Il Kelpie mutaforma acquatico del folklore celtico

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Nei fiumi più placidi d’Irlanda e nelle profondità oscure dei laghi scozzesi vivono dei demoni acquatici, creature fatate mutaforma, che si nutrono di carne umana: sono “kelpie“, “each uisge” (in inglese water-horse),  “eich-mhara” (in inglese sea horse), cavalli d’acqua e del mare; a voler essere pignoli il kelpie vive preferibilmente nei pressi delle rapide dei fiumi, dei guadi e delle cascate, mentre l’each uisge preferisce i laghi e il mare, tuttavia kelpie è la parola più usata per entrambi.

Di creature analoghe si narra anche nelle leggende norrene (Bäckahästen, il cavallo di fiume)- e germaniche (nix sotto forma di pesce o di rana).

kelpie
Liiga Klavina Kelpie

IL KELPIE: MUTAFORMA DELLE ACQUE

Nel tempo del mito era convinzione che esistesse una certa simmetria tra le creature terrestri e quelle delle acque, così uomini e donne erano i tritoni e le sirene, mentre tra gli animali marini non mancava la figura del cavallo con la coda di pesce. Dorme negli stagni solitari o in mare, si mostra sulle rive dei fiumi e dei laghi, e benchè il suo regno sia quello acquatico, il kelpie può assumere le sembianze di un bellissimo cavallo (a volte dal manto candido a volte dal manto nero) ma anche di bel ragazzo o di un’altrettanto affascinante fanciulla.

kelpie dalla dorma di fanciulla
un Kelpie in sembianze di amabile fanciulla

AMANTI FATATI

kelpie nella forma semi-umana

Essendo una creatura solitaria, il Kelpie  è spesso in cerca di un compagno/compagna e viene descritto come un “leannan-sith” ovvero una “fata-amante”. Mary Mackellar nel suo saggio ‘The Shieling: Its Traditions and Songs’ (Gaelic Society of Inverness 1889 qui) scrive delle molte seduzioni fatate ai pascoli estivi, quando i pastori portavano le pecore sugli altopiani, andando a vivere per tutta la stagione nelle isolate malghe (shielings) accanto a fiumi e laghetti.

L’unico modo per distinguere i mutaforma quando prendevano le sembianze di un giovanetto o di una fanciulla era quella di pettinare i loro capelli: se sabbia e alghe restavano impigliate nel pettine si era certi di essere al cospetto di un kelpie!

IL KELPIE DI LOCH GARVE

In alcune leggende il kelpie è descritto come una cratura solitaria che per mettere su famiglia, rapisce una giovane donna, eppure è premuroso e gentile con lei, e pur tenendola prigioniera, cerca di confortarla. Questa viene dalla terra del Clan Mackenzie e riguarda il kelpie che abita nel Loch Garve (dalle parti di Inverness)

Nel libro “La Straniera” di Diana Gabaldon troviamo questa versione della leggenda del Kelpie. “A quanto potei capire, questi esseri abitavano in qualunque tipo di massa acquatica, ed erano particolarmente frequenti nei fiordi e nei canali, benché molti vivessero dentro agli abissi dei lochs. «C’è un punto, nell’estremità orientale di Loch Garve», disse, spostando lo sguardo tra i vari membri del gruppo per accertarsi che tutti lo stessero ascoltando, «che non gela mai. L’acqua lì è sempre nera, anche quando il resto del loch è tutto ghiacciato: si tratta infatti del comignolo del cavallo d’acqua.» Quello di Loch Garve, come molti altri della sua razza, aveva rapito una fanciulla che era venuta al loch ad attingere acqua, e se l’era portata con sé in fondo agli abissi perché gli facesse da moglie. Qualunque donna, o uomo se è per questo, provi il desiderio, dopo aver trovato un bel cavallo in riva al lago, di salirgli in groppa, andrà incontro a parecchi guai, perché una volta montato il cavaliere non potrà più scendere; a quel punto il cavallo si tufferà in acqua, si trasformerà in un pesce e nuoterà fino alla sua dimora con lo sventurato cavaliere saldamente attaccato al dorso. «Orbene, una volta sott’acqua il cavallo avrà solo denti da pesce», disse Rupert, ondulando il palmo per imitare il movimento delle pinne, «e si nutre di lumache, di alghe e di altri cibi freddi e bagnati. Ha il sangue gelido come l’acqua, e non gli serve nessun fuoco, mentre una donna umana ha bisogno di calore.» …«Dunque la moglie del cavallo d’acqua era triste e soffriva il freddo e la fame, nella sua nuova dimora subacquea, non piacendole granché le lumache e le alghe che lui le serviva per cena. Così il cavallo, essendo di buon cuore, si recò sulla riva del loch vicino alla casa di un uomo che aveva fama di essere un bravo capomastro. E, quando l’uomo scese giù al fiume e vide il bell’animale dorato con le briglie d’argento che risplendevano al sole, non poté resistere alla voglia di montargli in sella. «Naturalmente il cavallo si tuffa in acqua e lo porta fino alla sua dimora fredda e viscida negli abissi. A quel punto dice al capomastro che se vuol tornare in libertà dovrà costruire un bel caminetto, con tanto di comignolo, in modo che sua moglie possa avere un fuoco dove scaldarsi le mani e friggere il pesce.» «Così il capomastro, non avendo altra scelta, fece come gli era stato chiesto. E il cavallo mantenne la promessa: lo riportò sulla riva vicino a casa sua. Fu così che la moglie del cavallo d’acqua poté starsene al calduccio, tutta contenta, con grande abbondanza di pesce fritto per cena. Dunque l’acqua non gela mai, all’estremità orientale di Loch Garve, perché il calore del comignolo del cavallo d’acqua scioglie il ghiaccio. » (Pag.317)

Con il passar del tempo in Scozia il kelpie è diventato tuttavia un mostro delle acque come il famigerato Nessie del Loch Ness.

IL DEMONE ACQUATICO

Più spesso il Kelpie è considerata una creatura malvagia una sorta di demone che va a caccia di vittime da sedurre e far annegare (e divorare) negli abissi (un ricordo di antichi sacrifici agli spiriti delle acque?)

Così la saggezza popolare raccomandava per prima cosa di non salire mai incautamente in groppa ad un cavallo solitario (perchè  una volta saliti su un kelpie non c’è più possibilità di scendere) e per seconda cosa se proprio ci siamo saliti e stiamo per finire trascinati nelle acque profonde, di cercare le briglie per domarlo (più facile a dirsi che a farsi naturalmente). Sotto queste sembianze il kelpie è spesso confuso con il pooka

I FOLLETTI ACQUATICI

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Nix del fiume

Il corrispettivo nel folklore germanico è il nix o nixie (a secondo se di sesso maschile o femminile) di cui il kelpie è una delle possibili incarnazioni: il nix si mostra nella forma di rana o rospo o di piccolo pesce o di uno strano pesce a forma umana. Volendo fare un distinguo fra Kelpie e Nix possiamo affermare che il primo preferisce attirare la vittima sotto forma di cavallo per farla salire in groppa e trasportarla negli abissi il secondo invece l’attira in forma umana con dolci melodie (sono sirene/ninfe dal bel canto o tritoni abili musicisti)[1].

[1] Kelpie o nix a seconda se siamo nel folklore celtico o germanico-scandinavo: il nix (the neck in inglese, näcken in svedese, nøkk (nella Norvegia sud e centro-orientale), nykken o nykkjen (nella Norvegia orientale, in diversi dialetti e in neo-norvegese/nynorsk) si mostra nella forma di rana o rospo o di piccolo pesce o di uno strano pesce a forma umana (una delle sue possibili incarnazioni e anche il cavallo acquatico della tradizione scozzese ).
Altri non sono che gli spiriti delle acque che rappresentano le insidie dei fondali lacustri o dei torrenti impetuosi. (vedi). Nell’immaginario danese e norvegese (e anche svedese) è un troll del fiume (scrive Riccardo Venturi “dal danese: trold, che può valere sia per “orco” che “gnomo”; svedese neck”), nelle versioni più antiche è un mostro mitologico o preistorico, che si cela negli abissi delle acque e dell’inconscio, ma è anche un seducente giovane uomo nudo che suona il violino oppure l’arpa seduto sui massi di un fiume, anche se come rileva Annalisa Maurantonio nel suo blog Norlit l’immagine di musicista del näck è più recente, mediata dalla letteratura romantica.
https://terreceltiche.altervista.org/the-power-of-the-harp-harpans-kraft/

LINK
http://novelpointsofview.blogspot.it/2016/02/valentines-not-just-for-february_11.html
http://www.apjpublications.co.uk/skye/poetry/collect21.htm http://www.romanticamentefantasy.it/emozioni-in-tartan-leggenda-kelpie/ http://fairyroom.com/2013/03/bad-fairy-nixie/

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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