Pover Suldà (Il ritorno del Soldato)

Pover Suldà - tre soldati monferrato

Pover Suldà (Il ritorno del Soldato I) è una ballata piemontese collezionata da Costantino Nigra in quattro versioni al nr 28. Possiamo ipotizzare un’origine settecentesca (o forse ance seicentesca) essendo peraltro le strofe intrecciate con versioni simili provenienti dalla Francia e in generale dalla balladry anglo-scozzese.

Come scrive Riccardo Venturi il Pover Suldà (Il ritorno del Soldato) è un tema fisso delle ballate popolare ripreso dalla realtà. “Il ritorno del soldato creduto morto in guerra e che trova la fidanzata sposata ad un altro, o la moglie risposata con altri figli, è una sorta di must. Nella canzone popolare, usualmente, il fidanzato o il primo marito, più o meno “riconosciuti”, se ne vanno via mestamente pronti a passare la vita nel rimpianto per il destino crudele che li ha colpiti; fatto assolutamente improbabile, dato che i secondi matrimoni venivano annullati. Assai più probabilmente, chi ne faceva le spese erano le povere donne le quali, accusate comunque di “infedeltà”, venivano additate al pubblico disprezzo e anche di peggio. (stralciato da Antiwarsongs.org)

Pover Suldà, versione A in piemontese

Cantovivo “La Lűna e l’ Sul”
44:22 Pover Suldà

Con il titolo di Pover Suldà i Cantovivo eseguono la ballata del Nigra in due registrazioni dapprima nell’album La Lüna E ‘L Sul 1983 e poi in “Mità la strada” 1985.

Il testo è ripreso dalle versioni A (da Cintano Canavese) e D (da Pinerolo).
Qui si riporta la versione come cantata dai Cantovivo che aggiungono un ritornello senza senso

Pover suldà ven da la guèra lon la
Pover suldà ven da la guèra lon la
cun ün pé causà e l’auter nü
pover suldà l’é mal venù
E la la e tra la la la
Pover suldà va a l’usterìa lon là
va a l’usterìa sensa dené
pover suldà turné ‘ndaré
E la la e tra la la la
Pover suldà sü e giü per la vila lon là
l’é ‘ndà ‘ngagé so mantel bianch
l’é per tiré d’ l’or e d’ l’arsàn
E la la e tra la la la
Pover suldà si seta a taula lon là
si seta a taula per mangé
madàima l’osta ‘s büta a piuré
E la la e tra la la lav
“Cosa piuré madàima l’osta lon là”
mi l’an piuru del mè marì
ch’a l’é set agn ch’i l’ài pì vist”
E la la e tra la la la
“Piuré pa’ tan madàima l’osta lon là
piuré pa’ tan del vost marì
ch’a l’é nin vair luntan da si”
E la la e tra la la la
“Quand che mi na sun andait via lon là
se v’un lassave ‘n cit anfàn
adés n’ài dui e n’aut per man”
E la la e tra la la la
“Sa m’é rivà d’le fause növe lon là
ch’i j’ere mort e sepelì
mi sun piame n’aut marì”
E la la e tra la la la
“Sa l’é cusì madaima l’osta lon là
feme ‘n basin o dui o tre
mi m’na turnu a servir lu re”
E la la e tra la la la
“Bundì bundì madaima l’osta lon là
dispartiruma ij vost anfàn
a vui ij cit e a mi ‘l pì grand”
E la la e tra la la la

Povero soldato viene dalla guerra
Povero soldato viene dalla guerra
con un piede calzato e l’altro nudo.
Povero soldato è il malvenuto.
E la la e tra la la la
Povero soldato va all’osteria,
va all’osteria senza denari:
“Povero soldato, tornate indietro.”
E la la e tra la la la
Povero soldato su e giù per la città
è andato ad impegnare il suo mantello bianco,
per tirarne (1) oro e argento.
E la la e tra la la la
Povero soldato si siede a tavola,
si siede a tavola per mangiare.
Madonna l’ostessa si butta a piangere.
E la la e tra la la la
“Che piangete, madonna l’ostessa?”
“Io piango del mio marito,
che c’è sette anni (2) che non l’ho più visto.”
E la la e tra la la la
“Non piangete tanto, madonna l’ostessa,
non piangete tanto del vostro marito,
che non è guarì (3) lontano da qui.”
E la la e tra la la la
“Quando me ne andai via,
v’ho lasciato un piccolo figlio;
adesso ne avete due e un altro per mano.”
E la la e tra la la la
“Mi arrivarono false nuove,
che eravate morto e seppellito;
mi son preso un altro marito.”
E la la e tra la la la
“Se è così, madonna l’ostessa,
fatemi un bacio, o due o tre;
me ne torno a servire il re. (4)”
E la la e tra la la la
“Buon dì, buon dì, madonna l’ostessa!
Partiremo i vostri figli;
a voi i piccoli, a me il più grande.”
E la la e tra la la la

NOTE traduzione italiana di Costantino Nigra
La traduzione del Nigra è in un italiano ottocentesco che ho preferito lasciare
1) il povero soldato porta il mantello ai pegni per ricavare qualche soldo
2) i sette anni sono il tempo “standard” delle ballate per indicare una lunga lontananza
3) il marito è guarito (varì) avendo trascorso la convalescenza poco lontano da lì
4) della Casa Savoia

Li Tréi Soudà versione B dalle valli occitane piemontesi

Una versione dalla val Germanasca è stata raccolta sia in francese (Trois soldats revenant de la guerre) che in patuà abbastanza simile alla versione B trascritta dal Nigra proveniente dalle Colline del Torinese (simile peraltro alla versione C dalle colline del Roero)
La versione francese è stata trovata anche nel “cahier” di Henri-Théophile Bounous, originario di Pomeano (Pramollo) e nel “cahier” di Enrico Ton della borgata Roberso di Massello, in val Germanasca, nel 1898. Dino Tron, etnomusicologo e membro dei Lou Dalfin ha trovato ben cinque versioni negli archivi della Cantarana provenienti tutte dalla Valle Germanasca. La versione in patuà è ritenuta una traduzione dal francese

Lou Dalfin – Li trei sooudà, Courenta in “En Franso i ero de grando guero” 1982

Sunt tréi soudà chi venën d’la ghèro
tout deiciousà, mal abilhà (furgià)
sënso souper dunt anar lougiar.
I soun anà da madammo d’l’osto:
Madammo d’l’osto avè-u d’vin rozé
chë li soudà î n’an pâ lu pié.
[Li tréi soudà soun miz a tabblo
soun miz a tabblo a béure e mingiar
madammo d’l’osto à plûrà.]

Soc avè-u madammo d’l’osto?
Soc avè-u tant a plûrar
chë li soudà î sun aribà.
[L’è pà moun vin rozé chë plûru:
plûru moun tant bèl eipû
chë lh’à sè’ ann ch’al è oub vû.]
Böicavo l’ün, böicavo l’autre
il à tant bén böicà:
L’è proppi vû chë m’avè eipuzà.
O ch’à-tù fait, la maleirûzo!
e t’ai laisà oub düi meinâ
öiro î n’à cattre pâ trop grâ.

[I m’an eicrit de fausa lëttra
chë t’ère mort e ëntërà
mi ai fait l’amour oub ün soudà.]
Alûro ma fënno fëzoummo partagge
fëzummo partagge di meinà
tü lî maigre, mi lî pi grà.
En Franso lh’èro dë grandà ghèra
dë grandà ghèra e di tûrmënt
vai ma fënno e lh’inüsënt.

Anonimo (popolare)
Raccoglitore: Badia Corale Val Chisone
Intervistato: Ester Guiot Bourlot, Fenestrelle
Valle: Chisone
Versione in patois (patuà, occitano, nella variante parlata in Val Germanasca)

Tre soldati vengono dalla guerra
tutti stracciati e malmessi
e non sanno dova andare ad alloggiare.
Sono andati dalla signora ostessa:
“Ostessa avete un vino rosè
che i soldati non abbiano preso?”
[I tre soldati si mettono a tavola
si mettono a tavola per bere e mangiare
la signora Ostessa che piange]

“Cosa avete signora Ostessa
cosa avete da piangere tanto
perchè i soldati sono arrivati?”
“Non è per il vino rosè che piango:
piango per il mio bel sposo
che è sette anni che è morto]
Guardava l’uno e guardava l’altro
e lo ha tanto ben guardato
“Sei proprio tu che mi hai sposato
..
e mi hai lasciato con due bambini
altri ne ho partoriti non troppo grandi.

[Mi hanno scritto una falsa lettera
che eri morto e sepolto
e io ho fatto l’amore con un altro soldato]”
“Allora moglie mia, faremo una divisione
faremo una divisione dei bambini
tu quelli magri io quelli più grassi.
In Francia ci sono grandi battaglie
grandi battaglie e tormenti
vado moglie mia e figlioli.”

Traduzione italiana Cattia Salto
un po’ a senso solo una frase non l’ho capita “O ch’à-tù fait, la maleirûzo!”
Tra parentesi quadre le strofe omesse da Vietraverse

Il Nigra riporta altre due versioni B e C molto simili raccolte rispettivamente sulla collina di Torino, a La Morra d’Alba che richiamano le lezioni d’Oltralpe e così scrive “La canzone, di cui sono qui pubblicate quattro lezioni raccolte nelle varie regioni del Piemonte, si collega, per l’argomento, con molte altre canzoni sì Italiane che d’altri paesi. Ma le sole, a mia notizia, che abbiano con essa il vincolo d’un’origine comune sono le Francesi pubblicate da PUYMAIGRE col titolo Le soldat revenant de guerre, da BUJEAUD col titolo La femme du marin ” (versioni che meritano una seconda puntata)

LINK
http://www.bandieresabaude.it/Bandiere03.html
Sui “cahier” quaderni di Canzoni delle valli occitane in Piemonte leggasi:
https://www.fondazionevaldese.org/documenti/752481b0e1eac96fb67bea3a8ee2bc20.pdf
28. Il ritorno del soldato I
http://www.chambradoc.it/vari/litreisouda.page
https://www.antiwarsongs.org/confronta.php?id=8897&ver=20740&lang=en
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=8897&lang=it


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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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