Tha Mo Leabaidh ‘san Fhraoch

Stemma del clan Cameron di Lochiel, il motto originario era: Mo Righ ‘s Mo Dhuchaich (For King and Country)

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“Tha Mo Leabaidh ‘san Fhraoch” (in italiano L’edera è il mio giaciglio) è un canto giacobita risalente al 1747 attribuito ad un guerriero highlander sostenitore della causa giacobita tale Dougal Roy Cameron.
La storia legata alla canzone è oltremodo avvincente: Dougal Roy Cameron (MacGillonie/MacOllonie) (oppure Dughall Ruadh Camaran) era un soldato nel reggimento di Donald Cameron di Lochiel, preso prigioniero nella battaglia di Culloden (o in qualche conflitto appena precedente) e poi liberato il 15 luglio 1747.
Poco prima della cattura aveva appreso della morte del fratello, giustiziato per ordine di uno spietato ufficiale di nome Grant di Knockando, mentre era in procinto di arrendersi insieme ai suoi compagni. Alcuni Cameron, che avevano assistito da vicino all’esecuzione, assicurarono che il capo plotone era un ufficiale che indossava una redingote blu e cavalcava un cavallo bianco. Al suo rilascio Dougal andò alla ricerca di quell’ufficiale per ucciderlo e lo trovò nei pressi del Loch Arkaig, ma ci fu uno scambio di persona  e uccise Munro di Culchairn che indossava la stessa giubba. Ecco perchè il nostro fuorilegge trascorre le notti insonni, nascosto in qualche buio e umido anfratto tra le forre, pentendosi di non essere riuscito nell’intento di vendicare il sangue del fratello .
Alla storia personale del guerriero s’intreccia la delusione per l’amara sconfitta della causa giacobita (attribuita come da copione al volta faccia di alcuni tra i maggiori capi clan) e la speranza di un ritorno trionfale del Bel Carletto.

I
Tha mo leabaidh ‘san fhraoch
Fo shileadh nan craobh,
‘S ged tha mi ‘sa choille
Cha do thoill mi na taoid.
II
Tha mo leab’ air an làr
‘S tha mo bhreacan gun sgàil,
‘S cha d’fhuair mi lochd cadail
O’n a spaid mi Cùl Chàirn.
III
Tha mo dhùil ann an Dia
Ged a dhìobradh Loch Iall,
Fhaicinn fhathast na chòirneal
An Inbhir Lòchaidh seo shìos.
IV
Bha thu dìleas do’n Phrionns’
Is d’a shinnsre o thùs,
‘S ged nach tug thu dha t’fhacal
Bha thu ceart air a chùl.

V
Cha b’ionnan ‘s MacLeòid
A tha ‘n-dràsd’ aig Rìgh Deòrs’,
Na fhògarrach soilleir
Fo choibhreadh ‘n dà chleòc.
VI
Cha b’ionnan ‘s an laoch
O Cheapaich nan craobh
Chaidh e sìos le chuid ghaisgeach,
‘S nach robh tais air an raon.
VII
Ach nuair a thig am Prionns’ òg
Is na Frangaich ‘ga chòir,
Théid sgapadh gun taing
Ann an campa Rìgh Deòrs’.
VIII
‘S ged tha mis’ ann am fròig
Tha am botal ‘nam dhorn,
‘S gun òl mi ‘s chan àicheadh
Deoch-slàint a’ Phrionns’ òg.

The Lochies riassumono il testo in otto strofe, per la versione integrale qui

Traduzione inglese*
I
In the heather ‘s my bed
‘Neath the dew-laden trees,
And though I’m in the green-wood
I deserved not the ropes.
II
My bed’s on the ground
And uncovered’s my plaid,
Sleep has not come upon me
Since I murdered Culchairn.
III
My hope rests in God,
Though Lochiel has gone,
I’ll yet see him a colonel
In Inverlochy down here.
IV
Thou wast true to the Prince
And his race, from the first,
Though thou hadst never promised
Thou didst give him true aid.
V
Not so did MacLeod,
Who is now for King George,
A manifest outcast
‘Neath the shade of two cloaks.
VI
Not so the warrior brave
From Keppoch of the trees,
Who charged down with his heroes,
Unafraid on the field.
VII
But when comes the young Prince
With the Frenchmen to aid,
Unthanked will be scattered
The camp of King George.
VIII
And though I’m in a den,
There’s a glass in my hand,
And I’ll drink, and refuse not,
A health to Prince Charles.

Traduzione italiana Cattia Salto
I
L’edera è il mio giaciglio
sotto gli alberi carichi di rugiada
e sono (nascosto) nel folto del bosco
perchè non meritavo l’impiccagione
II
Il mio giaciglio è la terra
e mi corpo con il mantello (1)
ma il sonno non viene
da quando ho ucciso Culchairn (2)
III
La mia speranza affido a Dio
anche se Lochiel (3) è partito
lo vedrò ancora colonnello
laggiù a Fort William (4).
IV
Tu eri un seguace del Principe
e alla sua causa, dal principio
e senza aver prestato giuramento,
gli desti il tuo aiuto sincero
V
Non così fece MacLeod (5),
che ora parteggia per Re Giorgio
un palese reietto
colui che serve due padroni (6)
VI
Non così il guerriero coraggioso
da Keppoch degli alberi (7)
che andò all’assalto con i suoi eroi
senza paura sul campo di battaglia
VII
Ma quando ritornerà il giovane Principe
aiutato dai Francesi (8)
in un amen sarà disperso
l’esercito (9) di Re Giorgio
VII
Anche in questo nascondiglio (10)
alzo il bicchiere
e non mi rifiuterò di bere
alla salute del Principe Carlo

NOTE
* John Lorne Campbell in “Highland Songs of the ’45” (1932)
1) è il pratico kilt del montanaro scozzese: Il vero kilt (in gaelico philabeg) è in effetti una lunga coperta (plaid) cioè un unico, lunghissimo, pezzo di stoffa (il tartan) delle dimensioni di 65-75 cm di altezza per una lunghezza di 5 metri circa, pieghettato e drappeggiato intorno ai fianchi e poi riportato sulle spalle come un mantello (che funzionava bene anche come grande tasca dove infilare gli oggetti da trasportare o le armi).  Era indubbiamente un capo pratico, senza troppe pretese di eleganza che teneva al caldo e al riparo, e perciò prevalentemente un abito “rustico”abbinato per lo più allo stivale ad altezza ginocchio (cuaron) ma più spesso portato a piede nudo (e dovevano avere dei fisici ben temprati questi scozzesi che se ne stavano al vento, pioggia e neve così conciati!) Ai rudi scozzesi di montagna  serviva come coperta per coprirsi durante il giorno e come giaciglio in cui dormire durante le notti passate nella brughiera. (continua)
2) il capitano Murno di Culcairn che aveva preso in prestito il mantello (o la giubba) di Grant
3) Donald Cameron di Lochiel (c.1700 – Ottobre 1748) soprannonimato semplicemente “Gentle Lochiel” per i suoi atti di magnanimità nei confronti  dei prigioneri,  fu tra i più influenti capoclan tradizionalmente fedele alla Casa Stuart. Si unì al Principe Carlo nel 1745 e dopo Culloden fuggì in Francia dove morì in esilio. La sua famiglia fu riabilitata e reintegrata nel titolo con l’amnistia del 1748.
4) Fort William a Inverlochy: uno dei forti che faceva parte della catena di fortificazioni (insieme a Fort Augustus e Fort George) utilizzata per tenere sotto controllo le possibili rivolte giacobite. E’ rimasto come presidio militare fino al 1855. Fort William è il centro più importante della Scozia, snodo ferroviario e stradale (qui si dipartono la West Highland Way e la Great Glen Way).
5) McLeod di McLeod ha promesso il suo sostegno al Principe per rimangiarsi la parola quando l’ha visto arrivare senza soldi e senza uomini. La sua defezione ha pesato pesantemente nel fallimento della rivolta.
6) Nel Medioevo il servizio feudale al proprio sire era tributato simbolicamente mettendosi “sotto al suo mantello”, così anche alla sposa durante la celebrazione del Matrimonio veniva appoggiato il mantello del futuro marito sulle spalle, in segno di sottomissione
7) Alexander McDonald di Keppoch morì alla testa del suo clan a Culloden mentre il resto dei McDonalds ripiegava
8) il Bel Carletto non ritornerà più in Scozia vedi
9) letterlamente l’accampamento
10) dopo Culloden molti guerrieri cercarono rifugio in grotte e anfratti per sfuggire ai rastrellamenti delle truppe inglesi:  nei mesi e anni successivi a Culloden fu caccia all’uomo per coloro che erano riusciti a fuggire dal campo della battaglia e per i loro sostenitori, anche le famiglie e i simpatizzanti vennero incarcerati e coloro che offrivano ospitalità ai fuggiaschi erano espropriati e processati per alto tradimento. Le Highlands furono militarizzate e tenute sotto stretto controllo inglese, senza parlare delle leggi volte a spezzare “l’highlander pride”

continua

APPROFONDIMENTO
http://terreceltiche.altervista.org/war-songs-anti-war-songs/you-jacobites-by-name/

http://terreceltiche.altervista.org/charlie-hes-my-darling/

FONTI
https://it.wikipedia.org/wiki/Clan_Cameron
http://chrsouchon.free.fr/hamoleab.htm

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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