Nick Cave è un musicista australiano (e singolare è dir poco) che ha fatto uno strepitoso lavoro sulle “ballate degli omicidi” rielaborando testi e melodie tradizionali in UK e Irlanda, riscrivendo e componendo di suo pugno e pubblicando un album nel 1996 con il titolo di “Murder Ballads“.
Prendiamo “Where The Wild Roses Grow” che per molti versi richiama un paio di ballate popolari come la versione scozzese di “The Banks of the Red Roses” ma anche “Willow garden” declinata nello stile “antologia di Spoon River”; il concetto di fondo è il controllo maschile sulla donna e la sua “giusta” punizione: la donna viene uccisa perchè deve essere punita, a causa della sua sessualità selvaggia.
La formula del duetto botta e risposta, è propria delle love song basate sul contrasto amoroso, innocue schermaglie (ma solo in apparenza) in cui l’uomo cacciatore conquista e seduce la donna con le buone o con le cattive, mentre lei invece difende la sua virtù quasi sempre ad oltranza. Tuttavia la seduzione spesso si configura come uno stupro con la ragazza costretta ad acconsentire e praticamente senza possibilità di scelta.
Nelle murder ballad a sfondo sessuale s’inserisce un ulteriore elemento di violenza: certamente ci sarà una causa scatenante per l’omicidio (il movente), che siano gli interessi economici o la gelosia, ma non è tutto, nel profondo dell’omicida si agitano pulsioni e forze devastanti, i veri soggetti della storia.
In poesia come nelle canzoni (con l’aggiunta della musica) le parole hanno il potere di dire molto di più del loro significato e il video girato dal regista Rocky Shenck è ugualmente rivelatore: la donna è ripresa come una Barbie rotta che galleggia sulle acque basse e torbide del lago e una serpe le striscia accanto (che non a caso finisce sul pube ), è stata proprio la sua innocenza a tentare l’uomo! Una volta assaporato il piacere e liberata la sessualità della Rosa Selvatica l’uomo sente l’irrefrenabile impulso di sopprimerla, c’è un che di serial killer nella storia, la ragazza potrebbe essere una delle tante vittime e l’assassino ne ritualizza la morte con la dolcezza (sulle note di un romantico valzer lento). Non a caso vengono inquadrati più volte i salici che suggellano l’inquadratura finale, a parte l’omaggio alla tradizione (“Willow garden”) il salice nelle ballate popolari è un simbolo, quello del rimpianto citato spesso nelle “warning song”.
Nick Cave & The Bad Seeds/Kylie Minogue
CHORUS They call me The Wild Rose But my name was Elisa Day Why they call me it I do not know For my name was Elisa Day I From the first day I saw her I knew she was the one As she stared in my eyes and smiled For her lips were the colour of the roses They grew down the river, all bloody and wild II When he knocked on my door and entered the room My trembling subsided in his sure embrace He would be my first man, and with a careful hand He wiped the tears that ran down my face III On the second day I brought her a flower She was more beautiful than any woman I’d seen I said, ‘Do you know where the wild roses grow So sweet and scarlet and free?’ IV On the second day he came with a single rose Said: ‘Will you give me your loss and your sorrow?’ I nodded my head, as I layed on the bed He said, ‘If I show you the roses will you follow?’ V On the third day he took me to the river He showed me the roses and we kissed And the last thing I heard was a muttered word As he stood smiling above me with a rock in his fist VI On the last day I took her where the wild roses grow And she lay on the bank, the wind light as a thief As I kissed her goodbye, I said, ‘All beauty must die’ And lent down and planted a rose between her teeth |
Traduzione di Cattia Salto * CHORUS LEI Mi chiamano la Rosa Selvatica ma il mio nome era Elisa Day. Perché mi chiamino così, non so perchè il mio nome era Elisa Day I LUI Dal primo giorno che la vidi seppi che era lei quella per me (1), appena mi fissò negli occhi e sorrise con il colore delle rose sulle labbra quelle che crescevano lungo il fiume, insanguinate e eccitanti (2) II LEI Quando bussò alla porta e entrò nella stanza i miei brividi si smorzarono nel suo abbraccio deciso. Sarebbe stato il mio primo uomo, e con un gesto protettivo asciugò le lacrime che mi scorrevano sul viso III LUI Il secondo giorno le portai un fiore era la più bella donna che avessi mai visto. Le dissi “Tu sai dove crescono le rose selvatiche quelle dolci e scarlatte e libere?” IV LEI Il secondo giorno lui arrivò con una sola rosa rossa Disse: “Vuoi darmi la tua resa e il tuo rimpianto (3)?” Annuii mentre mi stendevo sul letto Lui disse: “Se ti mostro le rose tu mi seguirai?” V LEI Il terzo giorno mi portò al fiume mi mostrò le rose e ci baciammo e l’ultima cosa che udii fu una parola sussurrata mentre lui stava sorridente su di me con una pietra in pugno VI LUI L’ultimo giorno la portai dove crescono le rose selvatiche e si distese sulla riva, con il soffio(4) leggero di un ladro le diedi il bacio d’addio, dissi, “Tutte le cose belle devono morire” la colpii e le ficcai una rosa tra i denti |
NOTE
1) la frase in inglese è molto più incisiva nella semplicità di quel “the one” la sola, l’unica per me: l’uomo cerca un certo tipo di donna quella “fatta” per lui, casta e pura
2) il paragone al personaggio di Ofelia soccorre inevitabile e la parola “wild” suggerisce la follia, ma qui è solo l’uomo ad essere un folle vero. I termini “Bloody and wild” gettano subito una luce sinistra sulla storia che apparentemente potrebbe sembrare la banale storia di un “colpo di fulmine”: le labbra della donna sono rosso sangue e scatenano una furia “incontrollata” nell’uomo. La parola “wild” ha una sfumatura di sregolatezza, di condotta morale fuori dal controllo della legge (maschile) mista a intensa eccitazione sessuale.
3) qui l’uomo le sta chiedendo di dargli la sua verginità:
“loss” è la perdita di qualcosa di prezioso e “sorrow” è la sofferenza causata da una perdita
4) ho forzato un po il termine Wind letteralmente il vento leggero come un ladro perchè nel verso precedente in cui lei descrive la stessa scena, è il vento che porta il sussurro delle parole di lui
FONTI
http://www.musicaememoria.com/NickCave-MurderBallads.htm
http://www.musicaememoria.com/nick_cave_where_the_wild_roses.htm
http://diarioperinaviganti.blogspot.it/2008/01/una-ballata-assassina.html
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=44673