Le Mai in Francia

La Santongia gallica e le tradizioni del Maggio in Francia
Cantar Maggio in Occitania
Malicorne e il Maggio
MARIONS LES ROSES (trad. Berry)
VOICI VENIR LE JOLI MOIS (trad. Borgogna)
C’EST LE MAI
LES SEPT JOURS DE MAI (trad. Loira)
Es Mayo (trad basca)

La Santongia gallica e le tradizioni del Maggio

La Saintonge (1) fu un’antica regione della Francia popolata dai Celti Santoni, divenuta col tempo una prospera comunità della Gallia Romana e i suoi confini sono spesso variati. Assai contesa nel primo Medioevo e anche in seguito dalle dinastie reali dei Capetingi e dei Plantageneti tra il 1152 e il 1451. Nel 1598 l’Editto di Nantes firmato da Enrico IV, che riconosceva anche libertà di coscienza e culto, portò una ventina d’anni di pace ma poi altre guerre arrivarono.

Le leggende raccontano che nell’antichità nella Saintonge i giovani si rotolavano nudi nella rugiada di Maggio per essere amati da quelle che amavano. In francese questo si dice “prendre l’aiguail de Mai”. Ma non dovevano mai sposarsi durante questo mese che era assai favorevole solamente per dichiarazioni d’amore e fidanzamenti. Durante Maggio i sogni erano considerati particolarmente significativi perché mostravano chiaramente le direzioni dell’avvenire e permettevano di vedere anche gli spiriti. Ma guai a spostare i mobili di casa durante Maggio.

(1) Nel Medioevo nella Santongia si parlava in lingua d’oc ma in seguito alle guerre il 90% dei residenti venne spazzato via, a ripopolare la regione furono le migrazioni francofoni dalle regioni più a nord. Così gli studiosi spiegano l’assenza totale di parlate intermedie tra lingua d’oïl e lingua d’oc nel Saintonge.

Malicorne e il Maggio

Sono ben quattro gli omaggi al mese di Maggio interpretati dal benamato gruppo francese Malicorne nei suoi dischi. La prima è una canzone di questua del Berry (il repertorio popolare francese preferito di Gabriel Yacoub), interpretata a cappella assieme a Marie Yacoub, Hughes de Courson e Laurent Vercambre. In questa regione dai tempi preistorici, i ragazzi portavano il primo giorno di Maggio un mazzetto di biancospino alla porta dell’amata per onorarla e augurarle fortuna. La seconda è ancora una canzone di questua, stavolta proveniente dalla regione della Borgogna. La terza era spesso posta come conclusione dei concerti. Nella quarta infine, che proviene dalla Loira, l’offerta all’amata contiene l’elenco delle proprietà magiche e dei valori simbolici degli animali (la pernice è la fecondità, la tortora, come il cane, è la fedeltà, l’anatra significa un marito docile, l’agnello è la dolcezza, il salmone è la longevità…)

MARIONS LES ROSES (MALICORNE – 1975)


Le mois d’Avril s’en est allé
Le mois de Mai s’est approché
Et marions les roses
Les roses font un beau bouquet
Les roses font un beau bouquet
Quand elles sont jolies

Avons passé dedans vos prés
Les avons trouvé bien fumés
Avons passé dedans vos blés
Oh comme ils sont tous bien grainés
Mettez la main au nid des œufs
Que chaque main en prenne deux
Moi qui suis le porte panier
Je prendrais bien le nid entier
Si vous avez filles à marier
Dieu vous les fasse bien placer
Si vous n’voulez rien nous donner
À la porte nous allons crier

[traduzione italiana di Giorgio Gregori]
Il mese di aprile se n’è andato
Il mese di maggio si è avvicinato
E sposiamo le rose
Le rose fanno un bel mazzo
Le rose fanno un bel mazzo
Quando sono graziose
Abbiamo attraversato i tuoi prati
Le abbiamo trovate molto fumose
Siamo passati nel tuo grano
Oh come sono tutti ben sgranati
Metti la tua mano nel nido delle uova
Lascia che ciascuna mano ne prenda due
Io che sono quello che porta il cesto
Vorrei prendere il nido intiero
Se avete figlie da maritare
che Dio le faccia sistemare
Se non volete darci nulla
Allora grideremo alla porta

VOICI VENIR LE JOLI MOIS (ALMANACH – 1976)


Voici venir le joli mois
L’alouette plante le mai
Voici venir le joli mai
L’alouette le plante
Vous plairait-il de vous lever
Pour nous donner à boire?

[traduzione italiana Giorgio Gregori]
Arriva il bel mese
L’allodola pianta maggio
Arriva il bel maggio
L’allodola lo pianta
Volete alzarvi
Per darci da bere?

C’EST LE MAI (EN PUBLIC – 1978)


C’est le mai joli mai
C’est le joli mois de mai

I
Salut gens de cette assemblée
Nous sommes venus vous visiter
Longtemps nous a fallu marcher
Et nous sommes bien fatigués
Pour chanter.
II
Merci gens de cette assemblée
D’être venus nous écouter
Et d’avoir bien voulu veiller
Jusqu’à la fin de la soirée
Pour chanter
III
Salut gens de cette assemblée
Voici l’heure de nous séparer
Mais en rentrant dans vos maisons
Vous emporterez cette chanson
Pour chanter
IV
Mais qu’avez-vous à tant pleurer
A gémir et à soupirer ?
Sans mentir nous vous promettons
De revenir à la saison
Pour chanter

[traduzione italiana Giorgio Gregori]
È il bel mese di maggio
È il bel mese di maggio
I
Salve gente di questa assemblea
Siamo venuti a farvi visita
Abbiamo camminato a lungo
E siamo stanchi
per cantare.
II
Grazie a voi, gente di questa assemblea
Per essere venuti ad ascoltarci
E per essere disposti a stare svegli
Fino alla fine della serata
Per cantare
III
Saluti alla gente di questa assemblea
È tempo di separarci
Ma quando andrete a casa
Porterete con voi questa canzone
Per cantare
IV
Ma cosa avete da piangere così tanto,
Gemere e sospirare?
Senza mentire vi promettiamo
Di tornare la prossima stagione
per cantare


LES SEPT JOURS DE MAI (LE BESTIAIRE – 1979)


Le premier jour de mai
C’que j’donnerai à ma mie
Sera
Une perdriole qui va, qui vient, qui vole
Que j’donnerai à ma mie charmante

Le deuxième jour de mai
C’que j’donnerai à ma mie
Sera
Deux tourterelles
Une perdriole qui va, qui vient, qui vole
Que j’donnerai à ma mie charmante
Le troisième jour de mai
C’que je donnerai à ma mie
Sera
Trois chiens courants
Deux tourterelles
Une perdriole qui va, qui vient, qui vole
Que j’donnerai à ma mie charmante
Le quatrième jour de mai
C’que je donnerai à ma mie
Sera
Quatre canards sauvages
Trois chiens courants
Deux tourterelles
Une perdriole qui va, qui vient, qui vole
Que j’donnerai à ma mie charmante
Le cinquième jour de mai
C’que je donnerai à ma mie
Sera
Cinq lièvres aux champs
Quatre canards sauvages
Trois chiens courants
Deux tourterelles
Une perdriole qui va, qui vient, qui vole
Que j’donnerai à ma mie charmante
Le sixième jour de mai
C’que je donnerai à ma mie
Sera
Six agneaux de lait
Cinq lièvres aux champs
Quatre canards sauvages
Trois chiens courants
Deux tourterelles
Une perdriole qui va, qui vient, qui vole
Que j’donnerai à ma mie charmante
Le septième jour de mai
C’que je donnerai à ma mie
Sera
Sept saumons d’argent
Six agneaux de lait
Cinq lièvres aux champs
Quatre canards sauvages
Trois chiens courants
Deux tourterelles
Une perdriole qui va, qui vient, qui vole
Que j’donnerai à ma mie charmante

[traduzione italiana Giorgio Gregori]
Il primo giorno di maggio
Quello che darò alla mia amica
sarà
Una pernice che va e viene, che vola
Quello che darò alla mia bella
Il secondo giorno di maggio
Quello che darò alla mia amica
Sarà
Due tortore
Una pernice che va e viene, che vola
Quello che darò alla mia bella
Il terzo giorno di maggio
Quello che darò al mio amore
sarà
Tre segugi
Due tortore
Una pernice che va e viene, che vola
Quello che darò alla mia bella
Il quarto giorno di maggio
Quello che darò al mio amore
sarà
Quattro anatre selvatiche
Tre segugi
Due tortore
Una pernice che va e viene, che vola
Quello che darò alla mia bella
Il quinto giorno di maggio
Quello che darò al mio amore
sarà
Cinque lepri nel campo
Quattro anatre selvatiche
Tre segugi
Due tortore
Una pernice che va e viene, che vola
Quello che darò alla mia bella
Il sesto giorno di maggio
Quello che darò al mio amore
sarà
Sei agnelli di latte
Cinque lepri nel campo
Quattro anatre selvatiche
Tre segugi
Due tortore
Una pernice che va e viene e vola
Quello che darò alla mia bella
Il settimo giorno di maggio
Quello che darò al mio amore
sarà
Sette salmoni d’argento
Sei agnelli di latte
Cinque lepri nel campo
Quattro anatre selvatiche
Tre segugi
Due tortore
Una pernice che va e viene e vola
Quello che darò alla mia bella


Una delle varianti della canzone sull’arrivo del Maggio, dove risulta sempre solamente la donna ad apparire sensibile alle richieste dei poveri, è registrata in Francia nello stesso periodo dei Malicorne, anche dall’ensemble di Jean David che consacra un intero disco ai Mendicanti. Nella notte tra il 30 aprile e il primo Maggio con cestini e ramoscelli, i ragazzi delle famiglie più povere dei villaggi bussavano di porta in porta cantando “C’est le joli mois de mai” per appellarsi alla generosità degli uditori. Fino al 1564, l’anno cominciava la festa di Pasqua e i regali venivano richiesti gli ultimi giorni della Settimana Santa, il che spiega anche il costume delle uova pasquali e del “pesce d’Aprile”. Un altro di questi canti di questua era anche “Guignolo de Saint Lazo” (o “Guignolet de Saint-Lazot” come viene chiamato nella versione di Borgogna, da parte del grande Marc Robine con Gabriel Yacoub alle armonizzazioni vocali) proposto dai bambini la sera dell’Epifania. Guignolo è un Re che tutto può, personifica l’Anno Nuovo e a seconda delle provincie acquisisce differenti nomi: Guilonné, Guillanéou, Coignolo, Aguilonné, Aguilaneuf, Auguilaneuf, Eginanéh e una miriade di altri. Guillaneu equivale alla processione scozzese “a ‘challuinn” o bretone “eginane” (“eigean” in gaelico, significa“capodanno”). Nelle varie occasioni prende le sembianze di fata o di strega su un cavallo pazzo, senza testa né coda, alcuni sostengono si tratti del Diavolo in persona. In Vandea o nel Poitou è un cavaliere mistico sul favoloso cavallo Mallet (o Merlet), bianco o nero, in Bretagna viene chiamato Marc’h Klet. L’usanza del Gui-l’An-Neuf (Il Vischio dell’Anno Nuovo) è rimasta un po’ in tutte le provincie francesi. Un’altra complainte sullo stesso tema caritatevole, è la più recente (prob. XVII secolo) “Jesus-Christ s’habille en pauvre” (Gesù Cristo si veste da povero), rivisitazione di una canzone più antica, che a sua volta traeva origine dalla parabola “L’uomo ricco e il povero Lazzaro(Vangelo secondo Luca 16, 19-31). Nell’originale Lazzaro (forma greca di Eleazar – in ebraico “Dio ha aiutato”) è personaggio-esempio di chiunque si trovi ad aver bisogno o a soffrire ingiustamente. Nella canto dopo il diniego dell’uomo sarà ancora una volta la moglie a sfamare il povero che alla fine le rivelerà di essere il Principe del Paradiso e che la luna che lei vede levarsi, in realtà rappresenta il suo caritatevole cuore di dama che si spande.

Alcune feste che sembrano appartenere alla tradizione cristiana trovano origine nelle religioni primitive e politeiste dell’inizio della nostra era, per contro, altre che appaiono profane, vengono invece da pratiche religiose che col tempo sono finite in disuso. Spesso non è semplice decodificare le origini poiché all’interno delle culture popolari, la miscela tra religione e paganesimo appare assai sottile, una cosa però è certa: che ogni rito naturale che marca le tappe della vita, si ritrova rappresentato nelle canzoni tradizionali, dove spesso meraviglioso e triviale vanno assieme, a braccetto.

C’EST LE MOIS, JOLI MOIS DE MAI (JEAN DAVIDLE BAL DES MENDIANTS – 1976)

C’est le mois, joli mois
C’est le joli mois de mai
Qui vient vous saluer

Nous entrons bien humblement
Pour vous demander un peu d’argent
Ou cent écus ou mille francs
Belle et Bonne Dame de céans
C’est le mois, joli mois…
Quand votr’mari s’ra dehors
En grand danger d’y perdre son corps
Que Dieu lui vienneà son secours
Et du trépas garde toujours
C’est le mois, joli mois…
Madame, nous vous remercions
De vos généreuses attentions
Que Dieu entre dans votr’maison
Y donne sa sainte bénédiction
C’est le mois, joli mois…

E’ il mese, mese grazioso
E’ il grazioso mese di maggio
Che viene a salutarvi
Entriamo molto umilmente
A domandarvi un po’ di soldi
Cento scudi o mille franchi
Bella e Buona Signora di casa
E’ il mese, mese grazioso…
Quando vostro marito sarà fuori
In gran pericolo di perdere il proprio corpo
Che Dio arrivi in suo soccorso
E dalla morte lo guardi sempre
E’ il mese, mese grazioso…

Signora vi ringraziamo
Delle vostre generose attenzioni
Che Dio entri nella vostra casa
Donando la sua santa benedizione
E’ il mese, mese grazioso… [traduzione italiana Flavio Poltronieri]

Es Mayo

Sempre nel 1979 vi è inoltre un’altra canzone da ricordare che celebra Maggio, l’amara e stupenda composizione del caro, compianto amico basco Imanol.


Es mayo,
sobre el Serantes las nubes
son peces contaminados.
Es mayo,
a punto los bogadores,
anchoas y marmitako.
Es mayo,
Santurce sufre que sufre,
ha muerto ya Barakaldo.

Mayo de flores sin flores,
mayo cornudo, castrado.
Alerta la Sotera,
Santurce va agonizando.
Para que coño sin vida
queremos un mes de mayo.

[traduzione italiana Giorgio Gregori]
È maggio,
sopra il Serantes le nuvole
sono pesci inquinati.
È maggio,
i bogadores sono pronti,
acciughe e marmitako.
È maggio,
Santurce soffre e soffre,
Barakaldo è già morto.

Maggio di fiori senza fiori,
Maggio cornuto, castrato.
Allarme Sotera,
Santurce sta morendo.
Per quel cazzo senza vita
vogliamo un mese di maggio.

Mayo (Sentimentuen Hauspoz – 1979)

LINK
http://www.folkvinyls.it/malicorne.htm


/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Flavio Poltronieri

Etnomusicologo. Autore e traduttore di canzoni. Ha pubblicato su riviste di avanguardia musicale in Italia/Francia/Germania. Fa parte della redazione giornalistica di Blogfoolk, Lineatrad e leonardcohenfiles.com

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