La cittadina civetta

[Ferraro 81]
La cittadina civetta è il titolo dato da Giuseppe Ferraro alla ballata raccolta in Piemonte ( En val d’Andurn/d’Undun) e Valle d’Aosta (En val d’Andor) su una bella fanciulla della Val Dondona rapita da un montanaro (o un alpino). E’ la val Dondona (Dunduna) una valle immaginaria, divenuta proverbiale in Piemonte per indicare la patria degli schiocchi. La Valleandona è però una località tra le colline dell’Astigiano, (in piemontese Valdondona), mentre un’altra versione della ballata ambienta la storia in Val d’Andorn (antica denominazione della valle Cervo, nel biellese), di cui Val Dondona potrebbe essere una deformazione. Nella versione breve la fanciulla segue lo sposo (un viaggiatore, un montanaro o un alpino) nella nuova casa tra altre montagne, lontane dal suo paese d’origine, nelle versioni più estese la bella si pente della scelta fatta e rimpiange la sua casa, ma non potrà più tornare indietro. Una “pratica matrimoniale” molto diffusa un tempo era la “fuga d’amore” ovvero il rapimento (più o meno consensuale) della fanciulla perchè di giovane età o per aggirare il mancato consenso genitoriale; in alcuni casi la donna poteva non essere consenziente, e il rapimento si concludeva con uno stupro, la donna disonorata era costretta perciò a sposarsi.
Pare che la canzone abbia vinto il primo premio in un bando per canzoni popolari indetto nel ventennio fascista, ed è probabile che per la sua popolarità e il riferimento ai monti sia stata inclusa nei cori degli alpini.

Versione nella trascrizione di Roberto Leydi
La Val Dunduna (1) j é tre bel fi-i
sun tüte tre da maridé,
E la pü giuvu l’è la pü béla
l’é bianca e rusa cuma ‘na fìur(2),
s’é inamurasi d’ün viagiatùr.(3)

Cul viagiatùr l’à menala via
cul viagiatùr l’à menala via
s’a l’à purtala tantu luntàn,
sinquanta mìa da la sùa mama.

Quand a l’é staita a la val at Süsa (4)
‘na béla taula l’èn preparà:
pulènta frèida cun dla laità (5).
“O mangé e bèivi, béla spuséta
o ma ca pösi travaié”
“A l’é mia pös pa né mangé né bèivi (6)
a la Val Dunduna vöi riturné”
“Sa füisi staita ‘na fìa prudènta,
voi füisi staita ‘na fìa d’unùr
a la val Dunduna j sari-i ancùr”

Traduzione italiana di Roberto Leydi
Nella val Dunduna ci sono tre belle ragazze
sono tutte e tre da maritare
e la più giovane è la più bella
è bianca e rossa come un fiore
si è innamorata di un viaggiatore
quel viaggiatore l’ha portata via
l’ha portata tanto lontano
a cinquanta miglia dalla sua mamma.
quando è stata nella valle di Susa
una bella tavola le hanno apparecchiato
polenta fredda con la cagliata
“mangiate e bevete bella sposina
che possiate lavorare”
“Non posso nè mangiare nè bere
voglio ritornare nella val Dunduna”
“Se foste stata una ragazza prudente
se foste stata una ragazza d’onore
nella val Dunduna sareste ancora”

NOTE
(1) Ferraro scrive vall d’Undun-nha
(2) nel Ferraro dice “meirin” (melina, piccola mela) in Tre Martelli “mé lait e vin” (come latte e vino)
(3) nel Ferraro dice “muntagnin” in altre versioni “bel alpin” in Tre Martelli “reseghin” (se non ho capito male, cioè un falegname)
(4) oppure “‘ntle montagne del valdostan”
(5) nella versione dei Tre Martelli la sposina risponde che dalle sue parti la polenta fredda la danno ai cani e con la cagliata si lavano le mani
(6) nelle ballate le fanciulle rapite, per convenzione, si rifiutano di mangiare e di bere. Che il matrimonio tra i due non avesse avuto il consenso dei genitori traspare chiaramente nel verso finale, in cui si rinfaccia alla bella di essere stata una ragazza imprudente, pronta a lasciarsi sedurre e a seguire il primo corteggiatore di passaggio!!

Teresa Viarengo in La cittadina civetta
Tre Martelli (con Rinaldo Doro alla ghironda, Guido Antoniotti e Vincenzo Marchelli canto ) in En Val d’Andorn + mazurca per Nene
An Val Dondona -Coro Del Monte Cauriol Canzoni della montagna 1965

La versione degli alpini
An Val Dondon-a j’ero tre fije; tute tre son da maridé,
‘n Val Dondon-a mi veuj andé!
E la pi giovo a l’è pì bela; bianca e rossa coma ‘na fior, ‘namorasse d’un bel Alpin.
E ‘l bel Alpin l’ha portala via;
l’ha portala tanto lontan, ‘n sle montagne dël valdostan.

LINK
https://books.google.it/books?id=SKnXnQAACAAJ&pg=PA104&hl=it&source=gbs_toc_r&cad=4#v=onepage&q&f=false
http://duomariposa.blogspot.com/2013/11/an-val-dondona.html
https://www.teche.rai.it/1957/07/le-sempreverdi-panorami-del-canto-popolare-italiano-vi-trasmissione-cori-e-canzoni-del-piemonte-e-della-valdaosta-parte-seconda/

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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