La courte paille/Il était un Petit Navire

La Courte paille è una canzone tradizionale francese/bretone su di una nave, alla deriva nell’oceano con la cambusa vuota. L’equipaggio è costretto a ricorrere alla spietata legge del mare!

Dalle note del “Penguin Book” (1959):
La ballata portoghese A Nau Caterineta e la ballata francese La Courte Paille raccontano la stessa storia. La nave è stata a lungo in mare e il cibo è finito. Le pagliuzze sono pescate per vedere chi deve essere mangiato, e il capitano rimane con la cannuccia più corta. Il mozzo si offre per essere sacrificato al suo posto, ma chiede di poter restare di vedetta fino al giorno successivo. In breve tempo vede la terra (“Je vois la tour de Babylone, Barbarie de l’autre côté”) e gli uomini vengono salvati. Thackeray ha parodiato questa canzone nel suo Little Billee. È probabile che la ballata francese abbia dato origine a The Ship in Distress, apparsa nei fogli volanti dell’Ottocento.”  -R.V.W./A.L.L.

Una variante della canzone dal titolo Un petit navire d’Espagne è stata raccolta dal padre di Nolwenn Korbell nel 1962, dalla voce di Catherine Collin di Plerneuf, nel sud del Pays Gallo (Bretagna)

Marc Ogeret in Chants de Marins 1996 (fest Marc Robine)

La courte paille

Il était un petit navire, la
Il était un petit navire (bis)
Dessus la mer, ma lon lon lire la
Dessus la mer, s’en est allé (bis)

A bien été sept ans sur mer, la
A bien été sept ans sur mer (bis)
Sans jamais la, ma lon lon lire la
Sans jamais la terre aborder (bis)

Au bout de la septième année
Les vivres vinrent à manquer.
Il faut tirer la courte paille (1)
Pour savoir qui sera mangé.
Le capitaine a fait les pailles
La plus courte lui est restée.
S’est écrié : “O vierge mère”
C’est donc moi qui sera mangé
Mangerons-nous notre capitaine ?
Qui a pour nous tant de bontés (2)
Le mousse a dit : oh non mon maitre
Pour vous la mort je l’endurerai
Pour moi la mort si tu endures
Cent écus d’or t’y donnerai
Mais auparavant que je meure
En haut du mât je veux monter
Il n’était pas à demi-hune
Se mit à rire et à chanter
Courage, mes amis, courage
Je vois la terre de tous côtés (3)
Ah chante chante vaillant mousse
Chante t’as bien, t’as bien de quoi chanter
Je vois les tours de Babylone
Sept charpentiers y travailler
Je vois les moutons sur la lande
Trois belles bergères à les garder
Je crois que j’en reconnais une
C’est ma maîtresse du temps passé.

La PagliUZZa corta

C’era una piccola barchetta
C’era una piccola barchetta
che sul mare non aveva mai navigato
che sul mare non era mai andata

Sono passati sette anni in mare
Sono passati sette anni in mare
senza mai toccare terra
senza mai toccare terra

Alla fine del settimo anno
il cibo finì
Si è estratto a sorte
Per sapere chi sarà mangiato
Il capitano ha fatto le pagliuzze
Quella più corta è rimasta a lui.
Gridò: “O vergine madre”
Quindi sono io che verrò mangiato!
Mangeremo il nostro capitano?
Chi ha per noi buon cuore?”
Il mozzo disse: “oh no mio padrone
per te la morte affronterò”
“Se affronterai la morte per me
Cento corone d’oro ti donerò”
“Ma prima di morire
In cima all’albero voglio salire”
Non era ancora a metà
che si mise a ridere e cantare
“Coraggio, amici miei, coraggio
Vedo la terra da tutti i lati”
Ah canta canta coraggioso mozzo
Canta bene, sei abbastanza intonato
“Vedo le torri di Babilonia
Sette falegnami che lavorano lì
Vedo le pecore nella brughiera
Tre bellissime pastorelle a custodirle.
Credo di riconoscerne una
È la mia amante di un tempo”.

NOTE
Traduzione italiana Cattia Salto
qui valgono le stesse note già espresse in “The Ship in Distress
1) quello che tirava la paglia più corta era il “vincitore”, e si sacrificava per il bene dei sopravvissuti, questa pratica era definita “legge del mare“: lasciare alla sorte la scelta della vittima sacrificale, escludeva l’omicidio per necessità dall’omicidio premeditato, assolvendo di fatto i sopravvissuti
2) mentre in genere è il mozzo a tirare la pagliuzza più corta, qui il capitano chiede tra i compagni chi è disposto a prendere il suo posto. In cambio del sacrificio del mozzo gli offre del denaro.
3) la giustapposizione tra le due strofe con l’uomo pronto per il sacrificio e l’avvistamento della terra ferma, vuole mitigare la cruda realtà del cannibalismo, una pratica orribile a dirsi, ma che è sempre in agguato nei momenti di disperazione e come risorsa estrema per la sopravvivenza. In realtà non sappiamo quello che vede il mozzo sia solo un sogno, ovvero la prefigurazione del Paradiso

Un Petit Navire: La versione per bambini

Questa macabra canzone non è la prima a finire tra le canzoncine per bambini (nelle Child ballad moltissime delle storie più truculente sono nei libri delle nursery rhymes)
Ecco una versione in stile karaoke: le parole sono molto semplici e propedeutiche all’insegnamento della lingua.
Il finale è a lieto fine con il mozzo salvato da una pesca miracolosa (sono i pesci a gettarsi spontaneamente dentro alla nave).

La courte paille

Little Boy Billy
The Ship in Distress
The Banks of Newfoundland
Un petit navire d’Espagne
La Courte paille/Il était un Petit Navire


LINK
http://www.branche-rouge.org/chansons/chansons-medievales-et-traditionnelles-francaises/la-courte-paille
https://www.bretagne.com/fr/la-bretagne/sa-culture/les-chants-marins/la-courte-paille
https://www.bretagne.com/fr/la-bretagne/sa-culture/les-chants-marins/il-etait-un-petit-navire

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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