Nel 1974, il sempre più conosciuto Alan Stivell non aveva suonato solamente in Bretagna ma anche nel Nord America, comprese tappe a Montréal e New York.
Il 26 e 27 novembre si esibì allo Stadio Nazionale di Dublino, in cui venne registrato il live “E Dulenn” che uscirà nella primavera dell’anno seguente, dopo essere stato finalizzato presso gli studi Apple, quello dei Beatles riaperto dal 1971.
E Dulenn (Alan Stivell, album del 1975)
Il gruppo folk rock che si esibì con Alan Stivell allo Stadio Nazionale di Dublino era da brividi: Dan Ar Braz, René Werneer, Pascal Stive, Jacky Thomas, Michel Santangeli, più la tipica Bagad Bleimor: Alan Kloatr, Padrig Sicard, Mik Ar Biz, Pierre Mayel e i fratelli Dominique e Padrig Mollard.
Il maestoso inizio dell’LP è quello dello strumentale Spered Hollvedel che reca il numero di traccia 1, a cui segue Delivrance come traccia 2; quando si ascolta sembra un brano unico, c’è continuità nell’ascolto e nessun spazio di silenzio. Storicamente però l’onore se lo è preso solo Delivrance e Spered Hollvedel sembra un suo prologo o introduzione e Stivell può venire facilmente scambiato come autore dell’insieme, mentre a riguardo il primo brano il suo unico merito è il buon gusto nell’accoppiata: i crediti a lui attribuiti sono unicamente sul brano 2: Delivrance (testo recitato) e Enez al loc’h (L’isola del movimento) (accompagnamento musicale) sono entrambi di sua composizione
Spered Hollvedel
Questa melodia sacra è ben conosciuta in Bretagna come Cantico per Santa Maria di Rostrenen. Il tema di Itron Varia Rostren solitamente viene interpretato nelle chiese dalle corali religiose della regione, nell’occasione venne introdotto dal mescolarsi malinconico di organo e bombarda, prima dell’arrivo di chitarra elettrica, sintetizzatore e della cornamusa di Stivell che col suo suono chiaro, pletorico e diafano formano un effetto evocante e allucinante, ricco di tensione e pathos.
Il testo originale della preghiera è popolare e lontanissimo da quello di Delivrance. Jef Le Penven l’aveva precedentemente utilizzata durante una Messa di Sant’Anna[1] e Alan avendola sentita nell’occasione per la prima volta, aveva pensato bene di mantenere il riferimento a Sant’Anna e non a Santa Maria, creando inevitabilmente un certo disappunto da parte degli abitanti di Rostrenen.
Délivrance
Alla melodia di Spered Hollvedel Stivell fa seguire senza interruzione di continuità l’inizio del recitato utopico inno di rinascita indipendente e socialista Délivrance, auspicando si allarghi dalla Bretagna ai tanti altri luoghi all’epoca martoriati e oppressi dalla ferocia umana come la Spagna di Franco o il Cile di Pinochet.
Le sue parole rivendicano l’idea che ciascun popolo sulla terra, ciascuna comunità umana possa avere il diritto di ritenersi al centro del mondo.
Nella dilagante, complice censura dell’epoca il testo venne interdetto e boicottato dalle antenne francesi come già a canzoni di Brassens, Brel, Ferrat, Ferré, Glenmor…ma una certa stampa come “Rock’n’Kelt”” invitava ad acquistare il disco proprio per la presenza di Délivrance.
Liberazione
Ecco arrivato il tempo della liberazione
lontano da noi tutte le idee di vendetta
conserveremo la nostra amicizia con il popolo di Francia
ma abbatteremo le muraglie vergognose
che ci impediscono di guardare il mare
le altane che ci interdiscono i nostri più prossimi fratelli
del Galles, della Scozia, d’Irlanda
e noi, il cui nome, conosciuto
dalle gavine e dai cormorani,
fu bandito da tutte le lingue umane,
da tutte le biblioteche, da tutte le carte terrestri,
noi apriremo i nostri cuori
di contadini e di marinai pescatori a tutti i popoli
del pianeta Terra
e offriremo i nostri occhi al Mondo:
è troppo pretenzioso crederci uguali?
È troppo domandare di voler vivere?
Faremo cadere la pioggia sul mondo straziato
e ripuliremo il sangue adiposo di cui si nutrono
i sedicenti potenti,
e daremo da bere agli assetati di giustizia
e le foglie rispunteranno dalla Bretagna alla Spagna, dal Mali al Cile, dall’Indocina alla Palestina
Bretagna, centro del mondo abitato,
sarai un rifugio per gli uccelli cacciati, inquinati di petrolio,
per le donne in prigione torturate,
per i vecchi bombardati
Celtia, all’incrocio dei popoli del Nord e del Sud
ai confini del vecchio mondo
e del nuovo mondo,
alle frontiere della terra e del mare,
al limite del mondo visibile e del mondo invisibile.
– traduzione italiana Flavio Poltronieri (dal volume “Koroll Ar C’hleze” “Danza della Spada” – Raccolta di testi bretoni contemporanei, 1985) –
Délivrance
Voici venu le temps de délivrance
Loin de nous toute idée de vengeance
Nous garderons notre amitié avec le peuple de France
Mais nous abattrons les murailles honteuses
qui nous empêchent de regarder la mer
Les miradors qui nous interdisent nos plus proches frères
de Galles, d’Ecosse, d’Irlande
Et nous, dont le nom est connu
des goëlands et des cormorans,
fut banni de tous les langages humains,
de toutes les bibliothèques, de toutes les cartes terrestres
Nous ouvrirons nos cœurs
de paysans et de marins-pêcheurs à tous les peuples
de la planète Terre
Et nous offrirons nos yeux au Monde
Est-ce prétentieux de nous croire égaux ?
Est-ce trop demander que de vouloir vivre ?
Nous ferons tomber la pluie sur le monde meurtri
Et nettoyer le sang graisseux dont se nourrissent
les soi-disant puissants
Et donner à boire aux assoiffés de justice
Et les feuilles repousseront de Bretagne en Espagne
du Mali au Chili, d’Indochine en Palestine
Bretagne, centre du monde habité,
tu seras un refuge pour les oiseaux chassés pétrolés
Pour les femmes torturées en prison
Pour les vieillards bombardés
Celtie, au croisement des peuples du Nord
Et du Sud, aux confins du vieux monde
et du nouveau monde,
aux frontières de la terre et de la mer,
à la limite du monde visible et du monde invisible…
Ar Seizh Skleur Itron Varia Rostren
L’accattivante melodia è stata ripresa in seguito anche in altre occasioni come ad esempio da Gwenola Roparz nel cd “Baradoz” (1997) per arpa e organo oppure da Yves Ribis, compositore, arrangiatore e musicista di Lorient (che con Stivell ha suonato dal 1986 al 1992) che lo ripropone in una versione meno sontuosa e più raccolta per quartetto d’archi, col titolo di “Ar Seizh Skleur Itron Varia Rostren” nel cd del gruppo Arz Nevez: “Pevar en avel” (2000).
Oppure dalla scottish/irish folk band Shantalla, il cui chitarrista Joe Hennon avendo assistito da bambino al concerto di Stivell a Dublino fu talmente impressionato dal pezzo da ricordarne perfettamente gli accordi venticinque anni dopo. L’arrangiamento della cantique, in questo caso, si ispira a “Fratres” di Arvo Pärt e si trova all’interno del cd “Seven evenings, seven mornings” (2001).
Esistono poi anche alcune sorprendenti versioni del brano come ad esempio quella di Herman van Veen titolata “Dan Bel Je Mij Toch” nel suo disco “Overblijven” (1977) o quella del duo formato dal batterista jazz Tiziano Tononi e dal talentuoso violinista Emanuele Parrini in “The Many Moods Of Interaction” (2023) (con una errata “hollvered” al posto di “hollvedel”).
[1] Kantig Santez Anna
Kantig Santez Anna
Intron Santez Anna, gouarnet ho pretoned,
Goulennet dreist peb tra ma veint fidel berpet
Aveidom péh ur gloér ha péh ul leùiné,
Ma oh deit d’or hemér aveid ho pugalé.
Aveidom ni éma hé haranté vrasan,
Aveidom ni hé hra hé purhudeù kaeran
Pégement a ré klanv en des dohti rekour,
Hag én drougeù goahan e gav genoh sekour.
Pad gwéh e hues rantet, ô madeleh heb par,
D’er ré dall er gwéled, er hleùed d’er ré bouar.
Ped gwéh àr er mor braz de dud e ya de goll
P’hé fedant, é tegas aùel mad én un taol.
Cantico di Sant’Anna
Buona Madre Sant’Anna veglia sui tuoi bretoni
E chiedi loro soprattutto di restarti fedeli
Per noi che gloria e che gioia,
Che tu ci abbia scelti come tuoi figli.
Per noi lei è l’amore più grande,
Per noi lei compie i miracoli più belli
Quanti malati ti chiedono aiuto,
Nelle più grandi sfortune trovano in te soccorso.
Quante volte ha donato nella sua grande bontà,
Al cieco la vista, al sordo l’udito.
Spesso sul mare la gente in pericolo
l’ha pregata di inviar loro buon vento.
– traduzione italiana Flavio Poltronieri –