John Barleycorn, lo spirito dell’orzo

John Barleycorn (in italiano Giovanni Chicco d’Orzo) è una canzone tradizionale diffusa in Inghilterra e in Scozia, e più in generale nelle Isole Britanniche, incentrata su questo personaggio popolare, incarnazione dello spirito dell’orzo.
Esistono diverse versioni della ballata, raccolte in varie epoche; la più antica risale al 1460.
Come spesso accade con le ballate più popolari, si parla di famiglia in riferimento ad un insieme di testi e melodie collegati tra di loro o imparentati.
Read the post in English

La famiglia di John Barleycorn

John Barleycorn
John Barleycorn: lo spirito dell’orzo

Roud 164 ; G/D 3:559 ; Ballad Index ShH84 ; MusTrad MT232 ; VWML CJS2/9/2124 , RVW2/3/195 ; Bodleian Roud 164 ; Wiltshire 857 , 859 ; trad.]

Il diagramma tracciato da Pete Wood è ben documentato nel saggio del 2004 e si rimanda al suo John Barleycorn revisited per l’approfondimento: la prima ballata che identifica un uomo con lo spirito dell’orzo è Allan-a-Maut (Allan del Malto) e proviene dalla Scozia.
La prima ballata che riporta il nome John Barleycorn è invece del 1624, stampata a Londra “A Pleasant new Ballad.To be sung evening and morn, of the bloody murder of Sir John Barleycorn” abbreviata in The Pleasant Ballad: come sottolinea Pete Wood, tutti gli elementi che caratterizzano la versione attuale della ballata sono già presenti, il giuramento dei cavalieri per uccidere John, la pioggia che lo disseta, e il sole che lo riscalda per dargli energia, il mugnaio che lo macina tra due pietre.

John Barleycorn revisited
Lo schema proposto da Pete Wood nel suo John Barleycorn revisited

La serigrafia di Paul Bommer

In questa serigrafia di John Barleycorn , Paul Bommer 2011 vediamo un ometto barbuto a cavalcioni di un barilotto, così come talvolta si raffigurava il dio Bacco (ammiccante il disegno del rubinetto gocciolante tra le gambe che richiama inevitabilmente l’organo maschile).

Le tre X impresse sul barile stanno ad indicare che il whisky è stato distillato tre volte.
Sopracciglia, baffi e barba sono modellati come spighe e il falchetto in terra richiama il rituale del “supplizio”.
Nel taschino una pipa fumante, ricorda il detto “Bacco, Tabacco e Venere”. Brocca di ceramica e boccale di peltro (come si usava nel Settecento) sollevato con la mano destra nel gesto del brindisi: “Then let us toast John Barleycorn, Each man a glass in hand!”
I versi sono di Robert Burns (strofe XIII e XIV ) che scrisse tra il 1783-1785

John Barleycorn: La versione di Robert Burns

E’ infatti la versione pubblicata da Robert Burns nel 1786 (Poems Chiefly in the Scots Dialect) che, nel rielaborare l’antico canto popolare, diventa la base delle successive versioni e in definitiva della versione moderna.
Burns l’aveva già trascritta nel suo “First Commonplace Book” (1783-1785), su cui scrive nel giugno 1785:

I once heard the old song, that goes by this nam [John Barleycorn] e, sung; & being very fond of it, & remembering only two or three verses of it viz. the 1st, 2↑d↓ & 3↑d↓, with some scraps which I have interwoven here & there in the following piece. –’

Una volta ho sentito cantare la vecchia canzone, che porta questo nome [John Barleycorn]; e essendoci molto affezionato, e ricordandone solo due o tre strofe, vale a dire, la 1 °, 2 ↑ d ↓ & 3 ↑ d ↓, con alcuni frammenti che ho intrecciato qua e là nel pezzo che segue

John Barleycorn must die

Tre re arrivano da Oriente e giurano solennemente di uccidere John Barleycorn. E’ lo spirito del Grano (il dio sole) che muore e rinasce. Sir James Frazer nel suo The Golden Bough , cita proprio John Barleycorn come prova dell’adorazione nelle Isole Britanniche di un dio della vegetazione, che veniva sacrificato per portare fertilità nei campi. 

La storia è la dettagliata trasformazione dello spirito dell’orzo, cresciuto forte e sano durante l’estate, mietuto e trebbiato appena arriva l’autunno, e trasformato in alcol; seguita dall’ancor più dettagliata descrizione dei piaceri che lo spirito dell’orzo fornisce agli uomini, affinchè essi possano trarre dalla bevanda ebbrezza ed ispirazione. Robert Burns fu notoriamente un grande estimatore di whisky e l’ultima strofa è proprio nel suo stile!

La melodia indicata è Lull[e] Me Beyond Thee, altre melodie che si adattano al testo sono “Stingo” (John Playford, 1650) e “Up in the Morning Early

Davy Steele in Burns: The Complete Songs, Vol. 5 – 1998
Bill Adair su personale arrangiamento
La versione dei Tickawinda riprende in parte il testo nelle strofe I, II, III, V, VII, XV

John Barleycorn- Robert Burns
I
There was three kings into the east (1),
Three kings both great and high,
And they hae sworn a solemn oath
John Barleycorn should die.
II
They took a  plough and plough’d him down,
Put clods upon his head,
And they hae sworn a solemn oath
John Barleycorn was dead
III
But the cheerful Spring came kindly on,
And show’rs began to fall;
John Barleycorn got up again,
And sore surpris’d them all!
IV
The sultry suns  of Summer came,
And he grew  thick and strong,
His head weel  arm’d wi’ pointed spears,
That no one  should him wrong.
V
The sober Autumn enter’d mild,
When he grew wan and pale;
His bending joints and drooping head
Show’d he began to fail.
VI
His coulour sicken’d more and more,
He faded into age;
And then his enemies began
To show their deadly rage.
VII
They’ve taen a weapon, long and sharp,
And cut him by the knee(2);
Then ty’d him fast upon a cart,
Like a rogue for forgerie(3).
VIII
They laid him down upon his back,
And cudgell’d him full sore;
They hung him up before the storm,
And turn’d him o’er and o’er.
IX
They filled up a darksome pit
With water to the brim,
They heaved in John Barleycorn,
There let him sink or swim
X
They laid him out upon the floor,
To work him farther woe,
And still, as signs of life appear’d,
They toss’d him to and fro.
XI
They wasted, o’er a scorching flame,
The marrow of his bones;
But a Miller us’d him worst of all,
For he crush’d him between two stones.
XII
And they hae taen his very heart’s blood,
And drank it round and round;
And still the more and more they drank,
Their joy did more abound.
XIII
John Barleycorn was a hero bold,
Of noble enterprise,
For if you do but taste his blood(4),
‘Twill make your courage rise.
XIV
‘Twill make a man forget his woe;
‘Twill heighten all his joy:
‘Twill make the widow’s heart to sing,
Tho’ the tear were in her eye.
XV
Then let us toast John Barleycorn,
Each man a glass in hand;
And may his great posterity
Ne’er fail in old Scotland!

traduzione italiana Cattia Salto
I
C’erano tre re dall’oriente,
tre grandi re e potenti
e fecero un voto solenne:
John Barleycorn dovrà morire.
II
Presero un aratro e lo ararono,
gettarono zolle di terra sulla sua testa
e fecero un voto solenne
John Barleycorn era morto.
III
Ma la dolce primavera venne piano
e la pioggia scese dal cielo
John Barleycorn si alzò di nuovo
e lasciò tutti di stucco!
IV
Venne il sole afoso d’Estate,
e lui crebbe robusto e forte,
con la testa irta di lance appuntite
affinchè nessuno lo infastidisse.
V
L’Autunno serio arrivò mite
allora lui divenne pallido e smorto
piegato alle giunture e la testa cadente
aveva incominciato a deperire.
VI
Il suo incarnato sbiadiva sempre più,
lui iniziò a invecchiare
e i suoi nemici cominciarono
a mostrare la loro furia mortale.
VII
Avevano preso una falce, lunga e affilata,
per tagliarlo al ginocchio;
poi lo legarono stretto su una carretta
come un ladro al patibolo.
VIII
Lo hanno adagiato sulla schiena
e colpito con un randello;
lo hanno appeso prima del temporale
e lo hanno rigirato ancora ed ancora.
IX
Hanno riempito una fossa buia
con acqua fino all’orlo
e ci hanno gettato John Barleycorn
lì lo lasciarono ad affondare o a nuotare.
X
Lo hanno gettato sul pavimento
per procurargli ancora più dolore,
e ancora, siccome lui dava segni di vita
lo hanno sbattuto avanti e indietro.
XI
Hanno bruciato sulla fiamma
il midollo delle sue ossa;
ma il Mugnaio lo trattò peggio di tutti
perché lo schiacciò tra due pietre.
XII
Ed essi avevano preso il suo sangue d’eroe
e lo bevvero rigirando (il bicchiere)
e ancora più lo bevevano
più gioia ricevevano.
XIII
John Barleycorn era un eroe coraggioso
di nobile ardire
perciò se tu assaggerai il suo sangue
il tuo coraggio crescerà.
XIV
Egli fa dimenticare all’uomo il suo dolore,
aumentare ogni sua gioia:
egli fa cantare il cuore della vedova
sebbene abbia le lacrime agli occhi
XV
Allora brindiamo a John Barleycorn
tutti con un bicchiere in mano
e che la sua grande discendenza
non possa mai mancare nella vecchia Scozia!

NOTA
per la traduzione in inglese robertburnsfederation.com
1) Alcuni studiosi li identificano con i Re Magi seguaci del Dio della Luce che volevano uccidere il Re Sole/Cristo (il dio della nuova religione che aveva soppiantato quello dell’antica religione celtica). Il martirio di Chicco d’Orzo potrebbe ricordare infatti il martirio di Gesù, la sua sofferenza è necessaria per la salvezza dell’umanità. Un accostamento che è parso dissacratorio e infatti nelle versioni successive, a scanso di equivoci, i tre uomini vengono da Ovest!
2) ancora ai primi del Novecento alla fine della mietitura nelle campagne delle isole britanniche, si svolgeva tra i falciatori una gara per tagliare l’ultimo covone che diventava il neck
3) i condannati a morte erano trasportati sul luogo del patibolo su di un carro per il pubblico dileggio
4) siamo in piena liturgia sacra, il sangue del dio bevuto dai suoi fedeli come la Comunione dei Cristiani

Morte e rinascita del Re

Millet - Buckwheat Harvest Summer 1868
Jean-François Millet – Buckwheat Harvest Summer 1868
spirito-grano

Si narra la morte del Re dell’Orzo secondo miti e credenze che risalgono all’inizio della civiltà contadina, usanze che sono state seguite in Inghilterra in queste forme fino ai primi decenni del ‘900.
Secondo James George Frazier ne “Il ramo d’oro”, anticamente “John” era scelto tra i giovani della tribù e trattato come un re per un anno; al tempo prestabilito era però ucciso, seguendo un macabro rituale: il suo corpo veniva trascinato per i campi in modo che il sangue imbevesse la terra e nutrisse l’orzo. Sacrifici di sangue che gli antichi celti condividevano con gli antichi norreni. (si veda anche l’uomo di Vimini, the Wicker Man)

Più recentemente nella tradizione celtica contadina lo spirito del grano entrava nel mietitore che tagliava l’ultimo covone (e simbolicamente uccideva il dio) e doveva essere sacrificato proprio con le modalità descritte nella canzone (o quantomeno in modo figurato e simbolico). Un tempo probabilmente la vittima sacrificale era una fanciulla e l’ultimo covone ancora in alcune regioni celtiche è chiamato la Fanciulla o la Madre. Poi si passò a sacrificare animali e bruciare fantocci, ma il significato era sempre quello: il sacrificio della divinità primordiale, che moriva come re del grano e il cui sangue benediceva la terra, garanzia di futuri e abbondanti raccolti. Ancora nell’Ottocento nelle campagne delle Isole Britanniche era diffusa la tradizione del “crying of the neck“.
Tuttavia lo spirito del Grano-Orzo non muore mai perché rinasce l’anno successivo con il nuovo raccolto, la sua forza e il suo ardore sono contenuti nel whisky che si ottiene dalla distillazione del malto d’orzo!

Crying the neck in Cornovaglia

in Cornovaglia il Crying the neck è stato ritualizzato in una cerimonia ripresa nel XX secolo dalla Old Cornwall Society.

John Barleycorn: Folk Revival e melodie

Volendole contare, ben 45 diverse melodie sono state utilizzate nei secoli per questa ballata. Ma limitiamoci alle 4 più diffuse!

 JOHN BARLEYCORN, MELODIA 1

The Young Tradition -1965

La versione di John Stafford del 1906 pubblicata da Cecil Sharp in English Folk Songs (1920), probabilmente la melodia che più si avvicina all’epoca di Giacomo I

John Barleycorn John Stafford tune
Melodia nella versione di John Stafford

JOHN BARLEYCORN, MELODIA DIVES AND LAZARUS (variante)

La versione di Shepherd Haden di Bampton, Oxforshire, raccolta sul campo nel 1909 è diventata “standard” per essere stata inclusa nel The Penguin Book of English Folk Songs.

Mike Waterson in Frost and Fire 1965: A Calendar of Ritual and Magical Songs
Traffic (Steve Winwood)- 1970 (nel video con molte antiche stampe e immagini in tema) una versione che non ha perso per nulla il suo smalto! Imparata da Mike Waterson
Oysterband with Steve Knightley & June Tabor
in The Big Session Volume 1 2004
Whalebone in ‘As turn the Seasons’
A.L. Lloyd 1956
Jethro Tull live in A Little Light Music
Ayreheart in Barley Moon
Giorgio Cordini & Reno Brandoni
in Anema e Corde 2008

testo Traffic
I
There was three men come out of the West (1)
Their fortunes for to try
And these three men made a solemn vow
John Barleycorn must die.
II
They ploughed, they sowed,
they harrowed him in
Throwing clods all on his head
And these three men made a solemn vow
John barleycorn was Dead.
III
They’ve left him in the ground for a very long time
Till the rains from heaven did fall
Then little Sir John’s sprung up his head
And so amazed them all
IV
They’ve left him in the ground till the Midsummer
Till he’s grown both pale and wan
Then little Sir John’s grown a long, long beard
And so become a man.
V
They hire’d men with their scythes so sharp
To cut him off at the knee.
They’ve bound him and tied him around the waist
Serving him most barb’rously
VI
They hire’d men with their sharp pitch-forks
To prick him to the heart (2)
But the drover he served him worse than that
For he’s bound him to the cart.
VII
They’ve rolled him around and around the field
Till they came unto a barn
And there they made a solemn mow
Of Little Sir John Barleycorn
VIII
They’ve hire’d men with their crab-tree sticks
To strip him skin from bone (3)
But the miller, he served him worse than that,
For he’s ground him between two stones.
IX
Here’s Little sir John in the nut-brown bowl(4)
And brandy in the glass
But Little Sir John in the nut-brown bowl’s
Proved the stronger man at last
X
For the hunts man he can’t hunt the fox
Nor so loudly blow his horn
And the tinker, he can’t mend Kettles or pots
Without a little of Sir John Barleycorn.

Traduzione italiana di Alberto Truffi
I
C’erano tre uomini che venivano da occidente,
per tentare la fortuna
e questi tre uomini fecero un solenne voto:
John Barleycorn deve morire.
II
Lo avevano arato, lo avevano seminato,
l’avevano ficcato nel terreno
e avevano gettato zolle di terra sulla sua testa
e questi tre uomini fecero un voto solenne
John Barleycorn era morto.
III
Lo lasciarono giacere per un tempo molto lungo,
fino a che scese la pioggia dal cielo
e il piccolo sir John tirò fuori la sua testa
e lasciò tutti di stucco.
IV
L’avevano lasciato steso fino al giorno di mezza estate
e fino ad allora lui era sembrato pallido e smorto
e al piccolo sir John crebbe una lunga lunga barba
e così divenne un uomo.
V
Avevano assoldato uomini con falci veramente affilate
per tagliargli via le gambe
l’avevano avvolto e legato tutto attorno,
trattandolo nel modo più brutale.
VI
Avevano assoldato uomini con i loro forconi affilati
che avevano conficcato nel cuore
e il carrettiere lo trattò peggio di così
perché lo legò al carro.
VII
Andarono con il carro tutto intorno al campo
finchè arrivarono al granaio
e fecero un solenne giuramento
sul povero John Barleycorn.
VIII
Assoldarono uomini con bastoni uncinati
per strappargli via la pelle dalle ossa
e il mugnaio lo trattò peggio di così
perché lo pressò tra due pietre.
IX
E il piccolo sir John nella botte di noce
e l’acquavite nel bicchiere
e il piccolo sir John nella botte di noce
dimostrò che era l’uomo più forte.
X
Dopo tutto il cacciatore non può suonare il suo corno
così forte per cacciare la volpe
e lo stagnaio non può riparare un bricco o una pentola
senza un po’ di John Barleycorn

NOTE
(1) l’Ovest, nella ruota dell’Anno, rappresenta l’autunno, con l’Ovest si indica anche la Terra dei Morti (dove tramonta il Sole) i tre uomini che “uccidono” Giovanni Chicco d’Orzo si inseriscono nel ciclo rituale di vita-morte-rinascita. Secondo alcune interpretazioni i tre uomini sono i tre mesi dell’autunno, la stagione che uccide le piante
(2) le spighe sullo stelo vengono raggruppate in covoni e caricate con i forconi sul carro
(3) la trebbiatura
(4) La botte di legno di noce o di rovere usata tutt’oggi per invecchiare il whisky

JOHN BARLEYCORN, MELODIA 3

La versione di Robert Pope ripresa da Vaughan Williams nel suo Folk Song Suite
versione per coro e orchestra

JOHN BARLEYCORN, MELODIA 4

Nell’Inghilterra rurale la ballata era estremamente popolare in particolare nell’Anglia Orientale (le attuali contee di Norfolk e Suffolk). Ma la sua diffusione nel Sud dell’Inghilterra andava dalla costa orientale fino a quella occidentale. Ecco la versione del Shropshire

Fred Jordan live

Varianti

Steeleye Span in Below the Salt 1972
Steeleye Span in Live At The Bottom Line, 1974
Steeley Span in Present (2002)

John Renbourn gioca sulla melodia di La rotta e la versione standard di John Barleycorn innestandoci una complessa polifonia vocale.
La Rotta è una danza medievale in metro ternario che veniva eseguita normalmente a chiusura di una bassa danza, la melodia di questa rotta in particolare era abbinata al Lamento di Tristano (XIV secolo) nel video di Jordi Savall la rotta comincia a 2:00.
Il testo è grosso modo quello standard.

The John Renbourn Group in “A Maid in Bedlam” 1977
Damh The Bard in The Hills They Are Hollow 2003

Steeleye Span version
[I (Spoken)
There were three men
Came from the west
Their fortunes for to tell,
And the life of John Barleycorn as well.]
II
They laid him in three furrows deep,
Laid clods upon his head,
Then these three man made a solemn vow
John Barleycorn was dead.
III
The let him die for a very long time
Till the rain from heaven did fall,
Then little Sir John sprang up his head
And he did amaze them all.
IV
They let him stand till the midsummer day,
Till he looked both pale and wan.
The little Sir John he grew a long beard
And so became a man.
CHORUS:
Fa la la la, it’s a lovely day
Fa la la la lay o
Fa la la la, it’s a lovely day
Sing fa la la la lay
V
They have hired men with the scythes so sharp,
To cut him off at the knee,
The rolled him and they tied him around the waist,
They served him barbarously.
VI
They have hired men with the crab-tree sticks,
To cut him skin from bone,
And the miller has served him worse than that,
For he’s ground him between two stones.
VII
They’ve wheeled him here,
they’ve wheeled him there,
They’ve wheeled him to a barn,
And thy have served him worse than that,
They’ve bunged him in a vat.
VIII
They have worked their will on John Barleycorn
But he lived to tell the tale,
For they pour him out of an old brown jug
And they call him home brewed ale(1).

traduzione italiana Cattia Salto
I (Parlato)
C’erano tre uomini
che venivano da occidente,
per tentare sia la fortuna
che la vita di John Barleycorn
II
Lo hanno steso in tre solchi profondi
e ricoperto con zolle di terra
e quei tre uomini fecero un giuramento solenne,
John Barleycorn era  morto.
III
Lo lasciarono giacere per un tempo molto lungo,
fino a che scese la pioggia dal cielo
e il piccolo sir John tirò fuori la sua testa
e lasciò tutti di stucco
IV
Lo lasciarono riposare fino al giorno di mezza estate,
e fino ad allora lui era sembrato pallido e smorto
e al piccolo sir John crebbe una lunga barba
e così divenne un uomo
Ritornello
Fa la la la, che bel giorno
canta fa la la la lay
Fa la la la, che bel giorno
canta fa la la la lay
V
Avevano assoldato uomini con falci veramente affilate,
per tagliarlo all’altezza del ginocchio,
l’avevano avvolto e legato tutto attorno ai fianchi,
trattandolo nel modo più brutale.
VI
Assoldarono uomini con bastoni uncinati
per strappargli via la pelle dalle  ossa
e il mugnaio lo trattò peggio di tutti
perché lo pressò tra due pietre
VII
Lo hanno spinto qui
lo hanno spinto là
lo hanno spinto in un fienile
e lo trattarono peggio di tutti
perché lo tapparono per bene dentro un tino
VIII
Hanno fatto la loro volontà su John Barleycorn
ma lui visse per raccontare la sua storia,
che lo hanno versato in un boccale di coccio
e lo hanno chiamato “birra fatta in casa!”

NOTE
1) la birra si distingueva in origine in “beer” (con il luppolo) e “ale” (senza luppolo). La bevanda più antica del mondo ottenuta dalla fermentazione di vari cereali. I suoi processi di lavorazione partono da una fermentazione spontanea dell’amido (ossia lo zucchero) prevalente componente nei cereali, quando essi vengono a contatto con l’acqua, a causa dei lieviti selvatici contenuti nell’aria. E così come nel pane, alimento femminile, TERRA, ACQUA, ARIA e FUOCO si combinano magicamente per dare vita a un cibo divino che fortifica e inebria.
Il termine inglese di homebrewing ovvero l’arte della birra fatta in casa si traduce in italiano con un’astrusa parola: domozimurgia e domozimurgo è il produttore di birra casalingo in cui domo, è la radice latina per “casa”; zimurgo è colui il quale pratica la “zimurgia“, ovvero la scienza dei processi di fermentazione. Il domozimurgo quindi è colui che tra le proprie mura domestiche, studia, applica e sperimenta le alchimie della fermentazione. Fare la birra per il proprio autoconsumo (compreso quello degli immancabili amici e parenti) è assolutamente legale oltre che divertente e relativamente semplice sebbene non si finisca mai di imparare attraverso lo scambio delle esperienze e la sperimentazione

E infine il COLLAGE  delle versioni di Tickawinda, Avalon Rising, John Renbourn, Lanterna Lucis Viriditatis, Xenis Emputae, Travelling Band, Louis Killen, Traffic

FONTI
https://mainlynorfolk.info/lloyd/songs/johnbarleycorn.html
http://ontanomagico.altervista.org/barleycorn.htm
http://ontanomagico.altervista.org/harvest-moon.html
http://ontanomagico.altervista.org/lugnasad.html
https://terreceltiche.altervista.org/nazioni-celtiche-affini/terra-di-scozia-nelle-sue-canzoni/robert-burns/
https://paulbommerarchive.blogspot.com/2011/12/john-barleycorn-must-die-screenprint.html?m=0
https://burnsc21.glasgow.ac.uk/john-barleycorn-original-arrangement/
http://www.musicaememoria.com/JohnBarleycorn2.htm
http://www.mustrad.org.uk/articles/j_barley.htm
http://mudcat.org/thread.cfm?threadid=14888
http://ontanomagico.altervista.org/manfredina.htm

(Cattia Salto – integrazione 2012 -agosto 2013 -settembre 2020 -marzo 2024)

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.