Heiemo og Nokken, la fanciulla e il Nokk

Heiemo og Nokken appartiene al genere delle naturmytiscken ballder, le ballate che narrano di incontri/scontri tra umani ed esseri soprannaturali quali troll, elfi, gnomi, e nokk appunto.

il Nokk un essere soprannaturale “acquatico”

Versione norrena del celtico kelpie, il nokk (chiamato anche nykken o nykkjen a seconda della regione) è uno degli esseri fantastici più antichi della tradizione norvegese. Una specie di versione maschile delle ninfe, vive nelle acque di fiumi, laghi, stagni, e viene rappresentato con aspetti diversi, ma sempre con la sua caratteristica fondamentale, che è quella di attirare gli umani per farli annegare
(vedasi anche Harpans Kraft)

Il nokk è dunque un mutaforma che attira grandi e piccini nella sua tana acquosa con musica incantata, inganni e promesse di desideri soddisfatti. Da questo punto di vista non può che essere associato agli esseri soprannaturali acquatici che popolano le tradizioni più diverse (dalle sirene di Ulisse alla madre di Grendel nella saga di Beowulf alle Melusine della tradizione celtica)

Di fatto il nokk può essere visto come la rappresentazione simbolica di tutti i pericoli che si associano all’acqua. E’ un essere che può assumere diverse forme: un relitto, un tronco galleggiante o qualsiasi cosa che galleggi a pelo dell’acqua. Può anche uscire dall’acqua e camminare sulla terra ferma sotto forma di cavallo o di uomo per attirare e ingannare la gente. In certi casi viene raffigurato come un giovane uomo, molto bello, dai capelli lunghi e fluenti, che suona il violino e seduce le ragazze fino a condurle alla morte.

Proprio quello che cerca di fare il protagonista della nostra ballata,

Più frequentemente però è rappresentato come un nano con un cappuccio rosso oppure un vecchio dalla lunga barba grigia, i grandi occhi che sbirciano dalla superficie dell’acqua.

Diverse leggende riportano la credenza che il nøkk richieda ogni anno un sacrificio umano per affogamento, al fine di essere appagato. Alcuni racconti narrano di come il nøkk afferri le sue vittime, le trascini sul fondo senza mai lasciare la sua forte presa.

Gli scopi di tutte queste leggende erano da un lato tenere i bambini lontani dai pericoli dell’acqua, dall’altro interpretare eventi e calamità legate sempre al liquido elemento

la storia

Heiemo è una fanciulla che canta con voce melodiosa sul fianco di una collina. Il nokk uscito dalle acque, la vede, la sente e vuole farla sua. Decide quindi di intraprendere un viaggio fra gli umani, si impadronisce di una nave e la dirotta verso il luogo dove abita la fanciulla. Canta e balla con lei e le propone di diventare sua moglie. Al di lei rifiuto cerca di prenderla con la forza, ma la fanciulla si ribella, lo accoltella al cuore e lo guarda morire.

origini e varianti

La versione più antica proviene originariamente dalla Danimarca, con il titolo “Nokken Svig” (Il tradimento del Nokk), scritto per la prima volta in “Karen Brahe’s Folio/Visebog”, una raccolta danese di canzoni datate 1570-1583 d.C.
In questa versione il finale è più tragico, con il nokk che trascina la ragazza urlante con sé nell’acqua.

L’età della melodia è più vaga. In base al modo in cui è stato scritta e alla sua piccola gamma di note, è molto probabilmente medievale, sebbene sia stata trascritta per la prima volta solo nel 1800 in Norvegia

In Norvegia si conoscono circa trenta varianti della ballata, come al solito in prevalenza della regione del Telemark. Sophus Bugge nel suo libro presentò due versioni, una proveniente dal Telemark e una dall’Hardanger. In quest’ultima Heiemo si libera del nokk senza fare uso di coltelli ma solo gridando il suo nome.

la ballata nel folk revival

La versione della ballata più nota è quella curata da Kirsten Brate Berg, una delle voci storiche del folk revival norvegese, attiva fin dall’inizio degli anni ’70

La ballata di Heiemo è contenuta nell’album Minn Kvaderlung del 1988

la ballata nella versione di Kirsten Brate Berg

Heiemo kvad, det song i li
– Vakna dikko ædelege drenge –
Det høyrde nykkjen på havet skri
– For de hev sovi tidi så lengje –

Heiemo kvad, det song i lund
Det høyrde nykkjen, den hei’inghund

Nykkjen tala te styringsmann
Du styre mitt skip på kristne land

Eg vil meg på kristne land gå
Den vene jomfruva vil eg få

Så gjeng han seg i stova inn
Med håge hatt og blomekinn

Nykkjen han dansa, og Heiemo kvad
Det gleddest folket i stugone var

No må kvar gange heim til seg
Heiemo tek eg på skipet med meg

Heiemo! Heiemo! Still di harm
Du skal få sove på nykkjens arm

Ho stakk til nykkjen i holamot
Odden han rann i hjarterot

Her ligg du, nykkjen, fyr ravn og hund
Enno hev eg min kve’arlund

Heiemo cantava la sua canzone sulla collina
Svegliatevi voi nobili giovani (1)
L’ha sentita il nokk mentre solcava il mare
perché già troppo avete dormito

Heiemo cantava la sua canzone sulla terra
La sentì il nokk, quel cane pagano

Disse il nokk al suo timoniere:
“Devi portare la mia nave nella terra dei cristiani”(2)

Andrò nella terra dei cristiani
Farò mia la bella fanciulla

Quindi giunse nella sala da ballo
Con un cappello e le guance fiorite(3)

Il nokk ballava e Heiemo cantava
Per la gioia di tutta la gente nella sala

Ora tutti devono tornare a casa
Heiemo ti porterò sulla nave con me

Heiemo! Heiemo! Placa la tua rabbia
Dormirai fra le mie braccia

Allora la fanciulla colpì il nokk al petto
la lama conficcò nel suo cuore

Qui tu muori, nokk, tra corvi e cani
mentre io ho tenuto su il mio grembo (4)

NOTE

(1) Il secondo e quarto verso sono ripetuti in ogni strofa. La versione più diffusa di questo ritornello è in realtà la seguente: med minnen / tvo rosor sove der inne (Ricordate / due rose riposano laggiù
(2) Sembra piuttosto strano che un essere acquatico come il nokk abbia bisogno di stare a bordo di una barca. In effetti una versione dell’Hardanger contiene una descrizione dell’essere come “mezzo uomo mezzo barca”
(3) Il nokk assume la forma di un bel giovane, il che fa naturalmente parte del suo piano di seduzione e cattura della fanciulla. Nella versione più completa della ballata redatta da Sophus Bugge viene detto anche che il nokk crea per sé splendidi abiti coloro oro e blu e un cavallo con una sella d’oro
(4) Espressione che sembra indicare “ho salvato la mia verginità”; la versione “standard” di Sophus Bugge è più esplicita: enno ber eg mítt jomfrúnavn (io ho ancora il mio nome di vergine)

La ballata di Heiemo vanta numerose interpretazioni, di artisti norvegesi ma non solo. Eccone una selezione.

Helene Boksle dall’album Elverhoy (2006)
Kerstin Blodig, da Trollsang (2005)
Kauri Tauring, folk singer del Minnesota di origini norvegesi, in Nykken and Bear (2013)
Bettina Flater, cantante e chitarrista di flamenco, in La Gota y la Mar (2014)
Elisabeth Vik, in una versione particolarmente intensa, dall’album Beginnings (2014)
Helisir, gruppo norvegese di musica ambient, dall’album Ravn (2015)
Froya Myrxdottir in una versione per sola voce, da Kilden Sessions (2017)
E per chiudere in bellezza, la grande Amalie Bruun (in arte Myrkur) esegue alcune strofe della ballata in diretta da casa sua

LINKS
https://www.bokselskap.no/boker/naturmytiskeballadar/tsb_a_48_heiemo
http://balladspot.blogspot.com/2018/11/heiemo-and-neck.html
https://norlit.wordpress.com/2018/02/21/heiemo-og-nokken-la-fanciulla-e-il-nokk

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Pubblicato da Sergio Paracchini

Sergio Paracchini, ascoltatore seriale di buona musica, dagli anni ’70 innamorato del folk revival (celtico e non solo). Gestisce il gruppo Facebook “Folk rock e dintorni”.

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