She Walks In Beauty

She Walks In Beauty è una poesia di Lord Byron messa in musica dal russo Anton Brejestovski (classe 1971) per l’album Girdenwodan (2014) dei Caprice. Lord Byron la pubblicò nel 1815 e nella poesia romantica voleva cogliere la bellezza di una donna paragonandola al cielo stellato in una notte limpida, senza nuvole con le stelle che brillano luminose.

La sua è una bellezza perfetta perchè in lei luce e ombra sono in armonia, hanno cioè raggiunto un equilibrio delicato, una grazia che non si può esprimere a parole (nameless grace), una grazia soprannaturale, perchè una bellezza così armoniosa è degli dei, non degli uomini: basterebbe un nonnulla per turbare questo meraviglioso equilibrio, ci dice il poeta, e così, sottolineando la fragilità di questa bellezza, ne esalta ancor di più la rarità, l’unicità (unita alla forte emozione di colui che ha potuto assistere a tale manifestazione).

She Walks In Beauty da Girdenwodan

illustrazione di Marc Potts

In Girdenwodan parte 2 Anton Brejestovski ha composto quasi tutte le musiche su alcune particolari poesie del romanticismo britannico, in questa She Walks In Beauty si coglie l’aspetto seducente di una fata, una perfezione della bellezza soprannaturale, sintesi di grazia e armonia.
Si potrebbe pensare alla Belle Dame sans Merci,  la figura della “Queen of Faerie” delle ballate scozzesi, una dama dagli “occhi selvaggi”, senonchè nei versi finali il poeta accosta la bellezza esteriore della dama alla bontà d’animo, a pensieri di pace e all’amore puro, caratteristiche interiori di un animo virginale e candido, una figura elfica ben lontana dalla femme fatale di Keats. Piuttosto ricorda, a mio avviso, la mezz-elfa Arwen di JRR Tolkien, dalla carnagione bianca e vellutata e i lunghi capelli neri come ala di corvo, interpretata al cinema nella trilogia Il Signore degli Anelli da Liv Tyler.


She walks in beauty, like the night
Of cloudless climes and starry skies;
And all that’s best of dark and bright
Meet in her aspect and her eyes;
Thus mellowed to that tender light
Which heaven to gaudy day denies.

One shade the more, one ray the less,
Had half impaired the nameless grace
Which waves in every raven tress,
Or softly lightens o’er her face;
Where thoughts serenely sweet express,
How pure, how dear their dwelling-place.

And on that cheek, and o’er that brow,
So soft, so calm, yet eloquent,
The smiles that win, the tints that glow,
But tell of days in goodness spent,
A mind at peace with all below,
A heart whose love is innocent!

Libera traduzione di Rina Brundu
Ella incede in bellezza (1), come la notte
di climi tersi e di cieli stellati;
E tutto il meglio del buio e della luce
s’incontra nel suo viso e nei suoi occhi:
Così addolciti da quel tenero bagliore
che il cielo nega al giorno fatto.
Un’ombra in più, un raggio in meno,
avrebbero turbato la grazia indicibile
che ondeggia in ogni ricciolo corvino,
O dolcemente schiarisce sul suo viso;
dove pensieri serenamente dolci mostrano
quanto pura, quanto cara sia la loro dimora.
E su quella guancia, e su quella fronte,
così dolce, così calma, eppure eloquente,
i sorrisi che incantano, i colori che brillano,
e raccontano di giorni spesi nella bontà,
Una mente in pace con il mondo,
Un cuore colmo di amore innocente!

(1) Come se fosse circondata da un’aura di bellezza ovvero emanasse intorno a sè la bellezza

Caprice Girdenwodan Par 2, 2014 Musica di Anton Brejestovski 

Tutta un’altra atmosfera è quella creata dal compositore armeno Levon Arevshatyan

Project LA Feat. Gor Sujyan
Musica di Levon Arevshatyan
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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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