For a’ that, an’ a’ that

“For a’ that, an’ a’ that” nota anche come “Is there for honesty poverty” è stata scritta nel 1787 da Robert Burns.
Una composizione che riflette gli intendimenti dell’ordine massonico al quale Burns si affiliò nel 1781 presso la St. David’s Lodge di Tarbolton all’età di 22 anni. Nell’anno successivo Burns fu fondatore della Loggia “Saint James” dove, dal 1784, ricoprì per 4 anni la carica di maestro. Trasferitosi ad Edimburgo nel 1786 divenne membro nel 1787 della Loggia Canongate Kilwinning e continuò a frequentare le logge massoniche anche nei suoi successivi spostamenti e si può dire fino alla sua morte.

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Robert Burns, poet-laureate of Lodge Canongate Kilwinning (1893)

Di Burns è noto il seguente aneddoto: un giorno si intratteneva in strada a conversare con un modesto fattore. Appena costui si fu allontanato, Burns fu accostato da un signorotto di Edimburgo, che lo canzonò per la evidente bassa condizione del suo precedente interlocutore. Il poeta fu pronto a rispondergli pressappoco così: “Io non parlavo alla giubba sgraziata, né al berretto di lana, né agli zoccoli di legno, ma a colui che vi era dentro. Che vale almeno dieci volte più di me e di voi! “. Così “A man’s a man for a’ that” è una sorta di riflessione filosofica sul significato della parola “uomo” ovvero quali siano le qualità che fanno di un uomo, un uomo!

For a’ that, an’ a’ that: analisi del testo

La canzone è stata pubblicata nel III volume del ” Scottish Musical Museum ” e si fa risalire la sua composizione al 1795: l’analisi del testo si presta a molteplici letture ideologiche, per cui alcuni vogliono vedere in Burns un rivoluzionario, un precursore del socialismo.
A mio avviso la lettura più coerente è quella che inquadra Burns come fratello massone e uomo del suo tempo; nella prima strofa Burns afferma che la ricchezza e la classe sociale non devono essere il metro con cui misurare il valore di un uomo, bensì il suo carattere. Il concetto si sviluppa nella seconda strofa: l’aspetto esteriore è solo apparenza e l’onestà vale più dei vestiti eleganti. E prosegue: il giovanotto elegante con il titolo di Lord (l’aristocratico) che si pavoneggia e riceve gli elogi è solo un idiota, mentre l’uomo “comune”, che impara a ragionare, non si lascia irretire (dalla ricchezza, dai privilegi, dalle consuetudini, dalle opinioni “comuni”. Infine nella quarta strofa si ribadisce che l’onestà (integrità) di un uomo non è prerogativa esclusiva dei potenti e si insinua un principio massone per cui i potenti illuminati, hanno il compito di dirigere l’umanità verso la fratellanza universale.
In effetti il suo non è l’elogio dell’uomo qualunque, ma dell’uomo intelligente e sensibile, che non è sminuito solo dal fatto di non appartenere all’aristocrazia o alla classe al potere (guarda caso anche Robert era nato da una famiglia dalle umili origini, ma ha saputo coltivare la sua intelligenza con studi e letture seppur da autodidatta)!
Le sue non sono idee rivoluzionarie e di sovvertimento sociale, anzi dal popolo e dai suoi appetiti è sempre bene guardarsi, egli propugna una sorta di elevazione dello Spirito umano dalle catene della brutalità e bestialità.
Si afferma il principio di una giustizia sociale illuminata in cui onestà e dignità sono virtù che prescindono dal rango o dalla nascita ma fanno parte dell’essenza umana. L’ultima strofa è insieme preghiera e profezia: un mondo futuro in cui gli uomini siano uguali, in cui non valga la legge del più forte o del più potente, in cui l’empatia e il rispetto siano valori condivisi da tutti.

parlamento-scozzese

“Is there for honesty poverty” è stata cantata come inno all’apertura ufficiale del parlamento scozzese il 1 luglio 1999, un parlamento che discute tutte le petizioni dei cittadini (ossia quelle passate al vaglio di un’apposita commissione); parlamento che ha scritto nel 2004 un libro per aiutare i cittadini a fare Partecipazione, il Participation Handbook.

La melodia abbinata al testo è un reel tradizionale dal titolo “For a’ that“.

Anche se non dovrei, continuo a stupirmi dell’attualità di un poeta vissuto 4 secoli fa!

Jim Malcolm (una delle sue tante versioni)

Dougie MacLean in Tribute1995

Sheena Wellington inaugurazione apertura del Parlamento Scozzese 1luglio 1999
Old Blind Dogs in “Fit?” 2001 (ancora la voce di Jim Malcolm)
Paolo Nutini live
Ryan Joseph Burns


I
Is there for honesty poverty
That hings his head, an’ a’ that (1);
The coward slave – we pass him by,
We dare be poor for a’ that!
For a’ that, an’ a’ that,(2)
Our toils obscure an’ a’ that,
The rank is but the guinea’s stamp(3)
The man’s the gowd, for a’ that.
II
What though on hamely fare we dine,
Wear hoddin grey, an’ a’ that?
Gie fools their silks, and knaves their wine,
A man’s a man for a’ that.(4)
For a’ that, an’ a’ that,
Their tinsel show, an’ a’ that,
The honest man, tho’ e’er sae poor,
Is king o’ men(5) for a’ that.
III
Ye see yon birkie(6) ca’d a lord,
Wha struts, an’ stares, an’ a’ that;
Tho’ hundreds worship at his word,
He’s but a coof(7) for a’ that.
For a’ that, an’ a’ that,
His ribband(8), star, an’ a’ that,
The man o’ independent mind(9)
He looks an’ laughs at a’ that.
IV
A price can mak a belted knight
A marquise, duke, an’ a’ that;
But an honest man’s aboon his might,
Gude faith, he maunna fa’ that (10)!
For a’ that, an’ a’ that,
Their dignities an’ a’ that,
The pith o’ sense, an’ pride o’ worth,
Are higher rank than a’ that (11).
V
Then let us pray that come it may,
(As come it will for a’ that,)
That Sense and Worth, o’er a’ the earth,
Shall bear the gree, an’ a’ that.
For a’ that, an’ a’ that,
It’s coming yet for a’ that,
That man to man, the world o’er,
Shall brithers be for a’ that.

versione italiana di Masolino d’Amico*
I
C’è chi per onesta povertà
Abbassa il capo, e via dicendo;
Passiamo oltre quello schiavo vigliacco,
Noi abbiamo il coraggio di esser poveri, nonostante tutto. Nonostante tutto e tutto,
I nostri travagli oscuri, e via dicendo,
Il rango non è che lo stampo della moneta,
È l’uomo l’oro, nonostante tutto.
II
Che importa se mangiamo roba alla buona,
Se ci vestiamo di lana grezza e grigia, e via dicendo? Datela agli sciocchi la loro seta, e ai furfanti il loro vino,
Un uomo è un uomo, nonostante tutto!
Nonostante tutto e tutto,
Per tutti i loro fronzoli in mostra e via dicendo,
L’uomo onesto, per quanto mai povero,
È un re fra gli uomini, nonostante tutto.
III
Lo vedi quello lí, che chiamano signore,
Che incede impettito, guarda dall’alto e via dicendo? Magari a centinaia penderanno dalle sue labbra,
Ma lui non è che un pagliaccio, nonostante tutto. Nonostante tutto e tutto,
Nastri, decorazioni e via dicendo,
L’uomo di mente indipendente
Guarda e ride di tutto ciò.
IV
Un principe può fare un cavaliere con tanto di cintura, Un marchese, un duca e via dicendo;
Ma un uomo onesto è al di sopra dei suoi poteri,
Meglio che non ci provi, ve lo dico io!
Nonostante tutto e tutto,
Con tutta la loro dignità e via dicendo,
Il nocciolo del senno e l’orgoglio del valore
Sono ranghi più alti di tutto ciò.
V
Perciò preghiamo che avvenga, un giorno,
(E avverrà, nonostante tutto),
Che senno e valore sulla terra
Abbiano il primo posto e via dicendo.
Nonostante tutto e tutto
Sta per avvenire, nonostante tutto,
E l’uomo all’uomo in tutto il mondo
Sarà fratello: nonostante tutto.

NOTE *( in Poesie di Robert Burns, Einaudi 1972)
1) è tutto detto?
2) Nonostante questo e quello, cioè a dispetto di tutto ciò.
3) The rank is but the guinea’s stamp: cioè il rango è solo un pezzo di carta stampato per moneta, il vero oro è l’uomo 
4) Un uomo è uomo per tutto questo: si potrebbe tradurre come “Cosa è un uomo in fin dei conti?” Ma anche “per che cosa l’uomo si dice uomo?”. Ossia Burns cerca di stabilire la definizione che rende l’uomo un uomo (sollecitando la riflessione in coloro che l’ascoltano). Ulisse Ortensi nella traduzione italiana di alcune delle poesie di Burns (1893) traduce “Uno, dopo tutto, è un uomo” e Burns così scrivendo ha alzato la sua voce contro la società, lo Stato e la Chiesa.
5) Un uomo onesto anche se povero è il re degli uomini, ossia il migliore degli uomini, quello che dovrebbe stare in cima
6) yon birkie: termine arcaico per uomo presuntuoso;  birkie=cool young guy; tutto il verso è un giro di parole per definire l’aristocratico, inteso come classe al potere ma non ancora per molto. La traduzione letterale del verso è: Vedete il giovane presuntuoso chiamato Signore/ che incede fissando dritto negli occhi (Vedete il galletto con il titolo di Lord, incedere con alterigia, guardando fisso)
7)  coof: idiota
8) la ribband è una fascia onorifica come ad esempio l’ordine della Giarrettiera e la stella è la medaglia a forma di stella del cavalierato
9) l’uomo che impara a pensare con la propria testa
10) letteralmente “la sua buona fede li può far crollare, nonostante tutto”
11) innalzano gli uomini al più alto rango. Sono il senso di giustizia e il valore a rendere nobile l’animo di un uomo e non i suoi blasoni

FONTI
http://www.robertburns.plus.com/Scotswhahae.htm
http://lamelagrana.net/wp-content/uploads/downloads/2011/12/Burns-Robert-Poesie-muratorie.pdf
http://www.esoteria.org/documenti/personaggi/robertburns.html#uno
http://www.paolomichelotto.it/blog/2009/01/04/petizioni-dei-cittadini-al-parlamento-in-scozia/
http://allpoetry.com/poem/8439173-A-Mans-A-Man-For-A-That-by-Robert_Burns

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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