In tutta l’Europa tradizionale il cuculo[1] porta spesso cattive notizie, in “Quand je menai mes chevaux boire” (1976) annuncia al ragazzo che la sua innamorata sta per essere sepolta. Forse inizialmente lui non crede a questa notizia perché insulta la bestiola, eppure dovrà arrendersi all’evidenza quando sarà la ragazza stessa da dentro la bara a sussurrargli che vicino a lei all’inferno un posto riservato lo attende. Una promessa che sottintende una rivalsa postuma per un amore forte ma evidentemente contrastato su questa terra. Almeno, questo stando alla versione che appare nel disco Almanach, che nella discografia, rappresenta un po’ il Sergent Pepper dei Malicorne.
La loro versione proviene dall’Alta Normandia ma in Bretagna ne esiste un’altra più convenzionale e dettagliata[2] dove il protagonista chiede alla fidanzata Jeanne se esista un modo per non finire dove è finita lei. La ragazza risponde che bisognerebbe recarsi alla messa e ai vespri senza mai mancare e non abbracciare le ragazze, come lui abitualmente fa, sulla cassapanca ai piedi del letto. Anche nella realtà, il cuculo, uccellino furbacchione e scansafatiche, si infila sempre nel nido di altri e ciò gli è valso da tempo il titolo di pennuto ingannatore, adultero o infedele.
[Malicorne]
Quand je menai mes chevaux boire
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Quand je menai mes chevaux boire
J´entendis le coucou chanter.
J’entendis le coucou chanter.
Il me disait dans son langage
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Il me disait dans son langage:
Ta bien aimée vont l’enterrer,
Ta bien aimée vont l´enterrer.
Ah! Que dis-tu méchante bête?
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Ah! Que dis-tu méchante bête?
J´étais près d´elle hier au soir,
J’étais près d’elle hier au soir.
Mais quand je fus dedans la lande
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Mais quand je fus dedans la lande
J´entendis les cloches sonner,
J’entendis les cloches sonner.
Mais quand je fus dedans l´église
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Mais quand je fus dedans l’église
J´entendis les prêtres chanter,
J’entendis les prêtres chanter.
Donnai du pied dedans la chasse
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Donnai du pied dedans la chasse
Réveillez-vous, si vous dormez,
Réveillez-vous, si vous dormez.
Non, je ne dors ni ne sommeille
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Non, je ne dors ni ne sommeille
Je vous attends dedans l´enfer,
Je vous attends dedans l’enfer.
Vois ma bouche est pleine de terre
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Vois ma bouche est pleine de terre
Et la tienne est pleine d´amour,
Et la tienne est pleine d’amour.
Auprès de moi reste une place
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Auprès de moi reste une place
Et c´est pour toi qu´on l´a gardée,
Et c’est pour toi qu’on l’a gardée.
Quand je menai mes chevaux boire
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Quand je menai mes chevaux boire
J´entendis le coucou chanter.
MENTRE MENAVO I CAVALLI A BERE
Mentre menavo i cavalli a bere(1)
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Mentre menavo i cavalli a bere
Ho sentito il cucù cantar,
Ho sentito il cucù cantar.
Mi diceva quello nel suo linguaggio
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Mi diceva quello nel suo linguaggio:
La tua sposa la stanno a sotterrar,
La tua sposa la stanno a sotterrar
Ma che dici, tu, bestiaccia malvagia,
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Ma che dici, tu, bestiaccia malvagia?
Iersera stavo ancora assieme a lei,
iersera stavo ancora assieme a lei
Però mentre andavo per le campagne
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Però mentre andavo per le campagne
le campane sentii sonar,
le campane sentii sonar
E poi quando fui entrato in chiesa
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
E poi quando fui entrato in chiesa
i preti io li sentii cantar,
i preti io li sentii cantar
Detti un calcio alla cassa da morto
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Detti un calcio alla cassa da morto
Su, svegliati se stai a dormir,
Su, svegliati se stai a dormir
No, non dormo e non faccio un sonno
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
No, non dormo e non faccio un sonno
Dentro all’inferno ti sto a aspettar(2),
Dentro all’inferno ti sto a aspettar
Vedi che ho la bocca colma di terra
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Vedi che ho la bocca colma di terra
La tua invece è ricolma d’amor,
La tua invece è ricolma d’amor
Qui accanto a me rimane un posto
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Qui accanto a me rimane un posto
Che è stato riservato solo per te,
Che è stato riservato solo per te.
Mentre menavo i cavalli a bere
Ilaire ilaire itou ilaire
Ilaire oh ma nanette
Mentre menavo i cavalli a bere
Ho sentito il cucù cantar.
NOTE traduzione italiana di Riccardo Venturi che precisa: Pur non potendo serbare le rime, si è tenuta una traduzione ritmica che, volendo, può essere cantata. Un’alquanto improbabile “cover band” dei Malicorne in italiano, avrebbe comunque qualcosa su cui lavorare. Il “ritornello vuoto” non è stato tradotto per evitare il ridicolo tipo “Ilaria Ilaria itù Ilaria, Ilaria o mia bimbetta”; ma è possibile che, in tempi remoti, un significato lo avesse. https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=48239&lang=fr
(1) lett: Quando menai i miei cavalli a bere… sentii…
(2) commenta il Venturi “Uno dei temi preferiti nelle canzoni tradizionali, è, senz’altro, il matrimonio imposto o di convenienza che aveva una fine tragica; e così, nonostante la stilizzazione, deve essere interpretata questa ballata. Mal si spiegherebbe, altrimenti, la vendetta post-mortem della sventurata fidanzata, che è palesemente stata ammazzata la sera prima dal promesso sposo e che all’altare in chiesa, finalmente convola nella bara trascinandolo seco nelle fiamme dell’inferno dopo che costui, in preda evidentemente a parecchia angoscia, ha compiuto l’elegantissimo gesto di prendere a pedate la bara per scoperchiarla“.
[1] Nelle Isole Britanniche è il cuculo tra tutti gli uccelli ad essere l’araldo della Primavera, e più in generale è un uccello sacro (oggi si dice magico) dalle doti oracolari. Nel mito greco il cuculo è un animale consacrato a Zeus, il quale per sedurre Hera (la sorella-sposa) scatenò una tempesta e mutato in cuculo, si posò tutto bagnato e infreddolito sulle ginocchia della dea, la quale si mosse a compassione e lo accolse al seno per riscaldarlo. Nel culto romano il cuculo è invece consacrato a Giunone in quanto dea della fecondità: era il canto del cuculo a portare la pioggia e a rinnovare la fertilità dei campi. Da qui il simbolo positivo associato a amore, fecondità e abbondanza. In entrambi i miti l’uccello è foriero di pioggia. https://terreceltiche.altervista.org/cuculo-english-balladry/
[2] In Alta Bretagna ne esiste una versione più completa che recita:
Ha! dites-moi plutôt ma Jeanne
comment faire pour ne point y aller
il faut aller à la grand-messe
et aux vêpres sans y manquer
faut point aller aux fileries
comme vous aviez d’accoutumée
faut point embrasser les filles
sur l’ bout du coffre au pied du lit.
stralciato e ampliato da I voli dei Malicorne
Link
http://www.gabrielyacoub.com/fr/disque/titre.php?idTitre=112