Erotismo marino: canzoni tradizionali oscene o blasfeme dei marinai francesi al tempo della vela

Chansons de la voile sans voile

Armand Hayet (Bordeaux, 1883 – Paris, 1968) s’imbarcò a quindici anni su una battello a tre alberi di nome Colbert, direzione Tahiti: tredici mesi filati di navigazione facendo il giro del mondo, Capo di Buona Speranza all’andata e Capo Horn al ritorno. Come in un personale diario di bordo, fin da questo primo viaggio iniziò ad annotare entusiasticamente i ricordi di tutti i veterani che incontrava, inclusi racconti, modi di dire tradizionali e naturalmente canzoni; così farà sempre anche in seguito su ogni nave su cui salirà.

Il 9 Settembre 1906 partì sul Saint-Vincent de Paul, che però si arenò sugli scogli di Essarts de Langrune, dopo aver speronato un peschereccio nel Canale della Manica. Fu questo il suo ultimo viaggio, il naufragio segnò la fine della sua carriera marittima ad appena 24 anni; aveva giusto raggiunto l’età sufficiente per ottenere il certificato ufficiale di capitano di lunga distanza a bordo di navi francesi. Ricoprì in seguito molti incarichi, da cammelliere ad amministratore coloniale, venne esentato dal combattere nella prima guerra mondiale per una grave malattia contratta durante il Servizio della Colonia, infine fu assegnato, dietro propria richiesta, al Comando della Marina e del Lungomare La Rochelle-La Pellice, oltre che al Comando della Polizia di Navigazione Marittima. Dal 1931 non riuscendo più a navigare si dedicò unicamente e completamente all’opera letteraria.

Con il titolo di “Chansons de la voile sans voile” (Canzoni della vela senza veli)[1], nel 1935 (in seguito riedito) sotto lo pseudonimo di Jean-Marie Le Bihor, pubblicò delle salmastre versioni non espurgate, di alcuni canti marinareschi che aveva pubblicato in precedenza sotto il suo vero nome (“Canzoni di bordo”).

Marinai infoiati

Cosa viene solitamente narrato con enfasi in centinaia di canti, migliaia di versi? Racconti di meravigliose avventure in mezzo alla schiuma dell’onda, bellezze conturbanti di principesse, dee, sirene, maghe, si cita Calypso, Nausicaa, Circe…ma non a tutti toccava la sorte e la gloria di Ulisse, c’erano anche poveri diavoli che facevano la fine di Elpénor in quei tragitti dai Caraibi a Scilla, spesso passando per gli Inferi. A quei disperati vomitati dal mare sulle banchine dei porti del mondo, dopo mesi di sforzi immani, i corpi laceri in stracci, miserabilmente unti e segnati, divorati vivi dal fumo, eroi della resistenza sui cavalloni, esperti in ogni tipo di nodi, eterni imbroglioni dalla lingua ricamatrice di menzogne…cosa poteva restar da cercare infine dopo aver invano atteso le tanto affascinanti e sognate sirene?

Le père Winslow la scheda in Terre Celtiche Blog

Comunità di uomini soli per lunghi periodi, i marinai oltre alle conosciute canzoni di manovra utili a favorirne gli sfiancanti lavori a bordo, svilupparono canzoni scurrili, licenziose, oscene, gaudenti che permettessero loro di sfogarsi almeno in musica, contro la castità giustamente mal sopportata. Le fantasie sessuali sfrenate li aiutarono non poco in quelle astinenze. Queste canzoni appaiono come “fiori del male” sbocciati ai tropici, certe sono emerse dalle nebbie del Grand Banc di Terranova, altre sono spuntate nei tuguri fumosi di Valparaiso. Alcune le raccolse a bordo personalmente Armand Hayet, altre le spigolò a caso dai suoi incontri, dalle letture, dalle sere arroventate nelle bettole dei porti di Francia.

Scesi dalla Fringante, come dalla Sémilante o dall’Aquilon, a rue du Rouleau o a rue de la Soif, a Couëron, Havre o Frisco ad aspettarli c’erano sempre Margot, Marie Mahé, Madeleine o Marie-Suzon che si complimentavano leste con loro per averlo lungo quanto un braccio: la loro fica era “una barca da rigirare”, “una chiesa dove battezzarsi”, “un albergo dove saziarsi”, “un impero dove regnare” ed inevitabilmente andava a finire che i marinai si prendevano la sifilide.

Sono oggi un patrimonio prezioso ma, per ovvi motivi, poco interpretato, almeno nei dischi, a causa della loro scurrilità, spesso rozzamente popolana, dove i termini utilizzati sul mare come “manovrare”, “spingere”, “riempire”, “nuotare” o “affogare” hanno tutti doppi sensi erotici, e lo stesso i cannoni o fucili…

Canzoni degne del Decamerone, dove accadono svariate situazioni piccanti.

Les Marins d’Iroise in De la Terre à la Hune – chants de marins 2006

La Margot

La versione “velata”
Margot qu’est venue biribi un joli p’tit navire !
Et c’est moi qui suis biribi le cap’taine qui le vire !
C’est mes mains qui sont de belle façon
Les gabiers d’empointures.
Oh ! hisse ! et ho ! Tire larigot Hourra ! pour la Margot !

e quella “svelata”
C’est Margot qu’a fait biribi de son con un navire
Et c’est mon gros vit biribi le cap’taine qui le vire
De mes deux roustons les morpions en sont
Les gabiers d’empointure
Oh hisse et ho ! Tire-larigot ! Dans le cul à Margot

C’est Margot qu’a fait biribi de son con une église
Et c’est mon gros vit biribi le recteur qui baptise
De mes deux roustons ce sont les morpions
Qui brandouillent les cloches
Oh hisse et ho ! Tire-larigot ! Dans le cul à Margot

C’est Margot qu’a fait biribi de son con une auberge
Et c’est mon gros vit biribi le patron qui s’ goberge
De mes deux roustons les morpions en sont
Les servantes qui baisent
Oh hisse et ho ! Tire-larigot ! Dans le cul à Margot

C’est Margot qu’a fait biribi de son con un empire
Et c’est mon gros vit biribi le roi qu’elle soupire
De mes deux roustons les morpions en sont
Les pages qu’on envergue
Oh hisse et ho ! Tire-larigot ! Dans le cul à Margot

C’est le con d’ Margot biribi qui gagne mes pistoles
Mais si c’est mon vit biribi qu’attrape la vérole
Avec mes roustons et tous leurs morpions
J’ lui étouff’rai la gorge
Oh hisse et ho ! Tire-larigot ! Dans le cul à Margot

La versione svelata: Fanch Le Marrec già pubblicata nel suo cd “À La Godille” del 1998 e inserita nella compilation “Chansons bretonnes (très) salées, vol. 1” del 2016.

Traduzione italiana Monique Palomares
È stata Margot che ha fatto, biribi, della sua fica una nave
Ed è il mio grosso cazzo(1), biribi, il capitano che la vira,
Dei miei due coglioni, le piattole ne sono
I gabbieri addetti alle vele(2)
oh, issa, oh, a più non posso, in culo alla Margot!

È stata Margot che ha fatto, biribi, della sua fica una chiesa
Ed è il mio grosso cazzo, biribi, il parroco(3) che battezza
Dei miei due coglioni, le piattole ne sono
Quelli che suonano le campane
oh, issa, oh, a più non posso, in culo alla Margot!

È stata Margot che ha fatto, biribi, della sua fica un ostello
Ed è il mio grosso cazzo, biribi, il padrone che s’abbuffa(4)
Dei miei due coglioni, le piattole ne sono
Le cameriere che fottono
oh, issa, oh, a più non posso, in culo alla Margot!

È stata Margot che ha fatto, biribi, della sua fica un impero
Ed è il mio grosso cazzo, biribi, il re a cui lei sospira
Dei miei due coglioni, le piattole ne sono
I paggi che son fottuti(5)
oh, issa, oh, a più non posso, in culo alla Margot!

È la fica di Margot, biribi, che guadagna le mie pistole(6)
Ma se c’è il mio cazzo, biribi, che si becca la sifilide,
Con i miei coglioni e tutte le sue piattole,
Le soffocherò la gola
oh, issa, oh, a più non posso, in culo alla Margot!
NOTE
(1) in francese di solito è “bite/bitte”, non si conosce davvero l’etimologia ma probabilmente è collegato a “bitte” (= bitta) di origine scandinava; “vit” non si dice più, lo troviamo solo nei vecchi testi: in occitano è ancora in uso il termine vièch e anche “vietase” = vièch d’ase = cazzo di asino che è sia un’esclamazione di sorpresa (d’accordo, non molto raffinata!) che una parola popolare per “melanzana”. Ambedue le parole vengono del latino “vectis” = leva, barra.
(2) inferire una vela “legare le vele ai pennoni” [una faccenda che riguarda le borose d’inferitura e le borose dei terzaroli -Italo Ottonello docet]
(3) rettore di un università ma anche in Bretagna il parroco di una chiesa
(4) si fa delle scorpacciate
(5) in gergo “enverguer” =  “fottere, fare l’amore” (https://www.languefrancaise.net/Bob/77937)
(6) pistola, moneta equivalente al doblone spagnolo

La storia di Jean-François de Nantes poi grida vendetta.

Le trente et un du mois d’aout

La versione velata: il combattimento navale
La versione svelata: a seguito di un naufragio al largo del Borneo, il marinaio in questione si ritrova con trenta donne assatanate dal culo troppo caldo e affida il suo S.O.S. al mare, ma prima dell’arrivo dei soccorsi, rimane pelle ed ossa, completamente spolpato degli attributi

La versione svelata
Le 31 du mois d’août,
On vit venir, sous l’vent à nous, (Bis)
Une capote d’Angleterre,
Qui fendait la mer et les flots
Comme un joli petit bateau.
(Refrain) Buvons un coup, buvons-en deux,
À la santé des amoureux !
À la santé du roi de France !
Et merde pour le roi d’Angleterre,
Qui nous a déclaré la guerre.

Le capitaine, immédiatement,
Fît arrêter son bâtiment, (Bis)
Et la capote d’Angleterre,
Fut pêchée par des matelots
Et remontée sur le bateau.
Dans la capote, y’avait un mot,
Je suis au large de Bornéo, (Bis)
Naufragé sur une île déserte,
Avec trente filles qui ont le cul trop chaud,
Je n’ai plus qu’la peau sur les os
Le capitaine, tout aussitôt,
Fit mettre le cap sur Bornéo, (Bis)
Mais quand enfin, on débarqua,
Le marin n’avait plus de roustons,
Et les filles se suçaient le bouton !
En voyant débarquer les gars,
Les filles poussèrent des cris de joie, (Bis)
Et se jetèrent sur l’équipage,
Chacune étendue sur le dos,
Se fit baiser par trois matelots !
Tout l’équipage, pendant un mois,
Baisa soixante-douze mille fois !
Et le navire revint en France,
Avec une vérole, mes agneaux !
Qui fut donnée à tout Bordeaux !

Colette Renard

La versione velata
“Questa canzone marinaresca tradizionale racconta la storia di una piccola nave francese che sconfigge un vascello inglese molto più grande.
Ricorda la battaglia del 31 agosto 1800, due mesi dopo la vittoria di Bonaparte a Marengo. Il corsaro di Saint-Malo Surcouf, che comandava La Confiance , catturò la fregata inglese Kent , presidiata da quattrocento membri dell’equipaggio con trentotto cannoni. La menzione durante il coro del re di Francia suggerirebbe la ripresa di un canto più antico o di una creazione successiva all’episodio.” [tradotto da https://xavier.hubaut.info/paillardes/marins1.htm#RENA]

Traduzione italiana Monique Palomares
Il 31 agosto,
Vedemmo venire, da noi sottovento
Un preservativo(1),
Che fendeva il mare e le onde
Come una bella barchetta.
(Coro) Beviamo un bicchierino, beviamone due,
Alla salute degli innamorati!
Alla salute del re di Francia!
E fanculo il re d’Inghilterra,
Che ci ha dichiarato guerra.

Il capitano, subito,
Fece fermare la sua nave,
E il preservativo,
Venne pescato dai marinai
E portato sulla barca.
Nel cappuccio c’era un bigliettino,
“Sono al largo del Borneo,
Naufragato su un’isola deserta,
Con trenta ragazze il cui culo è troppo caldo,
Sono ridotto pelle e ossa(2)”
Il capitano, subito,
Fece rotta per il Borneo,
Ma quando finalmente sbarcammo,
Il marinaio non aveva più i coglioni,
E le ragazze si sgrillettavano(3)!
Vedendo sbarcare i ragazzi,
Le ragazze strillarono di gioia,
E si lanciarono sull’equipaggio,
Ciascuna sdraiata sulla schiena,
Si fece scopare da tre marinai!
L’intero equipaggio, per un mese,
fottè settantaduemila volte!
E la nave tornò in Francia
Con la sifilide, agnelli miei!
Che fu regalata a tutta Bordeaux!

NOTE
(1)”capote anglaise” = preservativo (come “French letter” in inglese)
(2) il poverino è diventato magrissimo da tanto sesso con le 30 vogliose ragazze
(3) lett “si succhiavano il bottone” le bouton nel contesto è la/il clitoride; mentre in francese il termine è al maschile in italiano è sia femminile che maschile [ precisa Flavio Poltronieri: nella lingua italiana clitoride è un vocabolo originariamente sostantivo femminile come quasi tutti i termini che finiscono in “ide”; “clitoris” in greco indica la “chiave” da cui derivano con probabilità parole normalmente utilizzate nell’argomento come “chiavare”]

La versione velata: il combattimento navale

Mikaël Yaouank
La Nef live -direttore musicale Seán Dagher

Derriere chez nous y a-z’un petit bois

In Derriere chez nous y a-z’un petit bois si racconta della madre tardona che dopo aver donato la verginità della figliola adolescente al ben dotato marinaio, pretenderebbe anche per sé lo stesso trattamento, visto che il marito riesce a tirare solo due colpi all’anno, uno in inverno e l’altro in primavera. Ma lui rifiuta invitandola a rivolgersi al Comandante che essendo un “vecchio coglione non ce l’ha più oramai tanto grosso” ed è più adatto a lei.

La versione velata
Derrière chez nous y a z’un p’tit bois
Hourra mes bouées! Hourra!
Derrière chez nous y a z’un p’tit bois
Tra la la la – la la la – la la!
J’cueillis deux fraises, j’en mangis trois
Avec une fillette de quinze ans
Sa mère arrive au même instant
Que faites-vous à mon enfant!
J’suis en train d’lui compter les dents
Il lui en manqu’une sur le devant
Que je lui pose bellement
Il m’en manqu’une également!
Donnez-moi z’en, marin galant!
J’les pose qu’à celles de quinze ans
Les vieilles pour le commandant!
Hourra mes bouées! Hourra!
Les vieilles pour le commandant!
Tra la la la – la la la – la la!

Traduzione italiana Monique Palomares
Dietro di noi c’è un boschetto
Urrà miei bravi, urrà
dietro di noi c’è un boschetto
Tra la la la – la la la – la la!
Ho raccolto due fragole, ne ho mangiate tre
con una ragazza di quindici anni.
Sua madre arriva nello stesso momento
“Cosa stai facendo a mia figlia!”
“Sto contando i suoi denti
ne manca uno sul davanti
che le metto magnificamente”
“Anche a me ne manca uno!
Mettimelo, valoroso marinaio!” 
“Lo metto solo a quelle di quindici anni.
le vecchie, (sono) per il comandante!”
Urrà miei bravi, urrà
Le vecchie, per il comandante!
Tra la la la – la la la – la la!

la versione dei terricoli con la danza in cerchio

La versione svelata
Derrière chez nous y a z’un p’tit bois
Hourra, mé boué, hourra !
Cueillis deux fraises, en mangis trois
Tralalala lalala lala
Avec une fillette de quinze ans
Sa mère arrive au même instant
Que faites-vous à mon enfant ?
J’ suis en train d’ lui compter les dents
Il lui en manque une sur l’ devant
Dans un p’tit trou rose et charmant
Il la lui pose bellement
Avec son petit instrument
Son pucelage qu’était dedans
L’a perlé dessus sa dent
L’était tout chaud et bien content
D’avoir largué la belle enfant
Dans la manœuvre a joui tant
Qu’elle veut se replanter sa dent !
“C’est à mon tour, dit la maman
Qu’il m’en manque une également
Pose-la-moi, marin galant
J’en ai besoin depuis longtemps”
Les pose qu’à celle de 15 ans !
Qu’a z’un p’tit trou rose et charmant
Le tien est pour le commandant
Qu’a plus jamais sa grosse dent
À vieille bouche plus de dent
Hourra, mé boué, hourra !
Y faudrait plusieurs instruments !
Tralalala lalala lala

Colette Renard in Chansons Erotiques 2022
Les Quatre Barbus in 20 chansons paillardes 2010

Traduzione italiana Monique Palomares
Dietro di noi c’è un boschetto
Urrà miei bravi, urrà
ho raccolto due fragole, ne ho mangiate tre
Tralalala lalala lala
con una ragazza di quindici anni
sua madre arriva nello stesso momento
“Cosa stai facendo a mia figlia!”
“Sto contando i suoi denti
ne manca uno sul davanti
in un piccolo buco rosa e delizioso
che le metto magnificamente
con il mio piccolo strumento”
La verginità che c’era all’interno
ha imperlato la cima del suo “dente”(1)
era tutta calda e molto felice(2)
di aver abbandonato(3) la bella ragazza
perché nella manovra ha goduto tanto
che vuole ripiantarsi il dente (4)!
“Tocca a me,-disse la mamma-
anche a me ne manca uno!
Mettimelo valoroso marinaio
ne ho bisogno da molto tempo.”
“Lo metto solo a quelle di quindici anni.
che hanno un piccolo buco rosa e delizioso
Il tuo è per il comandante
che non ha più ormai il suo grosso “dente”.
La tua vecchia bocca non ha più denti
Urrà miei bravi, urrà
sarebbero necessari diversi strumenti!
Tralalala lalala lala
NOTE
(1) letteralmente: le ha imperlato su il dente
(2) il soggetto è la verginità (che in francese è al maschile)
(3) la ragazza è stata sverginata dal “dente” del marinaio
(4) la ragazza vorrebbe il bis

Les filles de La Rochelle

Nella versione censurata si narra di pizzi, fili d’oro e d’argento, avori e raso bianco, passeggiate, rose bianche e vele che fuggono al vento


1.Sont les filles de la Rochelle
Ont armé un bâtiment (bis)
Pour aller faire la course
Dedans les mers du Levant
Ah! La feuille s’envole, s’envole
Ah! La feuille s’envole au vent(bis)

2.La grand vergue est en ivoire
Les poulies en diamant (bis)
La grand-voile est en dentelle
La misaine en satin blanc.
3.Les cordages du navire
Sont des fils d’or et d’argent (bis)
Et la coque est en bois rouge
Travaillé fort proprement.
4.L’équipage du navire
C’est toutes filles de 15 ans (bis)
Le captaine qui les commande
Est le roi des bons enfants.
5.Hier faisant sa promenade.
Dessus le gaillard d’avant. (bis)
Aperçut une brunette
Qui pleurait dans les haubans.
6.Qu’avez-vous, jeune brunette?
Qu’avez-vous à pleurer tant? (bis)
Avez-vous perdu père et mère?
Où quelqu’un de vos parents.
7.Je ne pleure ni mon père
Ni ma mère, ni mes parents (bis)
J’ai perdu mon avantage
Qui s’en fut la voile au vent
8.Il est parti vent arrière
Il reviendra vent devant (bis)
Il reviendra mouiller l’ancre
Dans la rade des bons enfants

Gérard Jaffrès 

Traduzione italiana Monique Palomares
Sono le ragazze di La Rochelle
[che] armarono un bastimento (bis)
Per andare a fare la corsa
Nei mari di Levante
Ah! La foglia vola via, vola via
Ah! La foglia vola via nel vento (x2)

Il pennone di controvelaccio è in avorio
Le pulegge in diamanti (x2)
La randa è in pizzo
La vela di trinchetto in raso bianco.
Le cime della nave
Sono fili d’oro e d’argento (x2)
E il guscio è di legno rosso
Lavorato molto bene.
L’equipaggio della nave
Sono tutte ragazze di 15 anni (x2)
Il capitano che le comanda
È il re dei buoni bambini.
Ieri facendo la sua passeggiata.
Sopra il castello di prua. (x2)
Avvistò una brunetta
Che piangeva nelle sartie.
Che avete, giovane brunetta?
Perché piangete così tanto? (x2)
Avete perso padre e madre?
O qualcuno dei vostri parenti?
Non piango né mio padre
Né mia madre né i miei parenti (x2)
Ho perso il mio vantaggio
Che è andato al vento
È andato sottovento
Tornerà vento in prua (x2)
Tornerà a gettare l’ancora
Nel porto dei buoni bambini

Nella versione non espurgata, quando furono partite per le Americhe, le ragazze de La Rochelle, “coscia leggera e chiappa di conseguenza”, nel giro di sei settimane avevano tutte “il culo in fiamme”. Poiché sotto una luna graziosa era apparsa all’arrembaggio una fregata piena di pirati affamati. E dopo se ne stavano con il culo al fresco a filosofeggiare come sirene per attirare nuove navi: “Ho perso la verginità in mezzo all’oceano, se n’è andata sottovento tornerà bordeggiando“.


Sont les fill’s de La Rochelle
Qu’ ont armé un bâtiment
Ell’s ont la cuisse légère
Et la fesse à l’avenant.
Ah’ la feuille s’envole, s’envole
Ah! la feuille s’envole au vent

Sont parties aux Amériques
Un matin, la voile au vent;
Ont choisi pour capitaine
Une fille de quinze ans.
Nous n’avons pas besoin d’hommes,
Disaient-elles à tout venant;
Mais au bout de six semaines
Ell’s avaient le cul brûlant.
Un beau soir, une frégate
Apparut sur l’Océan,
Pleine de jolis pirates,
De beaux gars appétissants
Elles allèr’nt à l’abordage
A coups d’ sabre et à coups d’ dents
Ell’s y prirent l’avantage
Et se ram’nèr’nt des galants.
Et sous la lune jolie,
Etendues sans vêtements,
Ell’s ont écarté les cuisses
Tout’s sur le gaillard d’avant.
Ont baisé à perdre haleine
Jusqu’au clair soleil levant
Et c’était la capitaine
Qui menait le mouvement.
Le lend’main le beau navire
Repartit vers le couchant
Et les fill’s de La Rochelle
Le cul frais allaient chantant:
“J’ai perdu mon pucelage
Au milieu de l’Océan
ll est parti vent arrière
Reviendra z’en louvoyant”.

Colette Renard da Chansons gaillardes et libertines

Traduzione italiana Monique Palomares
[Sono] le ragazze di La Rochelle
Che] hanno armato un bastimento
Hanno coscia leggera
E chiappa di conseguenza
Ah, la foglia vola via, vola via
Ah! la foglia vola via nel vento

Se ne sono andate nelle Americhe
Una mattina, navigando al vento;
Hanno scelto per comandante
Una ragazza di quindici anni.
“Non abbiamo bisogno di uomini”
Hanno detto a chi veniva;
Ma dopo sei settimane
Avevano il culo in fiamme.
Una bella sera, una fregata
Apparve sull’oceano,
Piena di graziosi pirati,
Bei ragazzi appetitosi
Andarono all’abbordaggio
Con colpi di sciabola e con i denti
Ne approfittarono
E si presero i galanti (1).
E sotto la bella luna,
stavano senza vestiti,
Allargarono le cosce
Tutte sul castello di prua.
Hanno scopato senza fiato
Fino al luminoso sole nascente
Ed era la comandante
che guidava il movimento.
Il giorno dopo la bella nave
Tornò verso il tramonto
E le ragazze di La Rochelle,
culo fresco, sono andate a cantare:
“Ho perso la verginità
In mezzo all’oceano
Se n’è andata sottovento
Tornerà bordeggiando”.
NOTE
(1) “galante” è un termine desueto per definire un corteggiatore

illustrazione tratta da Chansons Cochonnes
Chansons estudiantines traditionnelles
adaptées en bandes dessinées par LM
CARPENTIER – MALIK – JIDÉHEM – KOX
couleurs LAURENT 


[1] edizione originale: Les Amis du Gaillard d’Avant, Dunkerque 1935. In 8 broché de 112 pages, au format 25,5 x 16,5 cm. Couverture en couleurs et illustrations en noir par Charles Bredon. Recueil de chansons paillardes et marines, avec partitions, par Jean-Marie Le Bihor, 1800 exemplaires numérotés sur vélin supérieur, après 6 japon et 50 pur fil.


RACCOLTA TESTI
http://patrice.lignelet.free.fr/Chants/ch_marins_A.htm
https://www.wikitrad.org/Page/La_Margot
MARGOT (yoledebenodet.com)
https://fr.wikipedia.org/wiki/Au_31_du_mois_d%27ao%C3%BBt
https://xavier.hubaut.info/paillardes/marins1.htm#RENA
https://projet-canto.fr/chants/au-31-du-mois-daout-paillarde/
Y a z’un petit bois – Chants de mer, de marins et autres… (canalblog.com)
https://www.bretagne.com/fr/la-bretagne/sa-culture/les-chants-marins/le-trente-et-un-du-mois-daout
https://xavier.hubaut.info/paillardes/larochel.htm
https://www.bretagne.com/fr/la-bretagne/sa-culture/les-chants-marins/les-filles-de-la-rochelle

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