I Nani (gnomi) del folklore

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I nani del folklore sono piccoli vecchietti barbuti dalle guance rubizze e l’aspetto da boscaiolo, nella mitologia e la narrativa fantasy sono invece una piccola e fiera stirpe di guerrieri dalla forza prodigiosa.
Nelle fiabe sono chiamati gnomi e sono accomunati ai folletti attribuendo ai folletti uno spirito più burlone e ai nani una fissazione per le miniere di gemme.
Ad illuminarci sugli gnomi delle Fiabe ci ha pensato Wil Huygen a scrivere “Gnomes”(pubblicato anche in italiano son il titolo “Gnomi”) con illustrazioni di Rien Poortvliet (prima edizione 1976).
Un piccolo trattato sulla vita quotidiana degli gnomi: dove vivono, come sono fatti, come vivono, cosa mangiano, quanti tipi di gnomi esistono, etc, etc con alcuni racconti che li vedono protagonisti.

In Bretagna i nani sono detti korrigans e dalla tradizione bretone viene questa ninna-nanna.
Bin, Ban, Korriganan – 
Jean-Luc Lenoir in  “Old Celtic & Nordic Ballads”

(originale bretone)
Bin, Ban Korriganan
pelec’h e moc’h, epad ar goan?
-Narz an toulle, barz an douar,
da gortoz an amzer clouar
(Traduzione francese)
Bin, Ban Naine
où es-tu pendant l’hiver?
Dans un petit trou, dans la terre,
pour attendre le temps tiède”

(traduzione italiana)
“Bin Ban, nano,
dove sei in inverno?”
” In una piccola tana sotto terra,
ad attendere il bel tempo (1)”
(Traduzione inglese)
“Bin, ban Dwarf
where are you during winter?
-in a little hole, in the ground,
waiting for the warm weather”

NOTE
Non dobbiamo lasciarci ingannare dalla dolcezza di questa ninna-nanna, ecco l’immagine più concreta che il folklore francese e tedesco conserva dei nani: «Devo andare nella foresta per custodire i miei tesori dai nani cattivi. Durante l’inverno, quando il gelo indurisce la terra, essi se ne devono stare rintanati nelle loro grotte e non possono uscire. Ma ora che il sole ha riscaldato la terra e l’ha ammorbidita, i nani scavano lunghe gallerie e rubano tutto quello che trovano. Ciò che è finito nelle loro mani e che essi nascondono nelle grotte non si può riavere facilmente». (dalla fiaba dei fratelli Grimm Schneeweißchen und Rosenrot «Biancaneve e Rosarossa» (tratto da bifrost.it )

Il popolo del sottosuolo

Spiriti della terra e del sottosuolo, i nani vengono chiamati gnomi nel 1500 dall’alchimista Paracelso (in  Liber de nymphis, sylphis, pygmaeis et salamandris et de caeteris spiritibus) che potrebbe aver coniato il termine “gnomus” proprio per descrivere questi piccoli elementari, i quali molto condividono con i nani della mitologia norrena.
Sono massicci, compatti e dalla grande forza, sono loro che mettono in moto l’elemento minerale della terra per nutrire le radici delle piante. continua

Ci dice Rudolf Steiner che quando in autunno la pianta appassisce, e disperde tutta la sua materia fisica nell’ambiente, nel terreno  penetra la forma ideale della pianta.  Gli gnomi percepiscono le forme di questa pianta ideale e le custodiscono in sé. Quando poi anche i semi  penetrano nel terreno,  gli gnomi, nel corso dell’inverno fanno sì che questa struttura femminile della pianta ideale s’incontri con i semi maschili. Da questo incontro, da questo abbraccio del femminile e del maschile nell’accogliente caldo mondo sotterraneo, avviene la fecondazione di una nuova pianta che spunterà in superficie a primavera, per donarci vita, bellezza, ristoro. (tratto da qui)

DVERGAR: una piccola fiera stirpe della terra

nani guerrieri

Nella mitologia norrena e germanica  dvergar è la stirpe dei nani nata dalle carni pietrificate del gigante Ymir. Appena nati sembrano dei vermi e gli dei danno loro forma umana, coscienza e intelligenza. (vedi)
Nell’Edda in prosa quattro nani sono posti a reggere il firmamento uno per ogni punto cardinale, gli altri vivono nello Svartálfaheimr, (il mondo degli elfi neri) ovvero sottoterra. Sono in un primo momento i guardiani del Regno dei morti di cui vigilano le porte.
Le saghe non ce li descrivono mai, ma li sappiamo figli di un gigante e se non ne hanno la statura, ne conservano tutta la sua forza possente.
A differenza degli antichi norreni noi vediamo i nani con gli occhi del medioevo, creature rozze, deformi e di piccola statura (nonchè con tratti demoniaci).

Guardiani delle miniere e custodi di monili e monete d’oro, gioielli e pietre preziose sono partecipi dei segreti delle piante e dei minerali, sono i custodi del fuoco primordiale e conoscono l’arte di forgiare i metalli per plasmare le armi degli dei. In particolare sono creatori di spade magiche e cinture, anelli.
Sono anche i guardiani dei tesori depositati nei tumuli funerari e più in generale dei tesori nascosti sottoterra e proverbiale è la loro sapienza; i nani sono esperti di incantesimi e di rune.

I Nani nelle Fiabe

Nelle fiabe dei fratelli Grimm troviamo alcune specifiche storie sui nani, tra cui i sette nani di Biancaneve. Andreas Faye (1802-1869) nella sua storica antologia di fiabe norvegesi Norske folke-sagn ce li descrive così «Sono piccoli, vivono nei monti e sottoterra, sono servizievoli, buoni e pazienti. Tuttavia spesso si divertono a prendere di mira la gente rubando loro gli attrezzi da lavoro, e sghignazzando glieli ridanno, così che il possessore, dopo una lunga ricerca, se li ritrova proprio davanti al naso. Sono esseri abili, specialmente fabbri eccellenti; si dice che essi abbiano forgiato i cristalli esagonali [dvergsmie] e lame di falci con cui si possono tagliare in due il legno e la pietra. […]. Il popolo in Norvegia fa differenza tra nani ed elfi. I primi si pensa che vivano da soli e in silenzio, gli altri invece in compagnia, che amino la danza e la musica, e che spesso abbiano la loro dimora in vecchi alberi.»(tratto da bifrost.it )

I nani secondo Tolkien

J.R.R. Tolkien ha riportato in vita l’antica immagine norrena dei nani. Sono sì un po’ più piccoli degli umani, ma non deformi o sgraziati, bensì ben proporzionati (e alcuni anche di bell’aspetto), dal fisico robusto e asciutto del guerriero ben addestrato nelle armi e dalla grande forza.

La desolazione di Smaug

Ormai dopo la saga divulgata sul grande schermo, tutto il mondo conosce la storia dei Nani di Durin così mi soffermo solo sulla canzone “I see fire” di Ed Sheeran nei titoli di coda del film “La desolazione di Smaug” del 2013. Secondo le indicazioni del regista Sheeran racconta con la canzone gli ultimi momenti della pellicola, quando la compagnia “inizia la sua marcia segreta verso la Montagna Solitaria. Ad Erebor, Bilbo e i nani tentano di distrarre Smaug ma, risultando impotenti, decidono di ricorrere ad una trappola, ovvero attivare le vecchie fornaci per far sommergere il drago da una enorme quantità di oro liquido e bollente. Il piano ha successo, ma Smaug ne esce senza un graffio. Anzi, la situazione peggiora. Infatti, poiché Bilbo si era definito il “Cavalcabarili” durante il loro precedente colloquio, Smaug capisce che lo hobbit e i nani vengono da Pontelagolungo. Pertanto, il mostro decide di vendicarsi sulla popolazione del lago. Bilbo tenta inutilmente di persuadere il drago a non uccidere degli innocenti, ma ormai non può fare più nulla: Smaug è in volo verso la città, deciso a raderla al suolo” (tratto da Wiki)

I SEE FIRE

Chi è il soggetto che canta la canzone è un nano della montagna forse lo stesso Thorin o è un uomo della città del Lago, forse Bard? Qual’è la città che sta bruciando o che è in procinto di bruciare ad opera di Smaug?
A mio avviso nella canzone si fondono due città, la prima è Dale la città degli uomini costruita davanti all’entrata di Erebor su un colle di fronte alla Montagna Solitaria, un tempo grande e fiorente centro commerciale,  abbandonata dai sopravvissuti dalla furia del drago che si sono trasferiti ad Esagorth, costruita su palafitte al centro del lago. Detta anche Pontelagolungo è la seconda città degli uomini ancora abitata nonostante la presenza del drago nella montagna.
Un grande ponte di legno si spingeva fin dove, su enormi palafitte ricavate dagli alberi della foresta, era costruita un’operosa città di legno, non una città di elfi ma di uomini, che ancora osavano dimorare all’ombra della montagna del drago. Essi prosperavano ancora col commercio che risaliva il grande fiume da sud e veniva convogliato alla loro città, una volta superate sui carri le cascate; ma nei gloriosi giorni del passato, quando Dale a nord era ricca e fiorente, essi erano stati ricchi e potenti, e c’erano state intere flottiglie di barche sull’acqua, e alcune erano cariche d’oro e altre di guerrieri che rivestivano armature, e c’erano state guerre e gesta che ora erano solo una leggenda. Si potevano ancora vedere sulle rive i pilastri putrefatti di una città più grande,quando l’acqua calava a causa della siccità.“—Esgaroth, Lo Hobbit

Quasi 200 anni dopo il drago risvegliato da Bilbo è in procinto di devastare Esgaroth così nella canzone l’ultima strofa potrebbe essere un flash-back di Thorin  (i nani secondo Tolkien potevano vivere fino a 500-800 anni)

La VERSIONE PER IL FILM

I
Oh, misty eye (1) of the Mountain below
Keep careful watch of my brothers’ souls (2)
And should the sky be filled with fire and smoke
Keep watching over Durin’s son
II
If this is to end in fire
Then we should all burn together
Watch the flames climb higher into the night
Calling our father hold stand by (3)
and we will watch the flames
burn on and on (4)
the mountain side hey
III
And if we should die tonight
Then we should all die together
Raise a glass of wine for the last time
Calling our father hold
Prepare as we will watch the flames
burn on and on the mountain side
Desolation comes upon the sky
CHORUS
Now I see fire, inside the mountain
I see fire, burning the trees
And I see fire, hollowing souls (5)
And I see fire, blooding the breeze
And I hope that you’ll remember me
IV
Oh, should my people fall
Then surely I’ll do the same
Confined in mountain halls
We got too close to the flame
Calling our father hold fast
and we will watch the flames
burn on and on the mountain side
Desolation comes upon the sky
V
And if the night is burning
I will cover my eyes
For if the dark returns then
My brothers will die
And as the sky’s falling down
It crashed into this lonely town (7)
And with that shadow (8) upon the ground
I hear my people screaming out
FINAL CHORUS
I see fire, oh you know I saw a city burning (fire)
And I see fire, feel the heat upon my skin (fire)
And I see fire (fire)
And I see fire
(burn on and on and mountains side)

I
Occhio velato di lacrime (1) ai piedi del Monte,
sorveglio attento la sorte dei miei compagni (2)
e se il cielo dovesse riempirsi di fiamme e fumo, continuerò a proteggere il popolo di Durin
II
E se tutto dovrà finire con il fuoco
allora bruceremo insieme,
guardo le fiamme levarsi più in alto nella notte
in attesa, rivendico il dominio di nostro padre (3),
e noi guarderemo le fiamme (4)
bruciare ancora e ancora
sul fianco della montagna
III
E se dovremo morire stanotte
allora moriremo insieme,
alzo il calice (di vino) per l’ultima volta,
rivendico il dominio di nostro padre,
pronto non appena vedremo le fiamme
bruciare ancora e ancora il fianco della montagna,
la desolazione (7) viene dal cielo
CORO
Vedo il fuoco, dentro la montagna
vedo il fuoco bruciare gli alberi
e vedo il fuoco scavare nell’anima (5)
vedo il fuoco odorare di sangue la brezza (5bis)
e spero che tu ti ricorderai di me
IV
Se il mio popolo dovesse perire
anch’io farò lo stesso,
nascosti nelle sale della Montagna
ci siamo avvicinati troppo alla fiamma,
rivendico il dominio di nostro padre subito,
e guarderemo le fiamme
bruciare ancora e ancora il fianco della montagna
la desolazione viene dal cielo
V
Se la notte brucia
mi coprirò gli occhi (6)
perchè se ritornerà l’oscurità allora
i miei compagni moriranno.
E mentre il cielo cadeva,
(il drago) si schiantò su questa desolata città (7)
e con quest’ombra (8) sul terreno
odo il mio popolo urlare
ULTIMO CORO
Vedo il fuoco, sapete vidi una città bruciare (fuoco)
e vedo il fuoco, sento il calore sulla pelle (fuoco)
vedo il fuoco (fuoco)
e vedo il fuoco
(bruciare ripetutamente il fianco della montagna)

NOTE
1) il verso è stato anche interpretato in senso “mistico” come occhio velato dalle nebbie, una sorta di genius locis o divinità guardiana della Montagna Solitaria che veglia sui Nani. Ma io ritengo si tratti dello sguardo di re Thorin Scudodiquercia che prega per avere la forza d’animo di assolvere il suo compito di legittimo erede al trono dei Nani Lungobarbi, e proteggere la sua gente
2) in questo contesto brother’s souls  letteralmente “anime dei fratelli” è da intendersi nel senso di destino, fato dei compagni, sono i nani Lungobarbi (Longbeards) che abitavano le Montagne Nebbiose
3) si trova anche questa versione testuale: Calling out for the rope, sent by = seguendo la guida inviataci. Espressione o modo di dire riferito al mito del filo di Arianna e il labirinto (vedi) il verso collegherebbe la storia con Bilbo lo scassinatore. La frase a volte è semplicemente scritta come “Calling our father oh” = invoco nostro padre che potrebbe essere l’occhio mistico in apertura della canzone, una sorta come detto di nume tutelare; la mia lettura propende per la rivendicazione dell’eredità di Thorin e la sua discendenza “Calling our father hold
4) si trova anche questa versione testuale “Watch the flames burn auburn over” = vedremo le fiamme color rame bruciare; ma in altre versioni è scritto più semplicemente “the flames burn on and on”
5) il fuoco consuma non solo il corpo fisico ma anche dissolve la memoria di un popolo, la sua essenza
5bis) per simmetria dei versi è più logico considerare il verso in inglese come “blooding the breeze” invece di “blood in the breez”
6) qui inizia il flash-back di Thorin e in cui ritorna l’accento sugli occhi: nel verso iniziale sono aperti e velati dalle lacrime in quello finale sono chiusi perduti nel ricordo della distruzione di Dale e di Erebor
7) il presente con Smaug che vola sulla città in mezzo al lago si sovrappone al passato con la distruzione di Dale e Erebor
8) il corpo del drago una gigantesca ombra sul terreno, l’oscurità che ritorna e porta ancora dolore e desolazione

FONTI
http://chrsouchon.free.fr/korredf.htm
http://bifrost.it/GERMANI/2.Cosmogonia/04-Nani.html
http://www.maison-des-legendes.com/orig_korrigans.html
http://www.centrostudilaruna.it/il-piccolo-popolo-degli-elementi.html
https://unicornos.com/2016/01/26/gli-gnomi-coboldi-pigmei-nani/
https://wunderkammern.wordpress.com/2010/08/26/gli-gnomi/

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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