La serie dei numeri parte 2: Perdriole, Vespri e Rane

La “Perdriole” è una filastrocca/gioco per bambini, usata per sviluppare la memoria. Ad ogni frase pronunciata e ricordata correttamente, vien dato un premietto. Ma se si sbaglia, si perde tutto! E si deve ricominciare da capo.
Come si ricollega La “Perdriole” alla “Serie dei numeri”, il brano più famoso della controversa raccolta di canzoni popolari bretoni Barzaz Breiz pubblicata nel 1839 da Theodore Hersart de La Villemarqué?
Ce lo spiega chiaramente Christian Souchon ha svolto un bellissimo lavoro sul Barzhaz Bréiz, disponibile in francese e inglese http://chrsouchon.free.fr/rannouf.htm .

<<“Le “Séries” sono la trasposizione da parte di La Villemarqué di alcune versioni dei “Vespri delle rane”, una filastrocca che esiste davvero nel folklore bretone, ma che La Villemarqué ha trasformato in un “catechismo druidico”. Così facendo La Villemarqué assegnò a questo brano il ruolo di apertura della seconda edizione del 1845, scalzando “la profezia di Gwenc’hlan” . La Villemarqué voleva provare l’esistenza nella Bassa Bretagna di una tradizione orale da far risalire al tempo dei Druidi prima dell’arrivo dei Bretoni in Armorica, intorno al 450 d.C., e che avrebbe lasciato tracce in alcune melodie ancora cantate nel XIX secolo. Questo tipo di trasposizione, volta a conferire ai canti un’antichità che non potevano rivendicare, gli è valsa però l’accusa di aver inventato da zero i testi mitologici e storici. Nulla vieta però di pensare che gli autentici “Vespri”, che presentano sorprendenti analogie con i “Perdrioles” di Francia e Inghilterra, evochino, nelle loro immagini insolite, pratiche antichissime, un calendario pre-cristiano o un ricordo della divinazione meteorologica e che La Villemarqué abbia mostrato più perspicacia dei suoi detrattori”.>>

LA PERDRIOLE

Queste conte-filastrocche mnemoniche erano molto popolari un tempo sia come gioco d’intrattenimento dei bambini che come prima risorsa d’insegnamento. Una versione assai conosciuta della perdriole ad esempio è la popolarissima christmas carol I dodici giorni del Natale

la perdriole

Le premier mois de l’année,
que donn’rai-je à ma mie ?
Un perdriole, qui va, qui vient, qui vole
Une perdriole qui vole dans ces bois.
Le deuxième mois de l’année,
que donn’rai-je à ma mie?
Deux tourterelles,
Une perdriole, qui va, qui vient, qui vole
Une perdriole qui vole dans ces bois.
Le troisième mois de l’année,
que donn’rai-je à ma mie ?
Trois rats des bois,
Deux tourterelles,
Une perdriole.. (ecc)
Le quatrième mois de l’année,
que donn’rai-je à ma mie ?
Quatre canards, volant en l’air
Trois rats des bois,
Deux tourterelles,
Une perdriole.. (ecc)

RECAPITULATION :
Douze demoiselles, gentill’s et belles
Onze beaux garçons
Dix boeufs au pré
Neuf vaches à lait
Huit moutons blancs
Sept chiens courants
Six lièvres aux champs
Cinq lapins grattant la terre
Quatre canards volant en l’air
Trois rats des bois
Deux tourterelles
Une perdriole, qui va, qui vient, qui vole

Il primo mese dell’anno,
cosa regalerò alla mia dolce metà?
Una pernice, che va, che viene, che vola
Una pernice che vola in questi boschi.
Il secondo mese dell’anno,
cosa regalerò alla mia dolce metà?
Due tortore,
Una pernice, che va, che viene, che vola
Una pernice che vola in questi boschi.
Il terzo mese dell’anno,
cosa darò alla mia dolce metà?
Tre topi di legno,
Due tortore,
Una pernice.. (ecc.)
Il quarto mese dell’anno,
cosa darò alla mia dolce metà?
Quattro anatre che volano nell’aria
Tre topi di legno,
Due tortore,
Una pernice.. (ecc.)

RICAPITOLANDO:
Dodici signorine, simpatiche e belle
Undici bei ragazzi
Dieci buoi nel prato
Nove mucche da latte
Otto pecore bianche
Sette cani che corrono
Sei lepri nei campi
Cinque conigli che graffiano la terra
Quattro anatre che volano nell’aria
Tre topi di legno
Due tortorelle
Una pernice, che va, che viene, che vola
[traduzione italiana Giorgio Gregori]

Il Vespro delle rane: “Gousperoù ar Raned”

Il testo della filastrocca detta “Vèpres des Grenouilles” spesso è incomprensibile. Ma del resto un informatore bretone rispose a Luzel: ”Anch’io non ci capisco nulla. Ma chi capisce cosa dicono le rane..?”.
Scrive François-Marie Luzel circa nel 1860, criticando La Villemarqué: <<È possibile che questo pezzo bizzarro ed enigmatico avesse originariamente uno scopo diverso da quello di un esercizio mnemonico, ma non sappiamo a quale epoca farlo risalire, e non abbiamo nemmeno prova che sia molto antico. Per quanto riguarda l’attribuzione all’insegnamento druidico, assolutamente nulla ci autorizza a farlo, e credo che questa attribuzione dovrebbe essere abbandonata completamente”.M. de la Villemarqué intitola questo brano che apre il suo Barzaz-Breiz, con grande rinforzo di commenti e note sapienti, “Ar Rannou”, che traduce con “les Séries.” Ma ha torto, sono convinto di averlo sempre sentito pronunciare Gousperou ar Râned, con una “a” lunga, e molte versioni cominciano con : cân, rân, — canta, rana”. >>

Jean-François Quéméner
Jean et Mikael Herrou

Chante bellement, Killoré (?)
Jolie, que te faut-il (?)
La plus belle petite chose que tu saches.
Un anneau d’argent à Marie.

Chante bellement, Killoré.
Jolie, que te faut-il ?
Les deux plus belles petites choses que tu saches,
Deux anneaux d’argent à Marie,
Un anneau d’argent à Marie.

XII*
Chante bellement, Killoré,
Jolie, que te faut-il ?
Les douze plus belles petites choses que tu saches.
Douze épées mignonnes,
Démolissant avec rage un pignon,
Menu comme son ;
Grognant, dégrognant,
Onze truies, onze pourceaux,
Dix navires sur le rivage,
Chargés de vin, de drap ;
Neuf fils armés,
Revenant de Nantes,
Leurs épées rompues,
Leurs chemises sanglantes,
Le plus terrible fils qui porte haut la tète,
S’effraye à les voir ;
Huit petits batteurs sur l’aire,
Battant des pois, battant des cosses ;
Sept jours et sept lunes ;
Six frères, et six soeurs ;
Cinq vaches très noires,
Traversant une tourbière ;
Quatre acolytes,
Chantant l’Exaudi ;
Trois reines dans un palais,
Possédant les trois fils Henri,
Jouant, fredonnant,
Un anneau d’argent avec chacune ;
Deux anneaux d’argent à Marie ;
Un anneau d’argent à Marie ;
Les douze plus belles petites choses que je sache.
Dis au clerc de venir souper,
Qu’il ne reste pas (plus) longtemps en peine.

Canta dolcemente, Killoré,
Carina, di cosa hai bisogno?
La più bella piccola cosa che conosci.
Un anello d’argento a Maria

Canta dolcemente, Killoré,
Carina, di cosa hai bisogno?
Le due più belle piccole cose che conosci,
Due anelli d’argento a Maria,
Un anello d’argento a Maria.

XII
Canta dolcemente, Killoré,
Carina, di cosa hai bisogno?
Le dodici piccole cose più carine che conosci.
Dodici piccole spade,
Che demoliscono con rabbia un pinolo,
Piccolo come una lentiggine;
Ringhiando, brontolando,
Undici scrofe, undici maiali,
Dieci navi sulla riva,
Caricate con vino e stoffe;
Nove figli armati,
Che tornano da Nantes,
Le loro spade sono rotte
Le loro camicie insanguinate
Il figlio più terribile tiene la testa alta,
Si ha paura nel vederli;
Otto piccoli tamburini sono sul pavimento,
Battono i piselli, battono i baccelli;
Sette giorni e sette lune;
Sei fratelli e sei sorelle;
Cinque nerissime vacche,
Che attraversano una palude;
Quattro accoliti,
Che stanno cantando l’Exaudi;
Tre regine in un palazzo,
Possedendo i tre figli (di) Henri,
Suonando, canticchiando,
Un anello d’argento ciascuna;
Due anelli d’argento per Maria;
Un anello d’argento a Maria;
Le dodici piccole cose più carine che conosco.
Dì al monaco di venire a cenare,
Che la sua punizione è quasi finita.

NOTE Version recueillie à Plouaret, Traduzione italiana Giorgio Gregori
* e continua fino alla 12ma stanza, che riassume tutto

APPROFONDIMENTO
François-Marie LuzelChansons populaires de la Basse-Bretagne
https://fr.wikisource.org/wiki/Chansons_populaires_de_la_Basse-Bretagne

Jean-Jacques Boidron è senza dubbio l’autore dello studio più completo sulle « Séries »: “Gousperoù ar raned” ha gourspered “Ar rannoù”, edito da Dastum nel 1993, 540 pagine, purtroppo esaurito.

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Pubblicato da Giorgio Gregori

vive a Brescia. Chitarrista acustico appassionato di etnomusicologia e liuteria chitarristica, è vicepresidente dell'Associazione Culturale Folk Lab di Brescia. Ha curato per anni la rubrica del Folk per la rivista mensile "Chitarra Acustica" diretta da Andrea Carpi, attualmente scrive per la rivista "BresciaMusica".

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