In The Rose’s Cup

In The Rose's Cup
A fairy song, illustrazione di Arthur Rackham per A Midsummer Night’s Dream 1908

In The Rose’s Cup è una canzone composta da Anton Brejestovski sulla poesia di Felicia Dorothea Hemans (nata Browne) (1793-1835) intitolata semplicemente Fairy Song.
Già in Girdenwodan parte 1 del 2012 i Caprice avevano messo in musica e registrato un’altra poesia di Felicia Dorothea Hemans Water Lilies, in cui le ninfee si trasformano in barche fatate su cui gli elfi festeggiano la Mezza estate.

Anton per l’album Girdenwodan parte 2 si rivolge ancora alla poetessa britannica e modifica leggermente il testo, aggiunge un nuovo titolo “In The Rose’s Cups”, sforbicia qua e là le strofe, e ripete qualche frase/parola.

La melodia è portata dall’arpa, un fluire di note cristalline, punteggiate da una serie di fiati (flauto, oboe, clarinetto, fagotto) e campanellini. La voce gorgheggiante di Inna Brejestovskaya completa la trama sonora di un genere definito dai critici musicali neo-classico/neo-folk-fairy (con uno spruzzo di gothic music): è un po’ come se i Caprice suonassero del folk-rock progressive, con un po’ meno rock e un po’ più musica classica contemporanea.


In the rose’s cup I dwell,
Balmy sweets perfume my cell;
In the rose’s cup I dwell,
Balmy sweets perfume my cell;
My food the crimson luscious cherry,
And the vine’s luxurious berry;
[The nectar of the dew is mine, is mine
Nectar from the flowers divine, divine] x2
And oft my numbers on the green,
Lull to rest the fairy queen, Lull to rest the fairy queen


And when I join the fairy band,
Lightly tripping hand in hand,
By the moonlight’s quivering beam,
In concert with the dashing stream;
[My music, my music leads the dance, leads the dance
When the gentle fays advance, advance] x2
And oft my numbers on the green,
Lull to rest the fairy queen, Lull to rest the fairy queen

Caprice, Girdenwodan part 2, 2014

Traduzione italiana Cattia Salto
Nella corolla della rosa dimoro
fragranze balsamiche profumano la mia camera
Nella corolla della rosa dimoro
fragranze balsamiche profumano la mia camera.
Mi cibo della deliziosa ciliegia rossa
e dell’acino raffinato del vitigno.
Mio. mio è il nettare della rugiada
nettare dai fiori divini, divini (1).
E spesso il mio gruppo sul prato,
canticchia per far riposare la Regina delle fate (2).


E quando mi unisco alla banda fatata
mano nella mano, inciampando un poco,
al raggio tremulo del chiaro di luna,
di concerto con il ruscello impetuoso,
la mia musica, la mia musica guida la danza,
mentre le gentili fate incedono.
E spesso il mio gruppo sul prato,
canticchia per far riposare la Regina delle Fate.

NOTE
(1) anticamente si credeva che il miele venisse giù dal cielo come la rugiada e si posasse sulle foglie e sui fiori
(2) come non pensare alla ninna nanna di William Shakespeare in William Shakespeare? Guarda caso musicata per Caprice in Kywitt! Kywitt! 2008


[1] il testo della poesia https://en.wikisource.org/wiki/Poems_by_Felicia_Dorothea_Browne/Fairy_Song

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.