L’infanticida alle Tenaglie/Le tre sureline

L’infanticida alle Tenaglie/Le tre sureline è la versione piemontese di una ballata tradizionale sull’infanticidio, che troviamo anche nei paesi anglosassoni (Cruel Mother).
Nella lezione piemontese l’infanticida è una giovane ragazza appena quindicenne che, spaventata dalla sua gravidanza fuori dal matrimonio, non trova altra alternativa al disonore.
La ballata è una warning song, un insegnamento di vita, e quindi non può concludersi che con la morte della ragazza-madre.
Aldilà del tema dell’infanticidio però il parallelo tra le due tradizioni (la piemontese e l’anglosassone) non regge, diverso è lo svolgimento del tema (anche se non si esclude che potrebbe esserci stata un’unica matrice originaria della ballata poi frammentatasi in diversi racconti e tradizioni).

Costantino Nigra colleziona due ballate d’infanticidio: L’infanticida alle Tenaglie (Nigra#9) e L’infanticida alla forca (Nigra#10).

L’infanticida alle Tenaglie

L’infanticida alle Tenaglie ci giunge dalla cantora Teresa Viarengo, una genuina cantora popolare astigiana, intervistata e registrata da Roberto Leydi (autore di “Cantè Bergera” in cui riporta quanto raccolto dalla Viarengo).
Qui sotto ho riprodotto il testo dell’Infanticida nella versione di Donata Pinti co-fondatrice con Alberto Cesa di Cantovivo, una pietra miliare nella riproposizione della musica (e del canto) tradizionale piemontese. La Pinti fa una collazione delle versioni cantate da Teresa Viarengo .

Teresa Viarengo: l’infanticida alle Tenaglie
Betti Zambruno & Bärtavela in Cante’ Bergera 2009
Donata Pinti in “O nobil cavaliere” – “La ballata in Piemonte dal medioevo ad oggi” 2000

“O mama mia maridémi mi (A)
e mi veuj pié ‘l prinsi d’Olanda”
“O fija mia, spéta ‘ncora n’ann,
ch’i marida toa soréla (1)”
“O mama mia, peuss pa pù speté
a l’é gnanca pù quindes giòrni”

“La vedi ben la vésta di velù (B)
o ch’i mi peuss pa pù butéla
La vedi ben la senturìn-a d’òr
o ch’i mi peuss pa pù crugetéla” 

Ruvà la fin dij quindes di (A)
o che la béla l’ha ‘vù na fija.
“Còs na fareuni mai mi ‘d sto sì?
O, se mi son fija danéa!”
Con la soa boca j’ha fai-j ‘n basìn
e da ‘na man a l’ha campala ‘nt l’onda (2). 

O sa na son tre scolarin (C)
che tuti tre ven-o da le scòle
a l’é ‘nt la prima ch’son riscontré
son riscontràss’ in soa sorela
“Mia sorela come sij bela”
“O mè fratelìn dei mè fratelìn
o ma përchè che mi laudevi?”
“Mi a na làudi vòstri color
ch’a j’ ej ‘na bela vita stela” (3)
S’a l’han pià për le soe bianchi man
s’a l’han portada da lo sò pari
“Pié papà e pié mamà
sì é ‘l menagi dla vòstra fija.”
E lo sò pari l’ha pres a dì
“O s’a la merita d’ess’ impichea” (4).
E për davant era ‘l bòja
e për darera ‘l sò papà
o ma ch’a l’andasia a ‘mpichela.
“Ti bòja bòja, fà pian pian
che mi j’eu ‘l cheur che mi tërmora
che mi tërmora e mi fà mal
a dvì vëddi mè fija pendi”
O se tute le dame ‘d cort
a l’andasìo a consolela
“O nò nò nò consolè pa mi (A, B e C)
‘ndé consolé la mia pòvra mamma” 

“Mamma mia fatemi sposare,
e voglio prendere il principe d’Olanda”
“O figlia mia aspetta ancora un anno
che marito tua sorella”
“O mamma mia, non posso più aspettare
nemmeno quindici giorni”

“Vedi ben che la veste di velluto
non riesco più a metterla!
O vedi bene che la cinturina d’oro
che non riesco più a chiuderla!”

Trascorsi i quindici giorni
la bella ha partorito una bambina.
“Cosa ne farò mai adesso di questo?
Sono proprio una ragazza dannata!”
Le ha dato un bacio con la bocca
e con la mano l’ha gettata all’onda.

C’erano tre scolaretti
che venivano tutti e tre dalle scuole
quando si sono imbattuti
si sono imbattuti nella sorella.
“Sorella mia come sei bella”
“O fratellino mio dei miei fratelli
ma perchè mi omaggiate?”
“Rendo omaggio al vostro incarnato
e perchè avete la vita sottile”
L’hanno presa per le bianche mani
e l’anno portata dal padre.
“Prendete padre e prendete madre,
ecco il maneggio di vostra figlia”
E il padre ha sentenziato
“Si merita di essere impiccata”
E davanti c’era il boia
e dietro c’era suo padre
o ma che andava a impiccarla.
“Tu boi, boia, fai piano
che io ho il cuore che mi trema
mi trema e mi fa male
a dover vedere la mia figlia appesa”
O tutte le dame della corte
andavano a consolarla
“O no, no non consolatemi,
andate a consolare la mia povera mamma”

piemontese standardizzato
piemontese standardizzato

Trascrizione del testo in piemontese con la grafia storica unificata a cura di Valerio Rollone
Traduzione italiana Cattia Salto

NOTE
1) le consuetudini di un tempo volevano che per prima si sposasse la figlia maggiore. Non conosciamo l’età della figlia minore ma in altre versioni si dice abbia 15 anni.
2) nella versione A dei pescatori vedono l’infanticida gettare la neonata nel mare, e la denunciano al padre. Nella versione B, che qui è riportata solo in una strofa, è il fratello a riconoscere la gravidanza della sorella. Il padre manda a chiamare il boia (il muràn, termine che il Lejdi traduce come “maniscalco”) perchè le infligga la punizione delle tenaglie arroventate. Non sappiamo però se la tortura era destinata a prolungarsi fino alla morte della fanciulla o se fosse uno strumento per farle confessare le sua colpa (per poi impiccarla).
3) il Leydi presume che voglia dire snella
4) la versione C (come pure la A) non prevede il supplizio, ma l’impiccagione. Tuttavia il Leydi nella sua analisi su Cantè Bergera le iscrive tutte al modello del Nigra#9


Le tre sureline

Con Le tre Sorelline siamo nel campo della trasmissione orale raccolta da Amerigo Vigliermo nel Canavese (dall’esecuzione di Caterina Rassa, classe 1895, registrata a Villate Canavese nel 1971 archivio CEC).
Ascoltiamo la ballata dal cd O Maria béla Maria 2007 del Coro Bajolese, dalla direzione artistica dello stesso Vigliermo. Le tre sureline è eseguita nello stile polivocale d’ispirazione popolare messo a punto dal maestro Vigliermo, un etnomusicologo a tutto tondo, che ha fatto del canto popolare e della gente che lo canta (appassionati cantori di Bajo Dora) la sua missione.
Il secondo ascolto parte sempre dal Canavese dagli Amemanera (a modo mio), l’approccio è più innovativo sulla strada già tracciata a suo tempo da Laura Conti: il canto piemontese quasi jazzistico su arrangiamenti moderni ancorati ancora al jazz e al folk americano.

Coro Bajolese in O Maria béla Maria 2007
Tre Martelli in Semper viv (25 anni di canti e danze tradizionali del Piemonte)
Amemanera live
sono Marica Canavese – voce e chitarra
Marco Soria chitarra curatore anche gli arrangiamenti

Le tre soreline ch’a vegno da Lion
Le tre soreline ch’a vegno da Lion
vegnën da Lion travèrso la frontiera
a cercand ël fior della Primavera
E la pi cita ‘n’ha cujune ‘d pi
E la pi cita ‘n’ha cujune ‘d pi
s’al ha cujune ‘d pi n’ha fane ‘na mazzolera
a l’é passa sël pont a l’é cascaje giù ‘na pera.

S’a l’é pa la pera ch’a l’é casca giù ‘nt l’acqua
S’a l’é pa la pera ch’a l’é casca giù ‘nt l’acqua
ma s’a l’é col cit che ‘t l’has campalo ‘nt l’eva
s’a l’é col cit che ‘t l’has campalo ‘nt l’eva.

Mama de la mia mama dami un pò’ d’arzan
Mama de la mia mama dami un pò’ d’arzan
dami un pò’ d’arzan che i daga a la giustissia
così podèi salvé la mia pòvra vita.
Fija della mia fija mi d’ arzan n’èi pa
Fija della mia fija mi d’ arzan n’èi pa
mi d’ arzan n’èi pa e mi d’arzan son sènsa
e chi a l’ha fàit ël mal pòrta la peniténsa.

Di tre sorelline, che eravamo noi
Di tre sorelline, che eravamo noi
un-a a l’é ‘n parson e l’àuta a l’é ‘n galera
e l’àuta a l’é ‘s la forca ch’a veulen empichela.
[Le trè sureline ch’a vegnu da Liun] (3)

E vojàute fije chi venì da Lion.
E vojàute fije chi venì da Lion;
e vojàute fije piene par esempe
‘na fija ‘d quindës an ch’a I’han fala pende,
‘na fija ‘d quindës an ch’a I’han fala pende. (4) 

Tre sorelline che sono arrivate da Lione
Tre sorelline che sono arrivate da Lione
arrivano da Lione passando la frontiera
e cercano il fior della primavera.(1)
La più giovane ne ha raccolti molti di più
La più giovane ne ha raccolti molti di più
e li ha raccolti facendone un mazzolino,
è passata sul ponte e le è cascata giù una pietra.

“Non è la pietra che è cascata giù nell’acqua (2)
Non è la pietra che è cascata giù nell’acqua
ma è quel bimbo che hai gettato nell’acqua,
è quel bimbo che hai gettato nell’acqua”

“Carissima mamma dammi un po’ di soldi
Cara mamma dammi un po’ di soldi
dammi dei soldi per darli alla giustizia;
così potrò salvare la mia povera vita.”
“Carissima figlia mia, io di soldi non ne ho;
Carissima figlia mia, io di soldi non ne ho
di soldi non ne ho, di soldi son senza,
chi ha fatto il male sopporti la penitenza.”

Di tre sorelline che eravamo noi,
Di tre sorelline che eravamo noi,
una è in prigione, l’altra in galera,
e l’altra è sulla forca che vogliono impiccarla.
[le tre sorelline che sono arrivate da Lione]

E voi altre ragazze che venite da Lione,
E voi altre ragazze che venite da Lione
voi altre prendete come esempio
una ragazza di quindici anni che è stata impiccata;
una ragazza di quindici anni che è stata impiccata.

piemontese standardizzato
piemontese standardizzato

Trascrizione del testo in piemontese con la grafia storica unificata a cura di Valerio Rollone
Traduzione italiana Cattia Salto

NOTE
1) le tre “francesine” vengono in Piemonte e trovano il modo di divertirsi cogliendo i fiori della Primavera, cioè si abbandonano agli amoreggiamenti. Certamente data l’epoca di diffusione della ballata, non si trattava di “turismo sessuale” -com’è costumanza moderna- ma erano comunque tre lavoratrici “controcorrente”, perchè i flussi migratori per necessità andavano dal Piemonte verso la Francia (vedasi Mamma dammi cento lire). Il cantante piuttosto colloca la provenienza delle fanciulle più “libertine e spregiudicate” tra gente di altri costumi da non prendere ad esempio.
2) chi parla è il testimone che accusa la fanciulla d’infanticidio
3) così chiude il canto Marica Canavese
4) strofa cantata dal Coro Bajolese

L’infanticida alle Tenaglie
l’infanticida alle Tenaglie

[English translation Cattia Salto]

Three little sisters have arrived from Lyon
crossing the border
and they seek the flowers of spring.
The youngest sister has gathered many more
making a little bunch.
She crossed the bridge and a stone was thrown down.
“It is not a stone that has fallen into the water
but it is that baby she has thrown”

“Dearest mom give me some money,
give me some money so that I can buy the law
so I may save my wretched life. “
“My dearest daughter, I do not have money
I do not have money, I’m without any
those who have done wrong, must bear penance”

Of three little sisters that we were
one is in prison, the other in jail,
and the other is on the gallows waiting to be hung.
And you young maidens who come from Lyon,
don’t take example from a fifteen-year-old girl who was hung.

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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