La ballata popolare (folkevise) ha avuto nel Medioevo ampia diffusione in tutta la Scandinavia, a partire dalla Danimarca che già nel XIII secolo vantava una fiorente produzione di folkeviser ispirate alla tradizione inglese, germanica e soprattutto francese; la materia epica, propriamente nordica, si fondeva con i ritmi delle caroles (canzoni da ballo) francesi.
A-Z Ballate scandinave
Le folkeviser medioevali rimasero in auge fino al 1600, quando passarono di moda negli ambienti cittadini benestanti. Il Romanticismo. nella sua costante ricerca del primordiale e genuino spirito popolare, riportò alla ribalta il recupero e le raccolte dei testi e delle musiche originali. Il più importante raccoglitore e classificatore di ballate fu il danese Svend Hersleb Grundtvig (1824–1883). Dalla Danimarca ci sono pervenute 539 ballate e canti popolari medievali, un numero considerevole nel panorama letterario europeo.
L’esemplare più antico di folkevise è un frammento del 1320, Drømte mig en drøm i nat, il cui nucleo principale fu trascritto nel XVI sec. da nobildonne e monache che amavano trascrivere le ballate fino ad allora tramandate oralmente. La prima vera raccolta – Hundredvisebogen – è del 1591, ad opera del prete Anders Sørensen Vedel, un esempio unico nel Nord Europa e importante punto di riferimento anche per la ricerca sulle ballate norvegesi. Infatti nel 1695 il prete e linguista Peder Syv pubblicò una riedizione della raccolta di Vedel con l’aggiunta di cento nuove ballate dal titolo Kæmpevisebogen. Questa raccolta fu molto popolare e riscontrò successo in Norvegia e nelle Isole Færøer. In Norvegia la folkevise – variamente rielaborata – è stata per lungo tempo, durante il periodo di dominio danese, l’unica fonte di espressione culturale di tipo “non ufficiale”.
In ogni caso solo pochi tipi di ballate scandinave sono limitati a un solo paese, la maggior parte di essi ha attraversato i confini nazionali. Non solo, molte ballate originarie delle terre nordiche si sono diffuse in altre ragioni, come quelle anglosassoni, e viceversa. Non poche delle ballate raccolte dal professor Child, per esempio, hanno corrispondenti in ballate scandinave. Del resto lo stesso Francis Child ebbe scambi epistolari sistematici con Sven Grundtvig.
I CATALOGHI NAZIONALI
Il catalogo danese (Danmarks Gamle Folkeviser), iniziato da Sven Grundtvig nel 1853 e progressivamente completato nel XX secolo, classifica le ballate nelle seguenti categorie:
– ballate “eroiche” (Kaempeviser)
– ballate “magiche” (Trylleviser)
– ballate “storiche” (Historiske viser)
– ballate “cavalleresche” (Ridderviser)
Esistono anche altri cataloghi nazionali. Lo Sverige Medeltida Ballader è un’edizione accademica che raccoglie tutte le ballate medievali tradizionali svedesi conosciute esistenti, comprese quelle provenienti dalle parti di lingua svedese della Finlandia. La raccolta, pubblicata tra il 1983 e il 2001, riprende la stessa classificazione dell’archivio danese aggiungendo le categorie “ballate leggendarie” e “ballate satiriche”.
L’archivio norvegese più antico conosciuto è il Norske Folkeviser, curato a metà del XIX secolo da Magnus Brostrup Landstad. Esso contiene principalmente ballate medioevali della regione del Telemark.
The Types of the Scandinavian Medieval Ballad è una specie di catalogo riassuntivo, pubblicato nel 1978, che classifica le ballate conosciute in una o più delle lingue scandinave.
La classificazione TSB utilizza la stessa suddivisione svedese delle ballate in sei categorie e specifica, quando esiste, la corrispondenza tra una data ballata scandinava e una di quelle catalogate da Francis Child.
LINK
https://en.wikipedia.org/wiki/Danmarks_gamle_Folkeviser
https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_Sveriges_Medeltida_Ballader
https://en.wikipedia.org/wiki/The_Types_of_the_Scandinavian_Medieval_Ballad
https://www.britannica.com/topic/Norske-folkeviser
https://musikverket.se/svensktvisarkiv/medeltida-ballader/
l motivo del bertagning tra poesia letteratura e folklore di Francesco D’Angelo