Salut à la compagnie è un canto di questua nell’Orléanais durante l’Epifania riconducibile alla tradizione del wassailing natalizio detto in Francia “chant des guillaneus“[1].
I questuanti andavano di porta in porta per augurare buon anno e offrire un rametto di vischio e ricevevano in cambio delle monetine, noci e qualche arancia (étrennes).
Nella canzone “Salut à la compagnie”[2] si fa riferimento al dolce per eccellenza dell’Epifania, la torta dei Re [Magi] che contiene nel suo impasto un fagiolo/fava, simbolo di fecondità. Nel nord della Francia, è una pasta sfoglia farcita con crema frangipane o marmellata (« galette des rois »[3]), nel sud è una pasta brioche alla frutta candita a forma di ciambella (« gâteau des Rois » in occitano tortell de Reis [4]).
salut à la compagnie de cette maison
je vous souhaite une bonne année
du bien à foison
nous sommes d’un pays étrange
venus dans ce lieu
pour vous faire la demande
de la part à dieu
si la fève s’y présente
nous la planterons
dans un jardin sous un arbre
nous la metterons
nous prierons la sainte vierge
jésus les trois rois
qu’ils nous fassent à tous la grâce
que la puissions voir
Saluti alla compagnia di questa casa
Vi auguro un felice anno nuovo
buone cose in abbondanza [prosperità]
siamo dei forestieri
e siamo venuti in questo posto
per farvi la richiesta
della parte di Dio(1)
Se il fagiolo/fava è in quella fetta(2)
lo pianteremo,
in un giardino sotto un albero
lo metteremo;
pregheremo la Beata Vergine
Gesù, i tre Re(3)
che ci concedano la grazia
di poter vedere l’anno [prossimo](4)
NOTE
(1) In Francia, fin dal XIV secolo, in occasione dell’Epifania si mangia la galette des Rois. La tradizione vuole che si divida la torta in tante parti quanti sono gli ospiti, più uno. Quest’ultima fetta, chiamata “parte del buon Dio”, “parte della Vergine” o “parte dei poveri”, è destinata al primo povero che bussa alla porta. https://terreceltiche.altervista.org/fetta-dolce-della-dodicesima-notte/
(2) i questuanti si augurano che la fava portafortuna si trovi nella “parte di Dio”
(3) i re Magi https://terreceltiche.altervista.org/three-kings/
(4) un verso tipico di questi canti di questua natalizi in cui nel salutare si promette di ritornare anche il prossimo anno (perché sia chi canta che i padroni della casa sono ancora in buona salute) commenta Monique Palomares : “la”=“année” che è al femminile
[1] Detta anche questua dell’aguilaneuf (letteralmente “al vischio dell’anno nuovo!”) https://terreceltiche.altervista.org/la-festa-del-vischio-8-dicembre-saint-denis/ Sull’Eguinane (il wassailing bretone) si consultino gli archivi in “Canti della tradizione orale in lingua bretone”:
https://tob.kan.bzh/chant-00427.html
[2] https://it.scribd.com/document/697657704/Salut-a-la-compagnie#
http://www.gabrielyacoub.com/fr/disque/titre.php?idTitre=86
LE RICETTE
https://ilblogdichiaraoscura.blogspot.com/2014/11/cucina-i-dolci-dei-re-magi-la-gallette.html
[3] https://it.wikipedia.org/wiki/Torta_dei_Re
https://cuisine.journaldesfemmes.fr/recette/314887-galette-des-rois
https://www.ricettedicultura.com/2013/01/galette-de-rois-per-lepifania.html
[4] https://it.wikipedia.org/wiki/Tortell
https://www.buonissimo.it/lericette/4622_Tortel_de_Reis
https://www.750g.com/gateau-des-rois-r97491.htm
APPROFONDIMENTO
https://dastumla.blogspot.com/2016/08/163-la-guillaneux.html