Myrdhin: Le acque primordiali

Myrdhin è la forma gallese di Merlino, che a sua volta deriva da Moridunon che significa “fortezza del mare”.

Myrdhin

Rémi Chauvet nacque sotto il segno del Capricorno a Dinan, in Alta Bretagna da una famiglia proveniente da Scaer, in Cornouaille, dove trascorreva dai nonni materni le vacanze estive. All’età di cinque anni iniziò a suonare il pianoforte e in adolescenza scoprì la musica tradizionale. Dopo gli studi a Rennes, a 21 anni, decise di consacrare completamente la sua vita al suono dell’arpa, che in seguito diventerà il simbolo di tutta una rinascita culturale, accettando, proprio per riannodarsi alla Tradizione, l’invito dei suoi amici a cambiare il proprio nome in Myrdhin.

Myrdhin è la forma gallese di Merlino, che a sua volta deriva da Moridunon che significa “fortezza del mare”. E proprio dalla contemplazione delle onde, arrivò la sua ispirazione, dalla sorgente dove si disseta la propria esigenza di infinito. Autoproclamatosi Bardo di Bretagna contemporanea, fece del verbo una musica incantatoria e gettò le parole verso le stelle, lasciando che il loro potere trasformasse il ritmo delle frasi, il suono delle sillabe e delle rime, inseguendo il delicato gioco delle nuvole fuggitive. La sua musica onirica s’involò lontano dall’intellettualismo dello spirito latino, per galleggiare in un firmamento d’irrazionale e di forte dimensione simbolica, atteggiamento questo, tipicamente celtico. Le cascatelle cristalline delle sue corde di metallo paiono così dei veri e propri sogni evanescenti e lo porteranno a viaggiare moltissimo in giro per il mondo, nel corso della sua carriera.

Nel 1971 a Dol-de-Bretagne, era stato folgorato dall’incontro con la poesia della druidessa Angèle Vannier, accompagnandola improvvisando inaspettatamente, per la prima volta mentre lei recitava la sua “Cantate pour la Saint-Jean d’été” ad un incontro pubblico di poeti, cantanti e musicisti.

“Tra l’acqua, la donna e la luna vanno dei segreti perpetui, tessendo le trame delle fortune che uniscono la terra e il cielo…” (Angèle Vannier)

Seguirono moltissimi spettacoli attraverso l’Europa fino in Turchia. Myrdhin non cercò di trasformare in canzoni le liriche della grande poetessa cieca, piuttosto di affiancare a quelle parole giunte dal fondo dell’enigma umano le sue vibrazioni armoniche, giunte invece dal fondo del tempo. E fu lei a donargli il gusto delle parole portatrici di immagini, di una poesia di apparizione e non di rappresentazione. La prima canzone che incise si intitolava invece eloquentemente Graal e venne composta un pomeriggio sulla landa di Fréhel, sulle rocce in faccia all’oceano: “Solitudine troppo spesso rifiutata, ti ritrovo infine come per il passato….ditemi che esiste in questo mondo un posto non occupato vicino alla tavola rotonda”

Troviamo in Myrdhin la sublimazione del linguaggio, in una specie di declamazione rituale, poetica, esoterica, alla maniera dei bardi che non possono dire le cose direttamente, crudamente. La comunicazione deve avvenire attraverso la sensibilità, non l’intelletto, la sua Bretagna è una terra iniziatica dove il viaggio altro non è che una spirale, la relazione è con gli elementi, con l’intero cosmo. La verità non esiste, esiste invece la relatività e l’arpa è l’acqua, il vento, una infinità di armonie che salgono dalle corde a dimostrare che non ci sono frontiere, che si può passare dalla terra al cielo attraverso i sensi. Il mondo è composto di multiformi sfumature. L’arpa è la fata delle acque, la naiade senza tempo, sirena del divenire che dimora al centro dell’onda e che permette di vedere ciò che accade lontano da qui.

La curiosità e il rigore trovano in Myrdhin un fine equilibrio musicale che lo porteranno moltissimi anni dopo a partecipare sorprendentemente dal 1996 all’etno/techno/folk del supergruppo internazionale Afro Celt Sound System, al progetto Run (2004) in compagnia di una sezione ritmica rock e a far raccontare la storia di Taliesin all’incontro delle arpe celtiche con l’elettronica e i disegni sonori di Pascal Lamour in “Magic Chaudron” (2008)

D’île en île, odyssée d’une harpe celtique 2009
Moving Sands 2011

Myrdhin et Elisa – Trees for Two (La Cour des Licornes, 2020)

Recensione cd

Link
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Pubblicato da Flavio Poltronieri

Etnomusicologo. Autore e traduttore di canzoni. Ha pubblicato su riviste di avanguardia musicale in Italia/Francia/Germania. Fa parte della redazione giornalistica di Blogfoolk, Lineatrad e leonardcohenfiles.com

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