Will ye no come back again?/Bonnie Charlie

Will ye no come back again (in italiano Ritornerai ancora?) è una canzone giacobita scritta da Lady Nairne su di un’aria tradizionale. Le versioni testuali subito si moltiplicarono attraverso la tradizione orale e le riscritture di altri autori filo-giacobiti.
Will ye no come back again? (Lady Nairne)
Will ye no come back again? (James Hogg)

OUTLANDER BOOK-Diana Gabaldon
Voyager (edizione italiana IL CERCHIO DI PIETRE)
cap.I The Corbies’ Feast
Many a Highland chieftain fought,
Mony a gallant man did fall,
Death itself were dearly bought
All for scotland’s king and law.

attesa- Edmund-Blair-Leighton

La poesia, originariamente scritta dalla irriducibilmente filo-giacobita Carolina Oliphant (Lady Nairne 1766-1845) con il titolo Bonnie Charlie e a volte erroneamente attribuita a Robert Burns, è una nostalgica evocazione di un tempo che non sarà più. Spogliata dalle sue aspirazioni politiche, è spesso utilizzata come canto dell’addio (come l’altrettanto famosa Auld Lang Shine).

Colui che ritornerà è il “Bonnie Charlie” (in italiano il Bel Carletto) ovvero il “giovane” e ultimo pretendente Stuart al trono di Scozia, Charles Stuart, così in chiave politica la canzone è diventata sinonimo di desiderio d’indipendenza e “inno” del movimento nazionalista scozzese.

Questo filone di canti giacobiti sono stati scritti quando il “pretendente” era ormai polvere e tuttavia la letteratura romantica manteneva ancora vive le aspirazioni giacobite e i canti infiammavano ancora gli animi.

WILL YE NO’ COME BACK AGAIN (Lady Nairne )

Su di un’aria tradizionale (attribuita a Niel Gow junior -1795-1823), la melodia è famosa come marcia (o lament) suonata ovviamente dalle cornamuse scozzesi. E’ anche una scottish country dance (vedi)


I
Bonnie Charlie’s now awa’(1),
Safely o’er the friendly main ,
He’rts will a’most break in twa 
Should he no’ cam back again.
Refrain:
Will ye no’ cam back again?(2)
Will ye no cam back again?
Better lov’d ye canna be (3),
Will ye no cam back again?

II
Ye trusted in your Hielan men,
They trusted you dear Charlie!
They kent your hiding in the glen,
Your cleadin’ was but barely (4)
III
English bribes were a’ in vain;
An’ e’en though puirer we may be,
Siller canna buy the heart
That beats aye for thine and thee.
IV
We watched thee in the gloamin’ hour,
We watched thee in the mornin’ grey
Though thirty thousand pounds they gie,
There is nane that would betray.
V
Sweet’s the laverock (5) ‘s note and lang,
Liltin’ wildly up the glen,
But aye to me he sings ane sang,
Will ye no come back again?

ITraduzione italiana di Cattia Salto
I
Il Bel Carlo se n’è andato,
al sicuro, al di là dello Stretto amico;
molti cuori si spezzeranno
se tu non dovessi ritornare.
RITORNELLO
Tornerai o non tornerai?
Tornerai o non tornerai?
Più amato non potresti essere,
un giorno tornerai ancora?

II
Contavi sui tuoi montanari,
loro si fidavano di te caro Carlo,
conoscevano il tuo nascondiglio nella valle,
mentre stavi a stento vestito
III
La corruzione degli inglesi fu del tutto inutile
e anche se fossimo più poveri,
l’argento non potrà comprare il cuore
che batte per i tuoi e te
IV
Guardammo a te nell’ora del crepuscolo;
guardammo a te nel grigio mattino
anche se ci danno 30 mila sterline
non c’è nessuno che ti tradirà
V
Dolce è il canto dell’allodola
che si innalza libero sopra la valle
e canta per me una canzone:
” un giorno tornerai ancora?”

NOTE
(1) dopo la sconfitta di Culloden (1746) il Bonnie Prince, allora ventiseienne, riuscì a fuggire e a restare nascosto per parecchi mesi, protetto dai suoi fedelissimi, nonostante i pattugliamenti inglesi e la taglia sulla sua testa (Siller canna buy the heart) . Il bel Carletto fuggì dalla Scozia in modo rocambolesco e si rifugiò in Francia continua
(2) la domanda è pleonastica, il bel Carletto è morto da più di trent’anni (1788) solo e devastato dall’alcol nel suo esilio romano: il Bonny Prince è diventato però nell’immaginario giacobita un re dormiente novello Artù pronto a ritornare al momento del bisogno per combattere nella battaglia a fianco degli Scozzesi contro i “Nemici”
(3) proprio come fecero il padre e il nonno di Carolina ferventi sostenitori del ramo Stuart. Essi combatterono al fianco del Principe fino alla fine, perdendo terre e fortuna, per trovare scampo in esilio. Anche la madre apparteneva ad una famiglia filo-giacobita così tutti i figli restarono nel cuore leali alla causa
“Laurence Oliphant, the laird, descendant of an old family as proud as it was ancient, a Jacobite of the Jacobites, who loved the Stuarts with all the adoration of his absurd old soul. To win his undying favour it was only necessary for a neighbour to present him with a relic of the Royal house, a garter, a brogue, or spurs worn by His Royal Highness. To look at but for heaven’s sake not to touch, the sacred memorials, a lock of Prince Charlie’s red hair, his bonnet, his cockade or crucifix, was with him almost a religious service.” (tratto da qui)
She was baptized Carolina in honour of the then exiled Prince Charles Stuart. Her parents were cousins and grandchildren of William Murray, the Lord Nairne who narrowly escaped execution after the 1715 rising, and were married at Versailles on 9 June 1755 during nineteen years of political exile following the failure of the Jacobite rising of 1745. Her mother was also descended from a famous Jacobite Clan, the Robertsons of Struan. Robertsons, Oliphants and Nairnes alike had been been attainted for high treason and lost their estates. A part of their Gask domain was bought back from the government and her parents were able to return two years before Carolina’s birth. Her father Laurence Oliphant was active in Jacobite politics throughout his life and his children were carefully reared to ‘keep them loyal’. (tratto da qui)
(4) il verso è volutamente un po’ oscuro, riferendosi ai nascondigli di fortuna a cui il principe in fuga dovette adattarsi.
Viene spesso sostituito con “Death and exile braving” (in italiano: morte e esilio ai coraggiosi)
(5) per i Celti l’allodola era un animale sacro simbolo di buona fortuna e protezione, messaggero tra l’umano e il divino

arrangiamento di Phil Coulter
Jean Redpath nel Cd “Will Ye No Come Back Again? (The Songs Of Lady Nairne)” 1986 che nella sua opera discografica dedicata alla baronessa Carolina Oliphant ne riporta la fede politica. L’accompagnamento è costituito dal violoncello di Abby Newton e dal violino di David Gusakov.
The Corries live (I, II, III
The Corries (I,V) e seguire Joy of my Heart
melodia per cornamusa
North Sea Gas in “Keltic Heritage” (strofe I, II, III)
Gaberlunzie (strofe I, III, II, V )

WILL YE NO’ COME BACK AGAIN (James Hogg )

Ma le versioni testuali che si moltiplicarono attraverso la tradizione orale e le riscritture di altri autori filo-giacobiti[1]; si prenda ad esempio i versi riscritti (o collezionati) da James Hogg in cui si mantiene solo la prima e ultima strofa di Lady Nairne


I
Bonnie Charlie’s now awa’,
Safely o’er the friendly main,
Mony a heart will brak in twa’
Should he no’ cam back again.
II
Mony a traitor ‘mang the isles
Brak the band o’ nature’s laws;
Mony a traitor wi’ his wiles
Sought to gi’ his life awa’
III
Whene’er I hear the blackbird sing,
Unto the evening sinking down,
Or merl (6) that makes the wood to ring,
To me they hae nae other sound.
IV
Mony a gallant sodger faught,
Mony a gallant chief did fa’,
Death itself was dearly bought
A’ for scotland’s king and law.
V
Sweet the lav’rock’s note and lang,
Lilting wildly up the glen;
and aye the o’erworld o’ he sang,
‘Will he no’ come back again?”

Traduzione italiana di Cattia Salto
I
Il Bel Carlo se n’è andato,
al sicuro, al di là dello Stretto amico;
molti cuori si spezzeranno
se tu non dovessi ritornare.
II
Molti traditori fra le isole,
infransero la legge della natura,
molti traditori con l’inganno,
cercarono di vendere la sua vita.
III
Ogni volta che sento il tordo cantare
verso la sera che tramonta
o il merlo mentre fa vibrare il bosco
per me non ci sono altri suoni
IV
Molti soldati coraggiosi si sono battuti,
molti principi valenti sono caduti,
anche la morte è stata comprata a caro prezzo,
tutto per il re e la giustizia della Scozia.
V
Dolce è il canto dell’allodola
che si innalza libero sopra la valle
e canta per me una canzone:
“Un giorno tornerai ancora?”

NOTE
(6) merl è il nome in dialetto scozzese del merlo (Turdus merula); blackbird è anche il nome inglese dato al merlo ma qui tradotto con tordo essendo l’intento dell’autore di descrivere due diversi uccelli dal piumaggio bruno-scuro, seppure imparentati e che si assomigliano molto (le femmine). Il merlo è più rumoroso del Tordo bottaccio, il suo canto è costituito da un fischio puro e melodioso, assai vario, allegro e canta molto prima del levar del sole. Sia il merlo che il tordo sono spesso utilizzati nei canti patriottici scozzesi e irlandesi per indicare dei leader della ribellione

Ewan MacColl & Peggy Seeger

[1] http://www.joe-offer.com/folkinfo/forum/328.html
FONTI
http://chrsouchon.free.fr/willyeno.htm
http://ontanomagico.altervista.org/charlie.htm
http://www.musicanet.org/robokopp/bio/nairnela.html
http://www.educationscotland.gov.uk/scotlandssongs/ primary/genericcontent_tcm4554478.asp
http://www.joe-offer.com/folkinfo/songs/175.html
http://bardbook.flame.org/songs/739

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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