Un petit navire d’Espagne

petit navire d’Espagne

“Un petit navire d’Espagne” è un tradizionale raccolto dal padre di Nolwenn Korbell nel 1962, la sua informatrice fu Catherine Collin di Plerneuf, nel sud del Pays Gallo. Nolwenn racconta dello stupore della signora nel vedere un giovane uomo interessarsi alle sue antiche canzoni e prova ad immaginare quale potrebbe essere oggi, nel veder che la piccola barca ancora frange i flutti con la sua speranza.

Bemdez c’houloù, 2006

UN PETIT NAVIRE D’ESPAGNE (Una piccola barca di Spagna)

C’était un petit navire d’Espagne
Qui n’avait jamais navigué
Courage, courage beau marinier!

Il a été sept ans sur mer
Sans pouvoir la terre aborder
Courage, courage beau marinier!

Au bout de la septième année
Le pain, le vin vinrent à manquer
Courage, courage beau marinier!

On a tiré la courte boise (*)
Pour savoir qui serait mangé
Courage, courage beau marinier!

Le sort tomba sur le petit mousse
Qui n’avait jamais navigué
Courage, courage beau marinier!

Il a monté la grande hune
Et là, il s’est mis à prier
Courage, courage beau marinier!

Oh, Sainte Vierge, ma patronne
Faites que je ne sois pas mangé
Courage, courage beau marinier!

Il a monté la grande hune
Et là, il s’est mis à chanter
Courage, courage beau marinier!

Je vois les tours de Babylone
Et la terre de tous côtés
Courage, courage beau marinier!

Je vois les moutons dans la plaine
La fille du roi à les garder
Courage, courage beau marinier!

Era una piccola barca di Spagna
Che non aveva mai navigato
Coraggio, coraggio bel marinaio!

E’ stata sette anni in mare
Senza poter toccare terra
Coraggio, coraggio bel marinaio!

Alla fine del settimo anno
Pane e vino erano finiti
Coraggio, coraggio bel marinaio!

Si è estratto a sorte
Per sapere chi sarà mangiato
Coraggio, coraggio bel marinaio!

E’ toccato al mozzo
Che non aveva mai navigato
Coraggio, coraggio bel marinaio!

E’ salito sull’albero maestro
E là ha cominciato a pregare
Coraggio, coraggio bel marinaio!

Oh, Santa Vergine, mia patrona
Fa che non mi mangino
Coraggio, coraggio bel marinaio!

Ha scalato la cima
E là ha cominciato a cantare
Coraggio, coraggio bel marinaio!

“Vedo le torri di Babilonia
E la terra da tutti i lati”
Coraggio, coraggio bel marinaio!

“Vedo le pecore nella pianura
La figlia del re che le custodisce”
Coraggio, coraggio bel marinaio!

Traduzione italiana e note di Flavio Poltronieri
* Nella tradizione marinara quando si è costretti dagli eventi a sacrificare qualche marinaio affinchè vivano gli altri, si sorteggia estraendo la pagliuzza più corta; in altri testi del genere viene citata la stessa scena, ad esempio ne“Les gars de La Rochelle” (…On tira-z’à la courte boise Pour savoir qui serait mangé…)

“L’origine di questo filone dei canti del mare (cannibalismo in mare), prende l’avvio da una ballata portoghese del XVI secolo (nell’era d’oro dei vascelli portoghesi) ripresa alla tradizione francese/bretone con il titolo La Courte Paille. I titoli inglesi -trattati in Terre Celtiche Blog- sono “The Ship in Distress” e Little Boy Billy  nota anche come la sea shanty “Three Sailors from Bristol City” (Cattia Salto)

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Pubblicato da Flavio Poltronieri

Etnomusicologo. Autore e traduttore di canzoni. Ha pubblicato su riviste di avanguardia musicale in Italia/Francia/Germania. Fa parte della redazione giornalistica di Blogfoolk, Lineatrad e leonardcohenfiles.com

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