Santo Stefano in Scandinavia: Staffan Stalledräng

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La leggenda di San Staffan, lo stalliere, illustrata da un dipinto sul soffitto del XIII secolo nella chiesa di Dädesjö a Småland, in Svezia.

Staffan Stalledräng (Stefano lo stalliere) è un antico canto di questua diffuso in Scandinavia, collegato alla tradizione degli Stjärngosse (i ragazzi della Stella) e annoverato oggi tra i canti per Santa Lucia.

In questi Stefano Stefano, secondo la leggenda medievale diffusa da  Giovanni di Hildesheima volte è uno stalliere, a volte un servitore alla mensa di Erode, altre volte un cacciatore. Un’antica ballata doveva circolare per l’Europa medievale sulla suggestione della leggenda in cui Stefano fu il primo a vedere la stella di Betlemme e lasciò la corte di Erode per seguire Gesù. In Gran Bretagna è diventata Saint Stephen was a clerk (“St. Stephen and Herod”) equivalente alla scandinava Staffan och Herodes

Un tempo Staffan Stalledräng era una canzone di questua di fattoria in fattoria cantata dai ragazzi (i ragazzi della Stella, Stjärngosse) nei giorni prima di Natale per raccogliere dei piccoli doni.

“In Svezia in origine lo stjärngosse era legato al tredicesimo giorno, che era il giorno in cui i tre saggi veneravano Gesù portando oro, incenso e mirra. Nel corso del 1800 però gli elementi dello stjärngosse furono traslati in una processione che aveva luogo il giorno di santo Stefano, il 26 dicembre. Alcune fonti indicano delle canzoni che venivano tradizionalmente cantate durante la processione di santo Stefano. Queste canzoni seguono la leggenda raccontata da Giovanni di Hildesheim nel 1370, per cui Stefano, che era lo stalliere del re Erode, vide per primo la stella di Betlemme (cui è legata appunto la tradizione dello stjärngosse) e chiamò il re Erode dicendogli che era nato un nuovo re.
Le tradizioni associate con la processione della stella e lo stjärngosse divennero confuse, probabilmente anche a causa della regolamentazione per le feste natalizie. Secondo la legge medioevale che venne chiamata julfriden il periodo di festività natalizie durava dal giorno di san Tommaso, il 21 dicembre, fino al ventesimo giorno dopo Natale. Ciò fu in vigore fino al 1770, esattamente come lo stjärngosse, che apriva la parte pubblica delle celebrazioni natalizie con una cavalcata da un villaggio al villaggio vicino per abbeverare i cavalli e gioire della festa. Similmente, il 7 gennaio giorno di san Knut Lavards era quello che chiudeva il periodo di festa. Il detto del giorno è Knut jagar julen ut ovvero “Knut caccia via il Natale” (esattamente come il nostro detto “L’Epifania tutte le feste si porta via”).” 
(tratto da qui)

Il costume del ragazzo-stella è piuttosto buffo, un lungo camicione bianco completato da un copricapo a cono (decorato con stelline)  e bacchetta con la stella in punta. Sono i valletti di Santa Lucia che indossa lo stesso camicione da notte bianco cinto da una fascia di raso rossa e con in capo la coroncina di candele. continua

VERSIONE SVEDESE: Staffan Stalledräng (SMB 39)

Le versioni della canzone sono innumerevoli tra Svezia, Norvegia e Danimarca con testi più o meno lunghi come una ballata. Come canto di questua era infarcita da versi estemporanei e comici per sollecitare le donazioni di cibo e bevande (comprese le consuete maledizioni o minacce), come ballata racconta le azioni di Stefano mentre esce per la caccia e uccide vari animali del bosco. Nella versione Staffansvisan , o talvolta Staffan och Herodes (Stefano e Erode) si ricollega maggiormente all’avvistamento della Stella di Betlemme, alla corte di Erode e al miracolo del canto del gallo


Staffan var en stalledräng
Stalledräng, stalledräng
Han vattnar sina fålar fem
Allt för den ljusa stjärnan –
Ingen dager synes än,
synes än Men
stjärnorna på himmelen de blänka
Hastigt lägges sadeln på
Innan solen månd’ uppgå, månd’uppgå
Bästa fålen apelgrå
Den rider Staffan själv uppå, själv uppå
Ingen dagen synes än, synes än Men
stjärnorna på himmelen de blänka
traduzione italiana (da qui)
Stefano era un garzone di stalla
Uno stalliere, stalliere
Dà da bere ai cinque suoi puledri
Tutto per la stella lucente (1) –
Non si vede ancora l’alba,
non si vede ancora
Ma le stelle nel cielo brillano
In fretta si mette in sella (2)
Prima che il sole (3) sorga,
il sole sorga
Il miglior puledro pezzato
Lo cavalca Stefano, lo cavalca –
Non si vede ancora l’alba, non si vede ancora,

Ma le stelle nel cielo brillano

English translation
I
Staffan was a stableman
We thank him now so well
He waters his ponies five,
all for the bright star
No daylight was seen yet,
stars on the sky they shine
II
Saint Stephen was riding his horses to water
Watch with us Christmas night!
When he saw a star in the eastern land
Watch with us all mankind!
The star shone above the town of Bethlehem
Watch with us Christmas night!
But brightest above the house where the child lay
Watch with us all mankind!”

NOTE
Una canzone di questua con molte strofe improvvisate per sollecitare le offerte di cibo e bevande.
1) la stella di Betlemme che annuncia la nascita di Gesù
2) Stefano cavalca tutta la notte
3)I canti su Santo Stefano rispecchiano maggiormente la tradizione pre-cristiana dei festeggiamenti di Yule (Vedi).

con un swedish lad mattacchione
Utmarken nell’immancabile versione metal
versione Stefano e Erode
Folk&Rackare
För Redeliga Män nella versione questua natalizia

FONTI
http://www.jullovet.se/julsanger-lyrics/luciasanger/staffansvisan/
http://www.resurspoolen.se/2014/12/fran-jul-till-trettonhelgen/
http://balladspot.blogspot.com/2017/12/staffansvisan-staffan-stalledrang.html

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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