Such a parcel of rogues in a nation!

Robert Burns non ha mai rivendicato la paternità di “Such a parcel of rogues in a nation!”, troppo preoccupato a non esporsi pubblicamente nel suo ruolo di pubblico ufficiale (esattore delle tasse dal 1789). Tuttavia non poteva restare indifferente all’evento del secolo ossia al Trattato di Unione del 1707 che aboliva il parlamento di Scozia e Inghilterra per creare un unico Parlamento del Regno Unito. Unione osteggiata da una grande parte della popolazione scozzese che temeva di perdere la propria libertà.

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La bandiera nata dall’Unione:
la croce di Sant’Andrea e quella di San Giorgio

LA SCOZIA: UNA STORIA DI FEDE E LIBERTÀ di Paolo Gulisano

Nel 1707 la Scozia, attraverso l’Atto di Unione approvato dai Parlamenti inglese e scozzese, cessava di essere una nazione libera ed indipendente. A partire dal 1° marzo di quell’anno, definito dai patrioti scozzesi annus orrobilis, l’intera isola britannica ricadde sotto un unico governo, quello di Londra. Uno degli uomini che più strenuamente si era battuto contro l’Atto era Andrew Fletcher di Saltoun (1653-1716), avvocato dei diritti e delle libertà del suo popolo, parlamentare, esule. Nel momento più oscuro della storia della nazione, in cui essa stessa, per volontà della maggioranza dei propri rappresentanti politici e dell’aristocrazia, rinunciava alla propria libertà consegnandola agli inglesi in cambio di vantaggi economici – peraltro riservati ad una ristretta oligarchia – e della garanzia che sarebbero stati mantenuti gli assetti civili e religiosi determinati dalla Rivoluzione del diciassettesimo secolo e dalla Riforma Protestante, Fletcher lasciò una dichiarazione che all’epoca poteva sembrare un sentimentale attaccamento alla tradizione e ad un glorioso passato ormai tramontato, e che oggi, al termine del Novecento e alla luce degli avvenimenti che negli ultimi anni hanno visto il ritorno come protagoniste della storia le piccole patrie, tra le quali la stessa Scozia, assume invece una dimensione quasi profetica: “sono le ballate, e non le leggi, a costruire una nazione”.

Fletcher ebbe a scrivere ciò nel 1704, quando il destino della Scozia era ormai segnato, in un breve saggio dedicato al “corretto ordinamento dei Governi per il Bene dell’Umanita” (Account of a Conversation concerning a Right Regulation of Government for the Common Good of Man-kind). Le ballate: non già un’espressione intellettuale e romantica, ma la memoria tenace delle leggende, della storia mitica e di quella reale, che ha accompagnato i popoli europei nella loro storia millenaria, con particolare evidenza per quel che riguarda l’area celtica. A pochi anni dalla resa dell’Atto di Unione e dalla profezia di Fletcher, il grande poeta nazionale scozzese Robert Burns scriveva questi versi: “At Wallace’s name, what Scottish blood, But boils up in a spring-time flood! Oft have our fearless fathers strode By Wallace’s side, Still pressing onward, red-wat-shod, Or glorious dy’d!” Da”To W.S***n, Ochiltree- 1785. “Al nome di Wallace quale sangue scozzese non può ribollire con primaverile piena! Spesso i nostri padri intrepidi hanno marciato al fianco di Wallace, sempre avanzando, calzati di rosso sangue, o tinti di colore glorioso!”. “La paura di restare indietro nella competizione globale è diventato il predominante della politica. Non solo le imprese, ma gli Stati si considerano intrappolati in una situazione di competizione continua, dove ogni partecipante dipende dalle decisioni degli altri giocatori. Ciò che si perde di vista in questa corsa ansiosa è la possibilità di autodeterminazione.” (William Greider, “The Global Marketplace: a Closet Dictator” in The Case against Free Trade, San Francisco, 1993). Così, mentre da più parti già si proclamava la “fine della storia” e si profilano all’orizzonte gli inesorabili scenari della globalizzazione e del pensiero unico, riemergono con forza le esigenze e le ragioni delle differenze, delle specificità, delle identità. In Scozia come altrove sembrano riecheggiare le vibranti parole di Gilbert Keith Chesterton: “We are a people, and we have not spoken yet!” [trad it: “noi siamo un popolo, e non abbiamo ancora parlato!”] Tratto da Paolo Gulisano IL CARDO E LA CROCE.

Solo nel 1997, sulla scia del processo di decentralizzazione avviato da Tony Blair, si gettano le basi per la riapertura del Parlamento Scozzese con un proprio statuto di autonomia legislativa nella sanità, educazione e alcune questioni sociali. (vedi)

Such a parcel of rogues

Il testo risale al 1791 o al 1752 ed è pubblicato nel 1792 nello “Scots Musical Museum” di Johnson con la melodia “A Parcel of Rogues in a Nation” (vedi) senza segnalazione dell’autore, si ritrova inoltre in The Jacobite Relics of Scotland” (1819) di James Hogg.

La melodia ha l’andamento di un inno, eppure è malinconica come un lamento.

Alcuni critici ritengono che Burns abbia lavorato su del materiale originario, quello del lamento di un patriota scozzese del 1707 contrario all’Unione, ma non è ancora stata rintracciata la canzone antecedentemente alla pubblicazione di Burns, Hogg riporta solo che canzone e melodia erano molto popolari.


I
Fareweel to a’ our Scottish fame,
Fareweel our ancient glory;
Fareweel ev’n to the Scottish name,(1)
Sae fam’d in martial story.
Now Sark rins over Solway sands,
An’ Tweed rins to the ocean(2),
To mark where England’s province stands-
Such a parcel of rogues(3) in a nation!
II
What force or guile could not subdue(4),
Thro’ many warlike ages,
Is wrought now by a coward few,
For hireling traitor’s wages(5).
The English stell we could disdain,
Secure in valour’s station;
But English gold has been our bane-
Such a parcel of rogues in a nation!
III
O would, or I had seen the day(6)
That Treason thus could sell us,
My auld grey head had lien in clay,
Wi’ Bruce and loyal Wallace!(7)
But pith and power, till my last hour,
I’ll mak this declaration;
We’re bought and sold for English gold-
Such a parcel of rogues in a nation!

traduzione italiana Cattia Salto
I
Addio a tutta la nostra fama scozzese
addio alla nostra antica gloria
Addio anche al nome scozzese
così famoso nei racconti marziali!
Ora lo Sark scorre fino al delta di Solway
e il Tweed scorre verso l’oceano,
per contrassegnare dove si trova la provincia dell’Inghilterra, che branco di canaglie in una sola nazione!
II
Quel che forza o inganno non poterono sottomettere
in molti secoli bellicosi,
è concesso ora da una manica di codardi
per un salario da schiavi e traditori.
Avremmo potuto resistere all’acciaio inglese,
forti del nostro antico valore,
ma l’oro inglese è stato la nostra rovina
che branco di canaglie in una sola nazione!
III
Piuttosto che vedere il giorno
di quel tradimento che ci venderà tutti,
vorrei che la mia vecchia testa grigia giacesse in terra
con Bruce e il leale Wallace!
Ma fiero e indomito, fino alla mia ultima ora
farò questa dichiarazione:
“Siamo stati comprati e venduti da e per l’oro inglese – che branco di  canaglie in una sola nazione! “

NOTE
1) Gli scozzesi rinunciarono al proprio parlamento e alla propria bandiera, ma non furono disposti a rinunciare alla propria Chiesa di Scozia Presbiteriana e al Diritto Romano.
2) Sark e Tweed sono i fiumi che segnano i confini occidentali e orientali della Scozia con l’Inghilterra
3) parcel of rogues sono i politici scozzesi corrotti con terre e denaro. Il termine sta a indicare il casellario penale dei “brutti ceffi”, ovvero i criminali
4) la Scozia non fu mai conquistata militarmente dall’Inghilterra,  fu Giacomo VI re di Scozia a ereditare il trono d’Inghilterra alla morte della zietta (Elisabetta I)
5) il tema dei traditori pagati con l’oro inglese è un ritornello tipico delle canzoni filo-giacobite
6) Hogg scrive:”I would that ere I’d seen the day”
7) vano appare l’impegno indipendentista e il sacrificio di antichi guerrieri come Robert the Bruce e William Wallace.

Rod Paterson
Alastair McDonald
Pat Kane & Brian Shiels una vera chicca (per i miei gusti). Peccato che l’audio non sia di buona qualità
Beltaine in Koncentrad (2007)
Old Blind Dogs
Dave Arcari
Steeleye Span in “Parcel of Rogues”, 1973
The Dubliners

FONTI
http://www.burnsscotland.com/items/v/volume-ii,-song-378,-page-391-such-a-parcel-of-rogues-in-a-nation.aspx
http://mudcat.org/thread.cfm?threadid=711
http://web.tiscalinet.it/identitaeuropea/iniziative/gulisano_cardo.html
http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=13443&lang=it
http://mysongbook.de/msb/songs/p/parcelor.html
http://www.iacopi.it/credits/art/Inghilterra%20Scozia,%20un%20matrimonio%20di%20convenienza.pdf
http://www.educationscotland.gov.uk/scotlandssongs/
secondary/genericcontent_tcm4555678.asp
http://chrsouchon.free.fr/rogues.htm


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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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