sul suolo irlandese e che si comportasse con rettitudine.
Eppure sapendo che le fate sono creature capricciose e bugiarde, gli irlandesi, per non rischiare di finire malamente in un burrone, preferiscono evitare di salire in groppa ad un cavallo nero nel cuore della notte..

In un’altra leggenda irlandese per scoraggiare il pooka a trascinare il malcapitato in una folle cavalcata nella notte, bastano invece degli speroni (che sono un’invenzione celtica). Il cavallo scalcerà e correrà a perdifiato nella notte ma la notte successiva non si farà più rivedere!!
William Butler Yeats nelle sue Fiabe Irlandesi racconta tre leggende sul puca: il suonatore di cornamusa e il Pooka (un povero idiota che dopo l’incontro con il pooka diventa un abile pipaiolo), Daniel O’Rourke (un ubriacone che in groppa al pooka-aquila arriva sulla luna -ecco cosa succede a chi si addormenta sotto le vecchie mura di Carrigapooka: incubi allucinati) e il Poola di Kildare (un pigro servitore condannato dopo la morte a sbrigare le faccende in un vecchio maniero)
Ma i racconti sul Puca sono tantissimi [1]

Burlone o demonio?

Caprone, coniglio mannaro o cavallo dagli occhi di bragia il púca è uno spirito animale mutaforma, grottesco e selvaggio, ma indomito.

Pooka The Irish Prankster di Our Legends

Irlanda Arcana Podcast di Luca Milanesi

Aidan Harte accanto al suo Puca

Sembrano leggende che si raccontavano nell’Ottocento ai contadini creduloni eppure ancora nel 2021 il Púca si è rivelato essere una creatura viva e vegeta, che ha innescato un forte dibattito tra gli irlandesi di tutta l’Isola di Smeraldo e non solo nella cittadina di Ennistymon.
Il parroco locale ha strombazzato in un omelia domenicale contro la statua del Puca commissionata dal consiglio della contea allo scultore Aidan Harte, subito metà città si è schierata con il prete e l’altra metà con il Puca che dovrebbe ergersi nei suoi due metri di bronzo davanti al caffè “This is It”.

“L’idea era creare qualcosa con cui avresti voluto farti una foto, come la sirena di Copenhagen o il toro di Wall Street. Penso che sia stata un’idea intelligente e piuttosto audace da parte del consiglio della contea. Un pezzo d’arte moderna bello ma generico sarebbe andato bene, ma non avrebbe catturato necessariamente l’immaginazione della gente” e prosegue l’artista “Forse sono solo ingenuo. Sapevo che era un soggetto strano, sono stato con lui in studio per tre mesi e ho avuto modo di conoscerlo. Sapevo che avrebbe fatto strabuzzare un po’ gli occhi alla gente. Sarebbe stato coerente con il mio lavoro che è piuttosto intenso e grottesco e strano. Ma la cosa divertente è che la gente parla del púca come fosse reale. Voglio dire, in un certo senso è una personalità reale, ed è una scultura quindi capisco che rappresenti qualcosa della natura umana. Ma la gente ne parla come se fosse un essere vivente come me e te” [2]

Alla fine il Clare County Council ha deciso di “ricollocare” la statua in una località turistica non meglio precisata del Clare, ma non a Ennistymon
[per dirla alla Asterix: SPQI]

Púca Festival

L’Irlanda rivendica finalmente le origini di Halloween con un festival dedicato al Pooka nella storica Boyne Valley: sulla Hill of Ward (Tlachtga) nella contea di Meath (l’antica Terra di Mezzo)[3] si celebrava la fine del raccolto e l’inizio dell’inverno con la festa di Samhain. Sulla collina sacra di Tlachtga si accendeva il fuoco cerimoniale per dare il benvenuto alla nuova stagione.
La festa si è tenuta per la prima volta nel 2018.
Per info sul prossimo evento https://www.pucafestival.com/

Il Puca è raffigurato nella maschera dell’hooden horse una tradizione ancora radicata nelle Isole Britanniche [4]

LA MELODIA FATATA e LA LEGGENDA

La melodia è stata composta da Muiris O’Dalaigh nel 1873 un pescatore/violinista di Inishvickillane, Blasket Island [5] ed è nota con vari titoli: Caoineadh Na HInise, The Lament Of The Island, The Music Of The Fairies, Port na bpúcaí, Song Of The Pookas.
Nel Cd Beauty An Oileáin: Music And Song Of The Blasket Islands [6] è la traccia n° 10 suonata con il violino da Séan Cheaist Ó Catháin, nelle note scrivono “is attributed to the muse of Muiris Ó Dálaigh, family man, fisherman and fiddler of The Blasket Islands, reportedly composed in 1873, as an air without words

In merito all’inquietante melodia sono sorte delle leggende: in una si racconta che una coppia di Inis Mhic Uibhleáin (Inishvickillane una delle piccole isole delle Blasket) in una notte d’inverno fu svegliata da un suono insolito proveniente dal mare; all’inizio pensarono si trattasse di qualche richiamo d’uccelli, ma poi percepirono questa melodia che da allora venne chiamata  ‘The Fairies’ Lament’; altri invece raccontano che furono tre pescatori a sentire degli strani rumori che provenivano da sotto la loro barca. Uno di essi, lasciò i remi e prese il suo violino per suonare insieme alla fata.

Un altro racconto è una “testimonianza” di Neans Nì Dhalaigh che fece una gita in barca da Great Blasket verso Inis Mhicileáin: la donna rimasta in disparte su uno scoglio, sentì una voce cantare e, alla terza volta, anche lei cantò insieme alla misteriosa voce che veniva dal mare. Poi la voce non cantò più. Al ritorno sulla barca Neans continuò a cantare la canzone e la chiamò “The Tune of the Fairies” (Ui Ogain 2003)

PORT NA BPUCAÍ

Il brano è conosciuto per lo più nella sua versione strumentale ed è raramente cantato [7]

Il lamento del pooka di questa canzone richiama il canto delle megattere. “Un canto misterioso percorre gli abissi marini, si propaga scivolando lungo canali invisibili, e va lontano, molto lontano. Lo si sente, sott’acqua, a chilometri di distanza, ma anche i marinai che riposano nelle stive possono udirlo, con sorpresa ed angoscia. Lo hanno sempre temuto come un triste presagio, associandolo alle misteriose creature marine che popolano la memoria collettiva. Mostri, piovre e serpenti giganti…
Forse il canto delle sirene, che Ulisse volle ascoltare legato all’albero maestro, non era altro che il richiamo delle balene. Negli ultimi anni, i ricercatori si stanno interessando a questi canti, che possono fornire preziose informazioni sulla vita dei cetacei.”(tratto da qui)

Muireann Nic Amhlaoibh & Billy Mag Fhloinn: Nic Amhlaoibh, originaria di Dunquin, e il marito hanno girato il video sull’isola di Great Blasket; Billy Mag Fhloinn, folklorista, archeologo ha costruito personalmente lo strumento del video, un YayBahar [8], che suona come un sintetizzatore, ma è tutto fatto di legno (lo strumento è stato creato originariamente da Görkem Şen) vale la pena di leggere l’intervista rilasciata a irishtimes.com [9]
Meav in “Silver Sea” 2002

Is bean ón slua sí mé
Do tháinig thar toinn
Is do goideadh san oíche mé
Tamall thar lear
Is go bhfuilim as riocht so
Fé gheasa mná sí
Is ní bheidh ar an saol so
Go nglaofaidh an coileach
Is caitheadsa féin
Tabhairt fén lios isteach
Ní taithneamh liom é
Ach caithfead tabhairt fé
Is a bhfuil ar an saol so
Caithfidh imeacht as
Ach béadsa ag caoineadh’n
Fhaid a bheidh uisce sa toinn
Is ná deinig aon ní
Leis an ndream thíos sa leas…

I am a woman from the Sí (1)
who has come over the waves
And I was taken at night
For a while abroad
And I am in this state
Under geasa(2) of the fairy woman
And I will not be in this world
Until the cock crows(3)
And I must go into the lios(4)
It is no pleasure for me but I must do it
And all that is in this life
Must leave it but I will be keening
As long as water remains in the wave
And have no dealings
With the crowd that is down in the lios…

Sono una donna di Altrove (1)
che è venuta dal mare
e sono stata catturata nella notte
e portata oltremare
e sono in questo stato
sotto l’incantesimo (2) di una donna fatata
e starò in questo mondo
fino al canto del gallo(3)
poi dovrò andare verso la collina delle fate(4).
Non mi piace ma lo devo fare
e tutto ciò che c’è in questa vita
lo devo lasciare ma lo rimpiangerò
finchè ci sarà acqua nel mare
e non avrò contatti-se non 
con la gente che vive sotto il tumulo

Traduzione inglese [english translation] in A. Karhio, S. Crosson, C. Armstrong: “Traditional music, Crisis and the Poetry of Seamus Heaney”, 2010
Traduzione italiana [italian translation] Cattia Salto.
NOTE
Nella prima parte la creatura fatata (presumibilmente una sirena o una selkie) dice a chi l’ascolta di essere arrivata dal mare e di essere in quella forma per effetto di un incantesimo. Potrà restare nell’acqua a vagare fino all’alba quando al canto del gallo dovrà presumibilmente “trasformarsi” e andare verso il tumulo fatato sulla terraferma per prestare un non precisato “servizio” alle fate.
La canzone è il lamento di una donna costretta ad andare sotto al tumulo fatato, questi lament sono stati definiti psycho-poetry perchè espressione di forti emozioni/stati depressivi/senso estetico. La comunità delle Isole delle Blasket è stata oggetto di numerosi studi linguistici per aver conservato un irlandese arcaico. All’epoca dell’evacuazione gli abitanti si erano ridotti a 22 persone contro i 175 di prima della grande Carestia (e delle migrazioni). Il Blaskets Heritage Centre, a Dunquin, documenta lo stile di vita, la letteratura e la lingua di coloro che abitavano queste isole.
1) lasciato con il termine in gaelico oppure tradotto come ” the Fairies”
2) una sorta di tabù=  uno speciale obbligo o una proibizione, che mette una persona sotto una specie di incantesimo, o che comunque la lega come ad un voto. Un geis si può paragonare ad una maledizione, ma anche – paradossalmente – ad un “dono”. Chi infrange il proprio geis è destinato ad essere “punito”, disonorato, a volte perfino a morire. D’altra parte il rispetto dei propri geas asi pensava portasse potere e fortuna. In genere sono le donne che pongono i geasa sugli uomini, a volte poi rivelandosi dee o figure soprannaturali. (tratto da wikipedia)
3) il canto del gallo ha il potere di far svanire i fantasmi e gli incubi notturni
4) leas ‎(“the space about a dwelling-house or houses enclosed by a bank or rampart”) è un hillfort ovvero un luogo fortificato e per estensione un tumulo fatato, il luogo in cui dimorano i folletti

Nóirín Ní Riain in Celtic Soul 2016 il debut album-già presente nella Compilation Celtic Voice del 1999 (track 11)
Alla voce di Nóirín si uniscono Russ Landau (basso, tastiere e percussioni) e Kenny Mazur (chitarra); l’arrangiamento è di Russ Landau
Fonn Mall nella compilation Celtic – An Irish Celebration 2010

Is bean ón slua sí mé, do tháinig thar toinn
Is do goideadh san oíche me tamall thar lear
Is go bhfuilim as ríocht seo fé gheas’ mná sídhe
Is ní bheidh ar an saol seo ach go nglaofaidh an coileach
Is caitheadsa féin tabhairt fá’n deis isteach
Ni thaithneamh liom é ach caithfead tabhairt fé
Is caitheadsa féin tabhairt fén lios isteach
Is ná déinig aon ní leis an dream thíos sa leas

I am a woman from the fairy host
who traveled over the seas
I was stolen in the night and taken beyond the sea
And I am held hostage in the kingdom by the fairy women
And I can only be in this world
until the moment the cock crows.
I know I have tasks to do here
Which I do not like but must comply with
I must return to the fort
and do not have anything to do
With this body of fairy people down in the fairy mound

Sono una ospite delle fate
che ha viaggiato per i mari
sono stata catturata nella notte e portata oltremare
e sono tenuta in ostaggio nel regno delle fate
e starò in questo mondo
fino al canto del gallo.
So di avere dei lavori da fare qui,
che non mi piacciono ma che devo fare,
devo ritornare alla collina
e non avrò contatti-se non 
con la gente che vive sotto il tumulo fatato

Ashley & Daniel Horn (violino e cornamusa) le bellissime immagini mostrano le isole Blaskets
Paddy Maloney & Seán Potts -tin whistle
Cormac Breatnach low whistle
Martin Hayes  & Dennis Cahill
Cillian Vallely, uilleann pipes

The Given Note, Seamus Heaney

Così il poeta irlandese premio Nobel per la letteratura nel 1995, Seamus Heaney descrive nella sua poesia “The Given Note” (1969) come la musica sia nell’aria e il musicista un tramite tra il mondo ultrasensibile e quello terreno. Egli si è ispirato proprio al racconto fatto da Sean O’ Riada nel presentare il brano “Port na bpúcaí”.
Sean O’Reada è colui che ha reso popolare il brano facendone un arrangiamento “moderno”.


The Given Note
On the most westerly Blasket
In a dry-stone hut
He got this air out of the night.
Strange noises were heard
By others who followed, bits of a tune
Coming in on loud weather
Though nothing like melody.
He blamed their fingers and ear
As unpractised, their fiddling easy
For he had gone alone into the island
And brought back the whole thing.
The house throbbed like his full violin.
So whether he calls it spirit music
Or not, I don’t care. He took it
Out of wind off mid-Atlantic.
Still he maintains, from nowhere.
It comes off the bow gravely,
Rephrases itself into the air.

Traduzione italiana di Cattia Salto
La melodia donata
Sulla più occidentale delle Blasket
in un trullo
egli prese quest’aria dalla notte.
Strani suoni furono sentiti
con gli altri compagni, pezzi di accordi
che arrivavano dal tempo impetuoso
nient’altro che una melodia.
Egli maledì le loro dita e l’udito
di inesperti e principianti,
poi se ne andò solo verso l’isola
e portò indietro tutto.
La casa vibrava come l’intero violino.
Che egli chiamasse lo spirito della musica
oppure no, non importa. La prese
dal vento del medio atlantico.
Saldo la tenne, dal nulla.
Venne via con fatica dall’archetto,
e si rapprese nell’aria.


per vedere tutto il fumetto disegnato da Julian Peters in “The Given Note” [10]

[1] https://www.irishcentral.com/roots/history/irish-legend-pooka
https://www.theirishroadtrip.com/the-puca/
Per i Celti il cavallo era un animale sacro, simbolo della regalità e attributo di varie divinità in particolare delle dee-giumente. Simbolo di ricchezza e seppellito insieme al suo padrone (o degno di una sepoltura rituale se caduto in battaglia) era allevato se di manto bianco dai druidi e utilizzato per i vaticini  e i riti propiziatori (animale sacrificale).
Animale totemico per molte tribù celtiche che ne riprendono il nome, la sua carne era tabù tranne che in particolari momenti rituali. 
http://ontanomagico.altervista.org/epona.html
[2] https://it.euronews.com/my-europe/2021/05/31/che-cos-e-il-puca-e-perche-la-sua-statua-ha-spaccato-l-irlanda-a-meta
[3] Nel I sec d.C. fu creata la quinta provincia d’Irlanda il Míde (Meath) un tempo un regno minore intorno a Uisnech Míde, ora il cuore di Ériu, la sede della suprema regalità, il territorio dove si trovavano la reggia di Temáir, sede dei re supremi e Cnocc Úachtair Forcha, il punto centrale di Ériu. https://terreceltiche.altervista.org/irish-may-day-beltane/
[4] Per San Martino era tradizione nelle isole britanniche la questua rituale dei mummers accompagnati dall’hooden horse (hoodening). La festa di Samain (il Capodanno dei Celti) si concludeva l’11 novembre con una festa pagana ancora molto sentita nell’Alto Medioevo, a cui la Chiesa sovrappose la festa di San Martino. https://terreceltiche.altervista.org/poor-old-horse-martinmas-day/
[5] isole Blasket, il posto più bello della Terra https://unitalianoasligo.com/archives/46129
https://www.irlandando.it/cosa-vedere/sud/contea-di-kerry/blaskets-islands/
[5] Le isole Blasket sono state ufficiosamente disabitate dal 1953, anche se i visitatori che prendono il traghetto da Dunquin possono ancora trovare alcuni occupanti lì in estate. Grazie a un notevole corpus di scritti autobiografici pubblicati alla fine degli anni ’20 e nel decennio successivo, i lettori contemporanei possono imparare molto sulla vita sulle isole dai libri di Tomás Ó Criomthain, Muiris Ó Suilleabháin e Peig Sayers e dal successivo resoconto di Robin Flower della sua visita lì , The Western Island – libri che spesso facevano riferimento al luogo sociale della musica sui Blaskets.  http://www.irishmusicreview.com/beauty.htm
https://thesession.org/recordings/2664
[6] https://www.irishtune.info/tune/1608/http://www.celticlyricscorner.net/meav/port.htmhttps://thesession.org/discussions/1669
https://thesession.org/tunes/1811
https://tunearch.org/wiki/Annotation:Port_na_bP%C3%BAca%C3%AD
[7] https://www.vice.com/it/article/yp5pbx/introducing-the-yaybahar-an-acoustic-instrument-that-makes-space-age-sounds
[8] Fate e fortezze fatate, e melodie prese in prestito da balene e foche: questo è il pane quotidiano della nostra musica tradizionale. https://www.irishtimes.com/culture/music/the-fairy-tune-from-the-blasket-islands-given-new-life-1.3952348
[9] https://julianpeterscomics.com/2015/07/02/the-given-note-by-seamus-heaney/

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

2 Risposte a “Port na bpúcaí/Song of the Pooka ”

  1. Bellissimo lavoro di ricerca, complimenti! Mi chiedevo però se la traduzione “i will be keening” con “sarò rimpianta” sia esatta: da quel che so io, keening indicherebbe più l’atto di piangere, cantare e lamentarsi durante la veglia di un defunto svolto dalle keening women. Forse qualcosa come “piangerò” sarebbe più preciso? Complimenti ancora 🙂

    http://www.keeningwake.com/keening-tradition/
    https://en.wikipedia.org/wiki/Keening

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