Omaggio a Maurizio Martinotti

Maurizio Martinotti

Con la scomparsa di Maurizio Martinotti, avvenuta allo scadere del 2021, abbiamo perso uno dei protagonisti più importanti del mondo culturale legato al folk non solo piemontese.
Classe 1953, musicista poliedrico, insegnante di ghironda, direttore di Folkermesse (uno dei più importanti eventi folk italiani) e dell’etichetta discografica FolkClub Ethnosuoni (1), fondatore del mitico gruppo La Ciapa Rusa e animatore di svariate altre esperienze musicali. Instancabile divulgatore della musica tradizionale (tramite riviste e programmi radiofonici).
La Ciapa Rusa
Tendachënt
per Maurizio Martinotti (Giorgio Gregori)

La Ciapa Rusa

La Ciapa Rusa
Beppe Greppi e Maurizio Martinotti

Il disco di esordio “Ten da chënt l’archet che la sunada l’è longa” è del 1982 e si concentra su canti e danze tradizionali dell’Alessandrino, terra natale di Maurizio. Tra i brani spicca questo “Re Gilardin”, che diventerà uno dei cavalli di battaglia del gruppo.

la scheda di Re Gilardin

Secondo album della Ciapa Rusa, “Stranòt d’amur” (1984) ancora un mix di danze e canti tradizionali riarrangiati. Questa è una versione della famosa ballata Donna Lombarda, raccolta da Maura Guaschino e M. Martinotti da una ex-mondina nel casalese.

la scheda di Donna Lombarda

Nel 1987 Maurizio fonda l’etichetta discografica Robi Droli e pubblica il quarto album del gruppo, “Faruaji”.

Con Martinotti ci sono il sodale della prima ora Beppe Greppi ma anche Sergio Berardo, il fondatore dei Lou Dalfin.

La fanciulla rapita -Ballata tradizionale raccolta a San Michele (Al), dal disco “Faruaji” (1987).

Con “Retanavota” album del 1992, il sound della Ciapa Rusa si evolve con l’inserimento di strumenti a fiato e tastiere a fianco degli strumenti tradizionali (tra i quali a farla da signora è sempre la ghironda).

Da “Retanavota”, il canto tradizionale imperniato su un battibecco amoroso (dalla raccolta di Leone Sinigaglia) seguito da due temi musicali composti da Martinotti.

Contrasto, Il Gutturnio di Bani, Ret a ‘na vota

“Aji e safran” (1997) è l’ultimo disco ufficiale della Ciapa Rusa. Nel 2003 ci sarà una grossa reunion celebrativa della storia del gruppo, con la partecipazione di molti musicisti amici e la pubblicazione del live “Diario di bordo”.

Tasso barbasso Centi

1997. Su invito della Regione Piemonte Maurizio forma una specie di supergruppo con diversi protagonisti del folk piemontese.
Qui la loro interpretazione della ballata Prinsi Raimond (gli Anelli) suo tempo resa celebre dalla Lionetta

la scheda di Prinsi Raimond

Tendachënt

Tendachënt è stato secondo me il progetto più intrigante portato avanti da Maurizio Martinotti. Nasce come evoluzione della Ciapa Rusa (come si evince anche dal nome, che riprende l’inizio del titolo del primo album del vecchio gruppo); infatti propone nuovi brani ma anche riletture di brani della Ciapa in chiave più “moderna” (verrebbe da dire, più “progressive”).

Quattro dischi pubblicati (di cui uno in collaborazione con Betti Zambruno); questo è un brano dal primo album “Ori pari” (2000) ‘Nsumma al pont ad Mantua

 ‘Nsumma al pont ad Mantua

Nel 2001 i Tendachënt accompagnano la cantante Betti Zambruno nello spettacolo “Omaggio a Leone Sinigaglia”, nell’ambito del festival “Canté Bergera”. Da quel concerto viene ricavato il cd “Al lung de la riviera”, pubblicato nel 2003. Un disco veramente bello.

La scheda di Matrimonio Inglese

Nel terzo capitolo della loro discografia i Tendachënt accentuano la spinta verso suoni più mediterranei. Molte collaborazioni prestigiose, da Paul James (Blowzabella) a Renat Sette a Enzo Avitabile, che canta con Maurizio in questo brano. Alle percussioni i Bottari di Portico

Tendachёnt Feat. Enzo Avitabile – Don-na Curon-na / Pietà

L’ultimo album dei Tendachënt (2009) è forse il più bello. Si torna ad un sound più acustico per rendere omaggio proprio ai loro strumenti (gli “arneis” appunto), i ferri del mestiere mostrati anche in copertina.
“Oggetti meravigliosi da ascoltare, ma anche da vedere” come scrive Maurizio nella presentazione del disco. Aggiungendo, con la sua proverbiale ironia “Piemontesi siamo, e orgogliosi di esserlo, ma solo perché il caso ci ha fatto nascere qui”

la scheda di Castello di Verrua

Nel ricordare la figura di Maurizio Martinotti mi pare doverosa una citazione di questo splendido progetto che nel 2006 riunì musicisti piemontesi, occitani, catalani e valenciani. E in rappresentanza del Piemonte naturalmente c’era lui

Pau i Treva – Panegiric

(1) https://www.folkclubethnosuoni.com/

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Pubblicato da Sergio Paracchini

Sergio Paracchini, ascoltatore seriale di buona musica, dagli anni ’70 innamorato del folk revival (celtico e non solo). Gestisce il gruppo Facebook “Folk rock e dintorni”.

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