March The Morning Sun: The Young Tradition

The Young Tradition: Peter Bellamy, Heather Wood, Royston Wood

March The Morning Sun è un canto natalizio scritto da Royston Wood per il giorno di Santo Stefano.
The Young Tradition è stato un trio di musical folk inglese (principalmente a cappella) nato nel 1965 e formato da Royston Wood, Heather Wood (cognome uguale ma nessun grado di parentela) e Peter Bellamy. Insieme hanno registrato tre album e un EP, per l’etichetta Transatlantic Records; hanno inoltre collaborato con Shirley Collins per l’album The Holly Bears The Crown , registrato nel 1969, seppur pubblicato solo nel 1979.
Il loro repertorio era basato sul canto tradizionale inglese (e in particolare il materiale della famiglia Copper del Sussex e le sea shanties).

Ottime e potenti armonizzazioni, erano giovani, eccentrici e stilosi, osannati anche in America, quando hanno lasciato una grande testimonianza nella tradizione folk inglese, convivendo nell’ambiente della Swinging London (in controtendenza con le spinte rock). Si sciolsero nel 1969 con Peter Bellamy che proseguì nella carriera da solista e i due Wood che continuarono a cantare insieme.
Il terzo album Galleries (1968) segna il culmine della loro proposta musicale con la collaborazione di musicisti di talento (David Munrow, Dave Swarbrick, Dolly Collins, Sandy Denny ), in cui le ballate inglese sono accostate a inni religiosi americani, la musica antica al blues. Peccato che poi incominciarono le liti e le divergenze artistiche. Quasi un lustro dopo è uscito il cd Oberlin 1968 una pubblicazione storica rara, dallo sbobinamento di una registrazione live del gruppo all’Oberlin College in Ohio del 17 Novembre 1968.

Shirley Collins &The Young Tradition 1979 
Marisa, Jack & Davy 2016

March, march the morning sun
and the dawn wind dancing
to the early tune of small pretty birds
up from the dark fields chancing

Then men and dames give up your beds
all maids and boys, you’re yawning
to hear the bells ring frosty round
to tell it’s Christmas morning.

And some to bake and some to make
and some the gifts go seeking
and lovers to their trysting place
to share their joys unspeaking

So soon around come cakes and ale
and time is for a story
then silent all who gather round
will tell of Jesus’ glory

Then dance my dream to the magic of the bow
from dusk ‘til early dawning
to find the earth serene and still
this clear St Stephen’s morning

Cammina, cammina sole del mattino
e danza vento dell’aurora
sulle melodie mattutine dei piccoli uccellini
che si risvegliano speranzosi dai campi bui (1).

Allora uomini e donne alzatevi dal letto
e tutti voi fanciulle e fanciulli, che sbadigliate
nell’ascoltare il suono delle campane ghiacciate
per annunciare che è la mattina di Natale.

E chi inforna e chi prepara
e chi va in cerca dei regali
e gli amanti si danno appuntamento
per scambiarsi le effusioni (2).

Così presto arrivano dolci e bevande
ed è tempo di una storia
allora tutti quanti riuniti taceranno
e si narrerà della gloria di Gesù.

Così danza sogno mio alla magia dell’archetto (3)
dal tramonto fino all’alba
per trovare la terra serena e tranquilla
in questa chiara mattina di Santo Stefano.

Traduzione italiana di Cattia Salto
1) una traduzione un po’ a senso
2) letteralmente le gioie inespresse
3) al suono del violino

Una breve carrellata delle loro registrazioni ed esibizioni

L’album d’esordio omonimo 1966
Galleries (1968)
Oberlin 1968 (Live) Byker Hill (2013)
Royston Wood & Heather Wood in No Relation (1977)

LINK
https://mainlynorfolk.info/shirley.collins/songs/marchthemorningsun.html

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

2 Risposte a “March The Morning Sun: The Young Tradition”

  1. Questi furono veri eroi musicali. Il povero Peter Bellamy realizzò inoltre molti preziosi dischi senza il successo meritato, tutti più o meno ristampati per fortuna. Sembra che si unì ai due Wood su incoraggiamento di un’altra eroina dell’epoca, Anne Briggs. Molto si dedicò anche ai testi di Joseph Rudyard Kipling. Ma era troppo sensibile e rigoroso, quasi sempre esisteva per lui solo la voce e ogni tanto la concertina. Era rimasto al verde e il suo sorriso era troppo pallido, nessuno lo ingaggiava per fare concerti, l’intransigenza e la depressione lo portarono via. Il 24 settembre 1991, a 47 anni, la fece finita. “…era un gigante in un mondo in cui il pigmeo è lo standard con cui tutto deve essere misurato….”

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