The parting glass

“The parting glass” che si traduce un po’ liberamene in italiano con “Il bicchiere della staffa” è la classica canzone degli addii o di saluto in un pub a fine serata, popolare sia in Irlanda che in Scozia, le cui origini si possono far risalire al 1600.


“Parting is such sweet sorrow” (in italiano partire è un dolore così dolce molto simile al detto “partire è un po’ morire”) dice Shakespeare proprio come questa canzone triste ma piena di amore per la vita! Chi canta deve partire (cioè morire) e lo fa senza rimpianti perché si è divertito in buona compagnia e non ha mai fatto del male agli altri (o perlomeno così dice, anche se non si tratta certo di un santo!!): nel momento dell’addio non vuole ricordare gli errori commessi e preferisce brindare alla salute degli amici.

Roud 3004 ; G/D 8:1531 ; Henry H769 ; Ballad Index HHH769 ; DT PARTGLAS ; Mudcat 37399 ; Just Another Tune; trad.]

The parting glass: LE ORIGINI SCOZZESI

rapparee001_0

Nelle approfondite note storiche riportate da Jürgen Kloss[1] si documenta lo spartito di un brano scozzese intitolato “Goodnight and god be with you” ( Skene MS 1625 circa)[2] e una variante del brano anche riportato nella Raccolta di Henry Playford (Collection of Original Scotch Tunes -1700) più simile alla partitura odierna di The Parting Glass[3].
Anche per il testo si rimanda ai Broadsides risalenti a metà del 1600 e si ripercorrono varie pubblicazioni nel 1700 e 1800 tra cui l'”Armstrong Goodnight” di Sir Walter Scott (1821).

Fu proprio Sir Scott a riferire di aver ripreso i versi dell’Addio dalla composizione originale di un componente della famiglia Armstrong uno dei tanti Border reivers, ossia predoni scozzesi e inglesi che vivevano sui rispettivi confini e ne compivano razzie; questo predone venne condannato a morte per l’uccisione di un nobile scozzese e scrisse una lettera d’addio nell’ultima notte della sua vita. Tuttavia della lettera non esiste documentazione tranne la parola (secondo Jürgen Kloss non veritiera) dello scrittore.

Lo stesso Robert Burns si è cimentato con il tema sulla scia della popolarità raggiunta dall’Addio [con il titolo Adieu! A heart-warm, fond adieu sulla melodia Good night and Joy SMM 1803] come pure fecero Sir Alexander Boswell e James Hogg e pur tuttavia il precursore dell’attuale testo di Parting glass, fu un anonimo poeta scozzese di chapbooks: “Good night and joy be with you all” che fu stampato da Thomas Duncan nel primo decennio del 1800, le prime due strofe sono identiche, con alcune minime variazioni, la popolarità del chapbook ha fatto il resto.

The parting glass: LA POPOLARITA’ IN IRLANDA

Jürgen Kloss sempre nelle note storiche si domanda come abbia fatto la canzone a diffondersi anche in Irlanda e riferisce che la versione più antica conosciuta risale a un Broadside pubblicato intorno al 1830, in una versione sicuramente derivata dal chapbook scozzese, quindi prosegue con il raffronto tra tante altre versioni e pubblicazioni lungo il restante periodo dell’800 fino a rintracciare tutte tre le strofe della versione moderna della canzone.

LA MELODIA IRLANDESE

La melodia con il titolo “Sweet Cootehill town” si ritrova in “Old irish folk music and songs” di PW Joyce -1919. La versione moderna è invece stampata nelle “Irish street ballads” di O Lochlainn- 1939, praticamente identica alla prima registrazione dei Clancy Brothers del 1959.
Jürgen Kloss chiude la ricerca storica sottolineando come alla fine un brano così popolare sia frutto di un anonimo poeta di strada (che ha lasciato indietro le opere di autori più prestigiosi tra cui Sir Alexander Boswell e lo stesso Robert Burns) e che una melodia irlandese di origine sconosciuta abbia superato un brano ancora più antico che era stato popolare per quasi 300 anni.

IL BICCHIERE DELLA STAFFA

Dis von don't count -parting glass

Il brano ha assunto una vasta popolarità nel folk revival degli anni 60, proposto immancabilmente dai gruppi irlandesi come brano finale dei propri concerti, ripreso dai The Dubliners, ha una lunga lista di eccellenti interpreti, ma la versione in assoluto che preferisco è quella di Sinéad O’Connor, più magica la versione di Loreena McKennitt, più vicino all’inno quella dei The High Kings.

Il brano  mantiene per lo più un andamento accorato, seconda la tradizione del lament ossia del compianto funebre, ovvero  secondo la tradizione del “farewell” dei condannati a morte (più o meno meritevoli della sentenza) scritto per i posteri la notte prima in attesa della sentenza, o declamato (cantato) davanti al patibolo.


I
Of all the money e’er I had, I spent it in good company.
And all the harm I’ve ever done, alas it was to none but me.
And all that I’ve done for want of wit, to memory now I can’t recall.
So fill to me the parting glass, Goodnight, and joy be to you all.
II
Oh, if I had only enough to spend, and leisure time to sit a while
There is a fair maid in this town, who sorely has my heart beguiled.
Her rosy cheeks and ruby lips, I own she has my heart enthralled.
So fill to me the parting glass. Goodnight and joy be to you all.
III
Of all the comrades e’er I had, they’re sorry for my going away,
And all the sweethearts e’er I had , they’d wish me one more day to stay,
But since it falls into my lotthat I should rise and you should not,
I’ll gently rise and softly call, “Goodnight and joy be to you all!”

traduzione italiana Cattia Salto
I
Spesi in buona compagnia tutti i soldi che avevo,
e tutto il male fatto ahimè lo feci solo a me stesso.
E tutto quello che ho fatto di insensato (1), ora non mi riesce di ricordare.
Così riempimi il bicchiere della staffa(2), buonanotte, e la felicità sia con tutti voi (3)
II
Ah, se avessi ancora altro da spendere e tempo da spassare per fermarmi un poco
ci sarebbe una bella ragazza in città, che ha proprio stregato il mio cuore.
Guance di ciliegia e labbra rubino, lo confesso,
lei ha preso il mio cuore al laccio.
Così riempimi il bicchiere della staffa Buonanotte, e tanta felicità a tutti.
III
Tutti i compagni che avevo, sono dispiaciuti per la mia partenza
e tutte le innamorate che avevo, mi vorrebbero per un giorno ancora,
ma finchè è in mio potere che io possa alzarmi(4) e voi no,
mi alzerò piano e con discrezione annuncerò: “Buonanotte, e tanta felicità a tutti”.

NOTE
Il linguaggio utilizzato è un po’ picaresco, mentre la mia traduzione è più semplificata
1) privo di scopo (buon senso)
2) letteralmente: il bicchiere dell’addio
3) letteralmente: la gioia sia con tutti voi.
4) da intendersi nel senso di capacità di restare ancora saldo sulle proprie gambe, per la verità un po’ traballanti, dopo una serata trascorsa a brindare con gli amici prima della partenza

The Dubliners
Sinéad O’Connor dal Cd “Sean Nos Nua” 2002 (un cd a mio avviso da collezione)
The High Kings dal Cd d’esordio omonimo 2008
Steeleye Span in Horkstow Grange-vocalist Gay Woods
Loreena McKennitt dal Cd “The Wind That Shakes the Barley” 2010 (la versione più “eterea”)
Ed Sheeran
Hozier

e per finire un paio di versioni corali

Face Vocal Band
The Wellermen featuring Lauren Paley

[1] Alcune note sulla storia di “The Parting Glass” http://justanothertune.com/html/partingglass.html
[2] Il manoscritto Skene è uno dei primi documenti di musica scozzese e consiste di ottantacinque brani musicali in notazione per mandola/liuto. Il manoscritto risale al 1615-1625 circa.
William Dauney (1800–1843) era un avvocato scozzese noto soprattutto per il suo libro “Ancient Scottish Melodies from a Manuscript of the Reign of James VI” (Edimburgo, 1838). Il manoscritto era conservato nella biblioteca degli avvocati di Edimburgo, dove Dauney lo scoprì
[3] https://tunearch.org/wiki/Good_Night_and_Joy_be_with_Ye_a%27_(3)

https://mainlynorfolk.info/louis.killen/songs/thepartingglass.html

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

2 Risposte a “The parting glass”

  1. Tutte versioni molto belle, adoro l’interpretazione degli High Kings ma la mia versione preferita in assoluto rimane quella di Shaun Davey usata nel film Svegliati Ned.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.