“a volte, il domani arriva impregnato di denaro e sangue,
qui abbiamo resistito alla siccità, ora resisteremo all’alluvione
so fare tutti i mestieri, ce la caveremo”
Queste sono le strofe della versione “springsteeniana” di una ballata inglese/irlandese che affonda le radici in epoca elisabettiana, ed è stata pubblicata più volte nell’ottocento come street song nei fogli volanti distribuiti per le strade delle principali cittadine della Gran Bretagna e dell’Irlanda. La versione di Bruce Springsteen risale al 2012 ed in comune con testo e melodia della versione tradizionale ha solo il titolo, ma di certo può aver preso lo spunto proprio da quella.
JACK OF ALL TRADES by Bruce Springsteen
Il messaggio della canzone si presta a molteplici letture (e si rimanda a Antiwarsongs.org per un approfondimento) e risuona in modo diverso a seconda di chi l’ascolta, della sua età o del ceto sociale, in ultima analisi del vissuto; tutti ci interroghiamo sul senso della vita, sul perchè ci troviamo nel mondo, ognuno abbraccia un credo religioso, filosofico o politico e prende delle decisioni che influiranno sulla vita degli altri. Molti alla fine si lasciano vivere, incasellati in un ruolo, per assolvere a una funzione, a partire da quella biologica; ma quali sono le nostre scelte?
E soprattutto quanto CI COSTA fare una scelta?
In quest’epoca sono in aumento le persone che decidono drasticamente di cambiare vita, hanno chiuso il conto in banca, rinunciando al possesso del denaro e delle cose materiali superflue, per vivere fuori dalla logica del mercato capitalistico; in opposizione ad una società basata sullo spreco e lo spregio delle risorse, sul valore dell’uomo misurato dal successo economico, c’è chi torna alla natura con l’autoproduzione e il baratto o chi lavora fuori dagli schemi per diffondere la sharing economy e la collaborazione. continua
ALL YOU NEED IS LOVE
Eppure non si tratta solo di ingegnarsi nel “fai-da-te” il messaggio è chiaro, veicolato dall’immagine di Gesù Cristo (che tra gli americani fa ancora presa): l’amore. Perchè l’unico vero imperativo morale dell’insegnamento di Gesù è “fate i bravi” (A volte ritorno di John Niven, titolo originale The Second Coming 2011)
Nel libro di John Niven Gesù Cristo viene rimandato sulla terra, e nei panni di un musicista manda il suo messaggio al mondo..
Che fine aveva fatto il sense of humour in tutto questo fanatismo? Ogni angolo del paradiso riecheggia di risate. La gente non fa che sghignazzare. Là fuori nell’ufficio principale, dov’era sempre venerdí pomeriggio, l’ultima spassosa battuta era sempre sulle labbra di tutti. Era una delle prime cose a essere insegnata alle anime salve ma prive di spirito: il senso dell’umorismo. Quel momento fatidico in cui si levavano il prosciutto dagli occhi e il mondo esplodeva in technicolor, quando tutti quelli che di norma aggrottavano la fronte e dicevano «Non l’ho capita» finalmente la capivano. Impagabile.
Non che Springsteen sia stato mandato da Dio o che la sua sia una canzone umoristica: è piuttosto un gospel, con quella tromba nel mezzo che ricorda una marcia funebre (e comunque mi piace immaginare che Bruce abbia letto il libro di Niven) (un’ottima recensione qui).
Bruce Springsteen, Wrecking Ball 2012 , splendido il video di Luigi Mariano
I I’ll mow your lawn, clean the leaves out’ your drain I’ll mend your roof, to keep out the rain I take the work that God provides I’m a jack of all trades, honey we’ll be all right II I’ll hammer the nails, I’ll set the stone I’ll harvest your crops, when they’re ripe and grown I’ll pull that engine apart, and patch’er up ’til she’s running right I’m a jack of all trades, we’ll be all right III The hurricane blows, brings the hard rain When the blue sky breaks It feels like the world’s gonna change And we’ll start caring for each other Like Jesus said that we might I’m a jack of all trades, we’ll be all right IV The banker man grows fat, working man grows thin It’s all happened before and it’ll happen again It’ll happen again, yeah they’ll bet your life I’m a jack of all trades, darling we’ll be all right V Now sometimes tomorrow comes soaked in treasure and blood We stood the drought, now we’ll stand the flood There’s a new world coming, I can see the light I’m a jack of all trades, we’ll be all right VI So you use what you’ve got and you learn to make do You take the old, you make it new. If I had me a gun, I’d find the bastards and shoot ’em on sight I’m a jack of all trades, we’ll be all right |
Traduzione italiano di Riccardo Venturi* I Ti falcerò il prato, ripulirò lo scolo dalle foglie, ti aggiusterò il tetto perché non ci entri la pioggia prenderò il lavoro che Dio vorrà dare, sono un tuttofare, tesoro, ci andrà tutto bene II Pianterò i chiodi e metterò a posto la lastra di pietra ti mieterò i campi quando sono maturi, metterò da parte quella macchina e la raccomoderò finché non andrà bene, sono un tuttofare, ci andrà tutto bene III Soffia l’uragano e porta pioggia a dirotto, quando spunta il cielo azzurro sembra che il mondo cambi, cominceremo a curarci l’uno dell’altro come Gesù (1) disse che si poteva fare, sono un tuttofare, ci andrà tutto bene. IV Il banchiere ingrassa, il lavoratore dimagrisce, è già successo prima e succederà ancora succederà ancora, sí, si giocheranno la tua vita a scommesse, sono un tuttofare, tesoro, ci andrà tutto bene V Ora, a volte, il domani arriva impregnato di denaro e sangue, qui abbiamo resistito alla siccità, ora resisteremo all’alluvione c’è un mondo nuovo che viene, vedo la luce, sono un tuttofare, ci andrà tutto bene VI E così adoperi quel che hai, e impari a farlo bastare prendi quel che è vecchio e lo rendi nuovo. Se avessi una pistola, troverei quei bastardi e gli sparerei a vista,(2) sono un tuttofare, ci andrà tutto bene |
NOTE
da Antiwarsons.org
La canzone parla della Grande Recessione Americana, con i disoccupati in numero crescente e l’economia stagnante, ma soprattutto punta il dito sulle grosse disparità di reddito tra i lavoratori..
1) l’unico vero imperativo morale dell’insegnamento di Gesù è “fate i bravi” (A volte ritorno di John Niven, titolo originale The Second Coming 2011 « Insomma, la Bibbia è quasi tutta una scemenza, ma non c’è altro modo per dirlo, ragazzi… voi non sapete quello che fate. Però cercate di ricordarvi questo: fate i bravi. »
2) della serie la gente che ha fame alla fine s’incazza!
Come commenta i Venturi “Non è una canzone “pacifica”; tra le tante cose che potremmo imparare a fabbricarci da soli, ci sono anche le armi per sparare a tutti questi stronzi. Stronzi che lo sanno benissimo. Per questo si tratta di una canzone del tutto ottimista, perché il mondo non cambia con le geremiadi e con i “suicidi”.“
JACK OF ALL TRADES (tradizione inglese)
Di tutt’altro tenore la ballata ottocentesca inglese intitolata “Jack of All Trades” che ha una versione per ogni città: Londra, Dublino, Birmingham, Nottingham. Probabilmente risale all’epoca elisabettiana e con il titolo di “Jolly Jack of All Trades” (qui) compare come broadside ballad a Londra nel 1686-8, sulla melodia “A-Begging We Will Go” (cf) ed è così sottotitolata “Jolly Jack of all Trades, OR, The Cries of London City. Maids where are your hearts become, look you what here is? Betwixt my Finger and my Thumb, look ye what here is? To a pleasant new Tune, “Or a begging we will go”.
Anche Thomas D’Urfey in ‘Pills to Purge Melancholy‘ (1719-20) raccoglie una ballata dal titolo “The Jolly Trades-men” o “Sometimes I am a Tapster“, ma la versione che si è diffusa negli anni del folk revival è quella registrata da The Critics Group (sotto la direzione di Ewan MacColl) nel 1966 nell’album “Sweet Thames Flow Softly”.
Ewan McColl “Gypsy Jack Of All Trades”
THE STREETS OF LONDON (Jack Of All Trades)
Questa versione testuale risale invece al 1955 ed è stata scritta da John Hasted (1921-2002) il fisico atomico e musicista con la passione per le folksong: è evidentemente un arrangiamento della versione irlandese “Dublin Jack Of All Trades”
Roy Bailey (Leon Rosselson e Martin Carthy chitarre) in ‘That’s Not The Way It’s Got To Be’ 1975
John Hasted I I’m a roving blade of many a trade. I’ve every trade and all trades. And if you want to know my name, then call me Jack of all trades. I’d often heard of London town, the pride of every nation. At twenty-one it’s here I’ve come to try for a situation. II In Covent Garden(1) I began and there I was a porter. My boss and I we soon fell out which made acquaintance shorter. Then I drove a number 46 from Waterloo to Wembley, Where I became an engineer on aeroplane assembly. III In Charlotte Street I was a chef, in Stepney Green a tailor, But very soon they laid us off, so I became a sailor. In Rotherhithe a stevedore, in Gray’s Inn Road a grinder. On Hampstead Heath I lost my wife, it’s sad but I could never find her. IV In Downing Street I was a lord. In Denmark Street I made songs. In every street and all streets with my banjo I played songs(2). In Harley Street I was a quack, in Turnham Green a teacher, On Highbury Hill(3) a half-back, and on Primrose Hill a preacher. V In Gower Street I’d furniture. With fleas and bugs I sold it.(4) In Leicester Square a big white card I often stood to hold it. By London Bridge I’d lodging beds for all who made their way there, For London is of high renown and Scotsmen often stay there. VI I’m a roving blade of many a trade. I’ve every trade and all trades. And if you want to know my name, then call me Jack of all trades. I’ve tried my hand at everything from herringbones to hat pegs, But I can raise my head and say I’ve never been a blackleg(5). |
Traduzione italiano di Cattia Salto I Sono un giramondo dai molti mestieri, ed ha imparato ogni mestiere, e se volete sapere il mio nome, mi chiamano Jack Tuttofare. Ho sentito parlare spesso della città di Londra, l’orgoglio di ogni nazione, a 21 anni ci sono andato per cercare una sistemazione. II Incominciai a Covent Garden(1) dove divenni facchino, io e il mio capo presto litigammo, il che rese la mia permanenza più breve, poi guidai il bus numero 46 da Waterloo a Wembley, dove divenni un assemblatore di pezzi di aeroplano III In Charlotte Street ero un cuoco, in Stepney Green un sarto, ma molto presto mi licenziarono così divenni un marinaio. In Rotherhithe ero uno scaricatore in Gray’s Inn Road un arrotino In Hampstead Heath persi mia moglie, è triste ma non l’ho mai più ritrovata IV In Downing Street ero un signore, in Denmark Street facevo canzoni, in ogni strada e per tutte le strade suonavo canzoni con il mio banjo(2) In Harley Street ero un ciarlatano, in Turnham Green un insegnante, su Highbury Hill(3) un mediano e in Primrose Hil un predicatore. V In Gower Street vendevo mobili li vendevo con pulci e cimici(4), In Leicester Square facevo l’uomo sandwich per London Bridge affittavo letti a tutti coloro che ci capitavano, perchè Londra è molto rinomata e gli scozzesi spesso ci soggiornano. VI Sono un giramondo dai molti mestieri, ed ha imparato ogni mestiere. E se volete sapere il mio nome, mi chiamano Jack Tuttofare. E so fare davvero di tutto, dal tessuto a spina di pesce agli attaccapanni, ma sono fiero di dire che non sono mai stato un crumiro(5) |
NOTE
1) la piazza al centro di Covent Garden è stata la sede di un grosso mercato ortofrutticolo
2) è un riferimento autobiografico dell’autore suonatore di banjo e chitarra oltre che cantante
3) ad Highbury c’era l’Arsenal Stadium lo stadio della squadra di calcio Arsenal
4) si trattava evidentemente di mobilia usata (mercatino delle pulci)
5) John Hasted era un marxista iscritto al partito comunista: il crumiraggio era per lui il peggiore dei mali, in quanto infrangeva la solidarietà di classe, premessa per la conquista di condizioni di vita migliori
LA VERSIONE IRLANDESE
Popolare street ballad dublinese nei primi decenni del Novecento la cui versione testuale riprende le pubblicazioni nelle broadside ballads degli anni 1860. Una mappa di Dublino vista attraverso le opportunità di lavoro che ogni zona poteva offrire, ma anche un modo gergale per indicare attività illegali e/o dalla dubbia moralità che si praticavano nei quartieri più degradati.
The Dubliners
The Chieftains in Water from the well 2000 (strofe I, II)
I I am a roving sporting blade, they call me Jack of all trades I always found my chief delight(1) in courting pretty fair maids For when in Dublin I arrived to try for a situation I always heard them say “it was the pride of all the nation(2)” On George’s Quay I first began, I there became a porter Me and my master soon fell out which cut my aquaintance shorter In Sackville Street a pastry cook, in James’ Street a baker In Cook Street I did coffins make, in Eustace Street a preacher CHORUS I’m a roving Jack of many a trade Of every trade, of all trades And if you wish to know my name They call me Jack of all trades II In Baggot Street I drove a cab and there was well required In Francis Street had lodging beds to entertain all strangers For Dublin is of high renown, or I am much mistaken In Kevin Street I do declare sold butter eggs and bacon In Golden Lane I sold old shoes, in Meath Street was a grinder In Barrack Street I lost my wife, and I’m glad I ne’er could find her In Mary’s Lane I’ve dyed old clothes of which I’ve often boasted In that noted place Exchequer Street sold mutton ready roasted III In Temple Bar(3) I dressed old hats, in Thomas Street a sawyer In Pill Lane I sold the plate, in Green Street an honest lawyer In Plunkett Street I sold cast clothes, in Bride’s Alley a broker In Charles Street I had a shop, sold shovel, tongs and poker(4) In College Green a banker was, and in Smithfield, a drover In Britain Street, a waiter and in George’s Street, a glover On Ormond Quay I sold old books; in King Street, a nailer In Townsend Street, a carpenter; and in Ringsend, a sailor. IV In Cole’s Lane, a jobbing butcher; in Dane Street, a tailor In Moore Street a chandler and on the Coombe, a weaver. In Church Street, I sold old ropes- on Redmond’s Hill a draper In Mary Street, sold ‘bacco pipes- in Bishop street a quaker. In Peter Street, I was a quack: In Greek street, a grainer On the Harbour, I did carry sacks; In Werburgh Street, a glazier. In Mud Island, was a dairy boy, where I became a scooper In Capel Street, a barber’s clerk; In Abbey Street, a cooper. V In Liffey street had furniture with fleas and bugs I sold it And at the Bank a big placard I often stood to hold it(5) In New Street I sold hay and straw, and in Spitalfields made bacon In Fishamble Street was at the grand old trade of basketmaking(6). In Summerhill a coachmaker; in Denzille Street a gilder In Cork Street was a tanner, in Brunswick Street, a builder, In High Street, I sold hosiery; In Patrick Street sold all blades So if you wish to know my name, they call me Jack of all Trades. |
Traduzione italiano di Cattia Salto I Sono un giramondo, lama gaudente, e mi chiamano Jack Tuttofare. Ho sempre provato sommo piacere (1) a corteggiare le giovani fanciulle; così quando arrivai a Dublino per cercare una sistemazione li ho sempre sentiti dire “Era l’orgoglio di ogni nazione (2)”. Incominciai a George’s Quay dove divenni un facchino, io e il mio capo presto litigammo, il che rese la mia permanenza più breve, in Sackville Street (ero) un pasticcere e in James’ Street un panettiere, in Cook Street facevo bare e in Eustace Street predicavo CORO Sono il giramondo Jack dai molti mestieri, di ogni mestiere, di tutti i mestieri, e se vuoi sapere come mi chiamo, sono Jack il tutto fare II In Baggot Street guidavo carrozze ed ero ben richiesto, in Francis Street affittavo posti-letto per tutti i forestieri, perchè Dublino è molto rinomata o (sono) io che mi sbaglio. In Kevin Street devo dire che vendevo burro uova e pancetta In Golden Lane scarpe vecchie, in Meath Street ero un arrotino In Barrack Street ho perso mia moglie, e sono contento di non averla mai ritrovata, In Mary’s Lane ho tinto i vecchi vestiti di cui andavo fiero, nel noto posto di Exchequer Street vendevo montone arrosto III In Temple Bar(3) indossavo vecchi cappelli, in Thomas Street ero un falegname, in Pill Lane vendevo piatti, in Green Street ero un avvocato onesto, In Plunkett Street vendevo abiti usati, in Bride’s Alley ero un allibratore In Charles Street avevo un negozio, vendevo paletta, pinze e scopino(4) In College Green ero un banchiere e in Smithfield ero un mandriano, In Britain Street ero un cameriere e a George’s Street, un guantaio in Ormond Quay vendevo vecchi libri, in King Street ero un pianta-chiodi, In Townsend Street un carpentiere e in Ringsend un marinaio IV In Cole’s Lane un macellaio occasionale; in Dane Street un sarto, in Moore Street un venditore di candele e nel Coombe un tessitore, in Church Street un robivecchi e in Redmond’s Hill un commerciante di stoffe In Mary Street vendevo tabacco per pipa, in Bishop street ero un quacchero, In Peter Street ero un ciarlatano, e in Greek street uno che immagazzina il grano, al Porto portavo sacchi in Werburgh ero vetraio In Mud Island ero il casaro dove divenni un dosatore In Capel Street il garzone del barbiere, In Abbey Street un bottaio. V In Liffey street avevo mobili e li vendevo con cimici e pulci e al Bank spesso tenevo un grosso cartello(5) In New Street vendevo berretti e pagliette e in Spitalfields facevo la pancetta, In Fishamble Street ero nel grande vecchio mercato dei cestai(6) In Summerhill facevo l’allenatore, in Denzille Street l’indoratore In Cork Street ero un conciatore, in Brunswick Street un costruttore In High Street vendevo calze In Patrick Street spade, così se volete sapere il mio nome, sono Jack tutto fare |
NOTE
1) oppure I always take a great delight
2) leggera variazione della strofa
“So when in Dublin I arrive, to look for a situation,
you can always hear them all say “He’s the pride of all the nation” così nella prima versione quell’it è riferito alla città, nella seconda a Jack
3) Temple Bar è oggi il quartiere degli artisti di strada centro della vita notturna dublinese (per turisti), l’originario nucleo medievale di Dublino sede di corporazioni e artigiani, famigerato per i suoi bordelli e le sue bettole
4) sono gli accessori per i caminetti o le stufe a legna
5) uomo sandwich
6) con il termine “old trade of basketmaking” si allude ai tenutari di bordelli o equivale a prostituirsi o di darci dentro con il sesso- Il significato è più propriamente settecentesco; mentre nell’ottocento diventa l’equivalente di fare il borseggiatore o rubare. Così secondo il codice dell’epoca Jack si dava al furto con destrezza mentre si trovava in Fishamble Street (luogo di mercato del pesce nel Medioevo)
FONTI
http://www.einaudi.it/speciali/John-Niven-A-volte-ritorno
http://ebba.english.ucsb.edu/ballad/21924/transcriptionhttp://ebba.english.ucsb.edu/ballad/21924/xmlhttp://www.gutenberg.org/files/33404/33404-h/music/music091.pdfhttp://ballads.bodleian.ox.ac.uk/search/title/Jack%20of%20all%20trades
http://auspace.athabascau.ca/bitstream/2149/1660/ 1/transatlantic_troubadours.pdf
http://mudcat.org/thread.cfm?threadid=71305http://mudcat.org/thread.cfm?threadid=16801http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=41623
http://babelstone.blogspot.it/2006/06/ grand-old-trade-of-basket-making.html