Un viaggio nella discografia dei Malicorne
Tre dei primi quattro album dei Malicorne non hanno titolo, così solitamente sono identificati numericamente. Questo primo reca in copertina una bella foto seppiata del quartetto; sul retro e all’interno compare anche il logo dei due serpenti intrecciati che diventerà una firma della band. Tutti i brani provengono dalla tradizione di diverse regioni della Francia, solo La Pernette ha la musica composta da Gabriel.
Il disco si apre e si chiude con una breve aria per cornamusa proveniente dalla regione del Berry intitolata Colin
A1 Colin
A2 Dame Lombarde
A3 La Pernette
A4 Les Filles Sont Volages – Ronde
A5 La Fille Soldat (work in progress)
B1 Landry (work in progress)
B2 Le Chant Des Livrées
B3 Bourrée
B4 Réveillez-Vous Belle Endormie – Branle Poitevin
B5 Le Deuil D’Amour
B6 Colin
Dame Lombarde La prima traccia cantata è la ballata piemontese Donna Lombarda, naturalmente tradotta in francese, e resa con un suggestivo arrangiamento dove a tenere il tempo è un insistito e inquietante giro di basso che da solo già suggerisce il contesto tragico della storia
La Pernette, unico brano con la melodia composta da Gabriel su un testo originario del Delfinato; magnifica l’interpretazione di Marie della storia dell’innamorata di un condannato a morte
Les filles sont volages Brano di origine canadese, seguito da uno strumentale piccardo
La fille soldat ballata savoiarda sul classico tema della ragazza che si traveste da uomo per seguire l’amato spedito in guerra; un usignolo (“rossignolet sauvage, rossignolet charmant”) deve fare da consigliere alla fanciulla timorosa d’essere vedova prima ancora che sposa. La melodia usata dai Malicorne è quella di una canzone del XV secolo
Landry su un ritmo giocoso la ballata originaria della Savoia che racconta le difficoltà a trovare marito per le ragazze del piccolo villaggio
Le chant des livrées Un rituale canto di fidanzamento del Berry
Bourrée / Réveillez vous belle endormie Dopo l’intermezzo strumentale con una bourrée del Limousin una filastrocca tradizionalmente cantata la vigilia di Pentecoste per annunciare la festa. Curiosamente (ma non troppo), il testo non ha molto di religioso, soprattutto nello scanzonato invito finale del “bon paysan” che all’innamorato della figlia non ancora quindicenne dice “Je ne peux pas te donner ma fille, faites l’amour en attendant”[1]
Branle poitevin / Le deuil d’amour Ancora un brano strumentale, seguito da un traditional di origine canadese; ancora una canzone tragica, il “lutto d’amore” è quello di un giovane per l’amata defunta a cui vuole restare fedele rifiutando l’offerta della madre per la “fille du president, qui a de l’or e de l’argent”
[1] nota di Monique Palomares: da secoli “fare l’amore” significava corteggiare dunque il padre disse all’innamorato di corteggiare la figlia prima di sposarla (mooooolto più tardi!). È lo stesso nella canzone “La Yoyette” = “Faites l’amour en attendant que la Yoyette ait ses 20 ans/elle ait 20 ans’ = Corteggiate(la) aspettando che la Yoyette abbia i suoi 20 anni/ abbia 20 anni” e l’innamorato risponde “Garçon qui fait l’amour longtemps risque bien d’y perdre son temps” = “Ragazzo chi corteggia a lungo rischia bene di perdere il suo tempo”. Il padre era davvero un “bon paysan” (un buon contadino), non consigliava certamente alla figlia di fare il sesso con l’innamorato!
“faire l’amour à” (=a) è qualque volta diverso da “faire l’amour avec” (=con). Dipende dal punto di vista -chi è considerato l’attore. Ma ecco l’etimologia dell’espressione “L’esitazione tra valori cortesi e valori erotici espliciti è marcata anche nella fraseologia, con le espressioni “par amour” (1080) “amichevole”, poi “de grâce” (XIII secolo), d’amour (d’amors, 12° secolo.), per (l’) amore (di) [11° secolo] indebolito nel francese antico nel significato di “perché” (13° secolo) e “affinché” (c.1300); Testimone della stessa ambiguità, l’espressione fare l’amore (con qualcuno), che, dal provenzale antico far amor (ad alcun) [XIII secolo], significa “corteggiare”, significato ancora normale nell’uso classico (XVII-XVIII secolo) ), ma con il valore erotico fisico di “compiere l’atto sessuale (con qualcuno)”, uso attestato fin dal 1622 ma che non prevale nettamente che nel 19° secolo. Il Grand Robert della lingua francese conferma questa etimologia dell’espressione.” (https://www.guichetdusavoir.org/question/voir/35890