An ti-meur e kichen ar mor/Das Schloß am Meere

Di canzoni tedesche si parla poco, forse perché …”sono state infettate da mano e marce naziste…” [1] Comunque, verso inizio anni ’90 del secolo scorso mentre mi trovavo in Terra Armoricana, lessi la versione bretone “An ti-meur e kichen ar mor” (in un volume dal titolo “Gwerzioù Barz Ar Gouet“) di una canzone tedesca dal titolo “Das Schloß am Meere” [2]

Un testo inquietante che, a differenza dei gwerz bretoni che conosciamo, non descriveva fatti drammatici ma li lasciava supporre, insomma una specie di “gwerz allusivo”. Incuriosito da questa sua particolarità, che lo distingueva da quasi tutti gli altri macabri gwerz, annotai il titolo tedesco originale: “Das Schloß am Meere” e l’autore: Ludwig Uhland (poeta e uomo politico, 1787 – 1862).

Trascrissi anche la traduzione in bretone su un bloc-notes nella speranza che qualcuno lo avesse cantato ma né a Kemper, Brest, Renneso e Vannes trovai qualcosa.
Finalmente nel 1996 ci pensò il quartetto Dremmwel a farlo magistralmente nel disco d’esordio “Heol-loar” (Chiaro di Luna) inciso per la Escalibur, ben dieci anni dopo la loro formazione come gruppo da ballo.

Verso la fine del secolo scorso mentre ero sempre in Cornovaglia, e avendone sentito parlare, ero incuriosito di ascoltare questo quartetto locale chiamato Dremmwel, dedito alle fest-noz, con però incluso nell’organico un arpista: una cosa decisamente piuttosto insolita. Impossibile resistere all’amore sconfinato per il suono dell’arpa bretone e oltretutto penso che serva un certo talento per controbilanciare con un’arpa, bombarda e biniou koz. Questo musicista, Marin L’Hopiteau, era anche un artigiano che fabbricava da solo le sue arpe. Fu così che scoprii che avevano musicato in maniera assolutamente efficace, anzi magistrale, la versione bretone (pubblicata a Saint-Brieuc nel 1903 in “Gwerziou Barz ar Gouet “ di E. Ernault -R. Prudhomme editore) di un’oscura e drammatica ballata tedesca composta duecento anni prima dal poeta romantico Ludwig Uhland, nella quale denaro o potere non possono rendere felici poiché non restituiscono la vita.
Nel testo originale si parla di un “Re e di suo marito” ma questo è sicuramente dovuto al fatto che in antichità nella lingua tedesca non esisteva una forma femminile della parola “marito” che era priva di una connotazione sessuale (ovviamente al tempo della composizione non è nemmeno ipotizzabile la possibilità di un matrimonio omosessuale e tra reali perdipiù!!!). Nel tradurla perciò ho tenuto conto di questo. La versione in bretone contiene numerose varianti nel testo rispetto all’originale tedesco, quindi ho preferito tradurle entrambe.

[1] [Flavio Poltronieri https://www.blogfoolk.com/2024/01/of-yiddish-love-and-hate.html]
[2] in Balladen und Romanzen, prima pubblicazione 1807

An ti-meur e kichen ar mor

Marin L’Hopiteau all’arpa celtica e violino, Dominique Le Guichaoua a canto, accordéon diatonico e biniou koz, Daniel Cadiou alla chitarra, René Marchand a canto, bombarda, veuze e flauto, assieme alle uilleann pipes dell’ospite Jean Yves Le Pape interpretano la versione bretone che contiene delle varianti nel testo rispetto all’originale tedesco e omettono la seconda quartina.

Dremmwel – Heol-loa 1996

— Gwelet e teus ar c’hastel bras
A zav duhont, ’tal ar mor glas ?
Kommoul an nenv a vez laouen
Dre ma nijont a-us d’e benn.

Stouï ’ra da zellet en dour
E skeuden ’vel er mezelour ;
Pa guz an heol en aour mel
Huel en oabl e toug e benn.(1)

— Me ’m eus gwelet ar c’hastel bras
A zav duhont, ’tal ar mor glas,
Sell al loar trueüs warnañ ;
Endro, mogeden an denvañ.

— Klevet e oa iboud an dour
Ha c’houez an avel flourik-flour ?
Klevet e oa son ar biniou
Er zal vras, ha youc’hadennou ?

— Mor hag avel a dave mik ;
O vont ebiou ne glevis grik
Nemet klemvan hag huanad,
Ken ’teue ’n dour em daoulagad.

— Gwelet e teus, pa dremenés,
Ar roue hag ar rouanes
Kuruned-aour, hag a bep tu
Arc’hant war o minteli ru ?

Ha gante, laouen ha seder,
Eur plac’h yaouank, eur werc’hez kaer,
Ken koant evel an heol melen
Gant he bleo hir endro d’he fenn ?

— Me gwelas, pa dremenen,
Hep mantel ru na kurunen,
Ha dilhad kaoñ gante gwisket ;
Ar plac’hig n’am eus ket gwelet. —

“Hai visto il grande castello che si leva
laggiù di fronte al mare blù?
Le nuvole del cielo sono felici
Di volare al di sopra.

Chinato a guardare nell’acqua
La sua ombra come uno specchio
Quando il sole tramonta in oro-miele
La sua testa è alta nel cielo.”

“L’ho visto il grande castello che si leva
laggiù di fronte al mare blù
Lo sguardo di compassione della luna sopra
E tutto intorno la nebbia fitta.”

“Hai sentito il mormorìo dell’acqua
E il soffio del vento come una carezza?
Hai sentito il suono del binioù
Nella grande sala e le grida di gioia?”

“Il mare e il vento erano silenziosi
E passando non ho sentito altro
Che gemiti e sospiri
Al punto che mi sono venute le lacrime agli occhi.”

“Hai visto quando sei passato
Il re e la regina
Coronati d’oro e ovunque
Argento sui loro mantelli rossi?

E con loro, gaia e vivace
Una bella fanciulla vergine
Bella come il sole
Con i suoi capelli dorati?”

“Li ho visti quando sono passato
Senza mantello rosso né corone
Vestiti a lutto
La fanciulla, io non l’ho vista.”

NOTE traduzione italiana Flavio Poltronieri
Emile Ernault – Gwerziou Barz ar Gouet, pag 35 e n° 4
(1) quartina non interpretata dai Dremmwel

Das Schloß am Meere (Il Castello In Riva Al Mare)

Casper Johann Nepomuk Scheuren The Castle by the Sea Düsseldorf, 1858 [3]

L’illustrazione di Casper Johann Nepomuk Scheure coglie appieno l’atmosfera dolente della ballata: nello sfondo il fiabesco castello sul mare allietato un tempo dal canto della giovane principessa, mentre nella sezione inferiore il re e la regina in lutto ne piangono la morte. Le tombe ai lati sono un’ulteriore riflessione sull’inesorabile Trionfo della Morte. [Cattia Salto]


1.Hast du das Schloß gesehen,
Das hohe Schloß am Meer?
Golden und rosig wehen
Die Wolken drüber her.
2.Es möchte sich niederneigen
In die spiegelklare Flut;
Es möchte streben und steigen
In der Abendwolken Glut.(2)
3.“Wohl hab ich es gesehen,
Das hohe Schloß am Meer,
Und den Mond darüber stehen,
Und Nebel weit umher.”
4.Der Wind und des Meeres Wallen
Gaben sie frischen Klang?
Vernahmst du aus hohen Hallen
Saiten und Festgesang?
5.“Die Winde, die Wogen alle
Lagen in tiefer Ruh’,
Einem Klagelied aus der Halle
Hört ich mit Tränen zu.”
6.Sahest du oben gehen
Den König und sein Gemahl(3)?
Der roten Mäntel Wehen,
Der goldnen Kronen Strahl?
7.Führten sie nicht mit Wonne
Eine schöne Jungfrau dar,
Herrlich wie eine Sonne,
Strahlend im goldnen Haar?
8.“Wohl sah ich die Eltern beide,
Ohne der Kronen Licht,
Im schwarzen Trauerkleide;
Die Jungfrau sah ich nicht.”

traduzione italiana Flavio Poltronieri
“Hai visto il grande castello,
L’alto castello in riva al mare?
Sopra nel cielo corrono felici
Nuvole d’oro e rosate.
Vorrebbe piegarsi sull’onda
Chiara come uno specchio;
Alzarsi sopra il fuoco delle nubi
Serali, superbo e fiero. “
“Io l’ho visto l’alto
castello sul mare,
sopra nel cielo c’è la luna
e tutto intorno la nebbia.”
“Il vento del mare, le onde,
non fecero un’eco vivace?
Non hai sentito dagli alti anfratti
Un canto festoso, un suono di arpe?”
“Le onde, i venti
in una grande pace,
Dall’atrio del castello
ho udito un canto lamentoso fra le lacrime.”
“Li hai visti salire
Il re e la regina?
Il manto rossi,
Il getto della corona d’oro?
Non li ha condotti con gioia
Una bella fanciulla,
Meravigliosa come il sole,
Radiante nei suoi capelli dorati?”
“Ho visto entrambi i genitori,
senza le corone di luce
In abito da lutto nero;
La fanciulla io non l’ho vista.”

NOTE
(2) quartina non interpretata dai Faun
(3) lett. “il Re e suo marito” nella lingua tedesca antica non esisteva una forma femminile della parola “marito” che era priva di una connotazione sessuale

Una pletora di adattamenti musicali[4] per soddisfare il gusto gotico del romanticismo ottocentesco.

Il melologo composto da Richard Strauss nel 1899

Brigitte Fassbaender voce recitante/ Wolfram Rieger pianoforte

Ma anche la versione dei Faun su musica composta da Oliver Pade nel 2001

Faun in Zaubersprüche 2001 (in autoproduzione) ulteriori edizioni nel 2002 con l’etichetta Curzweyhl
Eva Mauri voce recitante / Andrea Rucli pianoforte

[3] https://barber.org.uk/caspar-johann-nepomuk-scheuren-1818-1887/
[4] https://www.lieder.net/lieder/get_text.html?TextId=24960
https://www.lieder.net/lieder/get_text.html?TextId=24961

The Castle by the Sea

testo: traduzione inglese di Henry Wadsworth Longfellow (prima pubblicazione del 1839) di Das Schloß am Meere (Ludwig Uhland)

English Romantic Madrigals: Secular Partsongs from Victorian England
musica di John Stainer

1.”Hast thou seen that lordly castle,
That Castle by the Sea?
Golden and red above it
The clouds float gorgeously.

2.And fain it would stoop downward
To the mirrored wave below;
And fain it would soar upward
In the evening’s crimson glow.

3.Well have I seen that castle,
That Castle by the Sea,
And the moon above it standing,
And the mist rise solemnly.

4.The winds and the waves of ocean,
Had they a merry chime?
Didst thou hear, from those lofty chambers,
The harp and the minstrel’s rhyme?

5.The winds and the waves of ocean,
They rested quietly;
But I heard on the gale a sound of wail,
And tears came to mine eye.

6.And sawest thou on the turrets
The King and his royal bride!
And the wave of their crimson mantles?
And the golden crown of pride?

7.Led they not forth, in rapture,
A beauteous maiden there?
Resplendent as the morning sun,
Beaming with golden hair?

8.Well saw I the ancient parents;
Without the crown of pride;
They were moving slow, in weeds of woe,
No maiden was by their side!

“Hai visto il magnifico castello,
il castello in riva al mare?
D’oro e rosso
le nuvole fluttuavano splendide
E s’inchinava volentieri
sullo specchio dell’onda sottostante;
e s’innalzava volentieri
nel bagliore cremisi della sera. “
“Io l’ho visto quel castello,
il castello sul mare,
e la luna che lo sovrastava
e la nebbia che s’innalzava solenne.”
“Il vento e le onde del mare,
avevano un’eco vivace?
Hai sentito da quelle alte stanze
l’arpa e il canto del menestrello?”
“Il vento e le onde del mare,
riposavano in silenzio;
ma io udivo nella tempesta un suono lamentoso
e le lacrime mi salirono agli occhi”
“Hai visto sulle torrette
Il re e la sua sposa reale?
E l’onda dei loro manti scarlatti?
E la corona dorata dell’orgoglio?
Non hanno guidato lì con esultanza
una bella fanciulla?
Splendente come il sole mattutino,
Raggiante nei suoi capelli dorati?”
“Ho visto i vetusti genitori,
senza la corona dell’orgoglio
si muovevano mesti, in abiti di dolore;
nessuna fanciulla era al loro fianco.”

LINK
https://br.wikisource.org/wiki/An_ti-meur_e_kichen_ar_mor
https://www.chants-populaires-francais.com/textes_47/An_ti-meur.html
https://www.hyperion-records.co.uk/dw.asp?dc=W18610_GBAJY1614011
https://www.discogs.com/it/release/8343400-Dremmwel-Heol-Loar-Clair-De-Lune
https://www.discogs.com/release/662091-Faun-Zauberspr%C3%BCche
https://www.litscape.com/author/Henry_Wadsworth_Longfellow/The_Castle_By_The_Sea.html
https://www.royalacademy.org.uk/art-artists/work-of-art/the-castle-by-the-sea

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Pubblicato da Flavio Poltronieri

Etnomusicologo. Autore e traduttore di canzoni. Ha pubblicato su riviste di avanguardia musicale in Italia/Francia/Germania. Fa parte della redazione giornalistica di Blogfoolk, Lineatrad e leonardcohenfiles.com

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